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E poi oltre le proteine anche gli acidi nucleici vengono utilizzati come bersagli.
Per esempio i farmaci che agiscono sugli enzimi hanno un azione ben specifica e
quindi il farmaco, agendo, avrà una funzione ben specifica.
I recettori per ligandi endogeni sono i bersagli più attaccati dai farmaci. Tali recettori
sono macromolecole cellulari deputate al riconoscimento di “sostanze chimiche
endogene” e alla generazione di una risposta biologica. Le cellule devono comunicare
tra loro e per fare ciò avviene attraverso la liberazione di sostanze quali
neurotrasmettitori, ormoni, fattori di crescita, autacidi, che sono in grado di legare uno
specifico recettore che porta alla generazione di una risposta biologica.
Come abbiamo detto, i recettori si possono trovare a livello della superficie della
membrana cellulare oppure a livello intracellulare o nucleare.
I recettori di membrana trasducono il segnale portato da mediatori idrofilici che
difficilmente attraversano la membrana cellulare (neurotrasmettitori, fattori della
crescita, citochine). Tali recettori determinano modificazioni delle concentrazioni
ioniche intracellulari attraverso la generazione si secondi messaggeri oppure
attraverso la stimolazione della formazione di macrocomplessi molcolari
biologicamente attivi.
I recettori intracellulari o nucleari trasducono il segnale portato da mediatori lipofili
che diffondono facilmente attraverso la membrana cellulare (ormoni steroidei e
tiroidei, vitamina D, acido retinico…). A differenza dei recettori di membrana questi
sono fattori di trascrizione che, interagendo con le sequenze specifiche del DNA,
inducono modificazioni dell’espressione genica e quindi della composizione proteica
della cellula.
La genomica (studio della funzione dei geni e della loro mutazione in situazioni normali
e patologiche) e la proteomica (studio delle proteine in cellule o tessuti in condizioni
normali o patologiche) hanno potato all’identificazione di più di 1000 recettori espressi
sulla membrana plasmatica, distinguibili per composizione e funzione e raggruppati in
20 famiglie.
I recettori di membrana si dividono in:
- Canali ionici;
- Recettori accoppiati alle proteine G;
- Recettori per le citochine;
- Recettori con attività guanilato-ciclasica;
I recettori canale sono dei complessi macroproteici transmembranari formati da
subunità proteiche che si assemblano per formare un canale idrofilico. Sono molecole
chemiodipendenti e sono tra le molecole più importanti per regolare la comunicazione
rapida tra cellule e l’omeostasi ionica intracellulare. I recettori canale più importanti
sono quelli nicotinici, serotoninergico, glutammatergici ecc. Il legame tra recettore
canale e ligando determina un cambiamento della loro conformazione che causa
l’apertura del canale e induce un flusso ionico. Gli ioni passano in maniera controllata
e selettiva secondo gradiente elettrochimico, determinando una variazione del
potenziale elettrico di membrana e/o l’attivazione di vie di segnalazione intracellulare,
dando così inizio alla risposta
cellulare. Sulla base della carica
ionica che passa nel canale,
l’apertura determina
depolarizzazione o
iperpolarizzazione della membrana
e media rispettivamente eventi
eccitatori o inibitori. Se il passaggio è di ioni di carica positiva si avrà depolarizzazione;
se il passaggio è di ioni di carica negativa si ha iperpolarizzazione.
NB: la stimolazione di recettori diversi comporta differenze in termini di risposta ma
anche di velocità di insorgenza e durata della risposta.
Nella struttura del recettore canale possiamo individuare 3 zone:
- La porzione extracellulare, generalmente di grandi dimensioni, che delimita una
larga camera a forma di imbuto dove si concentrano gli ioni e dove sono
localizzati i dei siti di legame per il ligando;
- La porzione intramembrana, situata alla fine dell’imbuto, che costituisce il poro
ionico vero e proprio che ha una funzione di filtro e quindi seleziona gli ioni in
base alla carica e alla dimensione. A questa funzione di filtro contribuiscono
amminoacidi carichi disposti in più anelli lungo la superficie interna del canale;
- Porzione intracitoplasmatica che presenta dei siti di fosforilazione, importanti
per la regolazione delle cinetiche di apertura e chiusura del canale ionico, e siti
di legame con proteine adattatrici che legano il recettore al citoscheletro e ne
garantiscono la stabilità e la corretta localizzazione nella membrana cellulare.
Tutte queste zone sono formate da subunità proteiche disposte a formare un canale. In
questo canale nel caso del recettore nicotinico passano ioni sodio e potassio, mentre
nei recettori GABA passano gli ioni cloro.
I farmaci attivi su questa classe di farmaci possono avere come bersaglio:
- Il sito ortosterico: siti di legame per il ligando naturale (es nicotina che occupa il
sito dell’acetilcolina).
- Sito allosterico: in una zona di legame diversa da quella del ligando naturale (es
nei recettori gaba la benzodiazepina si lega in un sito diverso di ligando, sito
allosterico). Questo tipo di legame determina un meccanismo di trasduzione
diverso da quello endogeno.
I recettori accoppiati alle proteine G sono la famiglia recettori più numerosa e
rappresentano il bersaglio della maggior parte dei farmaci. Sono dei recettori a 7
domini transmembrana in quanto sono formati strutturalmente da una catena
polipeptidica che attraversa 7 volte la membrana plasmatica in corrispondenza di 7
regioni idrofobiche. Il sito di legame per il ligando si trova in una zona idrofilica nelle
prozioni transmembrana o extracellulari della molecola. Il tratto di sequenza compreso
tra la regione transmembrana 5 e 6 rivolta verso il citoplasma è molto importante per
il riconoscimento delle proteine G specifiche con cui ciascun recettore si accoppia.
L’estremità ammino terminale della catena polipeptidica dei recettori delle proteine G
risulta fuori dalla cellula e mentre quella carbossi terminale risulta nel citoplasma.
Questi recettori hanno la caratteristica di trasdurre il segnale attraverso l’attivazione
di un intermediario, la proteina G, presente nello spazio citoplasmatico. Le proteine G
sono situate nello spazio citoplasmatico, più precisamente sono legate alla membrana
dalla parte del citoplasma, e sono degli enantiomeri costituiti da 3 subunità
denominate alfa, beta e gamma.
I recettori accoppiati alle proteine G posseggono attività GTPasica intrinseca: I
neurotrasmettitori o ormoni
agiscono sul recettore determinando
un cambiamento di conformazione e
questo fa si che la proteina G si
attivi e subisca un distacco dalla
subunità alfa. L’attivazione della
proteina G porta all’attivazione di
effettori quali fosfolipasi e cliclasi
oppure sui canali ionici. Ognuna di
esse sintetizza o libera numerose
molecole di secondi messaggeri che
a loro volta possono attivare
numerose proteinchinasi. Il risultato
finale porterà a degli effetti biologici. L’adenilato ciclasi produce AMPc, mentre la
fosfolipasi determina il rilascio di DAG e IP3. Nel caso dei canali ionici il messaggio è
trasportato da una rapida entrata di ioni che a seconda dello ione coinvolto può
produrre una cascata metabolica (nel caso di Ca2+), una depolarizzazione (Na+) o una
iperpolarizzazione (Cl-) della membrana, che a sua volta induce un cambiamento
conformazionale di molte proteine di membrana responsabili dell’effetto biologico.
Le proteine G possono essere stimolatorie o inibitorie e quindi per esempio nel caso
dell’adenilato ciclasi la proteina G inibitoria inibisce la produzione di AMPc, mentre la
proteina G stimolatoria stimola la produzione di AMPc.
I farmaci agiscono soprattutto sui recettori legati alle proteine G, ma anche sulle
citochine (soprattutto i farmaci biotecnologici). Le citochine sono delle proteine di
piccolo peso e vengono secrete dalle cellule in risposta agli antigeni. Fanno parte delle
citochine le intereluchine, fattori di Necrosi Tumorale, famiglia dell’iL-6, interferoni,
chemochine, fattori stimolanti la formazioni di colonie, fattori di crescita. Le citochine
agiscono su molte cellule coinvolte nelle risposte infiammatorie ed immunitarie. Le
loro funzioni sono:
1. Fare parte dell’immunità innata;
2. Crescita, attivazione e differenziazione dei linfociti;
3. Attivazione delle cellule infiammatorie;
4. Stimolazione dell’ematopoiesi;
Le citochine agiscono fondamentalmente in forma locale,
sia sulla stessa cellula che le produce (attività autocrina,
es linfociti T e IL-2), sia sulle cellule vicine (attività
paracrina). In minor porzione, agiscono su cellule e tessuti
distanti dal sito in cui sono prodotte (attività endocrina es
IL-1) e si trovano nell’ambiente extracellulare e non in
circolo come gli ormoni.
I recettori per le citochine si dividono in due grandi
famiglie:
- I recettori di tipo 1 che legano molti fattori di
crescita emopoietici, il GH, la prolattina e molte intereleuchine;
- I recettori di tipo 2 che legano gli interferoni, le interleuchine 10 e 22 e il fattore
7 della coagulazione.
Tutti i recettori per le citochine sono
composti da una o più proteine
transmembrana contenenti un dominio
extracellulare per il legame con la
citochina e uno intracellulare per
l’attivazione del segnale responsabile
della risposta.
La via utilizzata per la trasduzione del
segnale dei recettori per le citochine si
chiama “via JAK STAT”: il recettore è
attivato dal segnale della citochina. La
trasduzione del segnale avviene
attraverso la dimerizzazione del recettore provocata dal ligando che porta
all’attivazione della via JAK. La via JAK ha una funzione chinasica che fosforila il
recettore. Ciò determina il legame di un fattore di trascrizione STAT al recettore
fosforilato e passa, dopo dimerizzazione, nel nucleo dove si lega al DNA e promuove la
trascrizione dei geni che rispondono a STAT. Più precisamente STAT si lega alla
sequenza di DNA detta promotore che controlla l’espressione genica di un'altra
sequenza di DNA con conseguente controllo delle funzioni cellulari come crescita,
differenziamento e morte cellulare (apoptosi). L’alterazione e la mancata regolazione
della via JAK/STAT può portare a sindromi immunodeficienti o al cancro.
Meccanismo d’azione dell’eritropoietina: l’Eritropoietina si attacca al recettore delle
citochine, il suo legame determina la fosforilazione del recettore che è in grado di
legare il fattore di trascrizione che viene a sua volta fosforilato e dimerizzato e
riuscendo ad entrare nel nucleo determina la modificazione dell’espressione genica.
I recettori per i fattori di crescita: quella dei fattori di cresc