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1.4 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E DEI TRASPORTI

Nella prima metà dell’800’ la rivoluzione approdò sul continente europeo o comunque su

alcune parti di esso.

L’utilizzazione delle moderne tecnologie per lo sviluppo della produzione fu inteso come

un presupposto essenziale della rivoluzione industriale. L’applicazione della macchina a

vapore aumentò la produzione industriale, e la aumentò anche il passaggio dalla

lavorazione a domicilio a quella industriale.

La produzione del vapore era ottenuta usando come combustibile il carbone e questo

favorì quei paesi che ne avevano in abbondanza e permise lo sviluppo del loro sviluppo

estrattivo.

Si sviluppò poi il settore siderurgico ma anche quello tessile (macchina per cucire), quello

chimico (raffinazione dello zucchero).

La vera rivoluzione fu l’applicazione del vapore alle navi e al trasporto su strada ferrata. Le

navi a vapore consentirono trasporti sicuri dal vecchio al nuovo mondo.

Vennero poi costruite le ferrovie e fondamentale fu l’invenzione del telegrafo che permise

di comunicare dei messaggi a distanza. Morse inventò un sistema di trasmissione di

impulsi che secondo una particolare sequenza di segni brevi o lunghi permetteva di

comunicare località legate da un filo elettrico.

Con la diffusione dell’alfabetizzazione si moltiplicarono anche i giornali e nacquero le

prime agenzie di stampa (es. Associated Press).

Nella prima metà dell’800’ gran parte del mondo fu investita da un’ondata di

cambiamenti senza precedenti. Si sviluppò poi la classe operaia e il proletariato e nacque

la “questione sociale” e i primi scioperi.

1.5 L’INDIPENDENZA DELL’AMERICA LATINA

Spagna e Portogallo possedevano i territori dell’America centrale-meridionale e avevano

sempre perseguito una politica di saccheggio delle risorse locali tenendo anche ai

margini della società i creoli (bianchi nati in America e proprietari terrieri).

Il potere politico era rappresentato dai funzionari provenienti dalla madre patria. I creoli

desideravano maggiore indipendenza e guardavano agli esiti delle due rivoluzioni.

Dopo la conquista napoleonica della Spagna i rapporti con le colonie erano stati

interrotti. Alcuni coloni quindi dichiararono l’indipendenza dalla Spagna sotto la guida di

Bolivar e José de san Martin.

Ne scaturì una guerra civile tra i fedeli alla Spagna e gli indipendentisti, quando però sul

trono arrivò Ferdinando 7° le sorti parvero volgere contro i secondi.

Il re chiese aiuto alla Gran Bretagna per ristabilire l’ordine ma essa rifiutò. Venne poi

liberato il Cile, il Venezuela ecc.

Con la battaglia di Ayacucho furono eliminate le resistenze spagnole e fu liberato il Perù.

Non nacque un unico stato latino americano, sorsero dei piccoli stati autonomi.

Intanto si sollevò anche il Messico e fu proclamata la repubblica. Il Brasile andò verso

l’indipendenza pacificamente, diventando un impero costituzionale.

L’elemento determinante per l’indipendenza fu l’atteggiamento inglese dettato dal

desiderio di commerciare con le colonie che prima dipendevano esclusivamente dal

commercio con la madrepatria.

Anche gli stati uniti dettero un buon contributo con la DOTTRINA MONROE sostenne il

principio secondo il quale le potenze europee non dovevano interferire con gli affari

interni degli usa e viceversa.

1.6 I MOTI DEGLI ANNI VENTI

Avevano l'obiettivo di abbattere l’ordine imposto dal congresso.

Gli anni che seguirono al Congresso furono caratterizzati da una serie di conferenze nelle

quali le grandi potenze presero le misure necessarie per la conservazione dell’ordine

europeo.

La Francia aderì alla Santa Alleanza rafforzando così quello schieramento conservatore

che permetteva all’Austria di ridimensionare ogni movimento che mettesse in pericolo il

sistema di Vienna.

Il cancelliere austriaco Metternich represse le agitazioni degli studenti tedeschi

vietandone l’associazione.

I primi veri moti scoppiarono in Spagna (1 gennaio 1820 – Cadice – parte dall’esercito). La

richiesta principale era il ripristino della costituzione del 1812. Il movimento si estese poi

al resto della Spagna con il sostegno delle società segrete liberali e degli ufficiali.

A seguito dell’esempio spagnolo anche a Nola (regno delle due Sicilie) alcuni ufficiali si

ribellarono invocando la concessione della costituzione. Grazie all’appoggio della

carboneria e dei militari che avevano aderito all’esercito di Murat, tra cui Pepe, la rivolta si

diffuse presto nel regno.

Ferdinando 1° promise una costituzione. Poi si sviluppò un movimento rivoluzionario

anche in Sicilia favorito dai baroni siciliani che volevano l’indipendenza da Napoli.

Di fronte a ciò l’Austria convocò a Troppau un congresso e qui con la Russia e la Prussia

sottoscrissero una dichiarazione che attribuiva ai membri della santa alleanza il diritto di

intervenire con la forza negli stati in cui si fosse sviluppata la rivoluzione. (FR e GB non

aderiscono).

Nel frattempo (10 marzo 1821) era scoppiato un moto ad Alessandria e i rivoltosi

chiedevano la formazione di un regno costituzionale dell’Alta Italia sotto i Savoia. Di

fronte all’insurrezione Vittorio Emanuele 1° abdicò in favore di Carlo Felice che era a

Modena. La reggenza venne assunta da Carlo Alberto che si lasciò convincere e proclamò

la costituzione ma fu sconfessato da Carlo Felice. Gli austriaci a Novara sconfissero i

rivoltosi.

In tutti gli stati italiani si sviluppò una reazione per eliminare l’opposizione liberale favorita

dalle società segrete. Si susseguirono numerose condanne a morte o al carcere e la più

famosa fu quella di Silvio Pellico che raccontò la sua esperienza nel libro “le mie prigioni”.

Di fronte al permanere di insurrezioni in Spagna e Grecia al congresso di Vienna l’Austria

ottenne che le potenze della santa alleanza prendessero posizione a favore dei legittimi

sovrani.

La Francia ristabilì l’ordine in Spagna.

I moti ebbero dei successi momentanei ma come esito finale ebbero la repressione

dell’Austria. L’unico moto che ebbe successo fu quello in Grecia.

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Amegp di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Preda Daniela.
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