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P
Q
La conclusione è la seguenza logica delle premesse, allora è argomento
valido(logicamente) ma che rapporto ha la logica con la realtà? Se ci sono le regole
della logica dobbiamo sempre verificarli con un esempio della realtà?
Una forma molto elementare del ragionamento valido.
Moore in saggio celebre pretesi di fare una dimostrazione dell’esistenza del mondo
esterno, e dopo la lunga discussione riguardo a che che cosa si intende per mondo
esterno(partendo da Kant). Sostiene che si può dare numerevoli dimostrazioni del
mondo esterno. Se alzo la mano io so c’è una mano. So anche che c’è un’altra
mano. Ma se so che ci sono due mani, c’è il mondo esterno. Perche le mani sono
l’oggetto del mondo esterno. Dunque c’è il mondo esterno. Non ha convinto quasi
nessuno. Ma è veramente difficile capire che cosa non va, e c’è molta letteratura a
riguardo.
Esempio di due mani quindi - Simbolo Proposizione che il filosofo non scettico ritiene
che sia vero. (tipo che che c’è più evidente di avere due mani)
Domanda in aula: ma non c’è una circolarità del fatto che pretendiamo di conoscere
il mondo esterno a partire dallo stesso mondo esterno essendo il corpo il suo
elemento. Prof: c’è davvero una circolarità che però si nasconde molto più in
profondità rispetto a questo. Quale?
Si contrappone al modus ponens scettico un modus tollens
Moore dice:
è più certo avere la conoscenza del fatto che io ho due mani che del fatto che mi
trovo in uno scenario scettico(sembra un argomento di Cartesio m. n.)
se non so che non mi trovo in uno scenario scettico
se non so che non mi trovo in uno scenario scettico, non so se ho due mani
so che ho due mani
non mi trovo in uno scenario scettico
modus tolens
se non a, non p.
P
Non a.
Il modus ponens di un filosofo e un modus ponens di un altro . lo scettico cerca di
convincerci che non ho due mani, ma se noi siamo più convinti di avere due mani di
quanto siamo convinti delle premesse che lo scettico ci vuole far accettare allora
ribaltiamo il ragionamento e poniamo il modus tollens contro il modus ponens
Questo è il paradosso dell’ignoranza
L’Argomento dell’Ignoranza
(1) Non so che non mi trovo in uno scenario scettico
(2) Se non so che non mi trovo in uno scenario scettico, non so che ho due mani
_______________________________________________________________________
(3) Non so che ho due mani
Il Paradosso dell’Ignoranza
(1) Non so che non mi trovo in uno scenario scettico
(2) Se non so che non mi trovo in uno scenario scettico, non so che ho due mani
(3) So che ho due mani
In questa particolare forma dell’argomento scettico. Quando abbiamo un argomento
come quello della sinistra(argomento dell’ignoranza) possiamo facilmente, se
l’argomento è abbastanza persuasivo(se le primesse dell argomento sono
sufficientamente plausibili, ad esempio che è plausibile che sono ingannato dal
demone maligno) e allo stesso tempo è plausibile che se non so se non sono
ingannato dal genio maligno, non so se ho due mani e quindi non so che ho due
mani. Quando ci troviamo in queste situazioni possiamo negare la conclusione che
ci appare indesiderata, incredibile, e teniamo che ho due mani. La conclusione dello
senso comune.
Abbiamo lo paradosso
Abbiamo 3 proposizioni che ogni presa singolarmente sembra plausibile, e sembra
che possiamo accettarne tutte 3,ma quando li mettiamo tutte 3, ci rendiamo conto
che è impossibile che tutte 3 sono vere. (quindi c’è una contraddizione)
Un paradosso, tecnico filosofico – è questo caso. È un insieme di proposizioni
ciascuna della quale ci appare giustificata e fortemente plausibile, ma la cui
congiunzione genera una contraddizione.
Paradosso in senso più debole: insieme di proposizioni singolarmente plausibile, ma
presi insieme (congiunzione) dà non proprio contraddizione in senso logico, ma
apparente assurdità.
Impariamo di più dal paradosso. Che cosa dobbiamo fare per estrarne la
illuminazione filosofica?
Dobbiamo non soltato e non tanto convincertci che abbiamo due mani etc, ma
dobbiamo capire perche nonostante questa nostra convinzione gli argomenti dello
scettico ci mettono in crisi.
Doobbiamo capire che c’è di sbagliato in questi argomenti. Cosa eventualmente ci
sia sbagliato nella nostra concezione della conoscenza che rende che permette di
innescare il dubbio scettico, cioò che cosa rende possibili 1) e 2) nell’argomento
dell’ignoranza.
L’argomento dell’ignoranza non presuppone che la conoscenza richiede la certezza.
C’è un argomento che solitamente viene chiamato l’argomento della
sottodeterminazione. (filosofia della scenza)
Ci sono più teorie che rendono possibili dati sperimentali. Se ci sono tante teorie
che si può applicare ai dati, come facciamo a sapere quale teoria è migliore, da
accettare? O sono tutte dello stesso piano? E se ci si può sempre avere le teorie
alternative, come si può accettare un solo modello come comunemente accettato?
Questo è attuale anche per la filosofia della conoscenza quando parliamo di
argomenti che noi mettiamo in scena per confutare che noi siamo in uno scenario
scettico.
Come possiamo sapere che non stiamo sognando, che non siamo vittime del genio
maligno?
Argomento della sottodeterminazione: per sapere che le cose stanno in certo modo
bisogna avere buone ragioni(giustificazione epistemica) per preferire la
proposizione che le cose stanno in questo modo alla proposizione opposta.
Cioè bisogna avere buone ragioni per preferire proposizione che non sono vittima
del genio maligno.
Lo scenario è descritto in maniera tale che risulti ingustinguibile dal mio punto di
vista soggettivo dallo scenario che riteniamo reale(cioè che quello che vedo io è
indistinguibile da quello scenario)
Allora come potrei avere buone ragioni?
E se non riesco a trovare una buona ragione per preferire uno scenario all’altro?
allora? Basterebbe una probabiltà un po più alta dell uno sopra l’altro, non
richiediamo infallibilismo
Quindi l’argomento 1)
“(1) Non so che non mi trovo in uno scenario scettico” ha a che fare con argomento
della sottodeterminazione.
Perche non lo applicchiamo direttamente a 3)
“(3) Non so che ho due mani” ?
In effetti ci sono esempi di questo in letteratura. Pero questo percorso più diretto
richiede le assubzioni ulteriori, che a sua volta richiederanno giustificazioni, quindi
non risulta che l’argomento sarebbe più solido.
Comenque negli ultimi due anni ci si discute su entrami i scenari- per il cui spesso si
parla di due grandi famiglie di argomenti scettici quelli che fanno appello al
principio di chiusura della conoscenza, e quelli che fanno appello direttamente al
principio della sottodeterminazione(che noi non discuteremo in queste lezioni)
Ci concentreremo agli argomenti che fanno appello alla chiusura della conoscenza –
ciò che st dietro alla premessa 2) “(2) Se non so che non mi trovo in uno scenario
scettico, non so che ho due mani”
Pero adesso ci concentriamo sulla premessa 1.
Il modo per giustificare 1) è appunto fare appelo sul argomento della
sottodeterminazione e dire che in uno scenario scettico non possiamo aquisire
alcuna buona ragione per preferire un’ipotesi del senso comune all’ipotesi scettica.
Questo modo di giustificare 1 però fa appello che per avere conoscenza bisogna
avere delle buone ragioni, e quindi fa appelo alla concezione internista della
conoscenza della giustificazione epistemica.
La tesi che sostiene che per avere la conoscenza bisogna avere buone ragioni, cioè
la giustificazione epistemica, e che la giustificazione epistemica consiste nel avere
buone ragioni è l’idea tradizionale che però viene messa in discussione dagli anni
sessanta. Ancor oggi molti filosofi sostengono la concezione internista, ma anche
molti che scelgono quella esternista.
Negli ultimi decenni sono emerse concezioni differenti, quindi va fata una
precisione: quanddo parliamo del possesso delle buone ragioni, intendiamo le
buone ragioni accessibili riflessiamente alla gente. Quindi credenza basata sulla
buone ragione di gente. E cche la gente non va in cerca di queste, ma che sono le
credenze esistenti.
Però si può rifiutare questo argomento perche si rifiuta la concezione internista. E
questo potrebbe essere una delle ragioni per cui applicare direttamente questa
strategia a (3) anzichè a (1) non è una buon idea.
È sufficiente rinnegare la concezione internista per aggirare l’argomento dell
ignoranza? No, perche la premessa 1 può essere giustificata anche senza riccorrere
a sottodeterminazione e internismo.
Testo di Robert Nozick. Noto sopratutto come filosofo politico(tesi di stato minimo
liberale che deve solo assicurare la sicurezza dei cittadono). Ma ha scritto nel 1981
spiegazioni filosofiche, dedicate alla filosofia della conoscenza e alla metafisica.
E si occupa di analisi di conoscenza e di argomenti di scetticismo. Poi è un autore
esternista che però trova plausibile la premessa 1.
L’edizione non è più in commercio. In prime pagine che ci interessano Nozick
introduce uno scenario modernizzato cartesiano. Cervello in vasca.
Com’è possibile che abbiamo conoscenza se è plausibile che ci troviamo in uno
scenario scettico?
Rispondendo a questa domanda non cerchiamo di convincere lo scettico. Moore
cercava di convincere lo scettico(anche se Moore aveva come bersaglio idealismo)
Nozick: dimostrare che c’è una possibilità della conoscenza anche se noi ci troviamo
in uno scenario scettico
Le prime pagini dellle spiegazioni filosofiche: che lo scopo della filosofia è creare le
spiegazioni. Che non deve costringere a pensare come noi (cioè di dimostrare le
conclusioni dalle premesse)
Il problema non sta nel inventare gli argomenti per uconvincere qualcuno che non la
pensa come noi, ma di spiegare a noi stessi sulla base di premesse che accettiamo
come siano possibli certe cose(ad esempio la conoscenza del mondo) che alla luce
di certe altre premesse che noi pure accettiamo sembrerebbe impossibile?
Questa secondo Nozick la concezione di percorso filosofico in questione.
Anche discutendo di scetticismo il nostro scopo non è di convincere lo scettico, ma
quello di spiegare a noi come possiamo avere conoscenza alla presenza di
argomenti che ci mettoono in crisi.
Perche le possibilità scettiche rappresentano la minaccia alla conoscenza? que