METODO KJEDHAL
Principio: se io determino l’azoto posso determinare le proteine, quindi assumo che tutto l’azoto che
io determino sia di origine proteica
4 passaggi fondamentali:
1. DIGESTIONE DELLA SOSTANZA: tramite gli ACIDI FORTI ad alte T. trasformo l’azoto organico in
azoto inorganico sottoforma di Sali di Ammonio, si aggiungono Sali per facilitare la digestione
come solfato di rame
2. NEUTRALIZZAZIONE: aggiungo una BASE FORTE, l’ammonio si trasforma in ammoniaca. Le
proteine sono diventate ammoniaca
3. DISTILLAZIONE AMMONIACA: il pallone che contiene la soluzione viene surriscaldato,
l’ammoniaca condensa nel tubo di distillazione e finisce in una BEUTA, dove si trova un acido a
titolo noto: l’ACITO BORICO. Se nella beuta ci finisce l’ammoniaca succede che quest’ultima
(BASE DEBOLE) consuma l’acido > formazione di AMMONIO e ANIONE BORATO. Una volta
distillata tutta l’ammoniaca, determino l’acido residuo della beuta con una titolazione.
4. TITOLAZIONE: l’acido che mi manca è stato consumato dall’ammoniaca, quindi dall’azoto che
avevo nelle proteine determinazione ANIONI BORATO. (+ anioni borato ho, + ammoniaca ho, +
azoto era presente nella matrice alimentare)
16N : 100 proteine = 1N : X
Moltiplico gli equivalenti di azoto trovati per il fattore di conversione
Ora ho gli ml di idrossido di sodio che ho utilizzato per titolare l’acido residuo della beuta
Devo calcolare
quello che mi manca che è stato utilizzato per reagire con l’ammoniaca nella beuta
ALTRI METODI: proteine che interagiscono direttamente con colorimetri dando composti colorati,
utilizzerò determinazioni fatto allo spettrofotometro
- METODO DEL REATTIVO DI BURIETO: dà legami specifici con porzioni di legame peptidico
delle proteine e danno un aumento di assorbanza del blu (590nm). Più proteine ci sono, +
intensa l’assorbanza che vado a rilevare.
Svantaggi: meno sensibile, concentrazione di proteine deve essere almeno 2ml/L e dipende
dalla conformazione delle proteine
Vantaggi: è semplice
- METODO DEL REATTIVO DI LAWRY: il reattivo va ad interagire con porzioni amminoacidiche
aromatiche
- REATTIVO DI BRADFORD: il colorante blu si lega alle proteine idrofobiche e sviluppa un
addotto colorato
- METODO UV: su casi specifici, rileva l’assorbanza dell’ultravioletto del legame peptidico sulla
presenza degli AA aromatici. Abbiamo la formazione di addotti colorati e quindi si rileva la
quantità di assorbanza
PURIFICAZIONE: diluizione del latte per garantire il massimo delle interazioni tra colorante e proteine,
su tutti i metodi tranne che per il metodo di Kidal
SENSIBILITA’: Kidal e Burieto non molto sensibili
VELOCITA’: Kidal + lento, Bredford abbastanza veloce, UV velocissimo
STANDARDIZZAZIONE: ovvero trovare un sistema per passare dal responso analitico al risultato. Per il
caso di Kidal uso il fattore di conversione, per gli altri uso un SdR per fare la standardizzazione
GLI INDICI: ci informano della variazione di analiti di interesse ma non corrisponde alla
rappresentazione specifica delle componenti del latte. Es:
- RESIDUO SECCO DEL LATTE: ci informa della composizione del latte senza determinare tutte
le componenti, ha uno specifico intervallo di variazione> determino una variazione di natura
chimico-fisica che è legato alla variazione di una componente analitica di interesse
La variazione di questo indice è collegata alla variazione di un componente in interesse
- Nel latte abbiamo indici che dipendono dal rapporto di + componenti come: densità, acidità
titolabile, residuo secco totale, residuo secco magro
- Abbiamo anche indici che dipendono solo alle sostanze che sono in soluzione: indice di
congelamento
- Indici che dipendono dalla concentrazione ionica: + importante il pH
- Per ognuno di essi esistono limiti di legge
INDICI PIU’ UTILIZZATI DIPENDONO DALLE SOSTANZE PRESENTI:
1.IL RESIDUO SECCO: dipende da tutte le sostanze presenti una volta che abbiamo allontanato
l’acqua mediante EVAPORIZZAZIONE (tra il 12 e 13%). Quello che rimane viene pesato. Oppure si può
determinare tramite formula empirica in cui si usa il peso specifico e la materia grassa
2.L’INDICE DI RESIDUO SECCO MAGRO, + specifico che riguarda il latte crudo. + attendibile perché
non risente di cambiamenti del residuo che dipendo da fattori ambientali. Limite di legge: 8.5/8.7% se
+ basso ipotesi che sia stata aggiunta dell’acqua, e + alto si giustifica che sia un latte adatto alla
caseificazione nella trasformazione
RESIDUO MAGRO: residuo secco al quale viene sottratta la % di grasso che è stata determinata con il
butirrometro di Gerber
Si identifica come residuo secco tutto quello che presente nel latte ad eccezione dell’acqua e del
grasso, il contenuto del grasso può variare in base alla razza
3.DENSITA’: è il rapporto tra massa e volume, può essere indicato come peso specifico e nel caso
dell’acqua ha valore unitario. Densità corretta tra 1.029/1.034 g/ml se latte a T: 15°
Il valore della densità deriva dal corretto equilibrio tra il plasma latteo e la fase lipidica.
Es. se avviene l’annacquamento si avrà un abbassamento della densità, diluisce anche il plasma
latteo, al contrario se vado a sottrarre la fase lipidica la densità tenderà a superare i limiti
Se nella mia analisi sulla densità noto un indice inferiore a quello atteso, devo intraprendere una
procedura che va a studiare il PUNTO CRIOSCOPICO per det. la concentrazione di H2O
Strumento: LATTENDENSIMETRO DII QUEVENNE, funziona secondo il principio di Archimede.
Principio: il parametro dipende dal rapporto tra p.s. del plasma latteo e p.s. della fase lipidica che nel
latte genuino è costante
Viene inserito nel campione e galleggerà su di esso, si va a leggere direttamente la densità sulla scala
graduata (3-4 cifre decimali), è composto anche da un termometro perché questi valori solo
proporzionali alla T, fanno riferimento a 15° > SE LA TEMPERATURA SALE, LA DENSITA’ SCENDE. Se la
temperatura non viene fatta a 15° bisogna utilizzare una formula correttiva:
. . = . . + 0.0002 (° − 15°)
15
4.ACIDITA’ DEL LATTE: acidità titolabile tramite reazione acido base, indicatore: fenolftaleina
Se facciamo la titolazione, ci accorgiamo che portarlo alla neutralità dobbiamo aggiungere una certa
quantità di base, perché il latte ha una natura acida, quindi ha un’acidità imputabile al tenore proteico
di esso. I gruppi acidi del latte genuino derivano di carbossili della caseina.
ACIDITA’ DI SVILUPPO: se sul lattosio interviene la fermentazione lattica, si aumenta la quantità di
acido lattico e quindi anche l’acidità titolabile del latte
Si misura per VIA ANALITICA ACIDO-BASE, U.M.: gradi SOXHELET-HENKEL (°SH) corrispondo a ml di
NaOH che servono per neutralizzare 100ml di latte
Se il latte è genuino: 6-8 °SH, latte normale 6°SH (povero di proteine, difficilmente trasformabile), 7-
8°SH acidità normale per il latte, >8°SH (ACIDITA’ AUMENTA, si va incontro a fermentazione perché si è
prodotto acido lattico) oltre alla fermentazione si possono essere sviluppati dei batteri patogeni
Il latte acido ha un sapore diverso, via via che l’acidità sale, il ph scende e quindi avremo anche la
destabilizzazione della frazione micellare
TITOLAZIONE: NaOH 0.25M, 100ml di latte, gli ml di NaOH corrispondo ai °SH
VERIFICO LA CORRRETTA COMPOSIZIONE DI LATTE E L’ASSENZA DI FERMENTAZIONI IN ESSO
Possiamo anche determinare la CONCENTRAZIONE DI ACIDO LATTICO tramite un test di enzimi
accoppiato, avrò degli enzimi che riconoscono specificamente l’acido lattico che funzionano a
coppia. Un enzima provoca l’ossidazione dell’acido lattico e si riduce il NAD, portando ad un aumento
di assorbanza
RIASSUNTO: abbiano quindi due acidità nel latte, quella BUONA: corrisponde all’acidità titolabile e
dipende dal contenuto proteico del latte, e l’acidità CATTIVA: che dipende dall’acidità titolabile che
corrisponde a quella dello sviluppo di acido lattico e quindi fermentazione
Quindi se ho un aumento di acidità titolabile non accompagnato da un aumento di pH vuol dire che ho
un LATTE IPERPROTEICO
INDICI CHE DIPENDONO SOLO DALLE SOSTANZE IN SOLUZIONE:
- Facciamo riferimento prevalentemente al lattosio
- La concentrazione delle sostanze in soluzione è molto + costante rispetto alle altre
componenti non in soluzione
1.PUNTO DI CONGELAMENTO: l’acqua congela a 0°, quando si aggiungono dei soluti, la temperatura
scende e quindi servirà una temperatura + bassa
LATTE: 0.520-0.550°C, e dipende dalla T di congelamento del solvente pure (l’acqua) e la T di
congelamento del campione
- Se la T di congelamento diventa + alta > la concentrazione di soluti in soluzione è diminuita
- Se la T di congelamento è + bassa > la concentrazione dei soluti in soluzione è aumentata
- Imp! Perché il contenuto di soluti in soluzione è costante e bilancia la pressione osmotica dei
fluidi corporei
Il PUNTO CRIOSCOPICO può cambiare e quindi si verifica un cambio di concentrazione dei soluti nel
latte. Con l’innacquamento si ha punti congelamento più vicino al 0.
- Se passo da una molecola di lattosio a 4 di acido lattico, la concentrazione di soluti è
quadriplicata e quindi quel latte congelerà a T più distante dallo 0, quindi avrò temperature +
basse.
- Se aggiungo sodio cloruro, il pnt crioscopico può rimanere costante, è frode ma annacquo e
ho un bilanciamento di soluti
Strumenti: CRIOSCOPIO DI BECKMANN si basa sulla differenza rilevata dalla T di congelamento
dell’acqua e quella del latte, si usa per verificare la corretta composizione del latte.
Funzionamento: si abbassa la T del crioscopio fino ad una T + bassa di quella di congelamento
Si misura una provetta di acqua pura e una che contiene soluzione standard, misuro il punti di
congelamento del mio campione, le mettiamo nel crioscopio (che contiene un termometro) quando la
T scende a -0.5°C sotto il punto di congelamento di ogni provetta, si aggiunge un cubetto di ghiaccio.
La T si stabilizza e quello è il PNT di CRIOSOPICO dei 3 campioni
Calcolo del pnt di correzione del termometro varia anche in base alle condizioni atmosferiche si
calcola dalla differenza del P.C. della sol.standard teorico – P.C. rilevato sullo standard attraverso la
misurazione / il P.C. teorico (il nostro standard è un campione di urea)
Se il risultato è 1 > la misurazione è corretta, se no avrò un discostamento che sarà indice di errore,