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Il diritto naturale e il diritto positivo
Si lavora con due diritti che possono sembrare uguali, ma che hanno differenze sostanziali. Si parla di diritto naturale e quello positivo. Il diritto naturale si riferisce alla natura, all'essenza umana stessa. Il portatore di diritto è esso stesso diritto.
In effetti si può rischiare che il giurista non interpreta più il diritto, ma calcola come fosse una materia scientifica. Si rischia che si riduca a pura geometria. Il diritto nella sua natura stessa non può essere scientismo, cioè non può essere scienza. Un esempio potrebbe essere: in America sono stati utilizzati i primi prototipi di giudici-robot, e si rischia che le macchine sostituiscano i magistrati anche in Italia, facendo giudicare da una proposizione matematica, andando contro all'essenza del tribunale dove parisono giudicati da pari. Questo fa cadere in errore come è già.
Successo in America. Infatti, nella proporzione della macchina era stato inserito che era più probabile che gli uomini neri erano più propensi a compiere determinati reati, e allora da quel punto in poi tutti i processi in cui una delle due parte aveva come componente un uomo nero, allora quella era sempre la parte colpevole.
Il diritto può essere asettico? No, perché bisogna sempre giudicare in base ai casi specifici. Bisogna evitare che si arrivi al materialismo dell'esperienza giuridica, ovvero che il diritto si leghi alla volontà di un solo capo di Stato o un governo. Il diritto infatti non deve essere usato come uno strumento punitivo in quanto è connaturato nella sua natura essere uno strumento d'ordine che usa come mezzo specifico il dialogo.
Quando bisogna iniziare ad educare al diritto? Nell'immediato, già quando si inizia ad avere coscienza del mondo.
SIAMO IMMERSI IN UN MONDO DI REGOLE, DAL MOMENTO IN CUI NASCIAMO.
MOMENTO IN CUI MORIAMO. Infatti è proprio dalla nascita che le norme iniziano a fare parte della nostra vita quotidiana. Il giurista ha come punto di partenza le norme emanate dal potere politico, in quanto queste nascono proprio da una discussione politica tra maggioranza e minoranze. Un giurista positivo non le mette in discussione e le applica direttamente senza troppi giri.
La norma così come è creata è giusta? È indirizzata a tutti o solo una parte? Sarà effettiva o no?
Queste domande non se le pone un giurista positivo, ma il filosofo del diritto. Esempio banale può essere l'inizio della scuola. Infatti questa inizia in date diverse nelle varie regioni per il fattore tempo, perché è impensabile far iniziare la scuola lo stesso giorno a Milano e in Calabria lo stesso giorno. Così come avviene per i saldi, che iniziano al nord per un fattore di maggiore ricchezza economica.
La norma possiede due caratteristiche: - Generale; - Astratta. Il losofo del diritto deve iniziare a far capire ai giuristi il fatto che si devono chiedere il perché. Che cos'è la losofia del diritto? È ragionamento. Studia, analizza e pensa il sistema giuridico sulla società, guardandola e comprendendone i bisogni (sociologico). Cotta nel 900 scriveIL DIRITTO DEVE TENERE IL PASSO CON LA SOCIETÀCosa che però non avviene con il sistema giuridico italiano, in quanto questo è molto lento estenta a tener il passo con la tecnica. È la vita del diritto positivo, senza questa non può esistere il positivo, come dice Rossini. Perché diamo vita alla legge? Perché questa nasce per regolamentare la società, e per questo motivo deve essere equilibrata. È il moto attraverso il quale la vita giuridica prende coscienza di sé, arricchendosi sempre più di nuovi contenuti e problemi. Il sociologo dovrebbe aancarsi ai politici in quanto serve perché studiando la società capisce i bisogni reali della stessa. Uno dei motivi per cui vengono emanate molte leggi inefficaci è perché non tengono conto dei bisogni reali della società. Dire che la loso a si occupa di diritto è trovarsi davanti una tautologia, ripetizioni delle stesse questioni. Ai giuristi positivi non è una disciplina che va a genio perché ha tanti significati quanti sono i loso, quest’ultimi riflettendo ciascuno il proprio periodo storico. Anche se in realtà questa affermazione è intrinsecamente falsa, perché il pensiero è uno solo che però muta nel corso del tempo. Secondo i giuristi, il diritto è una certezza. La norma o si interpreta o si deve rinnovare. Alcune invece stanno li dimenticate perché non più utili o efficienti alla società. I valori fondamentali sono VITA, DIGNITÀ e LIBERTÀ. Da questi
Discendono tutti gli altri particolari. Il lavoro e l'istruzione sono diritti ma non sono fondamentali. Come faccio a dire che c'è un principio fondamentale che è più fondamentale degli altri? (Bobbio)
In diritto esistono diverse scuole di pensiero. Tuttavia tutti sono d'accordo a riconoscere che i diritti fondamentali non possono essere bilanciati. Non può essercene uno che prevarica sull'altro.
Si spiega da sola, una volta compresa l'utilità della disciplina è inutile ricercare altre definizioni. Le OBIEZIONI ALLA FILOSOFIA (che provengono da diverse persone):
- I giuristi dicono che serve no ad un certo punto, oltre è inutile in quanto alla fine del giorno rimane comunque loso a. Anche se in realtà sono proprio i loso che hanno una visione totale, a 360 gradi.
- I giuristi sono nella scatola, i loso sono fuori la scatola. Vedono soltanto l'interno, Vedono l'interno ma anche senza chiedersi il motivo o l'esterno.
La filosofia e il diritto
I filosofi puri affermano che il nucleo filosofico è uno solo e non possono esserci distrazioni filosofiche in ambiti particolari, specie per il diritto, che è per sua natura parte integrante di filosofia.
Filosofi e giuristi fanno una critica che il fa cadere in endoxca, pregiudizio. Ovvero che il diritto è un dato certo e immutabile, quando in realtà questo non è un dato nomostatico ma nomodinamico.
NON SI PUÒ FARE DIRITTO SENZA FILOSOFIA (Opocher)
Filosofia, filos sofia, amore per la conoscenza che significa appunto chiedersi il perché delle cose. Questa non può essere autoreferenziale e basarsi sullo scientismo, in quanto è una disciplina che apre la mente. Molto spesso però la legge è asettica. La differenza viene a crearsi dall'interpretazione dei giuristi in base all'evento che si ritrovano per le mani. Del Vecchio
èimportante perché esplica quali sono i ruoli e compiti principali della filosofia del diritto: - Fenomenologico: quello che il diritto appare nella società; - Ontologico: essenza del diritto, diritto come attività del soggetto che pone la norma. La norma, o regola, misura la condotta del consociato all'interno della società. Se la regola è una misura, cosa misura? La norma serve a mantenere la giusta distanza tra me e l'altro diverso da me, in modo che il mio comportamento non leda l'altro; - Deontologico: dover essere del diritto, ovvero la ricerca della giustizia quando vi è la violazione, infrazione di determinate norme. Il dovere dello Stato è quello di tutelare tutti quanti. Come appare il diritto? La società si evolve a passo con la tecnologia, ma il diritto arranca, specie perché questo ha bisogno di una decisione politica. Dietro laNorma c'è una discussione politica per l'appunto traschieramenti politici di religione opposta, laici contro cattolici. Tuttavia sorge un problema quando si pone in essere un'azione illegale svolta in un paese in cui la stessa è legale, come ad esempio la procreazione assistita. Quando una coppia non riesce ad avere figli e si ritrova a voler tentare il tutto per tutto con la procreazione assistita, si ritrova davanti l'ostacolo dell'illegalità dell'azione. Allora la coppia emigra in altri paesi europei dove possono ricevere assistenza in quanto cittadini europei e dove è legale. Quando ritornano in patria dovrebbero essere puniti come conseguenza di aver commesso un'azione illegale, ma è più complicato di così in quanto vengono ad essere coinvolte un numero elevato di persone (ginecologo, medico, amici, parenti) che dovrebbero essere imputati per complicità. Allora come se ne lava le mani l'Italia?
Dice che: È vero che qui l'azione è illegale, ma è anche vero che sono cittadini europei e sono andati a compiere l'azione in un paese europeo in cui è legale e a cui potevano usufruire pienamente del servizio medico, quindi reato non ne è stato commesso. Se siamo una società civile perché abbiamo bisogno delle regole? Principalmente e fondamentalmente perché l'uomo è un essere egoistico. Paradossalmente, oltre alla norma, bisogna anche applicare una sanzione per l'infrazione della stessa. Di i umani. Diritti umani. Sono dei diritti che noi come società abbiamo sempre avuto e per i quali non abbiamo avuto necessità di combattere, come invece hanno dovuto fare le generazioni passate, conquistandoli talora anche con il sangue. Inoltre questi non sono statici, ma sono cambiati e continuano a cambiare. Nell'alto medioevo, 1215 in particolare, la nobiltà e il clero chiedono al re Giovanni.SenzaTerra di ricevere dei privilegi, quali diritto alla proprietà privata, alla libertà e di non essere condannati senza motivo. Il primo perché tutto era in proprietà del sovrano e poteva reclamare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Il secondo in quanto poteva emanare o abrogare leggi limitando qualsiasi aspetto della vita. E c'è anche un particolare, IL SOVRANO NON È SOGGETTO ALLE LEGGI CHE EMANA Il che significava che anche se una legge lo riguardava, non poteva esser toccato comunque a differenza di tutti gli altri. L'art 39 dice che: Gli uomini liberi non possono essere catturati o imprigionati, privati dei loro averi, messi fuorilegge, esiliati o danneggiati in alcun modo, se non da un tribunale legale di loro pari secondo le leggi del paese. Si parla di uomini liberi perché era un periodo storico in cui esistevano ancora schiavi e servi. L'esilio inoltre è un destino peggio della morte. Siamo in epoca