LE POESIE E LE NOVELLE:LE POESIE
-Pirandello compone poesie per un trentennio, dall'età di sedici anni sino alla maturità. Egli rifiuta
le soluzioni delle correnti poetiche contemporanee: Simbolismo, il Futurismo, l' Espressionismo, e
conserva i codici letterari, i moduli espressivi e le forme metriche tradizionali (è evidente, specie
agli esordi, l'influenza di Carducci)
-La prima raccolta “Mal giocondo”: esprime la crisi di un sogno di armonia e sanità classiche e
pagane nello scontro con un presente in cui la scienza dissolve le illusioni, ed approda ad un invito
vitalistico ad abbandonarsi alla madre Natura.” Pasqua di Gea”:sviluppa il tema pagano e
vitalistico, in chiave carducciana, ma propone anche accenti tristi e malinconici, che insistono
sull'inutilità della vita. Le “Elegie renane”:sono modellate sull'esempio delle Elegie romane di
Goethe, già tradotte dal giovane Pirandello. Nella “Zampogna” pur rivelando influenze pascoliane,
Pirandello resta estraneo al clima lirico e simbolistico con spunti stranianti e umoristici
-Con l'ultima raccolta,”Fuori di chiave” si ha un libro più personale e maturo: si precisa, come
indica il titolo, l'impegno umoristico, che rovescia lo statuto lirico della poesia.Coerentemente
vengono affrontati anche temi come: la consapevolezza della fine dell'antropocentrismo e la
pluralità dell'io
LE NOVELLE PER UN ANNO
-Pirandello scrisse novelle per tutto l'arco della sua attività creativa:é una produzione
copiosissima,raccolte in una serie di volumi: il primo fu “Amori senza amore” a cui seguirono due
serie di “Beffe della morte e della vita”, “Quand'ero matto” e molti altri volumi, sino a “Berecche e
la guerra”.Dopodiche’ sistemo’ tutto in 24 volumi, con il titolo complessivo di “Novelle per un
anno”. Durante la vita dell'autore solo 14 volumi furono pubblicati, a cui si aggiunse postumo “Una
giornata”
-Però a differenza delle raccolte classiche manca un ordine determinato che sembra riflettere la
visione dello scrittore:un mondo non ordinato e armonico, ma disgregato in una miriade di aspetti
precari e frantumati
LE NOVELLE “SICILIANE”
-All'interno della raccolta ci sono le novelle collocate in una Sicilia contadina e quelle “piccolo
borghesi” continentali, sul ceto impiegatizio della capitale.Nelle novelle siciliane c’è un apparente
clima verista ma osservando meglio ci si rende conto che non c’è un indagine sui meccanismi
della società e della lotta per la vita (sulle basse sfere)
-Pirandello diverge dal Verismo in due direzioni:da un lato riscopre il sostrato mitico, ancestrale e
folklorico della terra siciliana, fondando il racconto su immagini archetipiche come quelle della
“Terra Madre” o della “Luna” ed in questo si rivela più vicino al clima decadente (anche se è ben
lontano da d'Annunzio);dall'altro lato quelle figure di un arcaico mondo contadino sono deformate
sino al parossismo da una carica grottesca, che le trasforma in immagini bizzarre, stravolte e
allucinate.Le vicende, senza un contesto sociale, divengono casi paradossali, estremi, Pirandello
anche nella Sicilia contadina coglie il grottesco della vita e la casualità che fa saltare ogni idea di
mondo ordinato
LE NOVELLE “PICCOLO-BORGHESI”
-Su una linea affine si collocano anche le novelle "piccolo-borghesi". Nelle pagine pirandelliane si
allinea una successione sterminata di figure umane che rappresentano una condizione sociale
meschina, grigia, frustrata. È stato notato dal critico Roberto Alonge che si potrebbe ricavare da un
campionario completo del ceto impiegatizio
-Ma anche qui è totalmente estranea a Pirandello l'intenzione di fornire lo studio scientifico di un
gruppo sociale, inserendolo con precisione in un dato contesto storico, come avrebbe fatto un
verista. Queste figure avvilite e dolenti non sono che la metafora di una condizione esistenziale
assoluta. La “trappola” è costituita da una famiglia oppressiva e soffocante o da un lavoro
monotono e meccanico,come la vita che nel suo fluire viene improgionata
-Tuttavia, al di là di questa prospettiva filosofica, l'analisi di Pirandello si appunta con feroce
lucidità sulle convenzioni sociali che impongono all'uomo maschere fittizie e ruoli fissi, rivelando
così la sua acrimonia antiborghese, il suo rifiuto anarchico e irrazionalistico di ogni forma di società
organizzata
-Non c’è via d'uscita: la loro insofferenza a lungo covata può esplodere in gesti inaspettati e folli
come quelli di Belluca in “Il treno ha fischiato” ;nella fuga dall'alienante metropoli moderna verso
l''altrove" di una campagna edenica (Fuga), o ancora in un'estraniazione totale dalla vita, che
consente di osservarla come da un'infinita lontananza (Pallottoline!). Ma il meccanismo sociale non
è mai effettivamente messo in questione e si chiude inesorabile a soffocare le tentate evasioni di
questi miseri antieroi pirandelliani
L’ATTEGGIAMENTO “UMORISTICO”
-Nel tratteggiare questo variegato campionario di umanità Pirandello mette in opera il suo tipico
atteggiamento “umoristico”. Lo scrittore trasforma gli i personaggi in marionette. Sul piano della
trama,il suo intento sembra dimostrare che la legge che li governa è la la casualità più bizzarra,in
cui non è possibile ravvisare alcun disegno coerente o alcun senso. Da tutto questo meccanismo
assurdo ne deriva un riso pietoso ( in nome del “sentimento del contrario”) e dolente (per un
umanità così avvilita,per “la pena di vivere di così (titolo di una novella)
-Inoltre tutto ciò è anche un campionario di ossessioni e di angosce, che fanno emergere il fondo
ignorato della psiche, gli impulsi più torbidi e inconfessabili, la violenza e la crudeltà. Caricando
espressionisticamente la maschera che ognuno porta sul volto, Pirandello distrugge l'idea stessa di
personalità coerente, rivela le varie persone che si annidano nell'individuo, a lui stesso ignote, che
possono erompere all'improvviso, per i motivi più casuali e futili
I ROMANZI:L’ESCLUSA E IL TURNO
-A 26 anni, Pirandello scrisse il suo primo romanzo “Marta Ajala” nel quotidiano romano "La
Tribuna", con il titolo “L'esclusa”. È la storia, ambientata in Sicilia, di una donna accusata
ingiustamente di adulterio, che viene cacciata di casa dal marito e vi verrà riammessa solo dopo
essersi resa effettivamente colpevole. Il romanzo ha ancora legami con il Naturalismo, sia nella
materia sia nell'impianto narrativo (quadro sociale e narrazione in 3 persona)
-In realtà i capisaldi della visione naturalistica e positivistica sono già messi in questione. Al centro,
come nella narrativa verista, vi è ancora apparentemente un “fatto” dal forte potere
condizionante:l'adulterio; ma il “fatto” non ha vera consistenza oggettiva, Marta non è colpevole,
contro le apparenze che l'accusano (le lettere scambiate con un uomo). La fatalità deterministica
scaturisce non da un evento reale, ma da una realtà solo soggettiva, il convincimento della colpa
di Marta che si afferma nella mente del marito, della famiglia e dei concittadini.
-Non solo, ma la struttura della vicenda (Marta viene scacciata quando è innocente, riaccolta in
casa quando è colpevole) sottolinea gli aspetti assurdi, paradossali delle azioni umane, e le
conseguenze totalmente diverse da quelle previste. Al meccanismo deterministico si sostituisce il
gioco imprevedibile e beffardo del caso: in tal modo Pirandello conduce un'implicita polemica nei
confronti del Naturalismo, che aveva appunto impostato in maniera deterministica, il rapporto tra
cause ed effetti
-Inoltre c’è un accenno di umorismo. Da un lato si ha la vicenda seria e drammatica di Marta,
dall'altro una folta galleria di figure grottesche e ridicole, il cui aspetto fisico è deformato.Tra i due
livelli c’è un salto tonale,come se fossero due romanzi diversi.Cio’ rappresenta le due facce della
realtà
-Il gioco del caso è ancora ripreso nel breve romanzo successivo, “Il turno” dove un innamorato
deve aspettare il suo “turno” per sposare la donna amata, dopo la morte di altri due mariti. Il tema
è però impostato a livello di minore responsabilità concettuale, come divertimento comico, dai
risvolti bizzarri, grotteschi, quasi marionettistici
IL FU MATTIA PASCAL
-Il fu mattia pascal: fu pubblicato nel 1904. È la storia di un piccolo borghese, Mattia Pascal. Egli
vive a Miragno, paese immaginario ligure, e ha ereditato una grande fortuna, della quale Batta
Malagna (amministratore) se ne impossessa, approfittando dell'inettitudine di Mattia. Quest'ultimo
si vendica seducendo Romilda, la nipote di Malagna, e la mette incinta per poi essere costretto a
sposarla
-Il matrimonio è per il giovane un inferno, a causa della moglie e della suocera. Inoltre ha perso la
sua fortuna, quindi deve accettare il lavoro mortificante di bibliotecario.La famiglia e il lavoro
diventano la trappola di Mattia, obbligandolo ad una sofferenza esistenziale, dalla quale cerca di
fuggire, infatti cerca fortuna in America. La fortuna gli sorride quando a Montecarlo vince una
grande fortuna alla roulette, e in più venne a conoscenza che nel suo paese era stato dato per
morto (la moglie lo aveva riconosciuto in un cadavere che era stato ritrovato morto annegato). Può
così liberarsi dalla sua trappola. Lui non riesce però a vivere libero da ogni forma, e quindi si crea
una nuova identità, perché non capisce che essa è una costruzione artificiosa, che limita il
continuo fluire della realtà
-Cambia il suo aspetto fisico, e il suo nome in Adriano Meis, e si costruisce una nuova personalità,
una storia passata, una famiglia e dei ricordi. Egli comincia a viaggiare per l'Italia e per l'Europa,
inizia però a provare un senso di vuoto, solitudine e precarietà. Ha nostalgia per la casa e gli
affetti, è diventato un "forestiere della vita". Il suo errore è stato il non essere stato capace di
vivere la sua libertà, liberandosi da ogni identità individuale. Si trasferì a Roma, e alloggia in una
stanza in affitto presso la famiglia di Anselmo Paleari. Adriano si innamora di una delle figlie di
Anselmo, Adriana
-Però socialmente Adriano non esiste, quindi non può creare un legame con lei; questa sua identità
falsa