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(EN)
considerano primario l’effetto terapeutico di nutrizioni enterali sia elementari che polimeriche.
Il meccanismo d’azione terapeutico della nutrizione enterale non è ancora chiaro, ma sembra implicare il riassetto
della flora batterica.
per una nutrizione enterale nella Rettocolite Ulcerosa:
INDICAZIONI
calorie: 35 Kcal/kg/die
proteine: 1.5 g/kg/die
NUTRIZIONE PARENTERALE
Non esistono evidenze che la nutrizione parenterale rappresenti una terapia primaria nelle IBD.
Il suo utilizzo è giustificato solo quando l’alimentazione gastrointestinale sia controindicata (stenosi, occlusione,
o problematica. Il catetere venoso centrale è un dispositivo non privo di rischi.
perforazione) (CVC)
La nutrizione parenterale è indicata nel periodo perichirurgico.
Integrazione vitaminica
vitamina D: 1500 mg/die per pazienti in terapia cortisonica si raccomanda un supplemento di 800 mg/die
folati: 15 mg/die (sembra ridurre il rischio di trasformazione neoplastica)
PUFA (sembra protrarre il mantenimento della remissione di malattia)
Nutrizione per le IBD Nell’infanzia
Dal 20% al 35% dei bambini con CD e il 5-10% di quelli con UC hanno un deficit dello sviluppo.
Spesso questa condizione può precedere l’esordio clinico della malattia; I fattori responsabili sono una dieta
insufficiente che causa malnutrizione e dunque un deficit di somatomedina C.
Aumentando la quantità di calorie e integrando con nutrizione enterale, riassestano il ritmo della crescita.
La nutrizione parenterale va considerata solo quando le prime due strategie hanno fallito.
Prevenire la perdita di peso e la malnutrizione
Preservare la massa magra
Controllare la massa ossea prevedendone una perdita
Promuovere una valida integrazione vitaminica
Promuovere la crescita e lo sviluppo corretto negli infanti affetti da IBD
Collaborare alla gestione multidisciplinare dei pazienti con IBD (insieme a Gastroenterologo, Reumatologo, Chirurgo,
Dermatologo, Psicologo clinico) DIETOTERAPIA NELLE EPATOPATIE
NAFLD
NASH
epatite acuta
epatite cronica
cirrosi epatica compensata
cirrosi epatica scompensata
NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease)
Accumulo di bolle di grasso nel fegato, dovuto ad un accumulo nel tempo di zuccheri, che si trasformano in
trigliceridi, o di grassi nel sangue. Si tratta del classico paziente metabolico che può avere
(colesterolo e trigliceridi)
problematiche a livello glicemico o dislipidemico.
Il corpo, si difende da questa situazione, e fa sì che queste sostanze metaboliche in eccesso non rimangano troppo
alte nel sangue, compattandole e riponendole nel fegato .
(organo di stock)
Nel 25% dei casi accompagnata da processi infiammatori con rottura dell’epatocita e conseguente produzione di
transaminasi e successiva formazione di tessuto
(GOT, GPT, gamma GT: prodotto di rottura delle cellule del fegato)
cicatriziale, si parla allora di steatoepatite non alcolica .
(NASH)
Nella maggior parte dei casi è una patologia reversibile e risolvibile con la dieta.
Principali cause
o Aumentata lipolisi e maggior flusso di acidi grassi non esterificati al fegato
(FFA)
caffeina, teofillina
ormoni (catecolamine, cortisone)
diabete
digiuno prolungato
dieta iperlipidica
farmaci (cortisonici, amiodarone, tetracicline…)
o Aumentata sintesi
obesità
alcool
o Cause particolari
dieta carente di AGE, NPT
anoressia
gravidanza
la problematica fondamentale correlate alla steatoepatite non alcolica è la sindrome emtabolica.
NASH (Non Alcoholic steatohepatitis)
Diffusa infiltrazione grassa ed infiammazione del fegato.
Nel 15-20% dei pazienti può progredire a malattia epatica avanzata.
Riconosciuta come la componente epatica della Sindrome Metabolica caratterizzata da: obesità addominale,
insulino-resistenza con o senza iperglicemia , dislipidemia e ipertensione.
(spesso associata a Diabete Mellito di tipo2)
Linee Guida ATP III NCEP
- Cambiamento dello stile di vita
modifica delle abitudini alimentari: dieta bilanciata e frazionata (con l’obiettivo del calo ponderale)
controllo del peso corporeo: < 5-10% del peso corporeo iniziale (obiettivo ragionevole)
- Svolgere attività fisica: 35 - 45 min./die, 5-7 v/sett.
l’attività fisica è fondamentale perché la dieta non pulisce il fegato, ma riduce l’apporto di grassi e migliora le
circostanze metaboliche; al contrario, l’attività sportiva e il calo di peso pulisce il fegato
- Circonferenza addominale: < 102cm (M) e < 88cm (F)
- Normalizzare-controllare la pressione arteriosa: < 130/85 mmHg
- Normalizzare-controllare il profilo glicemico
Normalizzare-controllare il profilo lipidico
- (spesso esiste un’associazione tra ipertrigliceridemia, basso colesterolo
HDL e ipercolesterolemie da eccesso di LDL)
- Abolizione del tabagismo e degli alcolici
Therapeutic Lifestyle Changes Diet (TLC)
Calorie totali Valutare bilancio energetico
Ottenere BMI desiderato-prevenire incremento di peso
Riduzione 10-30% Kcal della dieta fisiologica
Carboidrati 50-60% Kcal totali
Oligosaccaridi delle Kcal totali 10%
Proteine 15% Kcal totali con incremento di proteine vegetali
Grassi totali 25-35% Kcal totali
Grassi saturi Inferiore al 7% delle calorie totali
Grassi polinsaturi Fino al 10% delle calorie totali
Grassi Monoinsaturi Fino al 20% delle calorie totali
Colesterolo Meno di 200 mg/die
Fibre 20-30g/die (incentivare il consumo di fibra solubile)
Na Inferiore-uguale 3 gr/die
No alcolici e assicurare un adeguato apporto idrico
esercizio fisico: aumenta il consumo calorico; è predittivo del mantenimento a lungo termine del calo ponderale;
preserva la massa magra dell’organismo; riduce il rischio di mortalità e di morbilità ; migliora il tono dell’umore;
(20%)
aumenta il colesterolo HDL a discapito del colesterolo LDL; aumenta l’insulino-sensibilità; riduce trigliceridi e glicemia
migliorando l’emoglobina glicata.
Come e perché il counseling dietico-comportamentale?
Il counseling dietetico-comportamentale aiuta a capire che domande fare ed è utile sia per entrare nella vita del
paziente sia per permettere al paziente di seguire le indicazioni fornite.
o Fase iniziale: instaurare un rapporto di fiducia spiegando l’origine dell’intervento dietetico aiuta il paziente a
meglio comprendere la situazione ed ha effetto motivante il successivo cambiamento proposto.
o Un’indagine alimentare dettagliata e senza giudizi consente una stima più appropriata delle formule indirette
del consumo quali/quantitativo giornaliero.
o Il counseling nutrizionale permette di individuare i punti di difficoltà individuali che diventeranno gli obiettivi da
intraprendere per il cambiamento dello stile di vita.
o L’approccio del counselig consente di costruire insieme col paziente una tabella di marcia sul cambiamento dello
stile di vita, il paziente verrà affiancato nella sua attuazione.
o Nel counseling la «porzione» media e l’aspetto qualitativo hanno una centralità maggiore rispetto al grammo
della dieta standard, questo permette di far ragionare di più il paziente e renderlo più indipendente nelle
diverse situazioni .
(casa, ristorante, vacanza, ecc.)
Dietoterapia nella NAFLD e NASH
strumenti
- misure antropometriche: peso, altezza e BMI; circonferenza addominale; valutazione massa grassa
- storia dietetica: valutazione quali-quantitativa; valutazione dei comportamenti e degli errori alimentare;
analisi nutrizionale su recall alimentare
- esami ematochimici (controllo profilo lipidico, glucidico, epatica, insulina e HOMA)
- controllo della pressione arteriosa
metodi
personalizzazione della dieta
colloquio motivazionale / counseling
educazione alimentare (colloquio/materiale didattico al paziente)
Eventuali integrazioni
Eventuale correzione delle carenze proteiche e vitaminiche, in particolare integrazione di vitamina E (potente
o cardomariano nella NASH.
antiossidante)
Ruolo discusso dei probiotici: il riequilibrio della flora batterica intestinale sembra avere correlazione con patogenesi
e remissione della steatoepatite. stati patologici del fegato
EPATITE ACUTA
Situazione di stress metabolico con
(tutte le situazioni di stress hanno bisogno di un aumentato fabbisogno calorico)
possibili conseguenze sullo stato nutrizionale in base a durata e danno.
aumento dei fabbisogni proteico calorici
diminuisce l’ingesta (anoressia, nausea, vomito, sazietà precoce, epigastralgia)
Dieta varia-bilanciata-appetibile
calorie: 30 - 35 kcal/kg/die
proteine 1.2 - 1.5 g/kg/die
lipidi: 25% - 30% calorie totali
glucidi: 55% - 60% calorie totali
Pasti piccoli e frazionati (5-6 die)
Apporto di fibre secondo tolleranza
Abolizione degli alcolici
EPATITE CRONICA
Le cause più frequenti di epatite cronica sono il virus dell’epatite B, il virus dell’epatite C, la NASH (steatoepatite non
e epatopatia alcolica.
alcolica)
La terapia dietetica prevede di seguire le Linee Guida per una sana alimentazione (fabbisogni nutrizionali da LARN),
prevenire/correggere eventuali dismetabolismi con dietoterapia mirata e, in presenza di ritenione idrica, effettuare
una dieta iposodica.
a seconda dello stadio di epatite cronica:
- negli stadi iniziali si segue la regola di base di eliminazione degli alcolici
- negli stadi finali, essendo presente un danno permanente al fegato (cirrosi scompensate, cirrosi terminali,
, si può ricorrere al trapianto i pazienti trapiantati spesso diventano dismetabolici o accumulano
tumori)
grasso sul fegato e, quindi, vengono trattati come NASH
La regola di base per tutti gli epatopatici quando hanno la malattia è astensione o estrema
(= transaminasi mosse)
riduzione occasionale dagli alcolici .
(valido per epatite acuta, cronica attiva, NASH)
CIRROSI EPATICA
Processo a decorso cronico progressivo e irreversibile che interessa diffusamente il fegato ed è caratterizzato da
alterazioni parenchimali con steatosi, necrosi, flogosi della vena porta, fibrosi diffusa e processi rigenerativi
parenchimali con formazioni nodulari.
Queste alterazioni determinano un profondo sovvertimento della normale struttura globulare epatica.
Obiettivi del trattamento dietetico
o prevenire e correggere la malnutrizione
(20% delle cirrosi compensate; > 60% delle cirrosi terminali; > 90% dei pazienti in attesa di trapianto)
o aiutare la rigenerazione epatica
o prevenire o curare la ritenzione idrica
o prevenire o correggere l’encefalopatia
o migliorare la qualità di vita
o prolungare la vita e migliorare la prognosi dopo trapianto
o promuovere un ade