Golgi, dove vengono organizzate in micelle caseiniche→ queste micelle vengono avvolte da membrare a formare delle
membrana apicale, si fondono con essa, rilasciando il loro contenuto nel lume alveolare. Questo processo di rilascio è chiamato
vescicole secretorie contenenti anche lattosio e minerali. Esse vengono guidate dai microtubuli arrivano alla membrana
esocitosi e consente di trasferire nel latte tutto ciò che è stato preparato, tra cui proteine, lattosio, minerali e micelle caseiniche.
apicale dell’alveolo: qui la vescicola si rompe ed il suo contenuto si riserva nel lume alveolare (esocitosi).
la cellula mammaria sintetizza anche:
Oltre alle proteine costituenti la membrana cellulare, la cellula mammaria sintetizza anche:
Caseina
β-lattoglobuline proteine che arrivano al lume
α-lattoalbumine
La frazione proteica più abbondante nel latte è la caseina (78%), organizzata in micella piuttosto complesse in dispersione
colloidale. La caseina apporta la maggior quantità di sostanze nutritive (proteine) e minerali (Ca e fosforo) necessarie alla
crescita, inoltre definisce il biancore e l’opacità del latte.
Si riconoscono diverse caseine classificate in:
Caseina α → nel latte vaccino 35% e si unisce al calcio
s1
Caseina α → nel latte 10% tutte idrofobiche tranne la k
s2
Caseina β→ nel latte 30-35%
Caseina k→ nel latte 12 % unica idrofila La struttura micellare delle caseine è formata da
un nucleo centrale idrofobico con anche i gruppi
fosfatici, e uno strato idrofilo di k caseina. La
presenza di molecole di calcio-fosfato è tiene
unite le diverse caseine all'interno della micella.
Sapere bene struttura micella caseina
Idrolisi della k-caseina: L'enzima rennina rompe la
k-caseina, destabilizzando la micella e favorendo la
coagulazione. 06.10.2020
Acidificazione del latte: Quando il pH del latte diminuisce, si liberano ioni calcio (Ca²⁺), che normalmente stabilizzano la
La struttura caseinica è importante nella trasformazione del formaggio→ La destabilizzazione della micella caseinica porta
micella. La loro perdita causa l'aggregazione delle proteine, portando alla coagulazione del latte.
Questo processo è essenziale nella produzione di formaggi e altri derivati lattiero-caseari.
alla coagulazione del latte e può avvenire per idrolisi della k caseina dall’enzima caglio, o in condizioni di acidità.
Le sieroproteine→ dopo che il latte è coagulato, ciò che ne rimane è il siero, composto da lattosio, acqua e sieroproteine,
sfruttate nella produzione di ricotta. Quelle più abbondanti sono le β-lattoglobuline e le α-lattoalbumina, entrambe
sintetizzate dalla ghiandola mammaria; ma si trovano anche le sieroalbumine e le immunoglobuline, di origine ematica, la
lattoferrina e la transferrina e i proteoso peptoni. Questi ultimi derivano dall’idrolisi naturale delle caseine: hanno proprietà
schiumogene e non precipitano se scaldate (sono quelle che, insieme alle caseine, formano la “pelle” del latte scaldato). Le
sieroproteine sono sensibili al calore e all’acidità, che le rende insolubili e le fa precipitare. Inoltre sono ricche di
amminoacidi solforati, essenziali per l’uomo, e hanno proprietà emulsionanti e gelificanti (molto usate nei prodotti light per
sostituire la parte grassa e dare cremosità). Vengono separate dal latte per ultrafiltrazione.
Lattosio→ disaccaride costituito da β-galattosio (importante nella formazione dei galattocerebrosidi del sistema nervoso) e
β-glucosio→ viene sintetizzato nell’apparato di Golgi delle vescicole secretorie. È un componente osmoticamente attivo,
cioè richiama acqua: per questo è presente a livelli costanti nel latte se non in caso di alterazioni alle giunzioni serrate (il
liquido interstiziale diluirebbe il latte). Partecipa alla reazione di Maillard, che porta all’imbrunimento del latte scaldato ad
alte temperature (es. sterilizzato o UHT), e all’acidificazione del latte nella produzione di yogurt e formaggi.
Dal punto di vista nutritivo, ha un grado di dolcezza ridotto rispetto al saccarosio, un basso indice glicemico e un basso grado
di cariogenicità (formazione carie dentarie).
La digestione del lattosio avviene ad opera dell’enzima β-galattosidasi, che l’uomo ha sviluppato nel corso dell’evoluzione
ma che ora non tutte le popolazioni continuano ad averlo nell’età adulta. Per cui esistono delle forme di intolleranza al
lattosio dati dall’incapacità di produrre quest’enzima, e quindi dalla difficile digestione del disaccaride: il lattosio permane
nell’intestino causando coliche, diarrea e meteorismo a seguito del richiamo di acqua nell’intestino. Ci sono anche casi di
malassorbimento del lattosio, una sorta di intolleranza transitoria che può essere superata in parte continuando l’assunzione
di prodotti derivati dal latte. L’allergia invece riguarda la β-lattoglobulina.
Lipidi del latte→ il contenuto di lipidi è un fattore variabile che dipende anche dalla modalità di allevamento. Inoltre non è
costante durante la lattazione: inizialmente c’è un gran quantitativo di lipidi, che diminuisce al massimo della produzione;
risale solo col calare della produzione.
Sono presenti sotto forma di globuli in emulsione nella fase acquosa, la cui dimensione varia da specie a specie e in base alla
fase di lattazione. Per es. il latte di capra ha globuli di piccole dimensioni rispetto al latte vaccino. La grandezza è legata alla
capacità di assorbimento e alla produzione di grasso: più grosso è il globulo più è difficile la digestione.
I globuli sono avvolti da una membrana complessa sulla quale si trovano le agglutinine che favoriscono l’aggregazione in
globuli e l’affioramento; i globuli sono più leggeri dell’acqua e tendono ad affiorare spontaneamente soprattutto nel latte
crudo non omogeneizzato. Il latte in bottiglia invece subisce omogeneizzazione che apporta una riduzione delle dimensioni
dei globuli di grasso che tendono ad affiorare meno.
All’interno della membrana si trovano i trigliceridi, sintetizzati nel reticolo endoplasmatico liscio→ i trigliceridi migrano,
attraversando il citoplasma, verso la membrana della cellula, e la passano finendo direttamente nel latte.
La struttura della membrana è costituita da 3 strati: un mono-strato interno formato da lipidi e proteine; è un doppio strato
esterno, sempre di proteine e altri lipidi che sono presenti nel latte, come il colesterolo e le sfingomieline.
I lipidi del latte sono quindi:
Trigliceridi (95%)→ costituiti da acidi grassi non più lunghi di 18 carboni e per la maggior parte saturi→ tra i più
diffusi il miristico (14C), palmitico (16C), stearico (18C) e oleico (insaturo 18C).
Gli acidi grassi a catena corta (da C4 a C16) sono sintetizzati dalla ghiandola mammaria, quelli a catena lunga (fino a
18C) derivano dal circolo ematico, quindi dall’alimentazione e dal tessuto adiposo→ la composizione in acidi grassi è
sintomo della buona salute e nutrizione dell’animale: se il bovino è ben alimentato prevarranno gli a. grassi a corta
catena. Se invece è sottoalimentato sarà maggiore la concentrazione di a. grassi a lunga catena; infatti l’animale
attinge alle proprie risorse corporee per mantenere la produzione del latte.
Fosfolipidi (1%) → nella membrana del globulo
Colesterolo (0,5%)
CLA→ acidi grassi coniugati dell’acido linoleico, tipici dei ruminanti e con effetti positivi sulla salute umana:
interferiscono sulla crescita microbica poiché inibiscono la sintesi dei nucleotidi.
Composti minori→ comunque importanti per la nostra nutrizione
Urea
Amminoacidi liberi→ es. Taurina, per la regolazione e sviluppo dell’omeostasi
Casochinine, peptidi bioattivi ad effetto antiipertensivo→ riducono la pressione sanguigna e aumentano il flusso di
sangue locale nella mucosa intestinale
Enzimi→ la loro attività riduce la shelf life del latte
-lipasi (rancidità)
-lattoperossidasi (indicatore di avvenuta pastorizzazione e antimocrobico)
-antibatterici→ lisozima (anche aggiunto. Idrolizza due peptidoglicani che costituiscono la membrana cellulare di
molti batteri); lattoferrina (azione batteriostatica mediata dal sequestro del ferro e attività battericida per
destabilizzazione delle membrane batteriche); transferrina.
Minerali→ calcio, fosforo, cloro, sodio→ elevati nel colostro ma ridotti durante lattazione (contrario per il potassio).
Ferro presente in scarse quantità
Vitamine del gruppo B (di origine microbica) e liposolubili (A, D, E), legati all’alimentazione
Prodotti di escrezione→ es. pesticidi, antibiotici, organoclorurati liposolubili→ il latte è un prodotto di escrezione di
ciò che è introdotto con l’alimentazione, quindi anche sostanze tossiche. Se l’animale ingerisce foraggi inquinati da
sostanze, queste finiscono nel latte e tendono a permanere nell’ambiente. Per esempio, il latte con presenza di
antibiotico all’interno non può essere commercializzato (in tutta l’UE).
EIEZIONE DEL LATTE → meccanismo fisiologico e meccanico che consente il passaggio del latte dagli
alveoli alle cisterne, e dalle cisterne allo sfintere del capezzolo→ mungitura della vacca fondamentalmente determinato da
un riflesso neuroendocrino indotto da stimoli esterni → il vitello non viene allattato dalla madre, ma gli viene comunque
somministrato il colostro e successivamente il latte in polvere (o eventualmente il latte scartato dalla vendita perché
contaminato; viene però pastorizzato così da evitare contagio dai patogeni causa della malattia della madre).
La ripartizione tra latte cisternale e alveolare varia tra le specie→ es. le bufale hanno capienza ghiandolare maggiore rispetto alla
La ripartizione tra latte cisternale e alveolare varia tra le specie→ es. le bufale hanno capienza ghiandolare maggiore rispetto
cisterna e rispetto alle bovine. *
alla cisterna e rispetto alle bovine.
L’eiezione del latte è un processo complesso regolato da stimoli nervosi e ormonali che si innescano quando la mammella viene
Il latte proveniente dalle cisterne è quello che esce prima, per depressione dello sfintere capezzolare, provocata dal vitello o
stimolata, sia attraverso il contatto fisico sia visivamente. Questi stimoli attivano i meccano-recettori presenti nel capezzolo, inviando
dalla mungitrice. Il latte alveolare si ottiene per contrazione delle cellule mioepiteliali a seguito dello stimolo ormonale
segnali al cervello, che risponde attivando l’ipofisi , quest’ultima rilascia ossitocina, un ormone che entra in circolo nel sangue e,
dell’ossitocina→ con lo stimolo tattile (massa
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