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ANALISI STRUMENTALE
Determinazione della quantità di acqua
La determinazione quantitativa del contenuto di acqua o di umidità viene effettuata valutando la
perdita in peso, espressa in percentuale, di un campione sottoposto a riscaldamento. Il campione
viene sottoposto a riscaldamento a una temperatura di 105-130°C per almeno 24-48h (o
comunque fino a peso costante). Stufa da laboratorio ventilata. Per il riscaldamento si utilizzano
cristallizzatori o recipienti in ceramica. In alternativa si usa la
termobilancia per misurare il contenuto di umidità.
Determinazione della componente lipidica: METODO SOXHLET
Si tratta di determinazione quantitativa del contenuto di grassi in un campione alimentare (tabella
nutrizionale). L’estrazione della componente lipidica si fa per estrazione con solvente, cioè
estrazione solido-liquido. I lipidi sono prevalentemente apolari (insolubili in acqua e solubili in
solventi organici apolari come etere, esano, cloroformio, ecc.). Estrazione:
- A caldo: è più completa, anche se si rischiano alterazioni di alcune frazioni lipidiche
per formazione di perossidi. Solitamente si usa quando si vuole determinare in modo
quantitativo il contenuto di lipidi in un alimento.
- A freddo: elimina gli inconvenienti della degradazione dei lipidi, ma non è
quantitativa. Si può utilizzare se sull’estratto si vogliono fare ulteriori indagini
qualitative. Metodo che utilizza un sistema semi-
automatico per l’estrazione.
L’estrazione è un’estrazione chimica
con solvente ad una temperatura di
esercizio (varia a seconda del
solvente che si utilizza ma è
comunque preimpostata dal sistema)
che permette di estrarre le
componenti non polari di una matrice
alimentare. L’estratto viene raccolto
in un apposito contenitore e
determinato per via gravimetrica. Metodo ufficiale applicato su diverse matrici alimentari.
estrazione selettiva ed esauriente attraverso un’estrazione reiterata sul campione;
estrazione in continuo = minor spreco di solvente
campione in un apposito supporto = può essere riutilizzato
più estrazioni contemporanee
Estrazione dei grassi da un campione di cioccolato 17
1. Pesare il campione: il campione viene pesato su una bilancia analitica (5g) e viene inserito
all’interno di un apposito contenitore, cioè un ditale di cellulosa, tra 2 strati di cotone. NB: il
campione deve essere macinato finemente prima di essere pesato.
2. Pesare il bicchiere: il bicchiere dell’estrattore Soxhlet è il contenitore nel quale verrà
raccolto il grasso estratto, quindi va opportunamente pesato prima di iniziare l’estrazione. Il
bicchiere per il solvente vuoto 78.7g.
3. Si prepara il solvente (50-60ml di etere dietilico) e si versa attentamente nel bicchiere
L’estrazione si suddivide in tre fasi:
1) Immersione
È la fase in cui il campione, contenuto nel ditale di cellulosa (contenitore/filtro) è
completamente immerso nel solvente di estrazione. Il grasso si scioglie e passa in
soluzione. Temperatura della piastra riscaldante = 130°C
Durata = 30 minuti
2) Lavaggio del campione
È la fase in cui il campione, ancora nel ditale, viene lavato con il solvente di estrazione. Il
campione viene alzato e non è più immerso nel solvente. Il solvente continua a bollire e
quindi a ricadere, passando all’interno del ditale e quindi lavando via il grasso
eventualmente rimasto, che si andrà ad aggiungere a quello già in soluzione.
Temperatura della piastra riscaldante = 130°C
Durata = 30 minuti
3) Recupero del solvente
Il campione è ancora nel ditale e non è più a contatto con il solvente. Il solvente continua a
bollire e quindi a ricadere, ma non verrà più inviato all’interno del ditale ma raccolto in un
apposito contenitore e quindi recuperato e utilizzato per un’estrazione successiva.
Temperatura della piastra riscaldante = 130°C
Durata = 10 minuti
Alla fine nel contenitore posto all’interno dell’estrattore rimarrà il grasso estratto secco. Per avere
la resa di estrazione: 18
Grasso ottenuto (g) = Peso bicchiere con grasso – peso bicchiere vuoto = 80,2 – 78,7 = 1,5 g
Quindi abbiamo: (1,5 g/ 5 g) x100 = 30 %
Il campione rimasto all’interno del ditale può essere
utilizzato per un altro tipo di analisi.
Pesare il campione all’inizio!!
Con il metodo Soxhlet è possibile estrarre il grasso libero. Volendo recuperare e quantificare il
grasso totale, si può ricorrere ad altri metodi o comunque effettuare una idrolisi sul campione
utilizzando acido cloridrico 3N. Questo porta a una migliore resa di estrazione. Metodica che può
essere applicata ad alimenti come la carne.
Altri metodi per l’estrazione dei grassi: Metodo di Folch e metodo di Folch modificato
Metodo che permette l’estrazione della componente lipidica totale finalizzata all’analisi qualitativa,
ma allo stesso tempo può essere utilizzato anche per determinazione quantitativa.
1) Il metodo prevede la omogeneizzazione del campione con una miscela di cloroformio (o
CH Cl ) e metanolo in rapporto 2/1.
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2) Il campione va pesato (aliquota che approssimativamente contenga 0,1-1g di grasso) e
aggiunto della miscela (25 mL), quindi va omogeneizzato a temperatura ambiente per un
tempo sufficiente ad estrarre i lipidi (es. 1 ora)
3) Filtrazione e purificazione/separazione in imbuto separatore, aggiungendo una soluzione di
NaCl o KCl allo 0,5-1%
Separazione tra la fase organica contenete i lipidi estratti e solubilizzati e la fase acquosa. La fase
organica va recuperata e l’eventuale acqua rimasta va eliminata tramite Na SO anidro. Dopo una
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successiva filtrazione, la fase organica verrà inserita in un pallone da rotavapor pesato e tarato e
quindi portata a secchezza, facendo attenzione alla temperatura applicata. Il grasso estratto viene
determinato per via gravimetrica. I lipidi estratti non dovrebbero aver subito modificazione durante
la procedura, quindi possono essere utilizzati per analisi qualitativa (GC).
Determinazione dell’azoto totale e del contenuto proteico: METODO KJELDHAL
In una matrice alimentare l’azoto si trovo sotto diverse forme: come N2 libero e NH3 libera; aa;
proteine e ammine → si estrae il campione, si recupera N e si quantifica. Principio del metodo
- Conoscere il contenuto di azoto per determinare quello di proteine
- N nella matrice viene mineralizzato con H2SO4 → NH4SO4
- Con alcalinizzazione si ottiene NH3 che viene distillata e recuperata
- Con titolazione acido-base si determina il contenuto di NH3, direttamente
proporzionale a N
È suddiviso in tre fasi:
1) Digestione o mineralizzazione
Prevede la disgregazione completa della matrice oggetto di studio. La matrice può essere
solida o liquida e viene trattato con miscela di acidi forti per disgregare completamente le
proteine nell’alimento e tutto le altre fonti di N. Al campione vengono aggiunti:
- acido solforico (eventualmente insieme ad acido fosfo-solforico);
- sali di selenio come catalizzatore;
- solfato di Na o K come antischiumogeno, mantengono l’ebollizione costante; 19
- ossido rameoso come indicatore, una polvere bruno-scura (dà colorazione scura alla
soluzione);.
Tutto N viene trasformato in ione ammonio. Il campione viene pesato per conoscere con
una bilancia analitica il peso esatto; campione in provette in pirex per fare la digestione. Si
addizionano acidi forti concentrati (frasi H e P!!). I campioni si mettono in un fornetto in
grafite con postazioni per provettoni che usa alte T per la disgregazione → T di 420°C
(possibile con fornetto no piastra riscaldante normale). T cost finché non è finito il processo
di disgregazione → si guarda il colore, finché la sol non diventa verde-acqua. Sol calda è
limpida poi viene fatta raffreddare. Durata 1h 30 min.
Il catalizzatore precipita con il raffreddamento. Per risalire all’azoto prodotto dobbiamo
sapere quanto solfato di ammonio si è formato perché la sua quantità è direttamente
proporzionale alla quantità di proteine presenti. Il solfato di ammonio si recupera per
renderlo disponibile a essere separato e quantificato (sono ancora presenti catalizzatore,
acidi in eccesso; ho ambiente acido) → si sfrutta la reazione che porta alla formazione di
ammoniaca. Si aggiunge una base forte (NaOH o KOH) per favorire la formazione di NH3
che si può separare per distillazione
2) Distillazione
Può essere effettuata su un campione liquido e si sfrutta il suo punto di ebollizione. Si fa
bollire e si fa evaporare il componente di interesse (T = T di eb del componente). Il
componente si fa poi condensare e si raccoglie in forma pura.
Distillazione semplice: separare un componente da una miscela che contiene
impurezze non volatili oppure volatili ma con punto di ebollizione molto diverso da
quello dell’analita da recuperare (differenza di almeno 40-50°C). Se ci sono
componenti con T di ebollizione vicina a quello dell’analita si usa la frazionata
Distillazione frazionata: permette di separare componenti con T di ebollizione
abbastanza simili perché si usano colonne di distillazione che permettono di
frazionare i componenti. Si riscalda la miscela con T basse e si alza man mano per
far evaporare le varie frazioni per ottenerle pure
Distillazione sottovuoto: si applica una bassa pressione in modo da raggiungere il
punto di ebollizione alla T più bassa possibile (componenti che si ossidano con alte
T?) per ottenere composti termolabili
Distillazione in corrente di vapore: prevede l’uso del vapore acqueo, la miscela con
il componente da separare viene riscaldata grazie al passaggio di vapore acqueo al
suo interno, non per diretto contatto con la fonte di calore. Il vapore viene insufflato
nella miscela e fa evaporare il componente trasportandolo con sé. Si può utilizzare
se il componente ha punto di ebollizione vicino a quello del vapore acqueo e quindi
può essere trasportato da esso (si NH )
3
Per NH si usa la distillazione in corrente di vapore. Ha un punto di ebollizione inferiore ma
3
vicino ai 100°C ed è miscibile in acqua. Il vapore acqueo evapora insieme al componente di
interesse, quindi nel distillato rimane anche acqua → si ottiene una soluzione acquosa di
ammoniaca ma non abbiamo più interferenti. Recuperiamo in modo selettivo l’azoto
recuperato dalla soluzione nella fase 1.
Si fa con un distillatore semi-automatico. Il sistema inserisce la soluzione basica, ad essere
4+ -
riscaldato è NH OH (100°C). Il distillatore aggiunge soda e scalda.
NH + H O che si formano evaporano e si fanno poi condensare (condensatore con tubo
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