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HIV
o Ascesso vicino al capezzolo
o
Farmaci ed allattamento
La maggior parte dei farmaci passano in piccola quantità e pochi hanno effetti sul bambino. Nella maggior
parte dei casi, interrompere l’allattamento può essere più pericoloso del farmaco.
I farmaci che vengono più facilmente secreti nel latte sono:
- Non-ionizzanti
- Nonprotein bound
- Basso peso molecolare
- Liposolubili
- Basi deboli
I farmaci controindicati nell’allattamento sono:
- Amiodarone
- Sali d’oro
- Litio: monitorare il livello di litio nel sangue del bambino
- Cloramfenicolo: soppressione midollare
- Ergotamina: vomito e diarrea
- Somministrazioni croniche di tetracicline
- Doxorubicina: soppressione immunitaria
Antibiotici compatibili:
- Penicilline
- Cefalosporina
- Macrolidi
- Amminoglicosidi
- Disinfettanti vie urinarie
Il mezzo di contrasto può essere somministrato in allattamento. La maggior parte degli analgesici è sicura.
Per gli anticoagulanti, è importante usare l’eparina per la profilassi della tromboembolia. Anche gli
psicofarmaci non sono controindicati in maniera assoluta ma è richiesto un monitoraggio del bambino. Per la
contraccezione, si possono usare pillole con progesterone, in quanto quelle con componente estrogenica
andrebbero ad inibire la lattazione.
Farmaci sicuri a dosaggi abituali: analgesici ed antipiretici, antibiotici, tubercolostatici, leprostatici,
antimalarici, antielmintici, antimicotici, broncodilatatori, corticosteroidi, antistaminici, antiacidi,
antidiabetici, maggior parte degli antipertensivi, digossina, supplementi nutrizionali.
Condizioni materne durante le quali l’allattamento può continuare nonostante preoccupazioni:
- Ascesso mammario
- Epatite B e C
- Mastite: se l’allattamento è molto doloroso, il latte deve essere spremuto per alleviare il dolore ed
evitare che la condizione peggiori
- Tubercolosi
I 10 passi (per un allattamento soddisfacente ed efficace)
1. Politiche ospedaliere.
2. Competenze del personale.
3. Informazione/cure nel periodo prenatale.
4. Contatto pelle a pelle. Questo passo è fondamentale per l’avvio dell’allattamento e il benessere di
mamma e bambino. Il contatto pelle a pelle:
- Calma madre e neonato,
- Aiuta la stabilizzazione respiratoria e cardiaca del neonato,
- Aiuta l’adattamento metabolico e la stabilizzazione della glicemia del neonato,
- Favorisce la colonizzazione intestinale del neonato coi germi saprofiti e anticorpi,
- Riduce il pianto, lo stress e il consumo di energia,
- Favorisce il vincolo con la madre,
- Consente al neonato di trovare il seno e attaccarsi da solo aumentando la probabilità di una
suzione efficace
5. Sostegno all’allattamento. I segnali di introduzione sufficiente/insufficiente sono: diuresi, feci,
peso, aspetto.
6. Allattamento esclusivo.
7. Stare insieme fin dalla nascita.
8. Alimentazione responsiva. Mediamente le poppate sono ogni 1-3 ore (8-12 nelle 24h) nei primi 3-7
gg. Le poppate notturne sono importanti per: stimolazione, assunzione e blocco ovulatorio.
9. Gestione di biberon, tettarelle e ciucci.
10. Continuità della cura e del sostegno.
Si raccomanda l’allattamento esclusivo fino ai sei mesi compiuti. Dopo l’introduzione di alimenti
complementari, si raccomanda di proseguire l’allattamento fino ai 2 anni e oltre a seconda del caso.
Endometriosi
È una patologia che colpisce circa 3 milioni di donne in Italia. Ha un grande impatto sintomatologico,
lavorativo, familiare, relazionale e spesso determina difficoltà nel concepimento.
È caratterizzata dalla presenza di ghiandole endometriali e stroma endometriale al di fuori della cavità
uterina: tessuto ectopico che infiltra e prolifera su aree extrauterine.
Veniva distinta in endometriosi interna o adenomiosi, che colpisce all’interno del miometrio ed esterna o
ectopica, che è al di fuori dell’utero. Oggi non si differenzia più, si parla di adenomiosi quando le ghiandole
si riscontrano all’interno del miometrio e endometriosi quando è all’esterno.
È una patologia dell’epoca fertile, infiammatoria, cronica, multisistemica, estrogeno dipendente, con
spiccata tendenza a recidivare. C'è una suscettibilità genetica.
Affligge circa il 10% di tutte le donne in epoca produttiva. 11% di donne asintomatiche che si sottopongono
a laparo per altri motivi. 50% di adolescenti con dolori pelvici cronici (non dismenorrea).
Ci sono dei fattori di rischio.
- Probabili
- Basso peso alla nascita
- Anomalie mulleriane, soprattutto forme ostruttive
- Nulliparità
- Possibili
- Sensibilità al sole, il fenotipo classico è una ragazza bionda, occhi chiari con lentiggini
- Presenza di nevi o lentiggini (associazione tra endometriosi e melanoma)
Dal punto di vista dei risk factors ambientali c’è molta poca evidenza.
C'è un grande ritardo diagnostico (7 anni) sia perché la malattia e i sintomi riferiti vengono molto
sottovalutati sia perché a volte i sintomi sono molto aspecifici e per fare diagnosi bisognerebbe fare una
biopsia.
La patologia si presenta con aspetti molto variegati e in zone differenti:
- Localizzata. Spots bianchi molto difficili da vedere se non esperti
- Più estesa ed aggressiva perché porta ad aderenze tra gli organi che comportano dolore ed infertilità
meccanica. Chiazze rosse o chocolate cyst per via del liquido scuro, formato da sangue coagulato.
- Può localizzarsi a livello vescicale, ombelicale, di ferite chirurgiche, legamenti uterosacrali, scavo di
Douglas, ovaio e plica vescicouterina
Sono tutte aree o posteriori all’utero o più declivi. Può localizzarsi anche a livello diaframmatico, sopra la
glissoniana epatica.
Teoria di Sampson del 1929: durante il flusso mestruale piccole parti di tessuto endometriale si
muoverebbero in senso inverso nelle tube per impiantarsi al di fuori della cavità uterina, aderendo al
peritoneo da dove possono invadere il tessuto.
- Teoria della metaplasia celomatica: peritoneo secondo fenomeni di metaplasia, sotto stimolo
ormonale ed influenze genetiche, si possa differenziare in tessuto endometriale.
- Teoria dei progenitori delle cellule endometriali (mesenchimali)
- Teoria dei progenitori muelleriani presenti fin dalla nascita e che per vari motivi possono
differenziarsi in cellule endometriosiche.
Sintomi patognomotici
- Dismenorrea
- Dolore pelvico
- Dispareunia: duranti i rapporti possono essere sollecitati e provocare dolore
Patogenesi
Il 90% delle donne affette abbiano un flusso mestruale retrogado (utero –> tube). Un fattore che può portare
allo sviluppo della malattia è la scarsa capacità di clearing dei residui refluiti e l’espressione di diverse
molecole che portano a adesione, angiogenesi, neuroangiogenesi determinando l’impianto di cellule
endometriali. Attraverso lo stimolo ormonale, fattori immunologici correlati e fattori di crescita, si arriva al
mantenimento della patologia.
Attori sono anche le cellule NK, i macrofagi, e gli ormoni: da un lato c’è aumento estrogenico e una
resistenza al progesterone, dall’altro c’è un’alterata clearance infiammatoria di fronte a tutti questi eventi.
Viene dimostrata dall’associazione tra endometriosi e linfoma di Hodgking o celiachia.
C'è l’over-expression di Bcl-2 (diminuita apoptosi), citochine e chemochine (eccessiva produzione, che
determinano dolore pelvico e auto-manutenzione del quadro fibotico).
La capacità delle cellule endometriali di aderire ed invadere gli altri tessuti è dovuta ad un’up-regolazione di
MMP, che ne determina un ancoraggio da proteggerle dalla clearance del SI e determina l’impianto delle
cellule. Segue la neuroangiogenesi (VEGF, IL-6, IL-8), che giustificano la permanenza in sede del focolaio
endometriosico e il dolore pelvico.
Il dolore può essere:
- Acuto, da pressione nodulare
- Neuropatico, dall’interessamento di fibre nervose per crescita in sede del tessuto nodulare. Può
permanere dopo l’eliminazione della causa perché si crea memoria che necessita tempo
- Cronico, dolore che dura più di sei mesi
- Viscerale, legato all’evacuazione o minzione
- Psicologico, la contrazione e l’irrigidimento per paura di sentire dolore possono portare a trauma
Hallmarks molecolari
- Componente genetica. FN1 (componente tipica, endometrioma), HOXA10 (embriogenesi e
impianto embrionario), ANRIL (associato a melanoma), WNT4 (embriogenesi, dotti muelleriani)
- Infiammazione
- Dipendenza estrogenica
- Resistenza progestinica
- Incrementata attività della aromatasi. Sviluppo di estrogeni e fattori di crescita, infertilità
L'endometriosi può determinare infertilità:
- Stadio I e II. Piccole localizzazioni endometriali che danno lievi alterazioni strutturali. Componente
infiammatoria che dà alterazioni biologiche non c’è ostacolo meccanico
- Stadio III e IV. Accompagnati da cisti ovariche ed endometriomi, l’infertilità è data dalla
componente infiammatoria alla quale si aggiungono alterazioni distorsive strutturali. Il liquido negli
endometriomi contiene delle sostanze bianche che hanno un effetto tossico sulle cellule presenti
creando dei danni.
La tecnica stripping è oggi considerata il gold standard chirurgico: prevede l’individuazione ottimale del
piano di clivaggio tra cisti e parenchima per la corretta escissione dell’endometrioma.
La cisti endometriosica crea un danno chimico perché non esiste una netta separazione tra cisti e
parenchima ovarico, ma soltanto una pseudocapsula. Il sangue coagulato presente a livello della cisti permea
la pseudocapsula, portando con sé ROS e radicali di ferro. Il contenuto ematico della cisti è tossico per la
riserva ovarica.
Modalità di preservazione della fertilità
- Criopreservazione. Dopo stimolazione ovarica di due settimane si ‘pick-uppano’ in modalità eco
guidata gli ovociti. Si fa per una donna che deve subire RT o CT, per endometriosi o SM o per
patologie che possono avere un impatto gonadotossico.
- Congelamento di tessuto ovarico. Si preleva un pezzettino di corticale ovarica, si divide e lo si
congela. Non si fa stimolazione. Può essere reimpiantato. Il prelievo serve per l’aspetto produttivo e
funzionale.
Diagnosi
- Anamnesi.
- Visita ginecologica. Ricerca delle zone dove più frequentemente si localizza.
- Eco transvaginale. Caratteristiche del liquido dell’endometrioma, fissità di alcuni organi
- Conferma istologica
All'eco si vede un’area di contenuto denso, ben demarcato e capsulato. Oggi si potrebbe