Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 37
Geriatria Pag. 1 Geriatria Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 37.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geriatria Pag. 36
1 su 37
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

INTELLETTUALE

con risposte vaghe approssimative è sicuro

(“non so”) di sé

A breve o a lungo termine PERDITA DI MEMORIA Molto deteriorata quella

recente

Compromissione della SINTOMO ASSOCIATO Deterioramento

concentrazione dell’orientamento

Scarsa AUTO-PERCEZIONE Normale

Il paziente o i familiari ANAMNESI FAMILIARE Usuale anamnesi di

demenza

possono avere

anamnesi psichiatrica

�� Depressione nell’anziano:

La depressione nell’anziano è:

• Comune e trattabile

• Sottodiagnosticata e sottotrattata

• Ad elevato tasso di ricadute

• Ad elevato tasso di cronicizzazione

• Ad elevato rischio suicidario

• Peggiora la prognosi delle malattie somatiche

• Non è una risposta normale alla vecchiaia

I fattori che favoriscono l’insorgenza di una condizione depressiva nell’anziano:

solitudine, insonnia, patologie croniche,stato socioeconomico ed abitativo,

disabilità/non autosufficienza, consapevolezza di non avere “futuro”.

L’anziano è la gestione delle perdite:

• Perdita del ruolo sociale ed economico: pensionamento, esclusione da ruoli

significativi “gli ex”, cessazione di attività remunerate e gratificanti

• Perdita della salute e dell’autosufficienza: invecchiamento fisiologico, patologie

acute e/o corniche Perdita da lutto: vedovanza, perdita di persone care

(familiari, amici)

• Perdita del rapporto col contesto sociale: veloci cambiamenti sociali e

produttivi, mancanza di strumenti

• culturali adeguati, inadeguatezza deisistemi assistenziali

Varietà cliniche della depressione dell’anziano:

• Forma agitata: irrequietezza, ansia, muoversi continuamente, aggressività

• Forma ipocondriaca: lamentele continue di sintomi di scarso rilievo

• Forma ritardata: rallentamento psicomotorio, eloquio lento, movimenti

rallentati, profonda stanchezza

• Forma apatica: senza di iniziative, isolamento, disinteresse per il circostante

L’ansia è un componente fondamentale della depressione dell’anziano ed è

presente sia nella depressione agitata sia in quella apatica.

-

��Perché la polifarmacoterapia rischia di creare problemi nell’anziano:

L’anziano ha un rischio maggiore di ADR (reazioni avverse avi farmaci)

perché: fragilità, politerapie, comorbidità, reazioni avverse, cascata

prescrizioni.

Nell’anziano avvengono progressivi

cambiamenti età

correlati di farmacocinetica e

farmacodinamica che

alterano in modo significativo l'effetto del

trattamento

farmacologico.

La polipatologia ha come conseguenza quasi

inevitabile

correlato l’uso e l’abuso di vari farmaci.

• Dopo i 65 anni il consumo di farmaci triplica e si

nota che gli anziani in media assumono 3

farmaci al giorno, chi è nelle case di risposo da

6-8 farmaci al giorno.

Poliprescrizioni: frequente impiego scorretto dei farmaci nel 40% dei casi.

Ed ovviamente all’aumentare del numero di farmaci assunti aumenta

proporzionalmente il rischio di reazioni avverse.

Prevenire la cascata delle prescrizioni:

• Iniziare un trattamento con un nuovo farmaco a bassi dosaggi e adattare la

dose per ridurre il rischio di ADR

• Considerare la possibilità che nuovi sintomi possano essere causati da ADR, in

particolare, ma non esclusivamente, se si è iniziato recentemente un nuovo

trattamento farmacologico o è stato modificato il dosaggio

• Fornire ai pazienti informazioni su

possibili ADR e

cosa fare quando si verificano reazioni

avverse

• La decisione di prescrivere un secondo

farmaco per

contrastare una ADR da un primo farmaco deve

avvenire solo dopo un attento esame, e quando i

vantaggi di continuare la terapia con il primo

farmaco superano i rischi di ADR dal secondo

medicinale.

Per ridurre rischio:

• Obiettivo primario = qualità della vita (non sempre ottenibile

solo con farmaci) Stabilire priorità, valutando l’effetto della

terapia sulle patologie associate

• Scegliere farmacisicuramente efficaci

• Valutare il rischio di interferenze farmacologiche

• Ridurre al minimo indispensabile il n° dei farmaci

• Saggiare la risposta con dosaggio minimo iniziale

• Valutare la risposta in steady state (dosaggi ematici)

• Ricordare l’atipia della presentazione delle ADR nell’anziano

• Evitare comportamenti potenzianti l’azione farmacologica

• Considerare come possibile ADR qualsiasi modificazione del decorso insorta

dopo l’inizio della terapia

�� Fattori di rischio per trombosi:

La TVP (trombosi venosa profonda) consiste nella formazione di coaguli di sangue

(trombi) all’interno delle vene profonde, in genere delle gambe o pelvi, possono

formarsi coaguli anche nelle vene superficiali, trombosi venosa superficiale ma

solitamente sono di piccolo calibro e non diventano emboli.

I coaguli di sangue possono formarsi nelle vene se la vena è lesa, in presenza di una

patologia o di un elemento che rallenti il ritorno di sangue al cuore. Queste

formazioni possono provocare gonfiore agli arti superiori o inferiori.

Il coagulo può staccarsi e raggiungere i polmoni, provocando la cosiddetta

embolia polmonare. La trombosi venosa profonda si rileva con eco-Doppler e

sulla base degli esiti delle analisi del sangue.

Per prevenire l’ingrossamento dei coaguli e l’embolia polmonare,si somministrano

farmaci anticoagulanti. Le cause possono esser:

• Trauma a carico del rivestimento venoso

• Aumentata tendenza alla coagulazione sanguigna: es. nella popolazione

anziana, la disidratazione causa un’accelerazione del processo coagulativo e

può pertanto contribuire allo sviluppo di trombosi venosa profonda.

• Rallentamento del flusso ematico: Durante prolungati periodi di riposo a letto e in

altre occasioni in cui gli arti inferiori non svolgono la normale attività motoria

(come dopo un infortunio o ictus), il flusso ematico rallenta, perché i muscoli

del polpaccio non si contraggono e non spingono il sangue verso il cuore. La

trombosi venosa profonda può svilupparsi, per esempio, nei soggetti colpiti da

attacco cardiaco o da altre gravi malattie (come insufficienza cardiaca,

broncopneumopatia ostruttiva cronica [BPCO] o ictus) che trascorrono a letto

una degenza ospedaliera di molti giorni senza muovere a sufficienza le gambe

o nei soggetti in cui le gambe o la parte inferiore del corpo sia paralizzata

(paraplegici).

Complicanze:

Embolia polmonare, insufficienza venosa cronica (provoca gonfiore e fastidio cronico),

carenza di afflusso di sangue (ischemia) all’arto inferiore con conseguente edema

massivo e dolore.

Prevenire la TVP:

Prevenzione dell’immobilità, farmaci anticoagulanti, dispositivi di compressione pneumatica

intermittente

SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE: Complesso di alterazioni multi-sistemiche

conseguente ad una condizione di ridotta o assente capacità nel compiere

movimenti, ad insorgenza acuta o cronicamente progressiva. In particolare, si parla

di immobilità quando l’anziano presenta difficoltà o incapacità nello svolgere le

attività della vita quotidiana che richiedono lo spostamento nell’ambiente ed

indispensabili per la vita autonoma: salire o scendere le scale camminare

autonomamente passaggi posturali cambi di decubito

Le cause sono:

• Fattori biologici: malattie muscolo scheletriche (fratture, artrosi, malattie

neurologiche (Parkinson, esisti ictus), malattie cardiovascolari (scompenso, IMA),

malattie polmonari (BPCO). Fattori psicologici: depressione timore di cadute;

perdita dell’abitudine al movimento. Fattorisocio-ambientali: inadeguatezza

alsupporto sociale immobilizzazione forzata a letto, contenzione, barriere

architettoniche, assenza di ausili per il movimento.

�� Classificazione ipoglicemia, segni e sintomi:

Classificazione:

Ipoglicemia asintomatica Ipoglicemia Ipoglicemia grave

lieve/moderata

Riscontro di valori di Riscontro di valori di Riscontro di valori di

glicemia inferiori alla glicemia inferiori alla glicemia inferiori alla

norma (<60 mg/dI) in norma con segni e norma con imponente

assenza di sintomi. sintomi caratteristici, e sintomatologia (fino al

con capacità del paziente coma e alla morte), e

di correggere l'ipoglicemia necessità di intervento di

da sé medesimo. altre persone.

Trattamento:

• Da asintomatica a moderata: 20-25 g di saccarosio in acqua, da ripetere

eventualmente dopo 10-15 min Grave: Soluzione glucosata 33% o 50% e.v.

(rapidamente, in quantità pari a 20-25 g di glucosio) e poi a velocità variabile,

sufficiente a mantenere la glicemia sopra 100 mg/dl e/o 1 mg di glucagone i.m.

Segni e sintomi: sudorazione, tremore, senso di freddo o brividi, senso di fame,

batticuore, ansia, irritabilità, confusione mentale, difficoltà a parlare, vista

annebbiata, capogiro o mal di testa.

DOMANDE POSSIBILI GERIATRIA

1) CLASSIFICAZIONE OMS ANZIANI

Gli anziani, secondo l’OMS, vengono classificati in:

- GIOVANI VECCHI (65-74 anni);

- VECCHI (75-90 anni);

- GRANDI VECCHI (> 90 anni).

2) DIFFERENZA TRA GIOVANI E ANZIANI

GIOVANI patologia singola, vista e udito integri, “Problem Solving” intatto, stile di

vita attivo, no scompenso organo sistemico, buone possibilità di recupero e buona

tolleranza ai farmaci ANZIANI pluripatologia, vista e udito compromessi,

“Problem Solving” compromesso, stile di vita sedentario, scompenso organo

sistemico (cuore, polmoni e cervello), scarse possibilità di recupero e scarsa

tolleranza ai farmaci.

3) QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA SENESCENZA?

Le caratteristiche della senescenza sono: > variabilità interindividuale, ritardata

risposta agli stimoli, < capacità di recupero, > sensibilità allo stress, < capacità

riproduttiva, > tasso di more e alterazione nei meccanismi di regolazione del

controllo cellulare.

4) DIFFERENZA TRA FRAGILITÀ E DISABILITÀ

FRAGILITÀ stato biologico dipendente dall’età caratterizzato da una minor

resistenza allo stress secondario cumulativo di più sistemi biologici. Quest’ ultimo è

correlato a disabilità, mortalità e rischio di istituzionalizzazione. Le cause che

portano un anziano ad essere considerato “FRAGILE” sono pluripatologia, declino

ritmo sonno-veglia e delle funzioni psico-fisiche e polifarmacoterapia.

La fragilità è

Dettagli
A.A. 2025-2026
37 pagine
SSD Scienze mediche MED/09 Medicina interna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofwithellamas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geriatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bertozzi Irene.