Cura la biennale di Venezia del 2014, nella successione di copertine notiamo la successione di elementi che
compongono l’architettura: solaio, rampa, porta, camino ecc. Elencando gli elementi e dandone una nuova
quasi a rifondare e ragionare nuovamente su questi trovando un’interpretazione
interpretazione,
nell’architettura moderna.
Lemoîne House di Rem Koolhaas - Floirac, Bordeaux, France,1994-98
L’immagine è significative del contest, collocata in uno spazio panoramico, la storia della casa è legata agli
abitanti: un nucleo famigliare benestante interessata
all’arte.
Acquistano un lotto fuori dalla città, nel ’91 avviene
l’incidente che porta il padre alla disabilità, questa
un modo per fuggire alla “gabbia
casa diviene con cui conviveva con difficoltà
tradizionale”
all’interno della città di Bordeaux. La condizione è
sub-urbana, garantita la qualità dalla situazione
altimetrica.
La casa si colloca in una collina artificiale in mezzo
alla natura con una condizione panoramica molto
aperta, per vedere lo skyline, la linea è una costruzione
viaria e questa cosa induce una certa quantità di rumore nell’area di progetto; pertanto, questa condizione
determina proprio la costruzione di questa collina artificiale, accostata a una naturale, per contenere
l’inquinamento acustico.
Viene garantita la panoramicità del lotto di progetto di 180°.
Risulta essere una residenza molto complessa composta da tre
volumi con tre tipi abitativi: casa a patio, casa a vetro e casa a
scatola.
Parlando di molteplicità nell’uso dei materiali ci avvicina
all’architettura di Alvar Aalto, grande stratificvazione anche
esasperata.
Il paradosso è un tema importante come ad esempio il far
coesistere le tre tipologie di abitazione. La compresenza di
molteplici elementi possonoe ssere facilemnte letti, con
l’introduzione nell’abitazione dello skyline.
Ci racconta di qualcosa di incassato nel
profilo della collina e un elemento di
vuoto in parte coperto e in parte scoperto,
ma circonscritto, che è interprosto tra un
elemento a scatolare, che risulta rialzato
scatola nell’aria
come una e un elemneto
di recinto. Abbiamo un elemento
particolare in copertura e nello spazio di
vuoto interposto.
Notiamo un cavo che ci fa pensare a qualcosa che viene
mantenuto in equilibrio, quindi anche una condizione
strutturale è portata al paradosso. Interpretando
l’instabilità della vita contemporanea anche in
un’apparente instabilità dell’edificio.
Una fensitura della collina ti fa a ccedere alla strada,
lungo l’atrio aperto si giunge alla residenza soprattutto
in automobile. L’abitante in maniera unitaria, per tutti i
componenti, raggiungono questo spazio, in un punto
d’ingrasso che si pone lungo una parete trasparente.
Notiamo uno spazio di vuoto tra la scatola nell’aria
dove leggiamo un elemento che fuori esce, e il recinto.
La casa dal modello appare nella sua composizione
costruita da une elemento di base che fuori esce da una
parte ma risulta incassato dall’altro risultando il
pavimento nello spaio interposto: copertura della casa a
patio e l’elemento di vuoto raggiunto perimetrando la
con pareti vetrate a tutt’altezza, divenendo
residenza
luogo di pertinenza della residenza.
La scatola è in cemento faccia vista dov’è possibile vedere i getti delle
casseforme, notiamo poi un grande oggetto ovvero una trave. Notiamo
poi un grande cilindro che si pone internamente nella scatola, in cui
notiamo che avviene una coincidenza tra l’elemento di trave superiore e
questo. Notiamo anche una struttura estroflessa, che
rivediamo anche in Mies Van Der Rohe, in
casa Fasworth. Questo spazio è percepito
come instabile esternamente che viene
accentuato dal pilone di una trave che poi si
sposta al di fuori, trave e pilastro estroflessa.
Lavora anche non solo sulla giacitura stravagante della residenza, che si basa su un equilibrio di forze, non si
comprende quali siano gli elementi strutturali.
La porzione di vuoto è coperta dalla grande scatola, mentre trova definizione sul perimetro lungo grandi
lastre di cristallo. La residenza si compone di tre zoni a se stanti.
- Nella zona inferiore troviamo la zona giorno ma soprattutto di supporto, casa semipogea
- Nella zona interposta zone comunitarie, di rappresentanza.
- Nella zona superiore, che si mostra come introversa, troviamo la collocazione degli ambiti notte che
sono posti in maniera di essere molto a sé stanti.
Troviamo la camera degli ospiti e la stanza dei domestici, divise
attraverso un patio, Quattro dimensioni private che si ibridano,
convivendo all’interno del patio.
Avviene poi un collegamento mediante un ponte “scomodo”, che unisce lo spazio del patio
all’area dei collaboratori domestici, questa scomodità è fornita per motivare il residente
all’azione, perché la vita non è comoda. Genera un’attenzione nell’utente.
“Contrariamente a quanto lei (architetto) potrebbe aspettarsi, non voglio una casa semplice, voglio una
casa complessa, perché sarà la casa a definire il mio mondo”
Non vuole uno spazio semplicità, a cui l’architetto risponde:
"La questione non è cosa fare per far star meglio un invalido. E' piuttosto come negare la disabilità"
Non vuole utilizzare una residenza standard adattandola a una persona
con disabilità ma creare una concezione abitativa che si basi proprio
sul residente disabile fornendo una concezione di questa abitazione
uniforme tra tutti i residenti.
Vetrata sul patio, vista a 360 gradi sul panorama e intorno e poi una selezione percettiva tra interno ed
è visibile anche all’interno dei prospetti.
esterno: questa stratificazione tipologica e materica Un cuore meccanico collega tutta l’abitazione
portando al paradosso l’idea della casa macchina,
una camera diviene un pistone dove l’utente si
muove liberamente (stanza 3x3.5) che va a
fermarsi dove vuole, è una piattaforma, una vera e
propria stanza che si muove sul pistone attraverso
un grande joystick potendosi a qualunque livello
che può riconfigurare la spazialità, non deve per
forza fermarsi al solaio. La stanza si muove lungo
una parete di libri, dove ci si può collocare in
maniera totalmente indipendente. È un elemento
unificante della residenza, che permette di
muoversi dal piano seminterrato alla zona giorno
alla zona notte –
PIANO INTERRATO CASA A RECINTO
Livello d’ingresso da dove si accede alla residenza
vera e propria o alle due dependance, troviamo anche
una pianta libera all’interno della quale troviamo un
piano tecnologico. Il ponticello mette in relazione
questa quota all’ingresso dell’appartamento dei
governanti. Le due case sono proprio divise da un
patio. Questa parte è relativamente in controterra
definendo lo spazio come scavato nel terreno
creando un perimetro libero, dove si trovano degli
ambiti.
L’elemento anomalo con struttura curvilinea con
una scala è uno spazio scavato nella terra molto
scomodo, contrapposto con altre due scale che
risultano tutte differenti tra loro. Due di queste arriva
all’ultimo piano, mentre quella curvilinea si trattiene
alla zona giorno. Presente anche il collegamento
verticale meccanizzato. Troviamo due porte: una
abbastanza “standard”, generata attraverso
un’incisione nel fianco della collina, e una invece
circolare.
ELEMENTI DI COLLEGAMENTO VERTICALE
Scala a chiocciola che risulta tutt’altro che comoda, mensole
- a sbalzo su un cilindro in calcestruzzo
armato. Non è un elemento funzionale, ma induce a un tema di proattività.
- Scala con forma curvilinea che invece vuole contrapporsi con il tema della staticità.
- Scala con parete riflettente che connette il piano intermedio in maniera lineare.
–
PRIMO PIANO CASA A PATIO
La copertura della casa inferiore a recinto fornisce una base
della casa a patio. Creando una condizione di forte aggetto, la
superficie della zona giorno muta la percezione e atmosfera
spaziale.
Ci sono degli elementi che circoscrivo gli spazi interni da
quelli esterni ovvero dei fili che sono gli elementi di infisso.
Troviamo un grande pilone in cemento armato che risulta
essere riflettente nel perimetro che ha una funzione.
–
SECONDO PIANO CASA SCATOLARE
Le scale esterne quindi quella circolare sorge in una zona
centrale, in un distributivo che connette le camere dei figli, le
camere sono connesse attraverso setti obliqui., contrapposte
alle camere dei genitori, che presentano anche una loggia,
creando una condizione di relazione interno esterno, e sono
connesse attraverso un vano di servizio che presenta un
doppio infisso a cui è interposto un patio, quindi un punto di
vuoto, i due mondi sono molto riservati e divisi tra loro. La
scala in calcestruzzo muta il suo materiale divenendo in
acciaio. Il cuore
dell’abitazione è una
macchina che rende
libero l’umo disabile,
creando un tema di
eguaglianza.
La trave si appoggia esternamente in un pilastro estroflesso,
elemento strutturale che sorregge l’elemento
risulta essere
strutturale, ci viene raccontato anche come questo “ascensore”
termini in un lucernario, in una luce zenitale.
Nel livello della zona notte la pedana termina in una zona di estrema luce, fornita dal lucernario.
Lo spazio risulta cinematografico e architettonico, la sua formazione. La sua composizione crea un
insieme di punto di vista molto differenti che possono essere elaborate e percepite in base al singolo utente.
La zona notte dei figli è molto dinamica e si contrappone con la staticità della residenza dei genitori come
anche la “macchina” di collegamento verticale si contrappone con le scale di collegamento, come queste si
contrappongono anche per le forme. Vengono utilizzate delle pareti flessibili che si
specchiano anche sui prospetti dove notiamo anche una
contrapposizione dei colori. La tenda di color argento
rende privato lo spazio ma si può aprire totalmente.
Abbiamo tre patei:
- Una loggia per la camera dei genitori
- Un patio svuotato tra i due ambienti delle zone notti
che contrappongono anche per il loro tema
- Un patio invece per la zona notte dei figli
L’uso dei tessuti e dei colori, l’uso di questi tramezzi
“paradossali” sono successivi a un grande studio insieme al
residente.
Rispetto alla frammentazione della zona notte, nella parte
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