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I SISTEMI BASATI SUL SOGGETTO
Il dare peso al ruolo indipendentemente da chi lo ricopre ed il non considerare l'individuo, se
era infatti un principio accettabile negli anni passati, stà divenendo sempre meno adatto a
contesti lavorativi caratterizzati da flessibilità dei ruoli e dalla ricerca dell'innovazione.
Per queste ragioni dagli anni '90 in poi vi è stata la diffusione di modelli di valutazione delle
posizioni basati sul soggetto. Il punto centrale di tali modelli è che se si vuole classificare ed
apprezzare in termini economici il lavoro, non è possibile prendere in considerazione la sola
mansione. Bensì, tali sistemi suggeriscono di considerare e valorizzare ciò che l'individuo sa
fare (le competenze espresse) o potrebbe fare (il potenziale).
I sistemi basati sul soggetto possono essere applicati in maniera integrativa
rispetto ai sistemi classici. In tale caso se la parte fissa della retribuzione
continua ad essere calcolata per tramite della pesatura della posizione e del
successivo ancoraggio al mercato del lavoro, la retribuzione variabile relativa ai
bonus ed agli incentivi, viene invece legata al raggiungimento di determinati
livelli di competenza. In altri casi, invece i sistemi basati sul soggetto divengono i
soli sistemi di valutazione in essere, soppiantando in toto i sistemi basati
sull'oggetto. → La valutazione delle prestazioni
Il sistema di valutazione delle prestazioni correla tre variabili:
1. I risultati prodotti da un titolare di posizione organizzativa.
2. I contributi richiesti.
3. Le ricompense.
La relazione tra queste dimensioni è complessa e richiede una serie di assunti sia in
relazione al rapporto tra contributi e posizione (identificazione della natura dei contributi
richiesti per raggiungere i risultati della posizione) sia al rapporto tra contributi e ricompense
(chiarificazione della relazione che esiste tra ricompensa ed effort)
Valutazione del ruolo formale del soggetto che ricopre il ruolo e come la persona mette le
proprie competenze per ricoprire il ruolo e che aveva dimostrato di avere, e si osserva i
risultati che raggiunge. Il modo in cui le prestazioni in cui vengono valutate dipende dal tipo
di organizzazione. Sindacati, rappresentanti delle risorse umane, azionisti e pressioni di
mercato portano a determinare le forme di compensation.
La valutazione delle prestazioni
Origini ed evoluzione
Il dibattito sulla finalità che il sistema deve perseguire vede contrapporsi due posizioni:
● I sostenitori del ruolo “hard”, che spingono per un collegamento marcato a obiettivi
aziendali misurabili e alla retribuzione individuale.
● I sostenitori di un ruolo “soft”, che considerano la valutazione uno strumento fondamentale
per lo sviluppo del personale in funzione di performance future.
Esiste inoltre un filone critico che interpreta la valutazione delle prestazioni come uno degli
strumenti più sofisticati e sviluppati con il solo fine di esercitare e mantenere il controllo
sui/lle lavoratori/trici ed estorcere il loro commitment.
Obiettivi del sistema
● Fini ultimi frequenti: supporto alla formazione e allo sviluppo del personale; esercizio del
controllo e della disciplina; creazione di nuovi sistemi basati sulle competenze; raccolta
sistematica di database contenenti informazioni sul personale.
●Ambiti di valutazione ricorrenti: diligenza (es. affidabilità, presenza, effort, attenzione);
cooperazione; iniziativa (es. disponibilità ad agire in maniera indipendente); skill e
conoscenza del contenuto del lavoro (es. possesso e applicazione, disponibilità ad
apprendere e migliorare)
I possibili oggetti della valutazione sono tre:
1) Il risultato è riferito a un arco temporale predeterminato, collegato alla responsabilità
della posizione e misurabile in termini di conseguimento.
2) Il comportamento è la concreta modalità di lavoro messa in atto dal valutato.
3) La competenza è una dimensione che racchiude in sé capacità, conoscenze ed
esperienze, ma che risulta verificabile attraverso l'osservazione di specifici
comportamenti.
I risultati (es. numero pezzi prodotti o valore economico degli ordini assicurati) sono più
“oggettivi” e facilmente misurabili, ma meno utili all'individuazione dei problemi.
Contenuti della scheda; ● Parametri di misura e standard di accettabilità. ● Comportamenti
organizzativi. ● Risultati conseguiti. ● Valutazione di sintesi. ● Considerazioni esplicative del
valutatore. ● Considerazioni e aspettative del valutato. ● Implicazioni gestionali a breve
(carriera, sviluppo, ecc.)
I metodi di valutazione: Sono molteplici e legati alla natura del sistema di valutazione delle
prestazioni. Esempi: http://cdn.yourarticlelibrary.com/wp-
content/uploads/2016/01/clip_image004-33.jpg
http://www.legnano.org/get_content/getfile_dmr.cfm?id=762
La scala di giudizio grafica è lo strumento di valutazione più semplice; il valutatore è
chiamato a esprimere un giudizio su ogni singola dimensione del valutato o della sua
prestazione, in base ad una scala qualitativa alla quale sono associati punteggi numerici. Il
limite principale di questo strumento è la scarsa chiarezza, in quanto sia le dimensioni di
valutazione sia i livelli di giudizio non ricevono una chiara esplicitazione. Inoltre valutatori
diversi possono riferirsi a standard diversi.
Le scale di giudizio ancorate ai comportamenti utilizzano comportamenti concreti per diversi
livelli di prestazione su ciascuna dimensione di valutazione, così da esplicitare, in termini di
comportamenti osservabili, sia la dimensione valutata sia i livelli di prestazione.
Esempio:
https://www.researchgate.net/profile/Harrison_Kell/publication/318146611/figure/fig1/AS:532
724144238592@1504022741108/Example-behaviorally-anchored-rating-scale-after-Smith-
Kendall-1963_W640.jpg
La costruzione di queste scale richiede una complessa e lunga analisi organizzativa poiché
implica il coinvolgimento dei valutatori (e potenzialmente anche dei valutati). Tuttavia questi
strumenti trovano un'elevata accettazione da parte degli utilizzatori e questo ne accresce
l'efficacia in termini organizzativi.
Gli strumenti presentati non valorizzano appieno l'importanza di considerare elementi
fattuali, in quanto i comportamenti associati alle scale non sono che pochi esempi possibili,
per quanto tipici o rappresentativi, della molteplicità dei comportamenti che il valutato può
avere messo in atto concretamente.
I metodi narrativi rispondono a questa limitazione: il giudizio non è strutturato in una scala,
ma è invece dedotto dai commenti e dalle relazioni scritte, in forma libera, che il valutatore
accumula nel corso del periodo di valutazione. Con la tecnica dell'incidente critico, ad
esempio, si chiede al valutatore di registrare in forma scritta gli episodi particolarmente
positivi e negativi che caratterizzano nel tempo la prestazione dei singoli dipendenti. Gli
episodi sono associati solitamente a dimensioni rilevanti individuate precedentemente.
Un ostacolo di fondo deriva dalla generalizzata resistenza da parte dei valutatori a dare dei
feedback e delle valutazioni negative per evitare il conflitto e le situazioni di contrapposizione
difficili da motivare e sostenere.
Tra i fattori di distorsione vi sono: effetto alone (prevalere di un unico fattore di valutazione;
standardizzazione); appiattimento (attribuzione di un valore “medio” a tutti); generosità
(timore di danneggiare); durezza (intento punitivo); influenza dei pregiudizi; influenza della
mansione; influenza dei giudizi precedenti (vedi colloqui di selezione).
Valutazione in pratica
Un ampio insieme di letteratura, proveniente dai cosiddetti practice-based studies (Nicolini et
al., 2003, Corradi et al., 2010), mostra come la valutazione delle performance individuali
avvenga in maniera continuativa e informalmente. Le performance, infatti, non sono valutate
solo dalle HR a cadenze periodiche, ma sono valutate in maniera continuativa anche da
colleghi e superiori. In questo caso, alle schede e alle interviste formali subentrano gli
“affiancamenti” e le osservazioni dirette condotte da pari e responsabili
Nell'articolo di Handley e colleghi (2006) si segue la formazione e l'inserimento di alcuni
apprendisti di una società di consulenza, mostrando “le prove” progressive che questi
dovevano svolgere prima di essere valutati come maturi professionalmente:
● Attività di back-office in cui si analizzano dati finanziari forniti dai clienti assieme a colleghi
senior; ● Prendere parte a meeting di minore importanza senza parlare, osservando le
interazioni tra colleghi e clienti; ● Gestire in prima persona questi meeting “minori”.
La valutazione da parte dei colleghi riguarda non solo il raggiungimento dei risultati, ma
anche aspetti come l'abbigliamento, il tono della voce, la gestualità, la capacità di entrare in
empatia con il cliente.
Analogamente, nell'articolo “Omega's story: the heterogeneous engineering of a gendered
professional self” (Bruni, Gherardi, 2001)” si illustra il percorso di inserimento di una giovane
consulente organizzativa all'interno di un'organizzazione composta quasi esclusivamente da
uomini. Questa riesce ad inserirsi positivamente sul luogo di lavoro perché mette in atto una
performance composta dalle seguenti attività: ● Vestire con abiti simili a quelli dei propri
colleghi uomini; ● Utilizzare, dopo una recalcitranza iniziale, la valigetta 24 ore fornita dalla
compagnia; ● Fumare assieme ai colleghi; ● Fare battute a sfondo sessuale.
Da un punto di vista practice-based la valutazione delle perfomance lavorative tocca le
seguenti dimensioni: ● Capacità di vestirsi e usare il corpo in maniere ritenute adatte da
colleghi e superiori; ● Capacità di usare il lessico specialistico in maniera ritenuta
competente dalla propria comunità professionale; ● Capacità di utilizzare il senso
dell'umorismo tipico della propria comunità professionale; ● Capacità di utilizzare gli oggetti
e gli spazi lavorativi in maniera simile a quanto fanno i colleghi più esperti; ● Capacità di
creare prodotti e servizi ritenuti esteticamente “belli” da colleghi e superiori.
SISTEMI MISTI
Adottano contemporaneamente la prospettiva oggettiva e quella soggettiva. Sono sistemi
che, più che classificare, vengono utilizzati per riconoscere sia la dimensione soggettiva che
quella oggettiva nella retribuzione.
L'altra faccia della medaglia: critical management studies Lezione 11-12
LE TEORIE MAINSTREAM
Le teorie dominanti nella HRM tendono a presentarsi come neutre, razionali e (se applicate)
ottimali per tutti. Sono studi empirici di ricerca, che fondano la propria base teorica