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SORBITOLO
Rispetto al glucosio ha una funzione alcolica a livello del
carbonio 1 al posto della funzione aldeidica: prodotto di
riduzione del glucosio
Si ritrova in natura in molte varietà di frutta.
Si produce commercialmente per idrogenazione
catalitica del glucosio. è più conveniente ottenerlo dal
glucosio tramite una semisintesi tramite riduzione della
funzione aldeidica. Presenta ottima tollerabilità fino a
70 g/die: vuol dire che possiamo assumere elevate
quantità di questa molecola senza avere effetti
collaterali; 16
Potere dolcificante, ca. 0.5: quindi non ha un potere dolcificante elevato e quindi
non ne possiamo usare quantità molto basse se vogliamo dolcificare un
prodotto;
Calore negativo di soluzione: ciò vuol dire che quando queste molecole si
solubilizzano per esempio nel mezzo acquoso assorbono calore dall’esterno.
Questo può essere interessante perché nel momento in cui si solubilizzano nel
cavo orale conferiscono una sensazione di fresco
Assorbito lentamente e non completamente. La quota che viene assorbita
tuttavia viene metabolizzata e ciò giustifica un potere energetico inferiore
rispetto a quello dei glucidi e infatti abbiamo un potere energetico di ca. 2-3
kcal/g. Avendo un potere dolcificante minore rispetto al saccarosio ne dobbiamo
utilizzare quantità superiori e ciò va ad annullare l’aspetto positivo del potere
energetico inferiore. per diffusione passiva, viene ossidato dalla sorbitolo
deidrogenasi a fruttosio e come tale metabolizzato
Riconosciuto GRAS dalla FDA: appellativo GRAS alle molecole che sono sicure.
MANNITOLO Prodotto che deriva dalla riduzione della funzione aldeidica del
carbonio 1 del mannosio.
Molto rappresentato nel regno vegetale. Fraxinus ornus, manna
una pianta particolarmente ricca di mannitolo tra 30 e 60%.
Si produce a partire dal saccarosio: dal saccarosio non
otteniamo solo il mannitolo ma anche il sorbitolo e quindi una
miscela di mannitolo e sorbitolo; dobbiamo considerare che il
saccarosio presenta fruttosio e glucosio, dal glucosio per
idrogenazione catalitica formiamo il sorbitolo; il fruttosio quando
andiamo a fare la riduzione della funzione carbonilica che è una
funzione chetonica al C2 avremo che si forma una funzione
ossidrilica secondaria in una configurazione con l’OH a dx o a sx.
quindi dal fruttosio quando la funzione alcolica è uguale a quella
del glucosio e quindi a dx otteniamo il sorbitolo; quando IL
CHOH che si forma in pos 2 dsi trova a sx avremo la stessa
Quando poi otteniamo la miscela possiamo separare il sorbitolo dal mannitolo per
configurazione del mannosio e quindi avremo il mannitolo.
cristallizzazione. Quindi dalla riduzione del fruttosio otterremo sia sorbitolo che
mannitolo.
Potere lassativo, 10 g/die: quindi ha una tollerabilità minore rispetto al sorbitolo
e perciò è un po’ meno utilizzato nei prodotti destinati all’alimentazione, più nei
prodotti farmaceutici.
Potere dolcificante inferiore a quello del saccarosio e quindi inferiore a 1.
Potere calorico, ca. 2 kcal/g
NB: IL POTERE LASSATIVO DI QUESTI POLIALCOLI E’ DA COLLEGARSI ALL’ASPETTO
ENERGETICO: questi polialcoli portano a questo effetto lassativo perché non vengono
completamente assorbiti e quindi la quota che rimane a livello intestinale è
responsabile di questo effetto lassativo perché queste molecole così ricche di ossidrili
17
possono richiamare acqua per osmosi. Anche per questo motivo hanno cmq un
apporto energetico basso.
ISOMALTO
Commercializzato con il nome di Palatinit, ha una buona resistenza al calore e scarsa
igroscopicità, ovvero la tendenza ad assorbire umidità dall’ambiente, cioè acqua, con
conseguenze negative. La DGA non è specificata.
Miscela di 2 composti diversi che si ottiene a partire dal saccarosio sempre perché è a
basso costo e disponibile e si fanno 2 processi: un primo processo di isomerizzazione e
poi l’idrogenazione che porta alla riduzione della funzione carbonilica per ottenere la
funzione alcolica.
Abbiamo quindi il saccarosio e si fa un riarrangiamento (isomerizzazione) enzimatico e
quindi reazione catalizzata da un enzima che mi cambia il legame da α (1,2) a α (1,6)
e si forma isomaltulosio; per poi fare un’idrogenazione catalitica che riduce il chetone
sul C2 che trasforma il carbonile in un alcol. Queste reazioni mi restituiscono una
miscela di mannitolo e sorbitolo legati tramite legame α (1,6) al glucosio in forma
piranosica (D-glucopiranosio-1,6- sorbitolo e D-glucopiranosio-1,6- m annitolo).
XILITOLO Ritroviamo anche questo in molti prodotti di pasticceria
Polialcol a 5 atomi di carbonio che deriva dallo XILOSIO
Presente in alcuni tipi di frutta, ma più economico prepararlo
industrialmente per idrogenazione dello xilosio, aldopentoso,
dove la funzione aldeidica in C1 si ritrova come funzione alcolica
primaria. Quindi è un polialcol a 5 atomi di carbonio
Calore negativo di soluzione
Blanda attività batteriostatica contro i microrganismi del cavo
orale. 18
EDULCORANTI INTENSI SINTETICI
Sono prodotti esclusivamente per sintesi, definiti come intensi o intensivi
poiché hanno un alto potere dolcificante, più alto del saccarosio.
SACCARINA Nessuna affinità strutturale con le molecole glucidiche.
3-osso-2,3-diidro-4,5 benzoisotiazolo-1,1-diossido; hanno un
anello aromatico e uno con eteroatomi (S e N)
Stabiliscono interazioni con il recettore del gruppo dolce.
300 volte più dolce del saccarosio
Retrogusto amaro che viene attenuato usandolo in combinazione con
componenti che riescono a mascherarlo, come i ciclammati (sempre edulcoranti
di sintesi), che non hanno gusto amaro
Stabile al calore dei trattamenti termici: perciò non si decompone se aggiunta in
alimenti
Comunemente è salificata :Sali Na+ e Ca+2 al posto dell’idrogeno sull’azoto,
quindi lo si trova in forma salificata
Assorbimento incompleto: la parte assorbita non viene metabolizzata e infatti
viene
Escreta immodificata con le urine
CICLAMMATI Potere edulcorante 30, meno della saccarina
Acido ciclamico o No retrogusto amaro
Parliamo al plurale proprio perché anche in questo
cicloesan solfamico caso possiamo avere la formazione di Sali Na+ e
Ca+2, sempre al posto dell’idrogeno dell’azoto
Stabilità termica
Composto da cicloesano e sostituente solfamico.
ACESULFAME DI POTASSIO Potere edulcorante 100-200 superiore rispetto al
saccarosio
Si utilizza il Sale di K di questa molecola, solubile in
H O
2
No retrogusto metallico
Stabilità al calore (utilizzo in prodotti da forno)
Può essere assorbita ma non viene metabolizzato,
19
3,4-diidro-6-metil-1,2,3-ossatiazin-4-one 2,2 diossido
ASPARTAME Potere edulcorante 180
+
Non molto stabile, H O (H )
2
idrolisi
Fonte di fenilalanina
Sapore dolce simile a
quello del saccarosio
estere metilico della L-aspartil-L-fenilalanina
è un dipeptide caratterizzato da un’unità che è acido aspartico e l’altro legato con
legame peptidico è la fenilalanina.
DA SAPER SCRIVERE!!!
estere metilico della L-aspartil-L-fenilalanina. Il legame peptidico avviene tra il
carbossile dell’aspartato e il gruppo amminico della fenilalanina. Il gruppo
carbossilico della fenilalanina si trova come estere metilico. Il carbossile COOH
forma con il METANOLO un estere metilico
L’anello aromatico costituisce il sito d’interazione con il recettore del gusto.
Potere edulcorante 180
Non molto stabile, poiché in un mezzo acquoso acido in quanto si scinde il
legame peptidico.
Fonte di fenilalanina; quindi non deve essere somministrato a soggetti affetti da
felichetonuria, poiché questi non hanno l’enzima che scinde la fenilalanina, il cui
accumulo è tossico per il SNC. Importante riportare in etichetta “contiene fonte
di fenilalanina”. Nello screening neonatale per le patologie genetiche c’è anche
quello della fenilchetonuria in quanto bisogna escludere la fenilalanina dalla
dieta.
Sapore dolce simile a quello del saccarosio.
L’EFSA ha imposto dei limiti di assunzione per prevenire tossicità
Un aspetto importante da considerare è che queste molecole di sintesi sono state
sottoposte a delle modificazioni per ottenere dei derivati delle molecole diverse e
per ottenere delle caratteristiche migliori rispetto al prodotto di partenza. Per
esempio per avere delle molecole più dolci.
CI SONO DUE DERIVATI DELL’ASPARTAME: 20
ALITAME NEOTAME
ALITAME L-alpha-Aspartyl-N-(2,2,4,4-tetramethyl-3-thietanyl)-D-alaninamide,
hydrated :2000 volte più dolce del saccarosio. Presenta sempre l’aspartato ma al posto
della fenilalanina ha un anello a 4 atomi (3C e 1S) chiamato tietanil; ma è ancora in
fase di studio. L’unità di sx presenta l’acido aspartico e al posto della fenilalanina
presenta un anello a 4 atomi contenete zolfo sostituito da 4 metili e l’alanina. Molecola
in fase di studio ancora non autorizzata all’utilizzo nei prodotti alimentari.
NEOTAME N-[N-(3,3-Dimethylbutyl)-L-a-aspartyl]- L-phenylalanine 1-methyl ester : Da
6000 a 10000 volte più dolce del saccarosio e può essere usato come edulcorante.
Questa molecola è composta da un residuo di acido aspartico (neoesile, sotituente) +
l’estere metilico della fenilalanina. I sei atomi di carbonio del sostituente non polare
aumentano il potere dolcificante e permettono una seconda interazione idrofobica con
il recettore del dolce. Rispetto alla molecola dell’aspartame che non presenta questo
sostituente e che è in grado di stabilire 2 interazioni idrofobiche ( vuol dire tra un
gruppo non polare e un altro non polare) con il recettore mentre l’aspartame ne
stabilisce solo una. Questa interazione idrofobica è responsabile del potere dolcificante
più elevato. Questa molecola è autorizzata all’uso come additivo, come edulcorante.
SINTESI DEL NEOTAME
Meccanismo di sintesi del neotame: la sintesi del neotame che vediamo sopra parte
dall’aspartame e il reattivo è il gruppo dimetil-butil legato ad un composto che ha una
funzione aldeidica. Questa è la molecola che reagisce con il gruppo amminico della
molecola dell’acido aspartico e si viene a formare un legame covalente. Vantaggio
ulteriore del neotame rispetto all’aspartame: il fatto che la funzione amminica non sia
libera, a d