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TRASCRIZIONI DI ESEMPIO

d͡ʒend͡ʒiva d͡ʒen.d͡ʒi.va d͡ʒen.ˈd͡ʒi.va d͡ʒẽn.ˈd͡ʒi.va

●​ [ ] → [ ] → [ ] → [ ]

●​ [ zbaʎʎato ] → [ zbaʎ.ʎa.to ] → [ zbaʎ.ˈʎa.to ] → [ zbaʎ.ˈʎaː.to ]

●​ [ affettare ] → [ af.fet.ta.re ] → [ af.fet.ˈta.re ] → [ af.fet.ˈtaː.re ]

impatt͡ im.pat.t͡ im.pat.ˈt͡ ĩm.pat.t͡

●​ [ sire ] → [ si.re ] → [ si.re ] → [ siː.re ]

att͡ʃajo at.t͡ʃa.jo at.ˈt͡ʃa.jo at.ˈt͡ʃaː.jo

●​ [ ] → [ ] → [ ] → [ ]

statt͡sjone stat.t͡sjo.ne stat.ˈt͡sjo.ne stat.ˈt͡sjoː.ne

●​ [ ] → [ ] → [ ] → [ ]

○​ ts = sempre allungata tra vocale e approssimante

○​ vocali nasalizzate in sillaba chiusa e ultima nasale

○​ laterale palatali intervocaliche sempre lunghe

kõɱ.fet.ˈt͡sjoː.ne

●​ [ ]

●​ [ riz.ˈveʎ.ʎo ]

MORFOLOGIA

●​ morfologia studia la parola, cioè l’unità massima, le unità segniche che la

compongono e le strategie per formarla

●​ parola = difficile darci una definizione nonostante i parlanti riescano autonomamente

ad avere un’intuizione corretta sui suoi confini

○​ definizione più citata: sequenza enunciabile in isolamento in cui non può

essere inserita un’altra parola

○​ però alcune lingue ci dimostrano il contrario

■​ es. (hopi, lingua dell’arizona) ʔakim “fa” → ʔahokim “fa un buco”

■​ es. (pawnee, lingua dell’oklahoma) [ˈtãtukut] “ho tagliato per te” →

[taˈturikskut] “ho tagliato la tua freccia”

●​ morfemi = unità minime di significato, non ulteriormente scomponibili perché perdono

di significato

●​ morfemi liberi = possono stare soli

●​ morfemi legati = devono essere necessariamente legati ad altri per avere significato

○​ es: top (animale) + o (indica il genere) = topo

○​ de / sta / bil / izz / a = tutti morfemi ridotti al minimo che uniti insieme danno

significato alla parola

○​ morfema “bil” = può essere

○​ morfema “izz” = fa diventare qualcosa qualcos’altro

○​ virtu / o / so = “virtu” si comporta come morfema legato anche se sarebbe

libero (virtù)

●​ il numero di morfemi legati cambia in base alla struttura morfologica della lingua

●​ altri tipi di morfemi sono classificati anche in base al tipo di contenuto

○​ morfemi di contenuto lessicale = hanno come caratteristica di attivare il

riferimento ad un referente, oggetto reale o mentale

■​ es. can-e (sequenza minima per capire l’animale), sogn-o

○​ morfemi di contenuto grammaticale = non rimandano direttamente ad un

referente ma ad una classe di oggetti dotati di una certa proprietà

■​ NON TUTTI SONO UGUALI

●​ morfemi grammaticali derivazionali = una volta uniti ad un

morfema lessicale danno origine ad una nuova referenza e ad

una nuova parola, non solo cambiano la referenza ma

possono anche cambiare la categoria grammaticale/lessicale

○​ es. civil (minimo, aggettivale) = civiltà, civilizzazione,

civilizzare

●​ morfemi grammaticali flessionali = non cambiano la categoria

della parola

■​ es. can-e (indica la classe di numero e genere)

■​ es. cas (riferimento di abitazione, lessicale) + ett (referenza alla classe

non definita di oggetti con tutti quelli che condividono la proprietà di

essere più piccoli del normale, grammaticale) + a (classe di genere e

numero, grammaticale)

■​ es. can - il (insieme di luoghi che contengono l’animale specificato nel

morfema lessicale) - e (non indica necessariamente solo un genere)

■​ a volte è il morfema lessicale che assegna il genere e numero, o altre

informazioni

■​ morfema “os” = oggetti che presentano una quantità superiore rispetto

al normale

○​ suffisso = qualsiasi morfema grammaticale che viene dopo quello lessicale

○​ prefisso = qualsiasi morfema grammaticale che viene prima di quello lessicale

○​ infissi = altro modo di collocazione di morfemi grammaticali un po’ più rara

■​ es. (tagalog) bili “compra” → bumili “compò” (“um” infisso)

●​ si occupa anche di parole polimorfemiche

trascrizioni esercizi

●​ inchiesta [ in.ˈkjeː.sta ]

○​ [ ĩŋ.ˈkjɛs.ta ] (giusta)

●​ convento [ kõɱ.ˈvẽŋ.to ]

○​ [ kõɱ.ˈvẽn.to ] (giusta)

○​ (vocali nasalizzate quando stanno in sillaba chiusa da una nasale)

MORFEMI, MORFI E ALLOMORFI

●​ morfo = significante di un morfema vale a dire la sua componente fonica, concreta

○​ es. amic-o composto da morfi [aˈmiːk] + [o]

●​ allomorfi = contenuto di un morfema associabile ad altri morfi la cui selezione

dipende dal contesto fonetico; rappresentato da altri morfemi in distribuzione

complementare [aˈmiːt͡ʃ]

○​ es. [aˈmiːk] e sono allomorfi, indicano sempre la stessa cosa ma

differiscono per la loro funzione (singolare e plurale)

ALLOMORFIA E SUPPLETIVISMO

●​ se la variazione di un morfo è predicibile = allomorfia

●​ non è predicibile in alcun modo = suppletivismo

○​ es. piacenza → piacent-in-o / lenza → lenzina = non ha una regola

●​ suppletivismo debole = hanno una certa somiglianza

●​ suppletivismo forte = non hanno alcuna somiglianza

○​ ivrea → eporedi-e(n)s-e

○​ entrambi partono dallo stesso morfema che rimanda alla stessa città però

vengono scritte diversamente

●​ es. verbo essere in ogni lingua (circa) sono tutte forme suppletive perché da una non

si possono derivare le altre persone mediante regole

○​ ich bin, du bist, er ist….

●​ hanno sempre lo stesso contenuto però, sono solo scritti molto diversamente

●​ tutte le lingue fanno uso di regole che generano allomorfi, ma comunque si usano

forme suppletive che non sono legate a regole in una data quantità

○​ (verbi spesso suppletivi = essere, andare, mangiare, portare)

●​ forme suppletive spesso si verificano anche in base alla frequenza della parola

●​ forme suppletive sono anche un segno di appartenenza ad una comunità

PAROLE SEMPLICI / COMPLESSE

●​ semplici = un morfema

●​ complesse = più morfemi

○​ composizione = processo o strategia che permette di creare nuove parole

giustapponendo due o più parole già esistenti

■​ categorie di parole che possono essere unite dipende da lingua a

lingua

■​ parametro testa = è quella parola che fornisce al composto tutti i suoi

tratti morfo lessicali e semantici

■​ se una di quelle parole è testa gli da tutte le caratteristiche

●​ es. genere, tratti semantici, tipo di parola

●​ es. capomafia = capo (testa, perché gli da il genere)

●​ es. camposanto = campo (testa, gli da la categoria lessicale =

sostantivo)

●​ es. pescecane = pesce (testa, da la semantica = pesce)

■​ tre principali categorie di composti

●​ composti endocentrici = hanno una testa al loro interno

○​ es. pastafrolla, calzamaglia

●​ composti esocentrici = privi di testa (testa sta nel sistema

linguistico)

○​ es. scolapasta, pettazzurro

●​ composti dvandva (categoria particolare degli endocentrici

dove il contesto semantico è valido per entrambe le parole ma

non necessariamente morfo lessicale perché è presente una

gerarchia) = tipo di composto con due teste, entrambe le

parole che lo compongono potrebbero essere legittimamente

teste

○​ es. cassapanca = cassa / panca entrambe femminili e

sostantivi

○​ es. naveospedale = sembra dvandva ma in realtà è

endocentrica con testa nave

○​ derivazione = processo che consiste nell’aggiungere almeno un morfema

derivazionale ad uno lessicale

○​ flessione = aggiunta di almeno un morfema flessivo ad uno lessicale (top-o)

■​ es. top-ai-a = parola flessiva e derivazionale

PAROLE POLIREMATICHE

●​ parole in cui non può essere inserita un'altra parola in mezzo

○​ es. pesce terribile cane → pescecane terribile / terribile pescecane

○​ es. nontiscordardime = non può essere staccata per metterci altro in mezzo

TIPOLOGIA E MORFOLOGIA

●​ ad un certo livello di astrazione la composizione delle parole si riduce a quattro modi

diversi

●​ tipologia morfologica = per osservare come vengono create le parole

○​ lingue di tipo isolante (cinese, vietnamita, thai) = le parole sono

sostanzialmente monomorfemiche, invariabili e prive di ogni forma di

modificazione; contengono solo morfemi liberi

■​ es. (cinese) tā bù mǎi shū → egli non comprare libro (lui non compra

il/i libro/i)

○​ lingue di tipo agglutinante (turco, swahili, quechua,nahuatl) = parole

polimorfemiche in cui ogni morfema reca una ed una sola informazione; facile

procedere ad una segmentazione morfologiche, parole relativamente lunghe

■​ es. (turco) el (mano) / el-ler (mani) → elden / ellerden (centra sempre

con le mani ma all’ablativo)

○​ lingue di tipo fusivo = parole polimorfemiche però alcuni morfemi veicolano

più significati amalgamati (amalgama morfematico) fra di loro e non

segmentabili

■​ es. (italiano) gatt-o = sia maschile sia singolare, inseparabili

■​ lingue introflessive (sottotipo, lingue semitiche) = chiamate così

perché in esse la flessione e la derivazione non avviene alla fine della

parola ma al suo interno con un meccanismo definito a pettine; morfi

discontinui, formati da suoni che non si conseguono ma che vengono

intervallati da altri morfemi

●​ es. m-l-k (possessione) = malaka (egli possedette) / malik (re,

padrone) ma plurale muluk → le vocali danno le informazioni

●​ es. stellen (mettere) = gestellt (morfo che indica participio

passato)

○​ lingue di tipo polisintetico e incorporanti = possono unire tanti morfemi per

formare una parola tanto che una parola può contenere l’intero significato di

una frase (predicazione); se nella stessa parola posso mettere sia verbo sia il

suo oggetto allora è incorporante

■​ es. (tiwi) pi-ti-wuliyondyi-rrurlimpirr-ani → essi sono soliti portare il

wallaby morto sulle spalle

●​ tipologia linguistica = come vengono realizzate certe funzioni linguistiche nelle lingue

del mondo, classificate a seconda delle sequenze strutturali per svolgere determinate

funzioni linguistiche

APPARTENENZA AI TIPI

●​ i tipi non sono lingue, ma astrazioni ideali

●​ alcune lingue si conformano profondamente ai tipi, altre non molto

○​ es. inglese prevalentemente isolante, ma con elementi agglutinanti e fusivi

○​ armeno ag

Dettagli
A.A. 2022-2023
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.stefanutti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia per lingue e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scala Andrea.