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La prima fase della farmacocinetica è l’assorbimento ovvero il processo che media il
passaggio dei farmaci dal sito di somministrazione al compartimento plasmatico (o
plasma). La velocità di assorbimento può variare in base alla via di somministrazione
del farmaco (la più veloce è la via endovenosa), e la sua scelta deve tenere conto delle
caratteristiche chimico-fisiche del farmaco e della strategia terapeutica. Prima di
essere assorbito il farmaco deve essere somministrato.
Le vie di somministrazione vengono divide in vie naturali e artificiali.
Le vie naturali vengono
raggiunte senza l’utilizzo di
dispositivi artificiali, mentre le
vie artificiali necessitano di
dispositivi, come siringhe per
esempio.
Via orale (per os): PRO: semplice, sicura,
utile per terapie
croniche, possibilità di
usare preparati per il
rilascio ritardato,
economica, buona
compliance (anche il
paziente ha una buona
biodisponibilità),
possibilità di
intervenire in caso di
emergenza (induzione
di vomito).
CONTRO: non adatta alle emergenze (ci vogliono 20-30 min per raggiungere picchi
plasmatici), non è sfruttabile per farmaci biotecnologici, inadatta ai pazienti che non
possono deglutire, biodisponibilità bassa e variabile, interazione con gli alimenti.
Via sublinguale: PRO: attraverso
questa
somministrazione
è come se i
farmaci fossero
somministrati per
via endovenosa
perché sotto la
lingua ci sono dei
capillari che
portano alla via
cava.
Via rettale: Questa via non può
somministrare
farmaci
biotecnologici.
PRO: Utile nei
bambini, per
pazienti con
alterazioni
gastroenteriche.
Utile per farmaci
con svantaggi
irritanti.
Svantaggi:
interferenza con
feci.
Via intramuscolare: Bisogna saper fare
una puntura
intramuscolare,
solitamente tale
puntura viene
somministrata nel
gluteo e non più di
una certa quantità
per gluteo. Possono
essere a rilascio
ritardato.
Via sottocutanea:
Via endovenosa: E’ la via di
somministrazione più veloce, viene utilizzata per la somministrazione di farmaci
biotecnologici. Questa via viene anche chiamata punto di emergenza in quanto il picco
plasmatico viene raggiunto dopo solamente qualche minuto. È necessario saper
somministrare per via endovenosa, per questo motivo viene utilizzata solo dal
personale medico.
Via inalatoria:
Altre vie:
L’assorbimento gastrointestinale è l’assorbimento dei farmaci somministrati per via
orale. Le sedi di assorbimento gastrointestinale sono:
1) La cavità orale: l’assorbimento può già iniziare a livello della cavità orale nel
caso di elettroliti deboli e sostanze lipofile, ma le vere sedi dell’assorbimento
sono lo stomaco e l’intestino tenue;
2) Stomaco: vengono assorbiti farmaci che sono acidi deboli;
3) Intestino tenue: vengono assorbiti farmaci che sono basi deboli;
4) Retto: vengono assorbiti farmaci che sono basi deboli. Troviamo due vene
emorroidarie, la superiore va al
fegato e quella inferiore (che si
dirama in vena emorroidaria media)
che va direttamente alla vena cava;
Per i farmaci somministrati per via
parenterale, l’assorbimento sarà più veloce
e l’effetto del farmaco verrà sentito
immediatamente perché non si dovrà
aspettare il tempo necessario affinché il
farmaco arrivi in circolo (in quanto vi è già).
Alcuni farmaci possono essere inattivati dal
tratto gastrointestinale e questo non
avviene quando le vie di somministrazione
sono parenterali. Inoltre sono molto
importanti le diverse formulazioni con la
quale viene prodotto un farmaco, che servono a proteggere il sito attivo in modo che
raggiunga il sito di interesse. La bocca e il tratto gastrointestinale sono collegati
tramite vena porta al fegato, dove avviene il metabolismo di diverse sostanze
compresi i farmaci. A livello del fegato, quindi, il farmaco viene inattivato e perderà le
sue capacità terapeutiche.
Alcuni farmaci che assumiamo per via orale sono molto sensibili all’azione del fegato
in quanto potrebbero venire trasportati al suo interno, subito dopo essere stati
assorbiti dall’intestino tenue, e venire metabolizzati. Questo fenomeno viene chiamato
“effetto di primo passaggio” e può portare ad una notevole limitazione della
biodisponibilità di un farmaco somministrato per via orale. Quando un farmaco viene
somministrato attraverso una via che non sia l’iniezione diretta endovena deve
attraversare una barriera cellulare di cellule di vario tipi (cute, muscose, vasi etc).
Tutte queste barriere sono delle membrane cellulari: La membrana cellulare è
costituita da un doppio strato fosfolipidico le cui teste idrofile formano le superfici
interna ed esterna e le code idrofobe si uniscono al centro della membrana. Il doppio
strato ha uno spessore di circa 4,5 nanometri. Le proteine, che costituiscono gli altri
componenti della membrana, possono essere di due tipi. Alcune dette “periferiche”
sono disposte su entrambe le facce della membrana, altre dette “integrali” penetrano
nella membrana e la attraversano completamente.
Passaggio di farmaci attraverso le membrane biologiche:
- Diffusione passiva: Nel trasporto passivo le molecole si muovono attraverso la
membrana secondo il gradiente di concentrazione (da maggiore concentrazione
a minore concentrazione) e non è richiesta energia. È il meccanismo di
passaggio delle membrane più utilizzato dai farmaci liposolubili.
- Diffusione facilitata: è un trasporto passivo che avviene secondo gradiente di
concentrazione, ma è mediato da proteine trasportatrici di membrana. La
diffusione facilitata può avvenire attraverso carrier o attraverso canali. Il carrier
è una proteina transmembrana che lega le molecole da un lato della membrana
e le trasporta all’altro lato in seguito ad un cambiamento di conformazione. Il
carrier possiede uno o più siti di legame che sono specifici per determinate
molecole. Come avviene? Una molecola si lega nel sito di legame della proteina;
il carrier subisce subito un cambio di forma ed espone il sito di legame all’altro
lato della membrana; il carrier rilascia la molecola ed è pronto per legarsi con
un’altra molecola da questo lato della membrana; se non si lega con nessuna
molecola tornerà alla sua forma iniziale. La diffusione facilitata è molto utile per
i farmaci idrofili e di grandi dimensioni. Trasporto limitato dalla disponibilità dei
carriers. Non richiede energia, passaggio secondo gradiente di concentrazione.
- Filtrazione: è un processo fisico che permette il passaggio del farmaco
attraverso i pori della membrana cellulare. Il farmaco entra nella cellula se, fra
l’interno e l’esterno della cellula, c’è una differenza di pressione idrostatica o
osmotica. È utile per molecole di piccole dimensioni e idrosolubili.
- Trasporto attivo: è il trasporto attivo di una sostanza. È un processo che richiede
energia e avviene contro gradiente elettrochimico. Il trasporto di sostanze
contro gradiente richiede un apporto energetico affinché le molecole si
muovano contro la forza elettrochimica che le spinge nella direzione opposta. È
un processo che richiede dei trasportatori attivi che sono specifici per certe
molecole e posseggono un numero fisso di siti di legame. Di conseguenza, essi
sono soggetti a saturazione
La maggior parte dei farmaci diffonde per diffusione passiva: un farmaco deve
possedere un grado di lipofilia sufficiente a permettergli di attraversare l’ambiente
lipidico della membrana cellulare. Tuttavia un piccolo grado di idrofilia è necessario per
tenere il farmaco in soluzione nei liquidi acquosi intra ed extracellulari. Farmaci
vengono definiti lipofili se non hanno cariche elettriche e non sono in forma ionizzata.
Farmaci vengono definiti idrofilici se sono ionizzati.
Un parametro che ci permette di capire come diffonde un farmaco nelle membrana e
quale è la sua capacità di diffusione è il coefficiente di ripartizione. Il coefficiente di
ripartizione indica quale è il grado di idro-lipofilia (solubilità del farmaco) di un
composto e indica come un farmaco si distribuisce in una soluzione contenente H O e
2
olio: [farmaco] nella fase oleosa
Coefficiente di ripartizione= --------------------------------------------------
[farmaco] nella fase acquosa
Tanto più elevato è il valore del coefficiente di ripartizione, tanto più rapidamente le
molecole del farmaco possono diffondere attraverso le membrane lipidiche
I Farmaci biotecnologici hanno per esempio un coefficiente di ripartizione basso
perché sono polari e sono di grandi dimensioni. Il farmaco entra all’interno del corpo
liposolubile e poi viene trasformato in idrosolubile dal metabolismo.
FARMACO LIPOSOLUBILE è PIÙ ASSORBIBILE
FARMACO IDROSOLUBILE è MENO ASSORBIBILE
FORMA INDISSOCIATA è PIÙ LIPOSOLUBILE e PIÙ ASSORBIBILE
FORMA DISSOCIATA è MENO LIPOSOLUBILE e MENO ASSORBIBILE
FARMACO ACIDO NON VIENE DISSOCIATO IN AMBIENTE ACIDO è PIÙ LIPOSOLUBILE e
PIÙ ASSORBIBILE
FARMACO BASICO NON VIENE DISSOCIATO IN AMBIENTE BASICO è PIÙ LIPOSOLUBILE e
PIÙ ASSORBIBILE
Le condizioni di diffusione degli
elettroliti deboli e dei farmaci
trasportati dalle proteine
dipendono dal pH del mezzo e
dalle concentrazione delle
proteine dai due lati delle membrane. Numerosi farmaci sono acidi o basi deboli
pertanto lo stato di ionizzazione dipende dal loro pKa e dal pH del mezzo.
Secondo L’equazione di Henderson-Hasselback in ambiente acido si trovano in forma
non ionizzata gli acidi deboli, mentre in forma ionizzata le basi. Il contrario si verifica in
ambiente basico. Calcolare per ciascun farmaco un valore di pKa che ci permette di
stabilire quale è il pH ideale alla quale il farmaco ha una maggior facilità di diffusione. I
valori di pKa sono assai diversi tra i farmaci.
L’aspirina per esempio è un farmaco molto acido e sarà sempre più ionizzato ad un pH
sempre più basico. Meno il farmaco è ionizzato, maggiore sarà l’assorbimento. Di
conseguenza, l’aspirina sarà assorbita con più efficacia a pH acido: ecco perché questa
è assorbita nello stomaco dove abbiamo valori di pH molto acidi. Per Anfetamina
l’assorbimento avviene a livello ileale perché l’acidità e minore e la basicità è
maggiore.
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