MANUALE DI GESTIONE DOCUMENTALE:
informatici, incluse le istruzioni per il corretto funzionamento del protocollo informatico, la
gestione dei flussi documentali e l'archivio corrente . La PA è obbligata a redigere, adottare
formalmente e pubblicare il manuale sul proprio sito istituzionale, rendendolo accessibile
nell'area “Amministrazione trasparente”. Contenuto del manuale:
Aspetti organizzativi
1. : che riguardano
Modalità di utilizzo degli strumenti informatici
a. per la formazione e lo scambio di
documenti all'interno e all'esterno dell'AOO, seguendo le modalità di trasmissione
stabilite nell'allegato 6 "Comunicazione tra AOO di Documenti Amministrativi
Protocollati".
L'indicazione delle unità organizzative responsabili per la registrazione di protocollo e
b. l'archiviazione dei documenti all'interno dell'AOO.
Indicazione delle regole di assegnazione dei documenti ricevuti
c. , con i criteri per il loro
eventuale inoltro ad altre aree organizzative o amministrazioni.
I criteri e le modalità per il rilascio delle abilitazioni di accesso
d. , sia interne che esterne,
al sistema di gestione documentale.
2. Formati dei documenti: devono essere quelli individuati nell'Allegato 2 "Formati di file e
riversamento", con la possibilità di includere formati aggiuntivi per specifici contesti
operativi. Le PA devono garantire la gestione dei formati classificati come "generici",
e possono utilizzare formati diversi solo previa valutazione di interoperabilità, tenendo
conto di fattori come l'apertura, la robustezza e l'indipendenza dal dispositivo. Se la
normativa prevede formati specifici o vincoli aggiuntivi, le PA devono accettare solo
documenti prodotti con tali formati. Devono essere previste procedure per la valutazione
periodica dell'interoperabilità dei formati e per il riversamento dei file. La valutazione
viene effettuata annualmente e inclusa nel manuale di gestione documentale; a seguito
riversamento
della valutazione, i soggetti coinvolti valutano se è necessario pianificare il
dei file a un formato diverso.
Protocollo informatico e registrazioni particolari
3. :
a. le modalità di registrazione delle informazioni annullate e modificate nell’ambito delle
attività di registrazione;
b. la descrizione delle modalità di utilizzo del sistema di protocollo informatico;
c. le modalità di utilizzo del registro di emergenza (in caso di malfunzionamento), inclusa
la funzione di recupero dei dati protocollati manualmente;
d. l’elenco dei documenti esclusi dalla registrazione di protocollo, per cui è prevista
registrazione particolare;
e. determinazione dei metadati da associare ai documenti soggetti a registrazione
particolare individuati assicurando, almeno:
(i) un riferimento univoco del documento;
(ii) l’indicazione del soggetto (ente o persona) che ha formato il documento;
(iii) i momenti temporali della sua registrazione e della sua eventuale
pubblicazione;
f. i registri particolari (albi, elenchi) individuati per la gestione del trattamento delle
registrazioni particolari informatiche;
4. Azioni di classificazione e selezione: il sistema di classificazione, conforme al titolario
della PA, con le modalità di aggiornamento, i criteri e le regole per la selezione,
conservazione e scarto dei documenti.
5. Formazione delle aggregazioni documentali: le modalità di formazione, gestione e
archiviazione dei fascicoli informatici e delle aggregazioni documentali informatiche con
l’insieme minimo dei metadati ad essi associati;
6. Flussi di lavorazione dei documenti in uso: la descrizione dei flussi di lavorazione
interni alla PA, anche mediante la rappresentazione formale dei processi attraverso l’uso
dei linguaggi indicati da AgID, applicati per la gestione dei documenti ricevuti, inviati o ad
uso interno;
7. Misure di sicurezza dei sistemi informatici e le disposizioni per la protezione dei
dati personali adottate;
8. Conservazione:
a. Piano di conservazione per le PA: allegato al manuale di gestione documentale, con
l’indicazione dei tempi entro i quali le diverse tipologie di oggetti digitali devono
essere trasferiti in conservazione ed eventualmente scartati;
b. Conservazione per i privati: devono essere definiti i criteri di organizzazione
dell’archivio, di selezione periodica e di conservazione e scarto dei documenti.
MISURE DI SICUREZZA: le PA devono conformarsi alle misure minime di sicurezza ICT
stabilite dall’AgID. In questo contesto, il Responsabile della Gestione Documentale (o il
coordinatore) collabora con il responsabile della sicurezza, il responsabile della conservazione,
il responsabile della transizione al digitale e acquisisce il parere del responsabile della
protezione dei dati personali per redigere il piano di sicurezza del sistema di gestione
informatica dei documenti, che è parte del piano generale della sicurezza e allineato con il
Piano Triennale per l’Informatica nella PA. I soggetti privati che seguono regole di settore per
la sicurezza informatica possono adottare misure specifiche per garantire la tenuta dei
documenti informatici, utilizzando le misure di sicurezza ICT dell’AgID come riferimento.
TRASFERIMENTO AL SISTEMA DI CONSERVAZIONE: i documenti informatici e le
aggregazioni documentali devono essere trasferiti in conservazione secondo i termini stabiliti
dalla normativa e dal piano di conservazione. Per i documenti di interesse storico
particolarmente importante, è necessario comunicare il trasferimento agli organi competenti
tutela dei beni archivistici o ottenere autorizzazioni
per la in caso di affidamento esterno.
Inoltre, i documenti possono essere selezionati e scartati nel rispetto della normativa sui beni
culturali. CONSERVAZIONE (V. 6.3)
Processo che permette l'archiviazione sicura e duratura degli archivi elettronici, con
l'obiettivo di:
- Proteggere nel tempo gli archivi prodotti dalle PA, prevenendo danni, perdite o distruzioni.
- Garantire un accesso controllato a dati, documenti e informazioni, facilitando la diffusione
per fini amministrativi e di ricerca.
- Tutelare e valorizzare la memoria storica.
- Assicurare che i documenti siano autentici, integri, leggibili e reperibili.
- Implementare misure di sicurezza fisica, logica e tecnologica per garantire la qualità del
sistema di conservazione.
SISTEMA DI CONSERVAZIONE:
nella PA, il sistema di gestione documentale trasferisce al sistema di
conservazione, ai sensi del CAD:
i fascicoli e le serie informatiche chiuse, trasferendoli dall’archivio corrente o
all’archivio di deposito;
i fascicoli e le serie informatiche non ancora chiuse trasferendo i documenti in essi
contenuti sulla base di specifiche esigenze dell’ente, per prevenire l’obsolescenza
tecnologica.
Il sistema di conservazione assicura, dalla presa in carico fino all’eventuale scarto, la
conservazione oggetti digitali
dei seguenti tramite l’adozione di regole, procedure e
garantendone le caratteristiche di autenticità, integrità, affidabilità,
tecnologie,
leggibilità, reperibilità (in base al CAD):
a) i documenti informatici e i documenti amministrativi informatici con i metadati ad essi
associati;
b) le aggregazioni documentali informatiche (fascicoli e serie) con i metadati ad esse
associati contenenti i riferimenti che univocamente identificano i singoli oggetti
documentali che le costituiscono;
c) gli archivi informatici con i metadati associati.
assicura l'accesso ai documenti per il periodo stabilito
Il sistema di conservazione
dal piano di conservazione e dalla normativa, o per un periodo più lungo concordato,
indipendentemente dai cambiamenti tecnologici. Esso è separato dal sistema di gestione
documentale. tratta gli oggetti in pacchetti informativi classificati in
Il sistema di conservazione
pacchetti di versamento (PdV), archiviazione e distribuzione . L'interoperabilità tra
i sistemi di conservazione è assicurata dalle specifiche tecniche del pacchetto di
archiviazione. Il Titolare dell'oggetto della conservazione adotta, fin dalla formazione dei
documenti, i formati e le modalità indicati nel manuale di conservazione, conformi alle
Linee Guida.
MODELLI ORGANIZZATIVI DELLA CONSERVAZIONE conservazione
: il processo di
può essere svolto internamente o esternamente all'ente . Le PA possono esternalizzare
questo servizio affidandolo a un conservatore accreditato. I requisiti, le responsabilità e i
compiti del responsabile della conservazione e del responsabile del servizio, insieme alle
modalità di interazione, sono dettagliati nel manuale di conservazione del Titolare e nelle
specifiche contrattuali o convenzionali. Queste modalità sono riportate anche nel manuale del
conservatore accreditato.
I conservatori accreditati : enti pubblici o privati che, dopo richiesta ad AgID, ottengono
la certificazione del possesso di requisiti di alto livello in termini di qualità e sicurezza per
svolgere attività di conservazione. AgID fornisce un modello di manuale di conservazione
e un piano di sicurezza per i candidati all'accreditamento. Nella struttura dei conservatori
accreditati, vengono individuati vari profili professionali, tra cui: responsabile del servizio
di conservazione, della funzione archivistica, della protezione dei dati personali, della
sicurezza dei sistemi, dei sistemi informativi, e dello sviluppo e manutenzione del sistema
di conservazione.
RUOLI E RESPONSABILITA’: i ruoli individuati nel processo di conservazione sono:
titolare dell’oggetto della conservazione
• ;
produttore dei pacchetti di versamento (PdV)
• nelle PA è una persona interna
all'organizzazione. Il responsabile della gestione documentale (o coordinatore) assicura la
trasmissione del pacchetto di versamento al sistema di conservazione secondo le
modalità operative stabilite. Se il servizio è affidato a terzi, il produttore del PdV genera e
trasmette i pacchetti al conservatore, verificando il buon esito del trasferimento secondo
quanto concordato e descritto nel manuale di conservazione.
utente abilitato
• può chiedere l'accesso ai documenti nel rispetto della legge e del
manuale di conservazione;
responsabile della conservazione PA è un dirigente o funzionario intern
• : nella o con
può coincidere con il responsabile o
competenze giuridiche, informatiche e archivistiche e
coordinatore della gestione documentale. È un ruolo delegabile specificando funzioni e
competenze delegate. Per i soggetti privati, questo ruolo può essere ricoperto da un
soggetto esterno con le competen
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Formazione Pedagogica
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Citologia - Formazione delle proteine
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Educazione terapeutica e formazione
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