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Fuller teorico del diritto
Nel 1902, Fuller nasce nella periferia americana in un paese del Texas. Si laurea giovanissimo e svolge il ruolo di assistente universitario di diritto privato. Successivamente passa alla filosofia del diritto ed insegna ad Harvard per 20 anni, mentre svolge la professione di avvocato. Dopo la sua morte, egli viene dimenticato poiché non ha un'identità chiara e univoca. Fuller non appartiene a nessun indirizzo filosofico, alcuni lo considerano giuspositivista rinnegato, altri giusnaturalista come lui stesso si definisce, ma non lo fu veramente. Fuller prende "spunto" da queste, ma la sua categoria non è perfettamente definibile.
Nel 1940 pubblica il libro "Il diritto alla ricerca di sé stesso". Fuller critica il giuspositivismo (che si insegna nelle università in America). Secondo Fuller, il giuspositivismo è una corrente apparentemente corretta perché in realtà poggia le sue tesi su vere e proprie dicotomie.
(separazioni) e sceglie la parte che è più comoda ai suoi stessi fini. Distinzione vitale tra diritto positivo e diritto naturale che non ha reale giustificazione mezzi (circolare). L'altra distinzione è quella tra diritto e fini, per cui per i giuspositivisti essendo il diritto privo di un contenuto dato può assumere qualsiasi forma e quindi è uno strumento adatto per conseguire qualsiasi fine (per Fuller sbagliata). Altra decisione, distinzione ragione e diritto e i giuspositivisti scelgono quest'ultima. Altra distinzione diritto e società. Fuller critica il giuspositivismo per il suo metodo perché crea la parvenza della verità ponendo delle contrapposizioni arbitrarie e scegliendo la parte più utile alla teoria stessa. Il diritto appartiene sia all'essere che al dover essere e divide ciò, è sbagliato. [Re-telling] intreccio tra conservazione e innovazione. Flusso che tende a migliorare poiché di passaggio in passaggio si.aggiunge esperienza tendendo al miglioramento. Il diritto non è un oggetto che può essere descritto in maniera valutativa, ed è un'attività/pratica che si compie quindi passa da giudice a giudice. Questa rapporto è paragonato a quello tra norme e sentenze. Il giudice per un verso conserverà il senso di una legge, ma laddove la legge non dice o utilizza parole oscure, il giudice la interpreterà e la migliorerà. La legge, la sentenza sono flussi. Il diritto è una pratica. Il giudice consulta le sentenze precedenti e tende a migliorarle. Il giuspositivismo è tenuto in piedi dalle separazioni che gli autori stessi di questa categoria hanno creato. Fuller è associato con la moralità interna dal diritto. Molti autori visto che Fuller è molto critico verso il giuspositivismo è considerato un autore naturale: egli affermò che alla base del diritto esistono delle leggi naturali dell'ordine sociale.è un'idea molto più leggera e non scomoda valori fondamentali. Parlando dell'organizzazione aziendale, ammettiamo che un imprenditore è libero di organizzare l'attività come meglio crede, Fuller dice che è vero, ma deve far conto di qualcosa che non è nella sua disponibilità (nella sua autonomia) come in questo caso le leggi del mercato (leggi naturali dell'organizzazione naturale). Se egli deve competere con altri imprenditori non può prescindere dalle leggi del mercato, se vuole avere successo. Così come il diritto, ogni ordinamento può organizzare in qualsiasi forma la propria società, ma deve far conto ad una serie di leggi che precedono il diritto stesso (leggi naturali dell'organizzazione sociale attraverso il diritto o moralità interna del diritto. (Inner morality of law): Dopo i vari tentativi che Fuller attua per criticare il giuspositivismo, quello che ne viene fuoriè che il giuspositivismo è criticabile sia per la teoria che è autoreferenziale e si autogiustifica (se togli i presupposti la teoria collassa), ma Fuller crede che il positivismo giuridico aldilà della sua giustificazione, sia una teoria che offre del diritto una teoria distorta e vale per i positivisti vecchi o moderni. Il diritto inteso dai