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COMPLICANZE DI INSERIMENTO DEL DRENAGGIO TORACICO:

- Sanguinamento di una arteria intercostale;

Traumatismi al cuore, arterie, polmone (come risultato dell’inserimento del catetere);

-

- Infezioni locali e sistemiche;

- Persistenti o inspiegate perdite di aria dal tubo di drenaggio;

- Il tubo si può dislocare o essere inserito in modo non corretto;

L’inserimento può essere causa di pneumotorace;

-

In caso di pneumonectomia il drenaggio non è mai posto in aspirazione ma a caduta.

Sistemi di funzionamento di drenaggio

● DRENAGGI PASSIVI PER CAPILLARITÀ: un esempio è il drenaggio a coda di cavallo, il cui

principio di funzionalità è basato sul meccanismo della capillarità. I drenaggi realizzati con

tessuto di cotone sterile assorbono la fibrina presente nel sangue, permettendo al sangue

drenato, appunto, di non coagulare. Hanno per lo più una funzione terapeutica.

● DRENAGGI PASSIVI PER CADUTA: drenaggi tubolari in gomma, in materiale sintetico o al

silicone, più lunghi del tramite in cui sono inseriti, raccordabile a un contenitore sterile

graduato, monouso, posto a un livello più basso della ferita.

● DRENAGGI ATTIVI A SISTEMA ASPIRANTE: drenaggi attivi raccordati a una forza aspirante

l’Emodren,

(a muro o trasportabile come per il Bülau; camera di aspirazione a soffietto come

ecc). Si distinguono AD ALTO O BASSO VUOTO a seconda della pressione negativa

aspirante che esercitano nelle strutture anatomiche trattate chirurgicamente. Si distinguono

inoltre in: il tubo di drenaggio viene posto a fondo cieco all’interno di una cavità,

- SUZIONE CHIUSA:

mentre all’altra estremità viene collegato un sistema a pressione negativa (molto utilizzato).

- Il vantaggio dei drenaggi attivi a suzione chiusa, consiste nel mantenimento della sterilità per

l’isolamento delle cavità con l’esterno, indispensabile se si vuole eseguire una coltura batterica

sul materiale drenato.

- SUZIONE APERTA: su drenaggi tubUlari doppi; uno esterno più grande e uno interno più

due tubi: da questo esce il materiale, mentre dall’altro

piccolo. Si applica il vuoto a uno dei

entra aria (utilizzato in rari casi).

DRENAGGI A VALVOLA D’ACQUA:

● drenaggio chiuso che unisce le proprietà dei drenaggi

passivi per caduta e l’effetto a valvola ad acqua; un esempio è il drenaggio a sifone di Bülau.

Questo sistema è costituito da tre camere comunicanti: una camera ad acqua funge da

valvola unidirezionale per prevenire l’entrata di aria nel tubo di drenaggio. Tale sistema può

essere collegato a un sistema di aspirazione, tranne in caso di Pneumoectomia

è un drenaggio a valvola unidirezionale (per drenare verso l’esterno)

● VALVOLA DI HEIMLICH:

con attacco luer lock, per la connessione con il drenaggio di Bulau, quando è difficile ottenere

un livello idro-aereo stabile. Oppure può essere utilizzata con un sacchetto di raccolta che ci

permette di dimettere la persona precocemente;

Oggi questo sistema è stato sostituito da un sistema molto più snello e moderno, ma che si

ispira sempre allo stesso principio ideato da Bulau, che è il sistema di PLEUR-EVAC (che si

vede nelle U.O di chirurgia toracica ecc).

Gestione infermieristica drenaggi

Nell’immediato post operatorio monitorizzare ad intervalli regolari la quantità e la qualità del liquido

drenato e segnalare eventuali anomalie.

L’assistenza al paziente partitore di drenaggio, indipendentemente dal tipo e dalla sua locazione

deve prevedere:

Il monitoraggio del punto di inserzione, al fine di valutare la presenza di:

- Arrossamenti;

- Materiale purulento;

- Sanguinamento;

- Decubiti;

- Non saldo ancoraggio alla cute;

- Il mantenimento delle condizioni di asepsi durante le manovre eseguite sul drenaggio;

- Il monitoraggio del bilancio idrico del paziente;

La promozione e l’incoraggiamento alla mobilità, sia attiva che passiva, al fine di agevolare la

- funzione del drenaggio ed evitare che lo stesso sia di impedimento alla ripresa fisica del

paziente;

Tutte queste attività vanno sempre documentate e vanno sempre attenzionate.

Quali sono le COMPETENZE INFERMIERISTICHE?

1) Gestione in toto del drenaggio chirurgico attraverso:

- osservazione del sito di posizionamento del drenaggio;

- Collegare il drenaggio al sistema di aspirazione e raccolta;

- Assicurarsi che il drenaggio sia ancorato e il sistema sia integro per prevenire dislocazioni,

infezioni e irritazioni della cute peri-drenaggio;

- Misurare a registrare il quantitativo di fluido drenato quotidianamente; andare anche a

registrare la qualità del fluido drenato (tutte le caratteristiche, quali odore, aspetto, colore ecc);

- Monitorare le eventuali variazioni nelle caratteristiche e del volume del liquido drenato.

Identificare qualsiasi complicanza risulti dalla perdita di liquidi (es. bile o enzimi pancreatici) o

sanguinamenti;

- Rimpiazzare i liquidi persi dai drenaggi attraverso soluzioni endovenose (previa

prescrizione medica);

2) Valutazione del bilancio idrico;

3) Valutazione delle complicanze legate al drenaggio;

4) Registrazione dei dati sulla Cartella Informatizzata;

Raccomandazioni per la gestione dei drenaggi:

● Cambiare la medicazione ogni 24 -48 ore prima nel caso risulti bagnata;

● Controllare la pervietà e il corretto funzionamento del sistema;

● Posizionare il drenaggio a valle del punto di inserzione e in posizione più bassa rispetto al pz;

● Il tubo non deve piegarsi (perché potrebbe bloccare il decorso dei fluidi stessi);

Perché abbiamo complicanze?

DRENAGGIO INEFFICIENTE (non drena nulla), può essere dovuto a:

- Tubo inginocchiato o piegato;

- Ostruzione (per presenza di coaguli);

- Pessima scelta del drenaggio (diametro troppo piccolo per rimuovere fluidi vischiosi);

Complicanze principali drenaggi:

- Infezione del sito drenato (il materiale da ematico o siero ematico diventa purulento);

- Deiscenza del punto di ingresso del drenaggio nella cute (arrossamento, tumefazione);

- Dislocamento del drenaggio o rimozione accidentale (spesso durante la notte);

- Ostruzione del drenaggio (es. presenza di coaguli);

- Rottura o perforazione di siti anastomotici;

- Lesioni di organi cavi;

- Deiscenza ferita chirurgica o erniazione (pessimo posizionamento);

- Rimozione precoce (accumulo liquidi);

Per quanto riguarda l’INFEZIONE, può essere causata da:

- Contaminazione batterica da risalita;

- Reazione da corpo estraneo;

- Diminuzione della resistenza del tessuto;

- Pessimo posizionamento (accumulo di liquidi, tubo drenaggio piegato);

- Pessima gestione post-operatoria;

La presenza del drenaggio, può causare DISCOMFORT / DOLORE al pz:

- Drenaggi toracici (diametro troppo largo);

- Rigidità;

Rimozione dei drenaggi

Per evitare l’infezione dei drenaggi, questi devono essere rimossi non appena cessa il loro scopo

e prima che la loro stessa presenza determini una reazione infiammatoria da corpo estraneo.

Generalmente i drenaggi dovrebbero essere rimossi quando il liquido drenato si è azzerato oppure

quando diventa inferiore a 25 ml/die;

⮚ I drenaggi possono essere accorciati approssimativamente 2 cm/die, permettere una

guarigione graduale (quindi in caso di drenaggio posto in cavità profonda, può essere

accorciato giornalmente in maniera progressiva);

⮚ I drenaggi a protezione di anastomosi chirurgiche possono essere mantenuti in sede per una

settimana;

⮚ Informare il paziente che può avvertire dolore nel momento della rimozione;

⮚ Valutare eventuale terapia antalgica prima della rimozione;

⮚ Medicare dopo la rimozione del drenaggio e rinnovare al bisogno (il drenaggio può essere

fissato alla cute con un filo di sutura pertanto l’incisione cutanea va medicata fino a completa

guarigione);

⮚ I drenaggi lasciati in sede per lunghi periodi di tempo possono essere difficoltosi da rimuovere

(soprattutto quando si tratta di drenaggi non adatti alla tipologia di liquido drenato, che poi

vanno a collabire con i tessuti interni e diventano di difficile rimozione);

CHIRURGIA ROBOTICA ROBOTIC ASSISTED SURGERY

L’ambito dell’attività infermieristica in questi anni ha dimostrato un’evoluzione di grande ampiezza

, fortemente richiesta dagli infermieri che desiderano specializzarsi in discipline altamente

innovative come la Chirurgia robotica.

Definizione: Con CHIRURGIA ROBOTICA, si definisce la pratica medica che permette ad un

operatore sanitario di eseguire operazioni chirurgiche tramite un robot in grado eseguire manovre

comandate.

Ad oggi il SISTEMA DA VINCI è giunto alla quarta generazione ed è diffuso in tutto il mondo.

Oggi si definiscono “robotiche” tutte le macchine in grado di svolgere in autonomia funzioni molto

complesse, che prevedono un’interazione con l’ambiente.

Cenni storici

La storia della CHIRURGIA ROBOTICA inizia negli anni 80, infatti:

Nel 1985 il primo robot chirurgico fu il “PUMA 560”, dispositivo TAC guidato, che veniva usato

● per eseguire biopsie neurochirurgiche, quindi per l’esecuzione con precisione di biopsie

cerebrali.

● Altri sistemi poi vennero adottati e utilizzati per effettuare una serie di prestazioni, di cui alcuni

utilizzati in ortopedia, per chirurgia al ginocchio, all’anca o negli anni 90, uno dei robot di

AKROBAT.

Nel 1988, in campo urologico venne introdotto il sistema chiamato “PROBOT”, progettato per

● ottimizzare l’intervento di resezione endoscopica di prostata, cioè la TURP, per il trattamento

dell’ipertrofia prostatica benigna.

● La moderna chirurgia robotica è legata agli studi della NASA, il cui scopo era di consentire al

chirurgo durante un periodo di guerra, di operare per via telematica i soldati in battaglia.

Le prime aziende produttrici statunitensi della TECNOLOGIA ROBOTICA, furono la COMPUTER

MOTION e la INTUTIVE SURGICAL INK, che hanno avuto il maggior successo, avendo prodotto

e commercializzato diversi esemplari di robot.

● Nel 1997 e nel 2001, i SISTEMI AESOP e ZEUS vennero prodotti;

● Nel 1995, in California, ci furono dei brevetti che permisero di intervenire anche in

INTERVENTI DI CARDIOCHIRURGIA;

Da Vinci ha ricevuto l’approvazione

● Negli anni 2000, il robot della comunità scientifica e già

nel settembre 2001 venne effettuato un intervento di COLECISTECTOMIA in telechirurgia

transatlantica, segnando l’inizio di una nuova era, poiché veniva fatto l’intervento chirurgico ad

di distanza dal luogo in cui veniva eseguito l’intervento.

un pz che si trovava a migliaia di km Robot Da Vinci

Il ROBOT DA VINCI, che viene applicato ad esempio in

● UROLOGIA (per PROSTA

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
73 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rebecca99. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica chirurgica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Caruso Maria.