Organizzazione dell'impero
• L'impero era diviso in province
chiamate satrapie, ciascuna
amministrata da un satrapo
nominato dal re, responsabile di
tributi, giustizia e sicurezza locale.
Le satrapie: definizione
• La satrapia era l'unità amministrativa
base dell'impero. I satrapi erano
spesso nobili persiani o locali fedeli al
re, con ampia autonomia ma sotto
stretto controllo centrale.
Ruolo del satrapo
• Il satrapo governava, riscuoteva
tributi, amministrava la giustizia e
manteneva l'ordine pubblico. Doveva
anche fornire contingenti militari in
caso di guerra.
Controllo centrale sui
satrapi
• Il re manteneva il controllo sui
satrapi grazie agli 'occhi e orecchie
del re', ispettori reali che viaggiavano
nelle province per riferire eventuali
abusi o complotti.
Tributi imperiali
• Ogni satrapia pagava tributi stabiliti
in oro, argento, grano o cavalli, che
servivano a finanziare la corte
imperiale, l'esercito e le grandi opere
pubbliche.
Sistema stradale persiano
• La Strada Reale collegava Sardi a
Susa (2.700 km), con stazioni di
posta per staffette reali, garantendo
comunicazioni rapide tra centro e
periferia dell'impero.
Lingua e comunicazione
• Il persiano antico era la lingua
ufficiale, ma aramaico e lingue locali
erano usate per l'amministrazione,
riflettendo il carattere multiculturale
dell'impero.
Dario I e le riforme
amministrative
• Dario I (522-486 a.C.) riorganizzò le
satrapie, standardizzò i tributi,
riformò l'esercito creando contingenti
provinciali e consolidò l'impero con
nuove infrastrutture.
L'esercito persiano
• Composto da contingenti di diverse
etnie, includeva la cavalleria pesante
persiana, la fanteria di Immortali
(10.000 soldati d'élite) e truppe
ausiliarie locali.
Gli Immortali persiani
• Corpo d'élite di 10.000 uomini
sempre al completo: ogni caduto
veniva immediatamente sostituito,
simbolo della potenza e stabilità
militare achemenide.
Religione e legittimazione
del potere
• Lo zoroastrismo divenne religione di
Stato sotto Dario I, ma i re persiani
rispettavano tutti i culti locali,
usando la religione come strumento
di legittimazione politica.
Politica di tolleranza
religiosa
• Ciro il Grande permise agli Ebrei di
tornare a Gerusalemme, restaurò
templi conquistati e rispettò le élite
locali, rafforzando la fedeltà dei
sudditi.
Amministrazione della
giustizia
• I satrapi applicavano leggi locali, ma
il re era suprema autorità. I decreti
reali garantivano l'unità giuridica
dell'impero in caso di controversie tra
province diverse.
Economia e commercio
• Il sistema viario, la moneta imperiale
(dareico d'oro e siglos d'argento) e la
sicurezza militare favorirono
commerci tra Egitto, Mesopotamia,
India e Asia Minore.
Architettura imperiale
• Persepoli e Susa erano centri politici
monumentali, con palazzi reali
decorati da rilievi che esaltavano la
sottomissione ordinata dei popoli
dell'impero.
La Porta di tutte le Nazioni a
Persepoli
• Costruita da Dario e Serse, era
l'ingresso cerimoniale al palazzo
reale, simbolo dell'impero multietnico
sotto il dominio achemenide.
Propaganda imperiale
• Le iscrizioni reali, come la Behistun di
Dario, proclamavano la legittimità
divina del re, le sue conquiste e
l'ordine instaurato nei territori
sottomessi.
Sistema di spionaggio e
sicurezza
• Gli 'occhi e orecchie del re'
garantivano un controllo capillare,
prevenendo ribellioni e abusi dei
satrapi grazie a rapporti diretti al
sovrano.
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