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PREVALENZA DI MAL NUTRIZIONE OSPEDALIERA
RSSA> tendenza ad assumere meno personale infermieristico e maggiori OSS o altre figure.
PREVALENZA MAL NUTRIZIONE “ISTITUZIONALIZZATA”
• 30-60% pazienti RSSA ospedalizzati;
• 50-80% RSSA prevalenza elevata;
• mal nutrizione più grave nel sesso femminile e pazienti in età avanzata;
• pazienti con malattie neurologiche sono più a rischio.
NUTRIZIONE ARTIFICIALE
cerca di ristabilire una carenza a livello nutritivo, riconosciuto come un vero e proprio intervento
terapeutico integrante il trattamento farmacologico o chirurgico. Con il nutrimento artificiale
intendiamo lì introduzione di micro e macro nutrienti immessi per vie artificiali.
Enterale (NE) : immissione di miscele nutritive direttamente nelle vie digestive attraverso delle
sonde immesse direttamente nello stomaco e nel digiuno. Utilizzata anche attraverso integrazione
orale tramite sondino (<30 giorni).
PEG: utilizzata per nutrimento >30 giorni, attraverso gastroscopia endocutanea inserita più alta del
digiuno.
PEJ: inserita fino al digiuno.
Parenterale (NP): nutrizione attraverso un vaso venoso periferico (< 15 giorni) o centrale detto
anche totale (> 15 giorni).
FABBISOGNO NUTRIZIONALE: proteico, lipidico, oligoelementi ecc…
STRUMENTI DI ACCESSO ENTERALE
- sondino naso gastrico;
- sodino naso enterico (orogastrici);
- sondini gastrostomia /digiunostomia (PEG/PEJ);
SONDINO OROGASTRICO:
Sondino di Ewald: la misurazione è espressa in French, ha un diametro da 35 a 40 French, ha un
singolo lume di uscita e ha dei fori multipli.
Sondino di Lewin: tra i più utilizzati per il lavaggi o per il Gavasgh, nei prematuri, con preferibile
inserimento dalla bocca, per la somministrazione di latte, non va lasciato fisso ma cambiato e tolto
dopo ogni somministrazione, ha un diametro dai 10-18 French, è radioopaco, graduato e con dei
forellini.
Sondino di Salem: costituito da due lumi di uscita (codino blu) serve quando un sondino viene
accordato ad un aspiratore e quindi la parete gastrica tende a rovinarsi invece tramite codino blu
non provoca aderenze e non ci sono lesioni della mucosa. Va da 14-18 French. I due lumi servono
uno per non determinare aderenze e l’altro per l’alimentazione.
Sondini possono essere a scopo diagnostico ed a scopo terapeutico (per iniettare dei farmaci),
hanno anche funzione di decompressione in caso di occlusione intestinale negli interventi
chirurgici. E sono attaccati all’impianto di aspirazione portatile o a parete.
SONDINO NASOENTERICO:
Sondino di Bengmark: è molto piccolo, soffice e flessibile, ha un diametro che va da 8 a 12
French ma è molto lungo ed arriva fino all’intestino. È dotato di un mandrino per la guida
nell’inserzione per evitare che si arrotoli, utilizzato per pazienti che non tollerano l’alimentazione
per via gastrica o sono a letto per maggior tempo.
PEG: gastrostomia endoscopia percutanea ha un accesso diretto allo stomaco e quindi si ha un
maggior confort per il paziente. Vantaggi: utile per la decompressione percutanea. Tra le
controindicazioni: stenosi esofagea, ulcera, ascite, e va introdotto per via chirurgica. Svantaggi:
anestesia generale.
PEJ: introduzione della sonda a livello della seconda ansa del digiuno, inserito per via
endoscopica o tramite intervento chirurgico. Vantaggi: diminuzione del reflusso gastro-esofageo.
Svantaggi: il sondino è piccolo è c’è una nutrizione molto lenta.
ALIMENTAZIONE ENTERALE
intermittente: 300-500 ml miscele diverse, più volte al giorno per 30 minuti;
ciclica: il paziente durante il giorno introduce anche pasti orali, usato per esempio in casi di
anoressia; in quanto la nutrizione tramite sondino è svolta di notte tramite apposite pompe in meno
di 24 ore integrando di giorno anche con pasti orali;
continua: tramite pompe canguro 24 ore.
L’alimentazione in bolo tramite siringa va somministrata a caduta per far si che il cibo scenda per
forza di gravità senza dover ingozzare il paziente.
All’interno le sacche hanno delle miscele già precostruite in farmacia prescritte dal medico.
L’infermiere deve effettuare il controllo della sacca prima, durante e dopo per evitare episodi di
ipoglicemia ed iperglicemia.
SISTEMI APERTI E SISTEMI CHIUSI
abbiamo le siringhe con i contenitori aperti in alto con le miscele che si mescolano con acqua
sterile o abbiamo delle sacche precostruite e successivamente solo bucate. Vanno agganciate fino
a 48 ore con tecnica sterile mentre i contenitori aperti vanno gettati.
NUTRIZIONE PARENTERALE (NPT)
è un tipo di nutrizione che avviene attraverso il circolo venoso, è una procedura invasiva e va
eseguita in completa asepsi. Non è una tecnica priva di rischi ma può portare ad un maggior
squilibrio elettrolitico se occorre vanno modificate le miscele. Quando deve essere interrotta va
abbassata la velocità per evitare episodi di ipoglicemia o iperglicemia; in infusione per svezzare il
paziente possono occorrere fino a 48 ore.
Periferica: vaso periferico nutrizione <15 giorni, lo svantaggio è il rischio di flebiti.
MISCELE ALL IN ONE
MISCELE BINARIE
• MISCELE TERNARIE
vanno tutte tirate fuori dal frigo 1 ora prima dell’infusione, controllare che siano omogenee e
non ci siano striature, vanno infuse a temperatura ambiente , hanno di solito una
colorazione bruna o gialla, prima della somministrazione controllare la data di scadenza. Le
binarie in particolare sono limpide se presentano delle striature non vanno mai infuse.
le sacche vanno protette dalla luce, non vanno infusi farmaci durante la somministrazione
degli alimenti va eseguito sempre prima il lavaggio della vena.
Le alte percentuali di glucosio o ad alto peso parenterale non vanno infuse in accesso
periferico possono provocare ostruzioni e flebiti.
FERITA
soluzione di continuo della cute e delle mucose. La classificazione varia in base a:
continuità della cute, cause, presenza o assenza di microrganismi.
CHIUSE: non c’è danno della cute;
APERTE: vera lacerazione della cute, con presenza di liquidi di fuoriscono e da li i
microrganismi che possono giungere all’interno.
INTENZIONALI: chirurgiche;
ACCIDENTALI: causate da incidenti, lesioni traumatiche.
ABRASIONE: avviene quando si striscia la cute attraverso un corpo;
CONTUSIONE: (ferita chiusa) con danni profondi fino ai vasi (edema, ecchimosi,
ematoma);
ESCORIAZIONE: colorazione dovuta allo stravaso del liquido dai tessuti.
EMATOMA: descrive un area precisa e di una certa entità.
TIPI DI FERITE
penetrante: sono colpiti da un oggetto più organi;
perforante: da arma da fuoco, c’è un foro di entrare ed uno di uscita che è più grande;
Complicanze
Superate le 24 ore la ferita chirurgica si chiude a meno che non si presentino complicanze:
Deiscenza, eviscerazione: protrusione di visceri dalla ferita stessa.
le ferite vanno ispezionate almeno una volta al giorno per vedere:
• la colorazione,
• se ci sono degli edemi,
• se c’è presenza di deiscenza, in caso sia presenta va misurata l’entità,
• controllare odore secrezioni,
• controllare se ci sono emorragie (contando il numero di garze sporche),
• valutare il dolore da parte del paziente prima della medicazione in caso presente
somministrare antidolorifici prima di effettuare la medicazione.
La medicazione va effettuata in completa asepsi: campo sterile, rot per materiale contaminato e
rot per i rifiuti assimilabili agli urbani, vanno utilizzati prima i guanti non sterili per la rimozione della
medicazione precedente poi dopo accurato lavaggio delle mani va effettuata la nuova medicazione
con guanti sterili o puliti (non ancora testata l’efficacia della tecnica sterile e la tecnica pulita).
GUARIGIONE
Prima intenzione: quando i lembi della ferita sono vicini (come la ferita chirugica);
seconda intenzione: in caso di una ferita lacero contusa, traumatica.
- pulirla con acqua,
- poi va disinfettata.
formazione del Cheloide: più si è piccoli e più si ha la possibilità che le ferite cicatrizzino male.
Deiscenza: si può verificare in qualsiasi periodo del post-operatorio.
FATTORI CHE INFLUENZANO LA GUARIGIONE
dipendono:
- dalla persona stessa,
- fattori sistemici;
- fattori individuali (età, fumo, farmaci);
- fattori locali (asepsi, non cura ecc…)
Quando si presenta una cute calda ed arrossata è sintomi di Infiammazione.
quando la cute è sollevata e tumefatta si ha un Infezione.
se la ferita sanguina bisogna individuare il colore del sangue, e con quale intensità la ferita
sanguini.
LE FERITE VANNO MEDICATE O PULITE CON DISINFEZIONE DALL’ALTO VERSO IL BASSO
TRASFUSIONE ED EMOCOMPONENTI
Immettere nel circolo o sangue intero od emocomponenti (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine)
emoderivati (proteine, o frazione di proteine plasmatiche, albumina)
sangue intero: trasfuso in caso di emorragia importante;
eritrociti: trasfuso in paziente con patologie interessanti quel determinato componente.
emoderivati: trasfusi per espandere volume ematico.
TRASFUSIONE OMOLOGA: tra due persone diverse ma con compatibilità;
TRASFUSIONE AUTOLOGA: (intervento di elezione) autotrasfusione, dal paziente stesso.
gruppi sanguigni ABO: A,B,AB,O
RH: antigene e abbiamo che tra il 75% delle persone presentano RH +
O + è considerato il donatore universale
mentre il ricevente universale è AB.
Prima di trasfondere sangue (tecnica di competenza medica), solo se ce n’è necessità, bisogna
tener conto del gruppo sanguigno del paziente e fare successivamente le prove crociate per
essere certi della compatibilità.
Rischi: reazioni emolitiche, reazioni allergiche, reazioni febbrili.
Strumenti utilizzati:
-deflussore ad Y: perché è composto da due vie di accesso in quanto insieme al sangue va
trasfusa soluzione fisiologica a 0,9 per il controllo della pervietà e il lavaggio del catetere venoso.
- microgocciolatore con filtro.-
prima dell’infusione vanno prelevati i parametri per i primi 15 minuti di infusione (il momento più
avverso in cui potrebbero verificarsi reazioni allergiche) per 20 gocce al minuto.
le unità di sangue intero sono di 500 ml, eritrociti 200-250 ml, trasfuse con un ago da 20, deve
essere di un calibro elevato per evitare che si otturi.
COMPETENZE:
1) identificazione del paziente tramite bracciale, o si chiede al paziente se è cosciente e si
confronta con la cartella clinica, pratica che va eseguita in due (medico-infermiere, infermiere-
imfermiere);
2) valutazione della sacca, va agitata in modo lento per vedere se presenta corpi strani e leggeri,
deve essere ben etichettata,