vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Si interroga su come è strutturata la coscienza umana per
conoscere e percepire.
Trascendente è ciò che sta aldilà del mondo fisico, ad esempio
l’idea di bello che Platone metteva nell’iperuranio. Immanente è
ciò che sta nella realtà, tra di noi.
Trascendentale invece è ciò che appartiene a tutti (quindi
immanente), ma non è proprio di ciascuno di noi perché è di tutti,
un mix tra trascendente ed immanente.
La critica della ragion pura (1781) si occupa della scienza.
Spazio e tempo sono le condizioni a priori che rendono possibile la
sensibilità. Qui critica Baumgarten e non crede sia possibile fondare
un’estetica come critica del gusto. Qui è convinto non si possa
disputare dei gusti perché non sono universali ed ognuno ha il suo
gusto, quindi da un valore al massimo psicologico (termine
svalutativo e non scientifico e filosofico in questo contesto) ai gusti
e non filosofico.
La bellezza libera è vuota di contenuti esterni e gode di sè stessa,
mentre quella aderente è dipendente dai contenuti esterni. Per
esempio, una stazione può essere bellissima, ma se non è
funzionale allora questo influisce sulla nostra percezione di bello. Di
conseguenza la bellezza aderente è condizionata dall’utile, sebbene
l’utile sia subordinato al bello.
4 momenti del giudizio di gusto, dell’analitica del bello
Il giudizio di gusto è la facoltà di giudicare un oggetto sulla base del
piacere (il piacere è una cosa che si differenzia dal piacevole ma
anche dal buono è dal bello).
1° momento (qualità) Giudizio condizionato dal nostro umore,
giudizio disturbato. Per quello che provo io in quel momento,
compiacimento sarà chiamato bello, dispiacimento sarà chiamato
brutto. L’esperienza estetica non ha una finalità, è lo scopo stesso
dell’estetica. Condivisione dell’esperienza estetica. Deve essere
basato sulla percezione non disturbata che abbiamo di un
determinato oggetto. Differenze tra piacere e piacevole: piacere:
devo essere totalmente coinvolto, piacevole: qualcosa che
coinvolge ad esempio le papille gustative quando assaggio un buon
vino, superficialità sensoriale. Piacere Vero e Buono, buono:
esempio, Stockhausen descrive l’esplosione delle torri gemelle
come un grande momento estetico, va distinto dal buono e
concentrarci sull’immagine, sull’aspetto estetico, anche se il
contenuto non ha niente a che vedere con il bene, il bello può non
avere nulla a che fare con il bene.
2° momento (quantità) Tutti i soggetti che un oggetto riesce ad
includere all’interno della sua esperienza estetica.
3° momento (relazione agli scopi) L’estetica Kantiana è un
‘estetica essenzialmente formalistica. Estetica come rapporto tra le
forme di quell’oggetto più che la considerazione di qualsiasi altro
elemento, Ad esempio nell’opera d’arte figurativa la nostra
attenzione deve andare più al disegno che alle pure forme.
Distinzione Kantiana tra bellezza libera (gusto si esprime in modo
puro) e bellezza aderente (giudizio si mescola ad alcune cose,
anche alla funzionalità).
1° Bella decorazione priva di una funzionalità. Un quadro ad
esempio, esperienza priva di canoni.
2° Bellezza con una finalità esterna. (bellezza in relazione alla
funzione dell’opera). Sentimento provato verso un qualcosa non
nato principalmente con uno scopo estetico, una chiesa, una
stazione o una qualsiasi altra cosa.
Parla anche del bisogno di condividere affinché si possa parlare di
esperienza estetica.
Soggettivismo degenerazione del soggettivo. Kant estetica di tipo
antropologico, Hegel estetica che si occupa dell’idea, l’epifania
dell’idea, e si concentra solo sull’arte, a Boemhe invece interessa
anche la natura in un certo senso.
Bohme
È un filosofo tedesco contemporaneo (1937°). Da Hussel prende la
distinzione tra “leib” e “korper”, termini tedeschi, entrambi
significano corpo con accezione diversa. Korper è il nostro corpo
biologico, il leib è il corpo sentito, non per come è ma per come lo
sento io.
Le atmosfere hanno a che fare con la natura così come viene
sentita. L’atmosfera è il modo di sentire il mondo. L’atmosfera è
un’esperienza estetica. Per lui la percezione è immediata. L’estetica
come teoria generale della percezione (sottotitolo del testo di
Bohme) ricorda l’estetica di Baumgarten, la riprende da lì, nella
definizione dell’estetica come gnoseologia inferiore, dove
gnoseologia vuol dire teoria della conoscenza, e inferiore vuol dire
sensibile. Anche in Kant la percezione ha una grande importanza,
tanto è vero che nella critica della ragion pura Kant chiama estetica
trascendentale la sua teoria trascendentale della percezione.
Bohme segue questi spunti, anche se poi da Kant si discosterà.
Parla di messa in scena, dice che persino noi stessi siamo in
qualche modo una messa in scena. Dice che quando noi abbiamo
prestato attenzione alle atmosfere e abbiamo sviluppato una certa
sensibilità per capire cosa sono le atmosfere, impariamo anche a
gestire le atmosfere, che diventano quasi come un’opera d’arte.
Secondo Bohme l’atmosfera non è un oggetto ma è un quasi
oggetto, qui si parla di estasi. Estasi, qualcosa che esce fuori dagli
oggetti, una sorta di aura, l’anima, lo spirito dell’oggetto.
Preferisce Baumgarten a Kant perché quella di Kant come dice
l’opera stessa è più che altro una critica del giudizio. Bohme a Kant
rimprovera due cose, nella critica della ragion pura rimprovera di
avere trattato la sensibiltà come un primo momento da
abbandonare il prima possibile per raggiungere poi la conoscenza
scientifica, un momento necessario e fondamentale. Secondo lui
non è vero che la sensibilità non è una forma di conoscenza. Per
Kant l’esperienza estetica è diffusa (generale). Anche per Bohme
l’atmosfera è diffusa. L’atmosfera può non avere a che fare né con
l’arte né con la bellezza. L’esperienza sensibile si differenzia dal
giudizio per Baumgarten.
Titolo del libro: Atmosfere, estasi, messa in scena.
Le atmosfere sono estasi delle cose, l’atmosfera non sta in un
oggetto. L’atmosfera sta tra gli oggetti, non è identificabili in un
elemento in particolare, è tra le cose non nelle cose.
Quando giudichiamo un’esperienza estetica il meccanismo è
sempre in 3 tempi, secondo Baye (Equilibrio percepito,
Risonanza ritmata, Giudizio)
Grazia e atmosfera sono entrambe proprietà olistiche.
Il nostro sentire è recettivo. Sentire atmosferico.
Bohme
Secondo Bohme, Baumgarten è stato più persuasivo nella
rivalutazione dell’esperienza sensibile, perché ha riconosciuto in
essa una perfezione, perfetta in se, che non ha bisogno d’altro
(conoscenza sensibile indipendente dal logos, dalla razionalità
quindi). Per Kant non ha riconosciuto questo elemento di perfezione
nella sensibilità, pur rivalutandola. Secondo Bohme Kant ha
azzeccato dicendo che si tratta di un sentimento. Contesta a Mayer
che l’estetica è diventata semplicemente una filosofia dell’arte, la
cosa che approva invece è la concezione delle arti come forme di
sapere. Bohme contesta a Kant che l’estetica non si debba occupare
soltanto della bellezza e del sublime, la trova una forma elitaria,
d’eccezione, ci sono tante altre esperienze atmosferiche quotidiane
che non implica il decidere se quella cosa è arte o meno. Le
questioni che secondo lui l’estetica deve affrontare riguardano
proprio la sfera della natura e la sfera del design, della quotidianità.
Estetica diffusa per Kant vuol dire che pare fare un’esperienza
estetica non ho bisogno di un quadro ma basta che mi alzo dal letto
e mi bevo un caffè per dire.
Estetizzazione dell’economia: La distinzione tra valore d’uso e
valore di scambio risale a Marx, (1° utilizzo che se ne fa, 2° valore di
un oggetto quando lo si usa come merce), Con l’avanzare del
capitalismo il valore di scambio surclassa il valore del valore d’uso.
Differenza fra bisogno e desiderio, il bisogno si placa mentre il
desiderio è implacabile.
Lavoro estetico: Il poter lavorar per poter maneggiare questa
sensibilità estetica al meglio, una capacità di gestire l’immagine e
l’apparenza delle forme, aiuta a difenderci da certi eccessi, perché
la sensibilità estetica non è un qualcosa di innato, ma è un qualcosa
che possiamo costruire ed applicare secondo l’esigenza nella vita
quotidiana (secondo Bohme).
Bohme propone di riportare al centro la natura, dato che ad
esempio nell’estetica di Hegel era stata messa da parte, il tipo di
natura che gli interessa è la natura “per noi”, cioè come noi ci
sentiamo all’interno della natura. La natura per come la sentiamo
soggettivamente, non la natura oggettiva come indagata dalla
scienza.
Per Kant l’esperienza estetica non è proprietà dell’oggetto, ma del
relazione tra soggetto e oggetto, allo stesso modo di Bohme “la
natura mi interessa dal punto di vista del sentimento della natura”.
Ermeneutica: arte dell’interpretazione.
La finalità di Boehme è quella di costruire una nuova estetica, cioè
capace di tener conto delle problematiche che via via si son
presentate. Per fare ciò bisogna rifondare l’estetica, non ignorando
l’estetica del 700’ ma superandola, riportandola all’inizio sensibile
che c’era in Baumgarten. Bisogna dare importante all’inizio e alla
scelta del termine, perché essenzialmente Baumgarten intendeva
dire che l’estetica è una teoria della percezione, della sensibilità.
L’analisi sulla percezione inizia con un esempio banale “io vedo un
albero”, Bohme discute questa frase e ci dice che non è l’inizio ma è
un finto inizio, perché la frase comporta che ci sia un soggetto (io)
un oggetto (albero) e un’azione che mi ha portato li che lega
soggetto ad oggetto. Prima di ciò bisogna che ci sia un sentirci
parte della vita in cui noi non ci distinguiamo ancora dall’albero, in
cui siamo un tutt’uno con la natura, ad esempio l’esperienza di un
bambino nell’utero materno, in cui il bambino anopra non ha la
p