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della temporalità. DOBBIAMO FARE I CONTI COL TEMPO, SIAMO TEMPO.

nach in

- “La via segreta conduce all’interno” > > il segreto delle cose non è

fuori di noi, ma in noi.

Frammento 28: Sommo compito

della cultura =

prendere coscienza dell’io, noi siamo questa potenza infinitiva, noi siamo

questa forza poetica ma dobbiamo rendercene conto. Il sé trascendentale è la

struttura profonda dell’io, e il sommo compito della cultura è di appropriarsi del

sé trascendentale, essere l’io del proprio io. Il proprio io è quello empirico ma

c’è anche un io più profondo che è davvero il nucleo di tutto, c’è un io che sa la

propria potenza, allora bisogna essere l’io del proprio io, bisogna prendere il sé

nach in,

trascendentale, questo significa andare dentro di noi, significa cogliere

questa condizione. Ci vuole un cammino, che è il sommo compito della cultura

e della formazione. “Il sommo bene per noi è la cultura”, il prestigio della

cultura nasce da qui, da questa idealizzazione. E chi è l’artista?

Frammento 45 e 47:

45: L’artista è colui che per primo raggiunge il sé trascendentale, è colui che fa

questo movimento e può poi portarlo agli altri.

47: l’origine di tutto è l’IO, è lui che crea. Ma allora chi è Dio? Dio è l’originario,

ma l’originario è l’io nella sua più alta potenza. Al posto di Dio mettiamo ormai

l’io, che poetizza la vita, la società. Questo significa essere moderni, fondare

una nuova religione, scrivere una nuova Bibbia, creare davvero una nuova

cultura.

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In questo clima è nata una nuova consapevolezza in merito al rapporto con i

testi, l’opera intesa come una totalità, atto del critico che compartecipa con la

sua stessa opera e critica alla crescita e alla rivitalizzazione di senso dell’opera

stessa.

il primo ed il più grande filosofo del romanticismo anche se a suo modo anche

Hegel lo sarà ma non si sentirà mai tale, il vero filosofo del romanticismo è

questo altro personaggio così importante che si chiama Friederich

Schleiermacher, importante perché è la figura del filosofo del romanticismo,

anche se l’importanza del suo apporto non verrà riconosciuta immediatamente,

solo dopo la sua morte nell’800 avanzato si riconoscerà e apprezzerà il rilievo

dell’opera di Schleiermacher. Lui è un pensatore interessato alla religione e

filosofo dell’etica e soprattutto dell’ermeneutica, è nato in una famiglia

religiosa, si è formato in un ambiente pietista, ha studiato teologia e poi a un

certo punto è venuto a contatto con questi ragazzi di Ateneum, e lì c’è stata la

vera grande svolta della sua vita, il suo profilo culturale è profondamente

cambiato con il contatto con Schlegel? Lui riconosceva a proprio modo la

grandezza a questo suo amico e confratello del romanticismo. L’importanza del

modo di essere uomo di questo amico, la sua umanità rappresentavano per

Schlegel un punto di riferimento, erano dunque legati a fin doppio. Entrambi

inspirati l’un dall’altro. mentre Schlegel era una personalità molto frizzante ed

effervescente, infondo tanto quieto e semplice molto più mansueto è il profilo

di Schleiermacher lui matura una conversione verso questa nuova cultura,

quando il circolo di Ateneum si sposta a iena e lui resta a Berlino, quindi, resta

in comunità solo pochi anni, è la trascrizione di queste lezioni, gli abbozzi delle

sue opere, tutto questo ci resta come grande lezione all’ermeneutica

romantica. Il suo pensiero del romanticismo non si svolge solo su quel piano ma

abbracci le branche maggiori della filosofia, c’è un modo di pensare la religione

e l’etica che sono tipiche del romanticismo di cui Scheleiermacher sarà

l’esempio + significativo. Due grandi intelligenze molto diverse, una calma e

descrittiva e una intrusiva e a loro modo entrambi danno un contributo decisivo

alla svolta della modernità. Però Schleiermacher era più costante, la religione

da lui concepita è una religione dove il soggetto si immedesima con la realtà e

ne coglie lo spirito infinito, non si tratta di una religione intesa dogmaticamente

o come religione rivelata, la religiosità è insita nello spirito dell’uomo, è

l’intuizione e il sentimento del mondo che lo spirito vive quando appunto si

lascia andare alle corde + profonde del suo essere, intuisce sente e coglie

l’infinito presente nel mondo. Questa concezione così sentimentale, noi siamo

religiosi perché sentiamo intuitivamente e naturalmente il mondo e lo spirito

della realtà ancor prima di percepire i dogmi. Qui ci si libera da ogni altra

visione ecclesiastica, non si tratta né di pietismo protestante o di religiosità

della Chiesa cattolica, qui si parla di una religione dell’infinito senza schemi e

senza etichette che appunto traduce e condensa lo spirito religioso del

romanticismo. C’era stata pochi anni prima l’etica kantiana dell’imperativo

categorico, fondata sul dovere stampato e impresso nella coscienza individuale

è un’etica che non elenca nessuna virtù, è una spinta originaria al dovere, ci

troviamo dentro quella che chiameremmo voce della coscienza questo modo

ristretto rigido e arido di pensare l’etica non si adatta alla visione romantica,

dove tornano in campo la concezione di virtù, un’etica positiva dove c’è il bene.

Nella storia dell’ermeneutica questo personaggio acquista un valore così

grande perché fin ora noi abbiamo conosciuto l’ermeneutica come un metodo

di lettura dei testi della tradizione greco-romana da Alessandria in poi o la

lettura della bibbia, anche quando alla lettura della bibbia si è applicato un

metodo filologico, l’ermeneutica è venuta fuori quasi come contro altare, si

trattava sempre di un’ermeneutica sacra, intesa come ermeneutica della

Bibbia. col romanticismo e i giovani di ateneum che schleieracher fa venire alla

luce, l’ermeneutica non è un metodo di comprensione di alcuni testi, ma

l’ermeneutica romantica che nasce nel bacino di cultura di ateneum e che poi

lui riflette dall’inizio dell’800 fino agli ultimi anni 30 dell’800 è l’ermeneutica

come METODO DI COMPRENSIONE DEI TESTI DI TUTTI I TIPI, è una teoria

dell’interpretazione testuale, senza distinzione. L’idea che nasce è quella di

un’ermeneutica che non è + ancella di altre discipline, ma è un rapporto con i

testi qualsiasi esso sia. Non è più una tecnica/metodo che obbedisce alla

religione o alla bibbia. grazie a Schleiermacher rende x la prima volta chiaro ciò

che era in luce ad ateneum ossia che l’ermeneutica è un sapere, è una teoria a

cui devono ricorrere tutti quelli che vogliono capire i testi di qualsiasi tipo.

Questo è il primo sganciamento dalle tipologie testuali, l’affermarsi

dell’ermeneutica in quanto tale. Il secondo punto è che schleiermacher

chiarisce anche la dinamica: xkè l’ermeneutica riguarda il testo scritto dagli

uomini in cui c’è traccia dello spirito, perché non si crea problema rispetto alle

conversazioni orali quotidiane? Quando noi parliamo prendiamo i dati trasmessi

dall’interlocutore e li inseriamo nel nostro quadro di riferimento. Per capire

l’altro noi tiriamo fuori quel che l’altro ci dice e lo mettiamo dentro ai nostri

schemi. Capire e comprendere significa riportare a noi e ai nostri schemi quello

che gli altri ci comunicano. La traduzione della conversazione quotidiana e i

rapporti linguistici quotidiani, quest’uso della lingua è un uso che viene messo

in atto e ha come dinamica il riportare a sé quello che ci viene dall’altro.

quando entra in campo l’ermeneutica? Quando siamo difronte a dei testi che

non possono essere automaticamente e facilmente ricondotti ai nostri schemi,

quando ci arrivano messaggi dall’altro che ci stranizzano, ci depistano, non

possono essere riportarti a noi stessi. Lì comincia l’avventura dell’ermeneutica,

la vera comprensione, capire e comprendere l’altro non significa trovare il

modo di riportarlo velocemente ai nostri schemi, di rimetterlo dentro, noi

dobbiamo riconoscere la differenza e l’estraneità. L’altro non è colui che

dobbiamo ingoiare e riportare a noi stessi, è una dinamica povera, la vera

comprensione entra in gioco quando siamo smossi. Naturalmente

l’ermeneutica non è solo estraneità, ma è un tentativo di farla diventare

familiare, è vero che l’altro ci smuove, ma è anche vero che non è

completamente estraneo, l’ermeneutica entra in gioco quando questa

estraneità ci provoca, noi siamo in grado di cogliere il senso di ciò che l’altro ci

dice. Qui entra in gioco l’ermeneutica. Sentirsi stranieri e poi familiari. C’erano

state già diverse prove e tentativi di creare una teoria generale

dell’interpretazione, che avevano già provato a teorizzare l’ermeneutica, ma il

lavoro di schleiermacher ha una consistenza diversa, porta il tutto a chiarezza,

ci sono due livelli dell’interpretazione, uno grammaticale e psicologica o

tecnica. Quando siamo difronte ad un testo e dobbiamo puntare sulla

comprensione della lingua di un testo, l’interpretazione grammaticale significa

che al centro c’è la lingua come mezzo di comunicazione, dentro

l’interpretazione grammaticale possiamo inserire tutte quelle arti volte a farci

cogliere il funzionamento e il senso proprio anche storico linguistico del testo, il

testo ha una sua lingua e funziona in una certa maniera. Questa lingua non è

un mero strumento, appartiene alla cultura ed esprime una cultura, è un

organismo vivo; quindi, quando dico lingua dico anche storia cultura,

l’interpretazione grammaticale significa puntare all’espressione e al parlare

così che io possa interpretare il testo, senza questo lavoro linguistico e storico

culturale il testo sfugge. Non mi può raggiungere, mi mancano i presupposti.

Questo è solo un primo livello, importante ma non sufficiente. Quando non

mettiamo al centro l’oggetto ma il soggetto che ha prodotto il testo e il senso

che ha voluto immettere, l’autore ha manipolato usato la lingua adi quella

storia e cultura, ma lo ha fatto per dire qualcosa e comunicare qualcosa,

immettere un senso ne

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pistoneyy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ermeneutica della modernità letteraria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Sichera Antonio.
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