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DERIVAZIONE DEL METODO DEI FASORI DA QUELLO DELLA TRASFORMATA DI LAPLACE
Proprietà. Per un circuito lineare e permanente, limitatamente ai casi nei quali è possibile suddividere la risposta nella parte transitoria e nella parte permanente, la risposta a regime risulta isofrequenziale con la funzione di eccitazione. Inoltre, il fasore relativo alla risposta è legato al fasore dell'eccitazione tramite la relazione che segue:
dove ( ) è il valore assunto dalla funzione di rete ( ) per = . Da questa proprietà deriva il metodo dei fasori per calcolare la risposta a regime di un circuito.
ANALISI CIRCUITALE MEDIANTE IL METODO DEI FASORI
L'analisi circuitale tramite il metodo dei fasori si basa sulla proprietà:
Osservazione:
- ( ) è stata ottenuta effettuando l'analisi nel dominio e ponendo successivamente s = 0
- In alternativa, si può porre subito s = 0 e analizzare il circuito risultante
- I risultati
Sono identici, ma in questo modo l'analisi si semplifica notevolmente. Da tale osservazione deriva il procedimento analisi tramite il metodo dei fasori.
Data la pulsazione del generatore, sostituire al circuito assegnato nel dominio del tempo un circuito fittizio ottenuto sostituendo:
- ogni resistore con un bipolo di impedenza Z
- ogni induttore con un bipolo di impedenza 0
- ogni condensatore con un bipolo di impedenza 1/(jωC)
- il generatore con un generatore la cui grandezza impressa è pari al fasore della funzione V(t)
Analizzare il circuito con i metodi usuali, tenendo conto che tutte le grandezze elettriche sono rappresentate dai loro fasori, e determinare il fasore della risposta. Calcolare l'andamento nel dominio del tempo della funzione V(t) corrispondente al fasore V.
Nel caso in cui l'ingresso sia costante (non sinusoidale) con l'ipotesi di stabilità asintotica, si dimostra che a regime per t → ∞ si ha:
V(t) = V
Imponendo
quindiIl metodo dei fasori ha senso solo se esiste la risposta permanente del circuito. Il principale svantaggio del metodo dei fasori è legato all'impossibilità di verificare la validità del regime permanente del circuito, poiché non risulta possibile verificare la stabilità del circuito. Circuiti contenenti elementi attivi: tali circuiti possono essere o non essere stabili a seconda della loro costituzione. Nel caso di circuiti non stabili il metodo dei fasori perde di validità in quanto non è possibile suddividere la risposta de nelle parti transitoria e permanente. Circuiti passivi: tali circuiti sono sempre stabili, ma il metodo dei fasori perde di validità se un polo della funzione di rete coincide con un polo della funzione di eccitazione. FASORI - INTERPRETAZIONE GRAFICA Dato un circuito elettrico in regime permanente con grandezze elettriche sinusoidali ed isofrequenziali, il comportamento del circuitopuò essere descritto con i fasori associati alle grandezze elettriche. Ogni fasore, essendo una quantità complessa, può essere rappresentato graficamente nel piano dei fasori. È possibile rappresentare graficamente le relazioni tra i fasori della tensione e della corrente relativi al resistore, all'induttore e al condensatore. POTENZA ISTANTANEA Poiché sia l'energia che la potenza variano nel tempo, è necessario introdurre delle grandezze opportune. Nei casi pratici sono interessanti il valore medio dell'energia fornita/assorbita o il valore dell'energia accumulata. Per un bipolo, si definisce potenza istantanea la quantità P(t) = V(t) * I(t) [W] Watt. In regime permanente sinusoidale le grandezze V(t) e I(t) hanno andamento sinusoidale isofrequenziale; si considerano la pulsazione e i fasori associati alla tensione e alla corrente. P(t) è quindi data dalla somma di due termini: il primo non dipende dal tempo mentre il secondo dipende dal tempo.secondo è di tipo sinusoidale con pulsazione 2.0
POTENZA ATTIVA
Esplicitando l'espressione della potenza attiva si ottiene
Graficamente:
L'andamento è di tipo sinusoidale con pulsazione 2 e con valore medio uguale al termine costante 0
viene detta potenza attiva, misurata in Watt, ed è definita come il valore medio della potenza istantanea.
Se consideriamo la rappresentazione grafica di
La potenza attiva rappresenta dunque il valore medio della potenza istantanea, purché esso sia calcolato su un opportuno intervallo di tempo L' espressione della potenza media () è data da:.
Due possibilità
L'espressione di può essere riscritta come segue
Utilizzando i valori efficaci di tensione (V) e corrente (I) l'espressione della potenza attiva diventa:
eff eff
Altre espressioni equivalenti della potenza attiva si ottengono tenendo conto del legame tra tensione e corrente imposto dal carico.
Risulta che la potenza attiva dipende solo dalle
parti reali dell'impedenza e dell'ammettenza. POTENZA COMPLESSA E POTENZA REATTIVA Dall'espressione della potenza istantanea si ha che CONSERVAZIONE DELLA POTENZA Per i circuiti a costanti concentrate vale il principio fondamentale di conservazione dell'energia, conseguenza delle leggi di Kirchhoff: In ogni circuito a regime permanente sinusoidale, la somma delle potenze istantanee assorbite da tutti i bipoli è nulla, dove n è il numero di bipoli inclusi i generatori indipendenti. La sommatoria non cambia se considero i fasori e le potenze complesse: Da cui deriva (Teorema di Boucherot) BILANCIO ENERGETICO DI UN CIRCUITO REGIME PERMANENTE IN PRESENZA DI ECCITAZIONI SINUSOIDALI CON FREQUENZA DIVERSA Cosa succede se ho più generatori a regime sinusoidale con pulsazioni diverse? È possibile utilizzare il principio di sovrapposizione degli effetti. Tramite il principio di sovrapposizione degli effetti, si possono studiare separatamente gli effetti dei dueGeneratori con pulsazione e1 2REGIME PERMANENTE IN PRESENZA DI GRANDEZZE ELETTRICHE DI TIPO NON SINUSOIDALE
Se l'eccitazione non è di tipo sinusoidale ma periodica, è possibile effettuare lo sviluppo in serie di Fourier
TRASFERIMENTO DI POTENZA ATTIVA NEI BIPOLI
Un problema di grande importanza pratica è quello della trasmissione di potenza attiva ad un circuito attraverso una porta. Si consideri il problema dell'individuazione dell'impedenza del bipolo che assorbe la massima potenza attiva da un generatore di tensione caratterizzato da una propria impedenza interna:
Nel caso reale, l'espressione della potenza attiva in funzione di risulta: supponendo di scrivere dove è l'impedenza interna del generatore reale, ed essendo La potenza attiva risulta dipendente da e . Il problema che deve essere risolto è trovare e in modo che sia massima. Essendo dunque l'espressione della potenza attiva: Il massimo trasferimento di potenza
Attiva al bipolo si può ottenere calcolando le seguenti derivate parziali:
I valori che soddisfano le condizioni imposte sono i seguenti: che è una quantità tipica di quel particolare generatore e per questo viene spesso indicata come potenza disponibile (Pd). La potenza attiva assorbita dal bipolo può essere solo una frazione della potenza disponibile dal generatore, con un valore massimo unitario:
Minore è il valore di questo rapporto e minore è la capacità del bipolo di assorbire la potenza attiva che il generatore è in grado di erogare. Tale eventuale inefficienza si misura come segue:
Il rendimento del trasferimento di potenza attiva è il rapporto tra la potenza attiva ricevuta dal bipolo e la potenza attiva erogata dal generatore:
Risulta = 0.5 nella situazione di massimo trasferimento di potenza attiva al bipolo. Dunque, nelle linee di trasmissione di energie elettrica non conviene lavorare sulle linee con il massimo
trasferimento di potenza: sele potenze in gioco sono piccole si può lavorare intorno a altrimenti no. RIFASAMENTOTipicamente, negli impianti elettrici i carichi sono di tipo ohmico induttivo; l'angolo di sfasamento può assumere valori compresi tra 0° e 90° e, quindi, il cos è compreso tra 1 (carico puramente ohmico) e 0 (carico puramente induttivo). Bassi fattori di potenza comportano degli svantaggi: l'ente distributore deve erogare una corrente superiore a quella necessaria, si verifica una maggiore caduta di tensione nei cavi, ci sono maggiori perdite per effetto Joule e, inoltre, vengono applicate penali dall'ente distributore quando cos < 0,95. Quindi, l'obiettivo è mantenere fattori di potenza compresi tra 0,95 e 1 in maniera tale da eliminare le penali, ridurre le cadute di tensione e le perdite per effetto Joule, ridurre la sezione dei cavi, ridurre il valore di potenza contrattuale e sfruttare meglio l'impianto.
Il carico è composto da un induttore e da un resistore, alla potenza attiva è sempre associata una potenza reattiva. Per evitare che la potenza reattiva sia fornita dal generatore e quindi per evitare l'aumento delle perdite sulla resistenza interna del generatore e sulla linea (che serve a trasportare l'energia dal generatore al carico), viene inserito un condensatore. Dunque, il problema del rifasamento consiste nel determinare il valore della capacità C affinché la potenza reattiva erogata dal generatore sia nulla. Il carico risulta rifasato se il bipolo visto ai morsetti A e B si presenta come una resistenza pura (la tensione e la corrente ai suoi capi sono in fase). È sufficiente imporre che risulti puramente reale ovvero che tale condizione sia soddisfatta anche dall'ammettenza.
RISPOSTA IN FREQUENZA DI CIRCUITI RISONANTI
La risonanza consiste nell'intensificazione dell'effetto dell'eccitazione. Il fenomeno della risonanza
può essere analizzato considerando due possibili schemi, ovvero un circuito risonante parallelo e un circuito risonante serie. Consideriamo il CIRCUITO RISONANTE PARALLELO Nell'andamento del modulo è chiaramente visibile l'effetto della risonanza: a parità di causa (cioè di eccitazione), al variare di ω l'effetto varia notevolmente, fino ad avere un massimo per ω = ω₀. Per tale motivo, ω₀ è detta pulsazione di risonanza. L'entità della risonanza dipende dal coefficiente Q che fornisce una misura diretta della forma della campana che rappresenta l'andamento del modulo della risposta. All'aumentare di Q, la campana diventa sempre più stretta (comportamento analogo a quello di un filtro passa-banda). Calcolando i valori di ω₀ / Q per i quali ω₀ / ω si dimezza si ha ω₀ / Q₀. Il coefficiente di risonanza, dunque, rappresenta il rapporto tra la frequenza di risonanza e la larghezza della banda di frequenza.