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La moralità dell'intenzionalità e il diritto
Abbiamo compreso che la moralità dell'intenzionalità è lo spazio dell'individualità e che se essa si espanda sulla morale del dovere, avremo una pressione individuale su quella oggettiva. Ora, il diritto deve tendere all'equilibrio tra l'individualità e l'intersoggettività. L'uomo può rendersi conto di aver mal arrecato le sue risorse e di aver trovato una migliore collocazione. Una tale tensione è volta al perfezionamento del fine. Una fissità però che non deve eccedere per l'esigenza di trovare quel confine che separa una morale dall'altra. E' ovvio che tale schema fisso non consentirebbe gli adattamenti alla vita che l'individuo può presentare in quanto le relazioni dell'uomo non possono essere predeterminate, bensì lasciar ad egli stesso una scelta. Attraverso la sanzione, il diritto riesce a distogliere l'uomo da un comportamento proibito dall'ordinamento.Non si elogia un individuo perché abbia dato conformità alle regole sociali. Se dessimo centralità alla sanzione non si guarderebbero a quei casi quando il diritto regola pacificamente il comportamento degli individui, ma si porrebbe l'attenzione sulla violazione delle regole e all'intervento coattivo dello Stato. Nella regolazione pacifica dei comportamenti dell'uomo è presente una sanzione dal punto di vista teorico, nell'intervento coattivo del diritto abbiamo la sanzione da un punto di vista pratico. Non pensiamo a un diritto che premi l'individuo in quanto è conforme alle sue prescrizioni in quanto l'uomo non va premiato per la sua coerenza a relazionarsi con gli altri. Il premio interviene solo successivamente nella vita del diritto perché pensato come strumento per disciplinare gli uomini da comportamenti illeciti. Se pensiamo che la morale del dovere si serve della sanzione, allora dobbiamo anche pensare cheLa morale dell'intenzionalità si serve della premiazione. La morale che rende possibile il diritto. Fuller prende sul serio l'idea hartiana della morale interna e, in qualche modo, la rielabora. Pertanto, Fuller osserva che ci sono 8 vie per far fallire il diritto:- incapacità di scrivere norme;
- non pubblicizzarle a sufficienza;
- usare molte norme retroattive;
- scrivere norme incomprensibili;
- promulgare norme contraddittorie;
- scrivere norme che chiedono troppo, più di quello che il cittadino può dare;
- cambiare troppo spesso le leggi;
- fare norme che sulla carta sono diverse da come poi si applicano.
- perfezione tecnica nello scriverle;
- adeguata pubblicità e promulgazione delle leggi;
- norme che non siano retroattive, specie se prevedono sanzioni e pene;
- norme leggibili e comprensibili;
- norme non contraddittorie;
- norme che richiedono solo ciò che il cittadino può dare;
- stabilità delle leggi;
- norme che si applicano come sono state scritte.
comprensibili;
norme non contraddittorie ma ragionevoli e logiche;
norme basate sui bisogni e i limiti dei cittadini, che non devono chiedere l'impossibile;
norme che durano nel tempo;
norme omogenee che enunciano e dicono quel che vogliono davvero fare
Una mancanza di uno di questi otto punti porta alla nascita di qualcosa che non è neppure definibile sistema giuridico. Vi deve essere reciprocità fra il potere e il cittadino, in modo che il governo possa porre norme al cui il cittadino deve configurarsi.
Quando questo vincolo è definitivamente rotto dal potere, nulla resta su cui fondare il dovere del cittadino di obbedire alle norme. Non bisogna confondere il rispetto per l'autorità costituita con la fedeltà nella legge.
Nella moralità intrinseca, sebbene ci riferiamo ugualmente a delle relazioni con altre persone, si richiede qualcosa in più della semplice tolleranza: esse sono di natura affermativa (non di natura negativa come
non uccidere, non recar danno) esempio RENDINOTA LA LEGGE, RENDILA COERENTE E CHIARA, ecc. A causa di questo suo carattere affermativo e creativo delle sue esigenze, la morale intrinseca del diritto si presenta male a realizzarsi mediante doveri e quindi tale moralità è condizionata a restare in larga parte una morale dell'intenzionalità e non del dovere. Il suo interesse principale va ritrovato nel rivolgersi alla premessa dell'uomo che, abilmente, sappia realizzare se stesso. Essa si suppone che le leggi siano conosciute o almeno rese accessibili a coloro cui esse si rivolgono. Tale standard di promulgazione, nonché l'esigenza di pubblicare il diritto, non solo dice a colui che fa il diritto di pubblicare le sue leggi, ma consente all'individuo di sapere dove siano le stesse La generalità delle norme. Ci si pensa, a volte, che l'esigenza di generalità delle norme venga interpretata nel senso per cui il diritto debba agire in
modo impersonale, cioè norme che si applichino a una sfera generale di individui. Non per questo le disposizioni costituzionali dichiarano nulle le leggi private e le legislazioni speciali. Un principio, questo, che si attiene di più a una moralità intrinseca del diritto. A discapito di ciò, vi è invece l'esigenza, della morale intrinseca, che visiano norme speciali. Il peso grava sulla sofferenza, che persiste in molti sistemi giuridici, di un difetto del principio di generalità. Se poniamo l'esempio delle Corti, la presenza di un certo grado di generalità assicura la NEUTRALITÀ della Corte stessa. L'esigenza di una generalità delle norme riposa sul fatto che, al fine di assoggettare la condotta umana al controllo di norme, bisogno che vi siano delle norme. La promulgazione. Non si può istruire ogni cittadino sul significato della legge (sarebbe antieconomico), ma non si può fare a meno di darePubblicità alla legge, per dare a tutti i cittadini la possibilità di conoscerle. Se la legge non è pubblicizzata mediante il meccanismo della promulgazione (pubblicazione sulla gazzetta ufficiale), non è una vera legge. Questo non significa che i cittadini debbano conoscere tutte le leggi, né che si debba pretendere da loro tale conoscenza. Nel campo penale, tuttavia, la conoscenza della legge deve essere presunta (l'ignoranza della legge penale non giustifica chi commette un reato).
Le norme retroattive. Il principio di retroattività per Fuller sarebbe una mostruosità. Esso contrasta con il principio di legalità: la legge, infatti, deve essere rispettata quando è in vigore, per cui non si può farla valere verso il passato, quando essa non esisteva ancora nel mondo giuridico. Hitler e i Nazisti fecero spesso ricorso alle norme retroattive, per colpire i loro nemici politici. Ovviamente, questa è una grave anomalia.
La regola è che le norme devono essere volte al futuro, non al passato. Questa regola è particolarmente valida nel campo penale, dove non si può pretendere che il cittadino rispetti una legge penale che non esiste e sia punito per una cosa fatta quando non era ancora vietata dalla legge penale. Tuttavia, la retroattività della norma in qualche caso può servire a rimediare a un errore del legislatore, oppure a risolvere un problema altrimenti irrisolvibile, come quello di garantire un uguale trattamento ai cittadini, prima e dopo una riforma legislativa (Fuller la chiama legge retroattiva curativa). Quindi, Fuller ammette un uso eccezionale della norma retroattiva. Infine, Fuller osserva che non sempre è chiaro quando una norma sia retroattiva. Può essere facile capire che la norma penale o quella fiscale non debba riguardare il passato, ma a volte le norme civili producono effetti sulle situazioni passate anche quando riguardano situazioni.presenti e future. La chiarezza delle norme. La chiarezza è uno degli elementi essenziali del diritto. In altre parole, col senso di dare chiarezza alle leggi, non significa far dipendere gli effetti delle norme da standard, come la buona fede o la normale diligenza, bensì trarre vantaggi da questi standard. Un elemento questo che, man mano che il diritto si è sviluppato, tale esigenza di chiarezza viene incorporata in una dottrina che affermi l'incostituzionalità della vaghezza delle leggi, soprattutto in questioni penali.
Le contraddizioni nelle norme. Evitare la presenza di contraddizioni nelle legge richiede molta attenzione da parte del legislatore, anche se si pone il problema di comprendere quando vi sia una contraddizione o quando si dovrebbe definire tale. Ovviamente, la contraddizione è qualcosa che viola il principio in base al quale A non può essere non A. Una legge contraddittoria potrebbe essere quella che proibisce e comanda nello stesso.
momento un atto. Per trattare talicontraddizioni della legge è importante partire col verificare che vi possa essere una via perconciliare disposizioni, in apparenza fra loro, incompatibili.Norme che chiedono l'impossibile.Pensare un legislatore che impone un qualcosa di impossibile, si arriverebbe col dire che lostesso legislatore non è sano di mente. Ma, la storia ci racconta che ciò non è del tuttoinverificabile, una possibilità che poneva l'uomo a pensare che non vi sia nulla che nonpossa essergli chiesto e che dovrebbe tenersi pronto a saltellare in qualunque direzione, inqualsiasi momento.Vi è però difficile marcare una linea che separi dalla difficoltà estrema, inquando una norma in ciò che richiede può essere dura e ingiusta, ma non contraddicenecessariamente lo scopo principale di un ordine giuridico, come fa invece una norma cherichiede ciò che è manifestamente impossibile. Un'area,questa, seppur indefinita, nella quale si incontrano la morale intrinseca ed estrinseca del diritto. Sta il fatto che il nostro determinare ciò che sia impossibile sia determinato da presupposti circa la natura dell'uomo e dell'universo.
La costanza del diritto nel tempo. Per Fuller, le norme non devono essere cambiate troppo frequentemente, perché ciò crea incertezza in chi deve applicarle o rispettarle. I cambiamenti troppo frequenti creano danni molto simili a quelli delle norme retroattive. L'incostanza del legislatore è una cattiva attitudine che destabilizza l'ordinamento giuridico, lo rende precario e debole.
Congruenza fra azione ufficiale e la legge, la legge così come dichiarata sia poi allo stesso modo applicata, che ci sia una certa conformità fra quello che dichiara dalla legge e il testo applicato. Tale congruenza viene minacciata da tutte le forme di interpretazione inesatta della legge stessa, minacciata dalla corruzione.
dalla stupidità dell'uomo, dall'amb