Il piano della conoscenza sensibile
Questo piano della conoscenza è il primo, quello più importante, che ci viene dai sensi. Questa conoscenza che deriva dai sensi ha caratteristiche proprie che non ritroviamo in altri piani della conoscenza ed è questa la novità di Baumgarten. Egli sostiene che ci sia bisogno di una disciplina che studi queste peculiarità, una riflessione che abbia il proprio metodo e i propri oggetti. Si dà alla sensibilità sempre più importanza. Oltre alle già praticate filosofie speciali, bisogna riconoscerne una nuova, l’estetica, perché la questione della sensibilità in passato non è stata studiata a sufficienza e deve essere messa in relazione con alcune tradizioni di pensiero, altre questioni che Baumgarten enumera all’interno della lunga parentesi. La disciplina è moderna ma ha le proprie radici nel passato.
Teoria delle arti liberali
Queste tradizioni, questi saperi antichi, a cui Baumgarten fa riferimento sono:
- Teoria delle arti liberali: Sapere del passato a cui l’estetica deve assolutamente collegarsi. L’estetica è lo studio della sensibilità, la quale ha una valenza conoscitiva, e fa riferimento anche all’arte, contiene tutte le teorie dell’arte che erano state precedentemente elaborate sia da filosofi che da artisti. L’estetica si collega alla tradizione di teoria dell’arte che cerca di spiegare cosa sia l’arte, la scultura, la pittura, etc. Si fa riferimento a una tradizione antichissima (Platone, Aristotele). Si cerca di capire anche le differenze e le analogie tra le diverse forme d’arte. Baumgarten non fa riferimento a Betteux ma alla tradizione precedente.
- Le arti liberali erano divise tra trivio (retorica, grammatica, dialettica) e quadrivio (matematica, geometria, musica e astronomia). Questa suddivisione è durata per tutto il Medioevo, era fondamentale nel periodo di Dante. Le arti del trivio sono le arti della parola e del linguaggio, ad oggi è rimasta solamente la grammatica, le altre non sono più discipline studiate a scuola. Bisognava essere abili ad usare la parola, per gli antichi la definizione più generale di arte era, infatti, essere abili a fare qualcosa, bisogna sapere quali sono le regole e le strategie, quello dell’arte è un fare che necessita di sapere. L’arte non è solo un fare, ma un saper fare bene. L’arte necessita di regole e di sapere, un sapere che può essere insegnato e di conseguenza tramandato, l’arte può essere imparata ad esempio andando da coloro che sono già abili nel campo. Le arti del trivio erano quelle più importanti perché permettevano all’uomo di diventare libero, indipendente e capace di orientarsi nella vita quotidiana e professionale. C’è un’idea molto pragmatica dietro alle arti liberali, si impara qualcosa che serve nella vita.
- Le arti del quadrivio sono quelle che ci insegnano ad usare bene i numeri, per fare i conti o per misurare le dimensioni dei campi. Presso gli antichi c’è sempre stata un’idea di geometria legata allo spazio ambientale. L’astronomia ci permette di capire meglio le leggi che governano le relazioni tra i pianeti, gli astri, è sempre stata molto studiata perché poteva dare dei suggerimenti in termini di previsione, ad esempio per i raccolti. C’è sempre un’idea pragmatica, si studia ciò che può servire. La musica è l’unica che ad oggi considereremmo ancora arte, tutte le altre sono discipline scolastiche ma non le classifichiamo come arti. Per Pitagora la musica è un’arte che esprime armonia, bellezza, molto più delle altre discipline, esprime armonia e ordine in termini numerici, necessita conoscenze di tipo matematico, quindi, viene considerata un’arte liberale.
Arti liberali e meccaniche
Tutto ciò che non rientrava nelle arti liberali (della parola e del numero), veniva negativamente identificato come arti meccaniche o volgari. Le arti liberali erano considerate, invece, arti nobili perché le arti della parola e del numero erano un fare principalmente mentale, solo secondariamente implicano il corpo. Le arti meccaniche erano considerate volgari perché implicano un lavoro corporeo, uno sforzo fisico. Bisogna aspettare l’umanesimo prima che vengano considerate delle arti nobili anche la pittura, l’architettura o la scultura, cambia finalmente l’assetto medievale di trivio e quadrivio. Saranno soprattutto le riflessioni degli artisti sull’arte a dare questo impulso, come Leonardo.
La poesia e la conoscenza
La poesia da Platone non era considerata un saper fare, secondo il Medioevo il poeta era tale per ispirazione divina, per Platone, il buon poeta era come invaso dalla divinità (entusiasmo = avere Dio al proprio interno), scriveva ciò che dettava la divinità, non è frutto della propria fantasia (Dante). La poesia non è una forma d’arte perché necessità la presenza di una presenza non umana. Per Aristotele, diversamente dal proprio maestro, la poesia era una forma d’arte come tutte le altre, magari meno importante. Le teorie aristoteliche vengono riscoperte alla fine del ’400 e sono condivise anche da Baumgarten. Con arti liberali quindi non si intendono solo quelle del trivio e del quadrivio ma anche tutto ciò che è successo successivamente, anche la rivalutazione di altre arti come la poesia.
Gnoseologia inferiore
Baumgarten appartiene al razionalismo, movimento che però nel corso degli anni aveva preso le distanze dal proprio padre fondatore Cartesio. Con Cartesio la filosofia è principalmente gnoseologia, la filosofia va a coincidere con una sua parte, quella dello studio della conoscenza. Baumgarten dice appunto che la sensibilità è una forma di conoscenza, la questione prima è capire come l’uomo possa raggiungere una conoscenza certa, era il principale quesito di Cartesio. La conoscenza secondo Platone si fonda sulle idee, che sono un prodotto della nostra mente. L’idea che noi abbiamo di un oggetto è una rappresentazione mentale, la mente riesce a rappresentare qualcosa. Noi, però, riusciamo a rappresentare qualcosa mentalmente solo se ne abbiamo già fatto esperienza. Platone dice che le idee che abbiamo nella mente, astratte, sono rappresentazioni innate nell’uomo, noi le abbiamo già al nostro interno e l’esperienza sensibile le sollecita, le fa scattare, è sufficiente una visione o una descrizione per risvegliare nella mente quell’idea. L’uomo cerca di recuperarle esternamente ma sono già innate.
Aristotele la pensa diversamente, ogni idea è parte della concretezza dell’esperienza e della realtà, c’è un’esaltazione dell’esperienza che sicuramente non c’è in Platone. Baumgarten quindi non è il primo a dire che la sensibilità ci fa conoscere il mondo, riprende una tradizione. Con gnoseologia inferiore indica quella teoria della conoscenza che va a recuperare la base della conoscenza: la sensazione, la sensibilità. Per inferiore non si intende un giudizio di valore, si tratta dell’indicazione della basilarità della conoscenza sensibile, costituisce il fondamento della conoscenza, è più un’immagine spaziale dell’edificio della conoscenza, inferiore perché è il gradino più in basso, tutto ciò che c’è sopra si regge su quello che c’è alla base, in basso, la sensibilità è fondamentale per tutto il resto della conoscenza, è la base di tutto.
Aristotele e la poesia
Nel Medioevo “poetica” di Aristotele era quasi sconosciuta. Si chiama così perché tratta della poesia tragica, intende la teoria che lui sviluppa in merito alla poesia tragica. Prima fa un’introduzione riguardo all’arte. All’epoca era rivoluzionaria la visione della poesia di Aristotele perché al tempo dominava quella di Platone, che pensava che la poesia non fosse un’arte perché il poeta, per quanto bravo, è solo un portavoce di Dio (entusiasmo), la poesia è un ponte tra il poeta e Dio. Per Aristotele la poesia ci permette di conoscere la realtà, arte imitativa. La poesia è frutto del lavoro umano, non coinvolge l’entusiasmo o l’ispirazione, questa teoria va a rafforzare l’idea che si stava diffondendo di un’arte che necessita di lavoro e strumenti. Aristotele paragona la poesia alla pittura, allora la pittura è un’arte importante come la poesia. Il paragone tra le arti è molto usato nella nostra cultura, da Aristotele in poi.
La teoria del paragone significa che se si vuole conoscere una forma d’arte bisogna paragonarla ad un’altra, uno molto frequente è quello tra poesia e pittura. Leonardo, ad esempio, sostiene che se le due vengono paragonate, allora la pittura è un’arte importante tanto quanto la poesia. Modica dice che tutti questi cambiamenti, che riguardano l’allargamento delle arti, non sono accompagnati da un’adeguata riflessione sullo status dell’arte, non si riflette su cosa sia effettivamente l’arte, tra tutte le arti deve esserci un elemento comune che però non viene studiato abbastanza.
Arte del parlare in modo bello
Baumgarten riprende la definizione di retorica ma di importante vuole dirci che (riprendendo Aristotele) il linguaggio che utilizziamo in generale è espressione del pensiero e, quindi, parte da una correlazione tra linguaggio e pensiero. Così vale anche per la retorica e le figure retoriche. Baumgarten vuole richiamare l’insegnamento di Aristotele. Quando parliamo noi esprimiamo delle rappresentazioni mentali, la figura retorica non è un semplice abbellimento ma, ad esempio, la metafora è espressione di un determinato contenuto di pensiero che non può essere espresso in altro modo. Baumgarten dice che la metafora ha valore conoscitivo perché esprime un contenuto di pensiero, esprime un insieme di parti che riesco ad esprimere simultaneamente e che non potrei fare in altro modo.
Il filosofo utilizza un linguaggio diverso dal poeta, è molto più astratto, non fa uso di metafore perché tende alla definizione concettuale. Baumgarten dice che possiamo utilizzare il linguaggio per esprimere diversi contenuti di pensiero, recupera la retorica. Esiste, secondo Baumgarten, un pensiero estetico che corrisponde ad una forma di conoscenza estetica che non troviamo più nella definizione concettuale perché il livello estetico della conoscenza ha una sua specificità che non troviamo nei livelli superiori. Noi non possiamo tradurre una metafora in un concetto perché ha una sua specificità. Baumgarten riprende un aspetto della tradizione che era stato dimenticato.
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