NAUSEA E VOMITO POST OPERATORI: PONV
Il 30% dei pazienti che subiscono un intervento chirurgico va in contro a vomito, il 50
% a nausea fino a 70/80% nei pazienti che hanno più rischio.
Si verifica nelle prime ore del postoperatorio
Nausea spiacevole sensazione di imminente vomito,
è la è mediata dal sistema
nervoso autonomo, ed è accompagnata da pallore, sudorazione fredda, senso di
oppressione gastrica, malessere generale, astenia…
Vomito è l’emissione riflessa, forzata e rapida di materiale gastrointestinale dalla
bocca, è mediata dal centro del vomito, che si trova al centro del midollo allungato ed
è’ una delle aree coinvolte in questo problema.
molto sgradevole descritto come peggiore del dolore
È per i pazienti ed è ,
anche se viene spesso sottovalutato perché dura per poco tempo.
In alcuni casi può provocare complicanze gravi che aumentano la degenza del
paziente, perché nei soggetti che vanno incontro a più episodi di vomito, viene
sondino naso-gastrico tubicino inserito nel naso e che va a
inserito un , ossia un
finire nello stomaco e svuota lo stomaco e lo decomprime evitando il vomito. In altri
casi viene inserito anche per garantire la nutrizione al paziente.
Inoltre, con il vomito vengono emessi liquidi ed elettroliti che possono provocare
disidratazione ed equilibrio idro-elettrolitico. Nei pazienti che vomitano, c’è sempre il
rischio di rigurgito gastrico e di conseguenza anche di abingestis
I fattori che aumentano l’insorgenza possono essere
legati al paziente
Età giovane < 50 anni e bambini;
Chi ha già avuto questo tipo di complicanza in seguito ad interventi chirurgici;
Ansia
Obesità: poiché l’anestesia generale viene fatta somministrando farmaci per via
endovenosa ma anche gas anestetici, che si depositano maggiormente nel
tessuto adiposo e l’emivita di questi + più lunga, di conseguenza vengono
metabolizzati più lentamente e rimangono di più nel circolo ematico aumentando
il rischio di nausea e vomito;
Chinetosi: malessere legato agli spostamenti del corpo durante il moto (mal
d’auto);
Digiuno prolungato preoperatorio: perché anche durante il digiuno viene
prodotto acido cloridrico che se viene accumulato, risale lungo esofago
determinando nausea e vomito. Inoltre, durante il digiuno viene prodotto un
grelina,
ormone dal pancreas e dallo stomaco chiamato che ci da la sensazione
della fame e aumenta il rischio di nausea e vomito;
fattori chirurgici
Interventi chirurgici ginecologici o di colecistectomia;
Interventi di laparoscopia: tecnica in cui c’è un’insufflazione di CO2 con
rigonfiamento a livello addominale, aumenta il rischio di nausea e vomito;
fattori anestesiologici
Anestetici volatili (gas): poiché si depositano sul tessuto adiposo
Durata e tipo di anestesia: anestesia generale aumenta il rischio, e maggiore
è la durata dell’anestesia maggiore sarà il rischio di nausea e vomito;
Utilizzo di oppioidi: sono farmaci analgesici (morfina)molto potenti che
vengono usati nell’intraoperatorio o per il dolore acuto nel postoperatorio.
L’effetto collaterale principale è che provocano nausea e vomito.
Nel meccanismo della nausea e del vomito, sono coinvolti sia il sistema nervoso
centrale sia il sistema nervoso periferico. Ci sono 2 strutture che sono principalmente
coinvolte e che si trovano a livello del midollo allungato e sono collegate tra loro da
centro del vomito
vie nervose: il , ossia una sostanza reticolare presente a livello del
zona chemorecettrice scatenante
midollo allungato, e la , che si trova a livello del
4° ventricolo del cervello e non è protetta dalla barriera ematoencefalica per cui tutte
le sostanze nel circolo ematico possono andare ad influire su questa zona.
Entrambe sono delle vie nervose afferenti che portano lo stimolo da zone periferiche a
queste due aree del midollo allungato. Le principali vie afferenti sono:
Oppioidi : sono presenti nel circolo ematico e possono stimolare direttamente la
zona chemorecettrice che a sua volta stimola il centro del vomito;
La seconda via dall’orecchio
: lo stimolo parte , quindi chirurgia dell’orecchio,
movimento bruschi…, passa dai canali semicircolari dell’orecchio e viene portato
attraverso il nervo vestibolare al cervelletto attivando il centro del vomito;
La terza via dalla parete della faringe
: lo stimolo parte e arriva al centro del
vomito;
La quarta via dall’intestino
: lo stimolo parte , a causa di chirurgie, e tramite le
vie afferenti va fino alla zona chemorecettrice stimolando il centro del vomito;
L’ansia paura l’umore odori sgradevoli
, la , e vanno ad attivare i centri
corticali superiori e il segnale viene portato da cui fino al centro del vomito.
Quando tutti questi stimoli arrivano al centro del vomito, questo fa partire uno stimolo
nervoso efferente che vien condotto fino alla muscolatura del diaframma e
all’addome, che determina una contrazione del diaframma e addominale, che a loro
volta determinano una compressione dello stomaco e dell’intestino. Di conseguenza,
un’onda antiperistaltica,
viene attivata ossia un’onda che è opposta e contraria
rispetto a quella che fa passare il bolo alimentare dallo stomaco all’esofago con
conseguente rigurgito.
strumenti per valutare il rischio del paziente
Ci sono degli , come la SCALA
APFEL: i fattori di rischio di cui tiene conto sono:
Genere femminile
- sono più a rischio;
Pazienti non fumatori
- che hanno smesso di fumare, poiché il fumo è un fattore
protezione;
storia di PONV
- Una ;
- Gli oppioidi nel post e intra operatorii, come farmaci analgesici aumentano il
rischio;
I pazienti che non hanno fattori di rischio, hanno il 10% di possibilità di andare
incontro a nausea e vomito nel postoperatorio, i pazienti che hanno 1 fattore di rischio
hanno il 20 %, i pazienti che hanno 2 fattori di rischio hanno il 40%, i pazienti che
hanno 3 fattori di rischio hanno il 60%, i pazienti che hanno 4 fattori di rischio hanno
l’80%, e si può arrivare al 100% se a questi 4 fattori di rischio si aggiungono anche
quelli visti precedentemente (tipo di intervento chirurgico, obesità…)
È importante valutare il rischio del paziente per poterlo stratificare e decidere i tipi di
intervento a adottare per prevenire il rischio di nausea e vomito. Se un paziente ha
un rischio:
Lieve
: il paziente ha 0 fattori di rischio ma comunque il 10% di andare incontro
a nausea e vomito. In questo caso, non si interviene in alcun modo;
Lieve-moderato : il paziente presenta 1 o 2 fattori. In questo caso, possono
essere somministrati dei singoli farmaci antiemetici oppure possono essere fatti
degli interventi complementari non farmacologici;
Moderato-alto : il paziente presenta 3 o 4 fattori. In questo caso, possono
essere somministrati singoli farmaci oppure 2 farmaci che vanno ad agire su
cause diverse;
Elevato : il paziente ha più di 4 fattori. In questo caso, vengono attuati
interventi multimodali farmacologici e non farmacologici.
Inoltre, per contrastare questo rischio, sarebbe utile evitare il digiuno prolungato
quando possibile, somministrare farmaci come benzodiazepine per ridurre l’ansia,
preferire l’anestesia locale quando possibile, controllare il dolore attraverso la
somministrazione di analgesici nell’intraoperatorio e nel postoperatorio, ridurre la
somministrazione di oppioidi andando a sostituirli con altri farmaci (paracetamolo),
oppure preferire l’utilizzo di un sondino localizzato nello spazio peridurale e
posizionato in sala operatoria per ridurre la quantità necessaria di oppioidi, rispetto
alla somministrazione endovenosa di farmaci oppioidi siccome ne vengono usati
meno.
Ci sono degli INTERVENTI FARMACOLOGICI, che servono per i pazienti che hanno
un rischio moderato-alto, e possono essere integrati da INTERVENTI NON
FARMACOLOGICI, che sono consigliati per pazienti a basso rischio e riguardano:
- Controllo degli stimoli olfattivi, ottici e gustativi;
- Suggestione positiva all’immaginazione guidata: fargli pensare a qualcosa di
positivo per distrarlo per ridurre l’ansia;
- Agopressione e agopuntura: sono tecniche della cultura cinese, adottate anche
nella cultura occidentale per il trattamento di cefalea, vomito, nausea…
- Radice di zenzero: stimola la peristalsi e ha un potere anti-emetico (anti-nausea);
PRIMA DLL’ENTRATA IN SALA OPERATORIA
Nei momenti immediatamente precedenti all’entrata in sala operatori, bisognerebbe
garantire al paziente:
Presenza di un famigliare: per ridurre l’ansia
Monitoraggio dei parametri vitali: per poterli confrontare con quelli
dell’intra e del post operatorio;
Vestizione: garantirgli dove possibile la propria biancheria intima, anche per un
comfort;
Effetti personali e protesi: l’infermiere del reparto di degenza è responsabile
di effetti personali e protesi (apparecchi acustici, protesi dentale mobile…).
Quando possibile, sarebbe meglio consegnare al familiare o riporre in una
cassetta di sicurezza all’interno del reparto questi oggetti;
Doccia preoperatoria: i pazienti devono arrivare in sala senza smalto e senza
trucco;
Documentazione: va in sala operatoria con la cartella clinica insieme al
consenso informato all’atto operatorio, il consenso informato all’anestesia e la
cartella relativa alla trasfusione di sangue.
Dopo l’accertamento di tutto ciò, il paziente viene accompagnato in sala
operatoria con il letto o a piedi.
POSTOPERATORIO
mira a ridurre il rischio di
L’assistenza postoperatoria è cautelativa, ossia
complicanze del paziente identificando precocemente eventuali alterazioni .
Bisogna sempre garantire la dignità del soggetto, prevenire le complicanze con
monitoraggi e interventi nell’immediato postoperatorio, in modo che il paziente torni a
svolgere le sue attività il prima possibile.
L’infermiere che accoglie il paziente in reparto deve conoscere:
tipo di intervento chirurgico a cui è stato sottoposto il paziente e il tipo di
anestesia: l’infermiere deve vedere la cartella anestesiologica e l’atto
operatorio;
patologie concomitanti e condizioni psico-fisiche prima dell’intervento
chirurgico per poterle confrontare con i parametri del postoperatorio;
complicanze dell’atto chirurgico e le prescrizioni postoperatorie fatte
dall’anestesista (es. ossigenoterapia, analgesia).
Questo tipo di assistenza serve per individuare precocemente possibili complicanze
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Infermieristica chirurgica
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Infermieristica - infermieristica in area chirurgica