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La Red House
Nel 1859 Philp Webb cominciò a disegnare la Red House a Bexelyheat, periferia di Londra, per William Morris per il suo matrimonio. Essa è realizzata in un contesto rurale all'interno di un frutteto, in un profondo legame con l'ambiente esterno, percepibile sia a livello fisico che spirituale.
La casa fu progettata sul modello delle case vescovili inglesi del Medioevo, quindi con riferimento alla tradizione nazionale contrapposta al neoclassicismo internazionalista. Solida, integrata nel suo ambiente con pianta asimmetrica e anticlassica, progettata con rispetto per i materiali e i metodi costruttivi tradizionali e locali.
La casa è progettata da Webb in stretta collaborazione con il committente, Morris. Altri personaggi, però, contribuiscono alla creazione dell'opera e le loro diverse formazioni vengono tradotte all'interno della casa. Da questo gruppo di amici nasce il desiderio di creare un'associazione di artisti.
intellettuali, associati in seguito al movimento "Arts and Crafts", che si contrappone all'industrializzazione in forte crescita in quel periodo. La Red House si stacca dalla conformazione e con le concezioni tipiche della casa vittoriana. È infatti considerata sotto vari aspetti un'opera che atipica i concetti che verranno ripresi dal movimento moderno. Morris vedeva in questo progetto un'opportunità per creare un'associazione di artisti e designer il cui lavoro di occhio, mente e mano giocassero ruoli complementari e che venissero sentita l'influenza di vari movimenti culturali artistici e architettonici del periodo. Per Webb il riferimento al gotico fu il punto di partenza per una personale elaborazione che si tradusse ben presto in un progetto libero da puntuali condizionamenti stilistici: a partire da una pianta ad L, sviluppò una composizione assolutamente originale, dove la corrispondenza tra interni ed esterni si rivelava neglisporti di volumi, nell'evidenziazione del camino, nelle diverse inclinazioni dei tetti punteggianti dal continuo emergere di abbaini, di canne fumarie e di falde aggettanti, oltre che nella libera distribuzione di finestre e aperture, corrispondenti alle necessità di singoli ambienti e non a un disegno predeterminato. Fondamentale fu la scelta dei mattoni rossi come elemento di unificazione di un complesso che agli occhi dei visitatori dell'epoca appariva senz'altro fuori dal comune e forse al limite della stravaganza. La conformazione della pianta ad L consentiva alla casa di integrarsi con il cortile dominato dalla sagoma particolare del pozzo e con i giardini, forse fonte di ispirazione per uno dei più famosi disegni di carta da parato, Trellis, che traeva spunto dal roseto e dal pergolato che originariamente circondava il cortile. Gli interni della Red House sono realizzati con modi esclusivamente artigianali, curando in particolar modo il rapporto di empatia delle forme.dei materiali e degli arredi con le azioni del vivere quotidiano. Le decorazioni sono, dunque, artigianali e si sviluppano nelle più svariate tecniche esecutive. le pareti e i soffitti, sono intonacati e dipinti secondo molteplici temi e motivi geometrici. Dall'ingresso principale, contrassegnato da un grande arco dipinto, si accedeva alla grande hall dominata dal pezzo forte della scala in legno, contenuta proprio nell'angolo a L. Le scale, in legno massiccio, sono il centro della casa. Il soffitto che le sovrasta la scia visibile le capriate lingee ed è decorato con motivi geometrici curvilinei. Esse collegano le due ali della casa, distinte per funzioni: la zona di servizio e la zona abitativa. Le scale sono illuminate da ampie finestre, il vano della scala controbilanciava l'impostazione orizzontale del corridoio e delle stanze, lasciando intravedere il dilatarsi degli spazi sulla verticale del piano superiore: in tal modo svolgeva un ruolo di cerniera, enfatizzato dalleDelicate cuspidi in legno dei pilastriche punteggiavano l'andamento dei pannelli laterali. A destra dell'ingresso il grande armadio circondato alla base da una panca, con i panelli delle ante dipinte con scene ispirate al Nibelungenlind, sembrava quasi unadichiarazione di interni. La cassapanca decorata da Morris con raffigurazione medievale è un esempio della ripresa mobile decorato. Negli arredi appositamente disegnate per la Red House, Morris l'assume come principio generatore di mobili concepiti per la vita di tutti i giorni e con una semplicità che, agli occhi dei contemporanei, sembrava rasentare quasi la brutalità e certamente una deliberata stravaganza. L'usanza di decorare i mobili con pitture parietali era una caratteristica del gruppo di Morris. Esempio: la credenza sulla quale è dipinta la storia di San Giorgio. Il guardaroba, disegnato da Webb con le ante dissimmetriche ed i fianchi dipinti da Brune - Jones con scene tratte da
Racconto della Badessa di Chaurcer. Questo mobile realizzato tra il 1858 e il 1859, ora è conservato al "Victoria and Albert Museum". Tutti gli arredi fissi erano stati disegnati per inserirsi perfettamente negli spazi a loro destinati e si intonavano nei colori e nei dipinti che spesso impreziosivano le superfici alla particolare conformazione dei soffitti: come per esempio nella 12Drawing Room con la volta carenata che riprende la sagoma del tetto con i travetti di legno in vista. In tal modo l'identificazione tra mobile ed architettura diventa totale, trasferendo il tema dell'arredamento dal campo dell'oggetto isolato a quello della progettazione organica del paesaggio domestico. Già dai pochi modelli descritti possiamo ricavare alcune considerazioni sulla morfologia dei mobili neogotici degli anni '60 o quantomeno di quelli relativi alla cerchia di Morris. Anzitutto più che rifarsi al gotico si rifanno al medioevo, difatti ci sono piùmotivi ripresi dal romanticismo che dallo stileogivale.Non a caso, infatti, Rossetti, Brune Jones, William Hunt quandooperavano da pittori puri si definirono preraffaelliti, intendendosignificare che le loro fonti di ispirazione non risalivano al goticoma al tardo medioevo ma al ‘400 italiano, più esattamente aquel periodo tra il 14° e il 15° secolo caratterizzato dalla civiltàcortese, avente per tema le nordiche storie cortigiane, quelledalla cavalleria, degli episodi di narrazione religiosa nondisgiunti da gentili storie d’amore. Così il medievalismo deiWebb, disegnatore di mobili si rifarà ai modelli di un BeatoAngelico, di un Ghirlandaio, di un Botticelli, ma non quelliraffaelleschi, già per loro contaminati con la classicitàarcheologica.
Questi mobili essendo pezzi unici non possono essereprefabbricati, difatti non li abbiamo trovati all’interno delCrystal Palace.
Questi mobili hanno pannelli con decorazione in
Lo stile medioevale e sono pesanti poiché massicci a differenza del Crystal Palace in cui tutto era sottile e dava una sensazione aerea -> questa è una scelta non solo estetica ma anche simbolica, ossia rappresenta un mondo in cui la realtà materiale ha ancora dei valori tramandati nel tempo dal medioevo.
La seconda casa di William Morris, dove poi morirà, "Kelmscott Manor" è fatta di pietra. In questa casa si vede bene l'idea dell'opera d'arte totale, ossia tutto è disegnato e decorato (tappeto, baldacchino, soffitto e pareti). L'architetto è il designer si fondono insieme costruendo elementi unitari, in cui ogni elemento ne fa parte.
William Morris realizzò la "Green Dining Room for the South Kensington Museum" nel 1866-1867: boiserie di legno che corrono sulla base al cui interno è inserita pure una seduta con lo schienale decorato, carta da parati disegnata, decoro con richiamo a
ma qualcosa di semplice e accessibile a tutti. Questo è il concetto che William Morris e i suoi amici artigiani hanno cercato di trasmettere attraverso il loro lavoro. Le loro creazioni, come le grandi vetrate ispirate alle cattedrali gotiche, sono caratterizzate da una semplicità e simmetria che le rendono facilmente comprensibili e apprezzabili da tutti. Un esempio di ciò è la decorazione ad Oxford, dove Morris e la sua società hanno utilizzato carte da parati per trasformare gli ambienti. Questa scelta si è rivelata un successo economico, diventando uno dei principali sostegni finanziari per la società di Morris. I mobili prodotti dalla Morris and Co seguono lo stesso principio di semplicità e autenticità. Non si nascondono dietro decorazioni finte, ma sono veri e solidi. Un esempio sono i tavolini sempre massicci, che non cercano di imitare altri stili ma si mostrano per quello che sono. La società di Morris ha anche prodotto sedie semplici in serie, con l'obiettivo di influenzare il gusto dell'arredamento non solo nelle classi borghesi alte, ma anche nelle classi borghesi più piccole e persino tra le classi operaie. Purtroppo, quest'ultime non sono mai riuscite ad acquistarle, ma l'intento di Morris era quello di rendere la bellezza accessibile a tutti, indipendentemente dalla classe sociale. In conclusione, la bellezza non è più qualcosa di sofisticato e ricercato, ma qualcosa di semplice e autentico che può essere apprezzato da tutti. Questo è il messaggio che William Morris e la sua società hanno cercato di trasmettere attraverso le loro creazioni, che continuano a ispirare il design anche oggi.madev’essere rintracciata nelle cose semplici e umili. La carta da parati essendo un elemento d’arredo con un basso costo permette di essere accessibile a tutti, è industriale poiché è semplice carta su cui viene impresso un decoro, tentativo di Morris di creare un prodotto semi industriale. L’accettazione delle macchine deriva dalla loro ampia diffusione, perché ormai sono presenti in tanti laboratori. Morris scrive i suoi pensieri nel “Hopes and fear format” 1882: l’arte è per il popolo. “Siamo incuranti se le nostre case non esprimono nulla di noi. Questa imprudenza senza scrupoli, così dannosa per la civiltà, così ingiusta per coloro che seguiranno, è proprio ciò da cui vogliamo scuotere le persone. Vogliamo farli riflettere sulle loro case, per prenderci la briga di trasformale in abitazioni adatte a persone libere nella mente e nel corpo. Credo che questo possa accadere. Diritto di ognite più la proprietà privata. Morris immagina una società in cui l'arte e il lavoro manuale sono valorizzati allo stesso modo, dove ogni individuo ha la possibilità di esprimere la propria creatività e contribuire al benessere comune. In questa utopia, la bellezza e l'armonia sono fondamentali, e l'ambiente naturale è rispettato e preservato. L'idea di Morris è quella di un mondo in cui l'arte non è solo un privilegio per pochi, ma un diritto di tutti.