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LE PAROLE PRESE IN PRESTITO
Il lessico di ogni lingua è costituito da due strati principali, in relazione all'origine dei lessemi: - Origine endogena: strato ereditario È lo strato centrale del vocabolario, che appartiene alla lingua fin dalle sue origini. Ad esempio, l'italiano, il francese, lo spagnolo arrivano dal loro immediato antecedente che è il latino. Lo strato ereditario non è di solito intaccato dal fenomeno del prestito o della variazione. - Origine esogena: strato dei prestiti e dei calchi, ossia parole acquisite da altre lingue nella storia e che mostrano un minore o maggiore adattamento. La parola "computer" in italiano è perfettamente adattata, mentre ad esempio la parola "assassino" deriva dall'arabo "hašīšīya" (letteralmente: fumatore di hashish) ed è molto meno adattata, più opaca. Esistono vere e proprie catene di prestito, per cui un termine viaggia attraverso culture e comunità linguistiche.determinando passaggi multipli.
Due categorie di prestiti:
- Di necessità: quando in una comunità linguistica si verifica la necessità di trovare un'etichetta per un referente nuovo, si usa la lingua della cultura grazie alla quale si è venuto a conoscenza di quell'oggetto.
- Di lusso: entrano nella lingua nonostante ci sia già un doppione lessicale nella lingua d'origine; vengono comunque preferite dai parlanti parole nuove per una particolare sfumatura espressiva che hanno, spesso per aumentare il prestigio di ciò che designano.
I prestiti possono più o meno essere adattati alla fonetica e alla morfologia della lingua d'arrivo e quindi, molto spesso, usiamo delle parole che non sappiamo essere prestito perché hanno subito un'evoluzione in un adattamento radicale.
Ci sono però anche prestiti non adattati, come: mouse, samurai, sushi, kamikaze
Calchi: particolari forme di prestito, cioè parole create
con materialeo autoctono ricalcando però un modello straniero Grattacielo da skyscraper, fine settimana da weekend ecc… A volte ci sono però calchi parziali: terzo Reich deriva da Dritte ReichCOME SI DIFFONDE IL MUTAMENTO
- Ipotesi dei neogrammatici (scientificamente insostenibile) – secondo loro un mutamento fonetico si realizza contemporaneamente in tutte le parole che contengono il fono interessato. Perciò per loro il mutamento è istantaneo e privo di profondità cronologica. Questo non è possibile, perché il mutamente è graduale (teoria delle onde)
- Ipotesi della diffusione lessicale: il mutamento ha origine in un numero limitato di parole e poi si trasmette in modo graduale a tutte quelle parole che contengono i foni interessati. Un pioniere di questa teoria è l’americano Sturtevant, che afferma appunto che inizialmente i mutamenti fonetici sono irregolari, poi sempre più regolari. Per studiare i mutamenti
In forma standard, emerge una nuova variante, e perché essa abbia successo, deve essere accettata dalla comunità linguistica, spesso in virtù del suo prestigio. Una variante viene acquisita nei seguenti modi:
- per prestigio: variante usata dalla comunità più prestigiosa viene adottata dalle comunità meno prestigio
- di identificazione: i parlanti adottano le varianti proprie della comunità con cui intendono identificarsi
Il punto fondamentale è che i mutamenti e la loro acquisizione sono strettamente legati con la società.
CLASSE SOCIALE E INDENTITÀ DI GRUPPO – Labov a Martha’s Vineyard (1963)
Ora l’isola è strettamente turistica, prima era appena agli inizi. Labov vi si reca e nota che alcuni parlanti pronunciano /aj/ e /aw/ come /əj/ e /əw/. La parte interna della popolazione rimane più isolata rispetto al boom turistico, continua a coltivare e sente il turismo come un’invasione della
loro terra. La parte di popolazione più vicino al porto e quindi più a contatto col turismo inizia asfruttarlo a suo favore. Lebov nota che coloro che applicano il mutamento linguistico sopradetto, sono iparlanti sui 35-45 anni, che più hanno sofferto il declino economico dell'isola. Perciò questo mutamento fonetico è stato inconsciamente realizzato dai parlanti che più hanno sofferto il turismo, come una sorta di reazione linguistica nei confronti dei turisti che ogni anno si recano sull'isola, come per dimostrare la propria appartenenza alla comunità originaria e autoctona dell'isola. Perciò questi dittonghi centralizzati hanno una significatività sociale; un tratto fonetico innovativo con valore identitario e unificante.
IL RUOLO DELLE RETI SOCIALI – studi dei coniugi Milroy a Belfast (1978)
Loro hanno analizzato come due donne (Paula e Hannah) abitanti nello stesso quartiere di Belfast, entrambe casalinghe,
entrambe con lo stesso titolo di studi ed entrambe con mariti operai, abbiano comportamenti diversi in relazione ai mutamenti fonetici: in particolare in riferimento alla cancellazione di -v tra le vocali e alla percentuale di uso di /ᴧ/. La differenza tra loro, che fa sì che abbiano una diversa reazione al mutamento linguistico, è la loro rete sociale. Paula, che aveva una famiglia più numerosa, frequenta anche più attività (bowling, sports) ed è amica con i vicini di casa proprio grazie a queste attività. Hannah invece ha una connessione sociale molto più ristretta, sta sempre in casa. Perciò: - reti sociali dense e molteplici contribuiscono a rafforzare la pronuncia locale, sentita come distintiva del gruppo, non aderente alla norma - parlanti socialmente isolati subiscono invece l'effetto unificante dello standard. IL RUOLO DELLA FREQUENZA – l'approccio usage-based di Bybee () Lei sostiene che la grammatica siaIl riflesso dell'organizzazione cognitiva. Alcuni aspetti dell'esperienza linguistica, come la frequenza d'uso, possono avere un impatto sul cambiamento, che si può vedere in diversi modi. Il mutamento, quindi, colpisce prima le parole più frequenti e si diffonde in base a un criterio di selettività semantica.
IL MUTAMENTO MORFOLOGICO
Il mutamento morfologico riguarda i morfemi: unità minime di prima articolazione dotate di significato. Spesso il mutamento morfologico deve essere spiegato chiamando in causa concomitanti mutamenti di ordine fonologico e/o sintattico. Vi sono due principali meccanismi del mutamento morfologico:
- Analogia:
- Fare una forma sul modello di un'altra
- Processo tipico del mutamento morfologico che fa sì che forme irregolari o asimmetriche si conformino a un modello regolare o simmetrico
- Opera sporadicamente per rimodellare forme incoerenti rispetto al sistema
- Motivazione alla base dell'analogia:
motivazione cognitiva: forme irregolari vengono eliminate dai parlanti per ridurre il carico cognitivo della memoria. La forza dell'analogia sta proprio nella regolarità che impone alla lingua.
Due tipi di analogia:
- Proporzionale - una singola forma viene omologata ad un modello preesistente. Si estende e generalizza un modello di relazione morfologica fra date forme ad un'altra che in origine non lo prevedeva (a:a' = b:x > x=b'). La forma più comune, più frequente e più semplice serve come modello per le forme più complesse (in inglese prima vi erano diversi tipi di plurale: book > beech; cu > cyna (mucca-mucche), pen > pens. Poi si è tutto semplicizzato nell'aggiunta della -s).
- Non proporzionale/ livellamento dei paradigmi - omologazione di una serie di forme all'interno di un paradigma. Elimina parzialmente o totalmente le alternanze allomorfiche nella flessione. Esempio: paradigma del verbo