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Il cavaliere verde visto da una prospettiva celtica, sfida la società in crisi, una
società verso cui bisogna prendere le distanze e combattere.
Il romanzo ha una struttura concentrica/a cerchio, ciclica. Inizia con un
riferimento a Troia e alla Bretagna e finisce con lo stesso identico riferimento.
Questo punto è il ricordo di Troia e quindi dell’origine del nome Bretagna e della
sua fondazione. Viene raccontato all’inizio e non alla fine, ma l’autore richiama
questo tema. A Camelot si ritorna.
Il viaggio che porta Galvano al castello lo vede disorientato, perso, in balia
delle forze della natura per poi trovarsi di fronte a una dimora, qualcosa di
confortante. Qui vi è il nucleo della narrazione, perché Galvano in attesa del giorno
che lo porterà ad affrontare la grande sfida, viene incoraggiato a riposare mentre il
re caccia e sua moglie lo corteggia. Di fatto la fatica fatta dal re nel cacciare e
proporzionale a quella che fa la moglie per ottenere un bacio. Ci sono dei
parallelismi che il personaggio non conosce, ma il lettore si perché è dentro a più
ambienti. La struttura concentrica mette in secondo piano la figura del cavaliere
verde. La vera sfida di Galvano è rappresentata dai tre tentativi di seduzione di
lady Bertilak, il loro rapporto è centrale.
La vera organizzatrice di tutto, Morgana, non compare se non alla fine e
rimette in discussione tutta la storia, tratto narrativo moderno.
L’elemento britannico è molto forte nel prologo: il nostro poeta ci racconta la
leggenda della fondazione della Bretagna che si chiama così solo perché chi la
occupa e la fonda si chiama Brutus da cui deriva il termine Bretagna.
Il dialetto è nordico e lo si vede soprattutto dalla morfologia sia nei plurali che
singolare in s (nelle midland e nel sud si continua la morfologia di tipo
anglosassone e la desinenza più presente è quella in N che diventa più frequente
in tedesco). 53
Galvano parla dell’origine della Bretagna e introduce la corte di re Artù, un
condottiero celtico (fa parte di quelli che abitavano la Bretagna prima che
arrivassero i sassoni) che si è opposto ai sassoni. Tuttavia, a un lettore del tempo,
XIV sec, la parola Britain non distingue più i discendenti dai nuovi arrivati. Questo
ricorre spesso nell’alliterative revival collegamento tra la leggendarietà e
collegamento con la popolazione celtica.
ande quen þis bretayn watz bigged bi þis questo burn rych possente
e quando questa Britagna fu costruita da questo possente cavaliere (angl uomo,
me cavaliere)
bolde bredden perinne, baret pat lofden
audaci crebbero la, generati da quelli che amano
in mony tuned tyme tene pat wrozten
in questi tempi sconvoti/turbolenti combattimento quelli fecero
mo ferlyes on þis folde han fallen here oft
più/molte (meraviglia ME/paura A meraviglia che stupisce) in questa terra sono
accadute qui spesso
þen in any oþer þat I wot syn þat ilk tyme
che in qualsiasi altra —- che io so essere in quello stesso tempo
bot of þat here bult of bretaygne kynges
ma di tutti quelli che qui vissero i re britannici
ay watz arthur þe hendest as I haf herde telle
sempre fu Artù il più nobile come io ho udito dire
forþi an aunter in erde I attle to schawe
perciò un’avventura sulla terra io voglio mostrare
ʒ
þat a selly in si t summe men hit holden
strana a vista che alcuni uomini terranno
and an outtrage awenture of arthurez wonderez
e una straordinaria avventura delle meraviglie virtù
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ʒ
if e wyl lysten þis laye bot on littel quile
se voi ben ascolterete questo canto che non sarà breve
I schal telle hit as tit as I in toun herde
ve lo dirò così aderentemente come io udii in città
[bob]
with tonge
con la lingua parlata
[wheel] [wheel]
as hit is stad and stoken
come esso/avventura sta fissata
in stori stif and stronge
in una storia forte e audace (che non si cambia)
with lel letteres loken
con lettere leali (vere)
in londe so hatz ben longe
a lungo è stato così raccontato nella terra
25 novembre 2020 lezione 33
L’incipit del Cavaliere verde contiene alcuni elementi tematici importanti.
Topos 1) le origini leggendarie della Bretagna legate al popolo celtico, nel racconto
avviene attraverso la materia narrativa di Artù, in quanto celtico; 2) l’oralità, ovvero
la storia che si va a narrare è giunta alle orecchie del poeta, il poeta non inventa se
non la struttura formale.
Questo testo riflette sul cambiamento della società in cui vive il poeta si
interroga sul comportamento che dovrebbe adottare il cavaliere.
Le parole che troviamo nel Green knight relative all’ oralità passata sono
tantissime e questo ci permette anche di supporre che il nostro poeta si riferisca
all’allitterazione usata come strumento mnemonico nel mondo anglosassone, per
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sottolineare la distanza temporale tra il suo mondo e quello passato, per
sottolineare le incoerenze.
L’incoerenza la si trova nella figura di Lady Bertilak, descritta dal re, come la
sua peggiore nemica. Qui si sottolineano certe qualità di Lady Bertilak
ella era la più bella nell’aspetto di carne/corpo e pelle/volto
per cortesia, colore e portamento su tutte le altre
e più bella di Ginevra, così il cavaliere pensò
Si dice soltanto che è di bell’aspetto, niente del suo carattere, così avviene in
tutta la poesia cortese. La vera sfida è lei, così bella da stregare. Il narratore ci
descrive il conflitto vissuto da Galvano.
Nella presentazione si dice che ella era la più bella, nel corpo e nella pelle e
nel volto (lyre in anglosassone è la parte delle gambe dove ci sono più muscoli, in
ME flesh e lyre sono quasi sinonimi, utilizzato anche per volto e lo si ritrova anche
quando si parla del cavaliere verde, Boþe þe lyre & þe leggez gambe o volto
riferito alle parti che non sono coperte dai vestiti). Questa parte incuriosisce perché
entrambe le figure tentano Galvano e sono descritte dal poeta con la parola Lyre:
dovevano forse far associare queste due figure al lettore?!
perciò quella principessa lo premeva così forte
lo spingeva così vicino al filo/bordo caduta, che per necessità conveniva a lui
o accettare lì il suo amore o sprezzantemente rifiutarla
si preoccupa per la sua cortesia, per paura di essere vile/codardo
e molto più [si preoccupava] per il danno (delle conseguenze del suo
comportamento) se dovesse commettere peccato
e essere traditore verso quel signore che quella dimora possedeva.
Nel mondo cortese dove vive Galvano nel XIV sec la cortesia del cavaliere
implica il non rifiutare l’amore della donna amata, sia che sia o meno impegnata.
Dall’altra però, l’amore cavalleresco originario, quello spirituale, prevede che il
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cavaliere soffra la pena d’amore per elevarsi. Queste due visioni si scontrano nella
società del XIV sec.
Il narratore non giudica male il comportamento di lei, sostiene soltanto che è
una donna incalzante, l’unico elemento negativo è visto nel comportamento di lui,
nel rifiuto.
Nel descrivere l’amore, si utilizza la parola lach, che indica una sorta di
legame/cappio stretto che l’amore fa su l'amato, un amore che vede il nostro
cavaliere in posizione subalterna, un legame d’amore con un cappio.
Nella parte finale comprendiamo che lei è una tentatrice. La paragona a tre
donne tentatrici prima Eva col peccato originale, la donna che inganna per
antonomasia l’uomo portandolo alla caduta.
Non c’è da stupirsi che uno sciocco/sempliciotto impazzisca
e attraverso arti ingannevoli/ammaliatrici di donne è portato al dolore
wyles of wymmen le arti ingannevoli delle donne, che portano gli uomini a
compiere azioni dannose,
perciò così fu Adamo sulla terra da una ingannato
Salomone da molte individualmente e Sansone similmente dopo.
Dadila distribuisce tagliando il destino di Sansone (wyrde determina ciò che
succede all’uomo sulla terra scompare nella lingua inglese con i francesismi fate e
destiny) e sia vinto al dolore.
Davide dopo fu accecato (non riesce a vedere capire percepire è un
sempliciotto è ammaliato dalle donne) da Barsabe così che poi molta sofferenza
soffrì. Ora questi furono danneggiati dalle loro arti ingannevoli (si sottolinea anche
la rabbia di essere stato vile/codardo, meschef, traditore nei confronti dei propri
valori) sarebbe una grande gioia amarle bene e non crederle se un uomo questo
potesse/sarebbe una bella cosa se un uomo potesse farlo e non crederle.
Quindi Galvano vede queste donne come delle maghe incantatrici, donne
pericolose, che l’uomo cortese dovrebbe poter amare (amore carnale non
spirituale), senza credere nel loro amore.
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Siamo in un periodo in cui l’amore spirituale del cavaliere è stato sostituito da
un amore carnale. Nel Canterbury Tales addirittura il cavaliere Galvano attua uno
stupro, dicendo “ti voglio amare bene”, formula che viene detta da un cavaliere,
questo stona un po’ tanto.
Qui abbiamo sia una riflessione sulla nascita della Bretagna, dall’altra ci
racconta della gioia provata da Galvano dall’essere svegliato da Lady Bertilak,
mentre sogna la sfida col cavaliere verde che deve affrontare. Il poeta sottolinea
anche l’importanza di un intervento divino per salvare il cavaliere.
þay lanced wordes gode
essi lanciavano come se fossero armi parole vuote
much wele þen watz þerinne
molto bene a loro era lì
gret perile bitwene hem stod
grande pericolo tra di loro stava (c’era un grande pericolo tra di loro)
ʒ
nif mare [Maria] of hir kny t mynne (parola scandinava)
se non Maria/signora avesse ricordo del suo cavaliere
(1766-69)
Galvano è molto combattuto perché da un parte avrebbe voluto soddisfare
questo amore, dall’altra prova un senso di dovere/riconoscenza nei confronti del re.
Il poeta vede nell’intervento divino una via di salvezza.
Il nostro cavaliere torna alla tavola rotonda con un graffio sul collo è la
macchia che gli ricorda di aver peccato, per aver temuto per la propria vita. Pecca
anche nel non accettare l’amore ingannevole di lady Bertilak per paura di morire,
segno di viltà/codardia. Il poeta dà al cavaliere questa macchia che richiama
quella del peccato originale, che avrà sempre come segno indelebile della sua
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paura. Il romanzo inizia e finisce a Camelot. Tutta la materia trattata, risale al
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