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LA TIRANNIDE

A differenza delle precedenti, la TIRANNIDE è una conseguenza della crisi della polis aristocratica,

poiché come vedremo, un unico individuo prende il potere in un periodo di crisi. Mentre per noi il

termine indica un esercizio del potere oppressivo e crudele, per i Greci la tirannide rappresentava

una possibile forma di governo, al pari delle altre tre. Inoltre, mentre noi facciamo un uso del

termine altamente dispregiativo, per i greci TYRANNIS e TYRANNOS significano rispettivamente

‘’potere assoluto’’ e ‘’signore’’, ossia termini neutri.

Nonostante diversi studiosi come Aristotele decifrano la tirannide come l’esperienza peggiore che

la comunità potesse vivere, in realtà questo non vale per tutti i tiranni. È questo l’esempio di

CIPSELO, PERIANDRO, PISISTRATO. Come abbiamo detto, per i Greci la tirannide è una possibile

forma di governo e, pertanto, si possono individuare alcune caratteristiche di fondo:

• governo personale, quello del tiranno infatti è un potere assoluto che non conosce limiti;

• potere usurpato, quello tirannico è un potere che viene acquisito con la violenza e con

l’inganno, approfittando di tensioni sociali e politiche;

• potere demagogico, poiché tende a colpire l’aristocrazia e proteggere il popolo;

• governo ereditario, poiché il tiranno di solito riesce a trasmettere il potere al figlio.

In genere si dice che la tirannide rompe l’equilibrio della polis, poiché non esiste più

l’autogoverno, e quindi si tende a negare il sistema polis. Questi fenomeni, dal punto di vista

sociale, rappresentano un rafforzamento dell’idea di comunità, in quanto furono avviate grandi

rivoluzioni delle opere pubbliche.

INTRODUZIONE DELLA MONETA

Questo fenomeno è forse meno legato alla crisi della polis. Essa viene introdotta nel mondo greco

nella seconda metà del VII secolo. A coniare le prime monete sono alcune città dell’Asia Minore,

che si ritiene ne abbiano appreso l’uso dai Lidi, una popolazione anatolica stanziata ad Est della

Ionia. Da qui la moneta arriva nella Grecia continentale. Prima dell’introduzione della moneta, nel

mondo greco la circolazione dei beni era fondata sul BARATTO, poi con la nascita della moneta, si

cercava di calibrare il costo in relazione al valore del bene. La moneta quindi si differenzia dal

baratto per il fatto di recare impresse un’immagine (TIPO MONETALE) e un’iscrizione (LA

LEGENDA), costituita dal nome della polis. Attraverso queste due caratteristiche l’autorità

emittente garantiva la purezza e il peso del metallo. L’utilizzo della moneta garantiva vantaggi

perché poteva essere facilmente impiegata:

• per aspetti contabili e amministrativi;

• per quanto riguarda i legami tra moneta e scambio, su larga scala possiamo dire che

inizialmente non funzionano, mentre a livello locale sì.

LA COLONIZZAZIONE

Come abbiamo detto, un tratto distintivo dei Greci è la loro mobilità, che li porta a spostarsi

frequentemente dalle proprie sedi di origine, taluni per farvi ritorno, altri per stabilirsi in modo

duraturo. Questa mobilità gli permette di irradiarsi in uno spazio geografico molto ampio, per

arrivare ad abbracciare l’intero bacino del Mediterraneo. Questa espansione prende il nome di

COLONIZZAZIONE e si impone soprattutto nell’età arcaica, durante la quale i Greci diedero vita a

circa 150 nuove poleis. In questa età, cioè verso il VII secolo a.C., questa espansione prende avvio,

per arrestarsi bruscamente verso il VI secolo. L’espansione coloniale interessò l’intero

Mediterraneo, ma assunse rilievo soprattutto nel Mediterraneo occidentale, in particolare la parte

meridionale dell’Italia (MAGNA GRECIA) e nella Sicilia. Insediamenti greci sorsero anche sulla

costa meridionale della Francia, della Spagna e dell’Africa.

Benchè le spedizioni di partenza interessano tutta la Grecia, solo alcune risultano essere più

imponenti, come nel caso dell’Egeo e dell’Eubea, che visti i loro flussi migratori, instaurarono delle

vere e proprie correnti coloniali. Con riferimento alla Magna Grecia e alla Sicilia, due sono le

correnti principali:

• quella euboica;

• quella achea.

Agli Eubei si deve la fondazione, nel Golfo di Napoli, intorno al 770-760 a.C., dell’isola di Ischia,

Pitecusa. Più tardi fondarono anche Cuma, ma la loro espansione non si limitò nel Golfo di Napoli.

Furono infatti interessati, intorno al 730-720, alla Sicilia, dove fondarono anche Zancle, e alla parte

della Sicilia affacciata sul Mar Ionio: questa zona venne occupata principalmente dagli Achei, dove

fondarono Sibari e Crotone. Ma le dinamiche non sono solo queste, abbiamo anche i Corinzi che

fondano Siracusa, i Megaresi che fondano Megara Iblea, i Rodi e i Cretesi che fondano Gela.

Inoltre, in Italia meridionale si incontra l’unica fondazione spartana in occidente: Taranto.

In realtà Sicilia e Italia meridionale avevano attirato l’attenzione degli egei già prima dell’VIII

secolo, cioè intorno al II millennio. In realtà però, in questo periodo non si può parlare di vere e

proprie colonizzazioni, bensì di frequentazioni, perché queste genti non avevano l’intenzione di

produrre insediamenti stabili, cosa che avviene invece in età arcaica. È per questo che oggi si parla

di PRECOLONIZZAZIONE, per dire che questi movimenti hanno preceduto la colonizzazione

arcaica, ma non l’hanno anticipata.

La nascita di questi nuovi insediamenti stabili e, quindi, di altre poleis, è dovuta, secondo la lettura

tradizionale, al fatto che esisteva una polis che organizzava la spedizione, forniva le navi e i mezzi

necessari alla stessa. In realtà questa affermazione viene ben presto messa in discussione poiché si

sosteneva che questi moti coloniali prendevano avvio da movimenti spontanei e non

regolamentati. Delle volte, però, la fondazione delle colonie era di tipo misto, cioè alla spedizione

prendevano parte più poleis diverse (es. Pitecusa fondata dall’Eubea e dall’Eretria).

METROPOLIS è il termine con cui i greci indicavano la comunità dalla quale partiva la spedizione,

mentre APOIKIA è il termine con il quale viene indicato il luogo di arrivo, tradotto con COLONIA.

L’Apoikia era indipendente dal punto di vista amministrativo, economico e politico, ma era legata

sotto un punto di vista culturale. Nel caso delle fondazioni miste, la Metropolis della nuova polis è

rappresentata dalla città madre che ha fornito il maggior numero di partecipanti. Ciò che ha spinto

un numero ragguardevole di individui a fuggire dalla propria terra, trova risposta grazie ad alcuni

studiosi che ne hanno individuato delle motivazioni agricole e commerciali. In realtà attualmente

non si tende solo a considerare queste due motivazioni, ma se ne presentano altre:

• la colonizzazione permetteva di fuggire dal territorio quando si volevano scongiurare

guerre civili;

• la colonizzazione permette di sottrarsi alla dominazione straniera;

• la colonizzazione permetteva di sottrarsi anche ad un governo malvisto.

Una pluralità di cause è anche da individuare nella formazione di subcolonie, ossia colonie che

intrattengono un legame più stretto di quello tra Metropolis e Apoikia. Un esempio di subcolonia

può essere Partenope, l’attuale Napoli.

La tradizione letteraria ci ha fornito una serie di informazioni sulle spedizioni coloniali e ci ha

permesso di ricostruire un modello di spedizione coloniale. La spedizione aveva una guida,

rappresentata dall’ecista, estratto tra gli aristocratici. Prima della partenza, l’ecista si recava a

Delfi, al tempio di Apollo, per conoscere il parere del dio riguardo a ciò che si stava compiendo.

All’ecista erano concessi onori speciali e il culto divino post mortem. A partire erano solo maschi,

senza donne, che si ipotizzava arrivassero in un secondo momento. Una volta giunti nel posto, se

questo aveva i requisiti necessari (disponibilità di acqua, facilità di attracco e difendibilità), allora

l’ecista procedeva all’atto fondativo della nuova polis, che si articolava in tre atti:

• costruzione delle mura;

• organizzazione dello spazio;

• divisione del territorio.

Le fonti che ci arrivano dal passato, ci mostrano una realtà che appartiene, dal punto di vista

coloniale, più al contesto di partenza delle spedizioni (ci viene mostrato che i greci arrivavano in

terre deserte, ma così non era) che di quelle di arrivo (si tratta di una prospettiva ellenocentrica

che pone i greci al centro dell’attenzione).

Nella storia della colonizzazione greca, cominciano ad emergere degli interessi per le popolazioni

indigene. Gli studi effettuati su questo settore ci hanno permesso di comprendere che le forme e

le dinamiche di incontro tra greci e indigeni sono sottoposti all’influenza di molti fattori:

• il tipo di fondazione;

• l’aggressività dei coloni;

• il livello di organizzazione degli indigeni.

Rispetto alla grande varietà di situazioni, le due possibilità estreme che vengono a delinearsi sono:

• l’occupazione violenta (Siracusa);

• l’intesa pacifica (Megara Iblea).

Indipendentemente dalle relazioni che si instaurarono con le popolazioni locali, nel corso della

Sicilia e dell’Italia Meridionale, l’arrivo dei Greci ha su di queste un profondo impatto culturale,

che si esprime in vario modo:

• nell’adozione, da parte degli indigeni, di costumi e pratiche di vita dei greci;

• nell’organizzazione dei propri insediamenti secondo strutture greche;

• nell’adattamento dei propri sistemi di scrittura a modelli greci.

L’insieme di questi avvenimenti si chiama ELLENIZZAZIONE. Il fenomeno in senso inverso lascia

tracce più labili, in quanto le popolazioni indigene sono molto minori rispetto all’influenza greca.

Dove la presenza greca è meno forte, allora il fenomeno può avvenire.

SPARTA

Riorganizzare la storia di Sparta ad oggi non è semplice, poiché la ricostruzione del suo passato è

stata influenzata da una sorta di miraggio spartano, sia per quanto riguarda la tradizione antica,

sia per quella recente. Questo accade perché si ha una sorta di idealizzazione nei confronti di

Sparta, cioè essa veniva ammirata soprattutto per il suo status politico, in quanto lo stato

prevaleva sull’individuo. L’esempio più moderno di idealizzazione spartana è sicuramente

riconducibile ai modelli nazisti, fascisti e comunisti della prima metà del secolo scorso.

Degli spartani si sa con certezza

Dettagli
A.A. 2021-2022
90 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silviaaruggieri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cappozzo Mario.