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Il teatro di Sabratha, di fine II secolo d.C., presenta un edificio scenico ben conservato. L’edificio scenico,

ricostruito dagli italiani, è adornato con nicchie da cui sporgono avancorpi impreziositi da marmi colorati. È

plausibile supporre che le pareti di fondo fossero anch'esse rivestite da lastre di marmo dalle tonalità vivaci.

In basso si staglia il proscenium scolpito figurato. Anche a Sabratha come a Leptis Magna vi è la balaustra

che separa il pubblico dall’orchestra e nell’orchestra i bassi gradini destinati ad ospitare le sedie pieghevoli

dei magistrati.

Il teatro di Aspendos

Il Teatro di Aspendos, nell’Anatolia sud-orientale datato nella seconda metà del II secolo d.C. e riutilizzato

poi come caravanserraglio dai Turchi ci dà un'indicazione abbastanza interessante di come si configurasse

un teatro in Oriente a questa data. Il teatro è un compromesso a metà tra la tipologia teatrale greco-

ellenistica e quella romana. È in larga parte addossato ad una collina, presenta solo alcune parti sostruite,

ed ha una planimetria a semicerchio oltrepassato di tipo greco. Presenta un edificio scenico poco profondo

con una skené articolata da due ordini architettonici, non vi sono parodoi scoperte ma gli aditus di tipo

romano con sopra il tribunal. È diviso in ima cavea e summa cavea da una praecintio. Alle spalle della

praecintio, attraverso dei vomitoria, ci si collega con un corridoio coperto. A coronamento dell’insieme c'è

una sorta di porticus in summa cavea costituita da una serie di pilastrini con semicolonne addossate

raccordate da una copertura con volta a botte, quindi un prospetto con un ordine architettonico

percorribile all’interno che consentiva di assistere dall'alto. Anche il tetto era calpestabile.

Il teatro di Hierapolis

Il Teatro di Hierapolis di Frigia, datato al II secolo d.C., presenta una serie di configurazioni architettoniche

che mostrano una transizione tra stili e influenze culturali. Uno degli aspetti distintivi è rappresentato dal

proskenion alto che si discosta dalle tipiche strutture proscaenium romane, combinato con un logeion

profondo, il quale ricorda e il pulpito (pulpitum) dei teatri romani.

Questa disposizione, sebbene possa presentare problemi per le sedute inferiori, in questo caso risulta

meno problematica poiché tali sedute sono state modificate per consentire lo svolgimento di munera e

venationes, gli spettacoli con combattimenti e caccia agli animali. Di conseguenza, la zona privilegiata delle

proedria è stata elevata. Gran parte della struttura è adiacente a una collina, ma le parti esterne della

summa cavea sono sostruite e offrono accessi che collegano le sedute alle parti inferiori. La facciata del

proskenion sporge notevolmente in avanti, fornendo uno spazio adatto per un pulpito romano. L'edificio

scenico è composto da colonnati sovrapposti e caratterizzati da nicchie semicircolari e rettangolari. Una

praecintio separa l’ima cavea dalla summa cavea, e alle spalle corre un corridoio di distribuzione raccordato

dai vomitoria, le uscite che mettono in comunicazione il corridoio di accesso esterno con la praecintio.

Questa disposizione è in linea con i tradizionali proskenia greci, ma con alcune differenze. Nel contesto

orientale greco, il teatro è utilizzato anche per le rappresentazioni tragiche, mantenendo un ruolo rilevante

per il coro e l'orchestra, anche durante gli spettacoli come i munera e le venationes, in cui l'orchestra

fungeva da arena. Una praecintio separa l’ima cavea dalla summa cavea, e alle spalle corre un corridoio di

distribuzione raccordato dai vomitoria, le uscite che mettono in comunicazione il corridoio di accesso

esterno con la praecintio. Piccole scale collegano il passaggio superiore di distribuzione, e vi è un podio su

cui venivano montate le reti di protezione. La struttura del pulpito (pulpitum) non è sorretta da travi lignee

come nei teatri ellenistici, ma da archi a conci che sorreggono l'hyposkenion, consentendo la posa del

tavolato superiore per gli attori.

L’Odeion di Agrippa e l’Odeion di Erode Attico (Atene)

Gli odeia costituiscono un’importante struttura da spettacolo soprattutto nel mondo greco orientale.

L'Odeion di Agrippa era una sala per rappresentazioni musicali, di poesia e di lirica accompagnata da

musica, collocata al centro dell'antica agorà di Atene e costruito nel 16-14 a.C. come dono alla città da

parte di Agrippa, amico e genero di Augusto. L’odeion è realizzato nell’area un tempo occupato

dall’orchestra il che lascia sospettare che alcune delle rappresentazioni drammatiche del mondo greco

continuassero ad essere rappresentate

nell’agorà.

L’Odeion di Agrippa, ha una struttura semi porticata su tre lati che racchiudono un nucleo centrale dove vi

è il theatron, quindi lo spazio per gli spettatori, e lo spazio per gli attori in un'area che emerge al di sopra

del perimetro porticato, con una copertura capriata e delle finestrature che danno luce all’interno. Si tratta

di una struttura monumentale preceduta da un propileo prostilo tetrastilo che introduce ad una sorta di

vestibolo dal quale, attraverso passaggi diretti e laterali, si può accedere alla vera e propria seduta. È un

edificio importante che attesta la continuità delle funzioni dell’odeion nel mondo greco, aanche nel II

secolo d.C. con la realizzazione ad Atene del terzo odeion, quello di Erode Attico alle pendici sud

dell'acropoli di Atene.

Fu voluto e finanziato dal facoltoso e uomo politico greco Erode Attico a ricordo della moglie Appia Annia

Regilla che si dice, sia stata uccisa da un liberto proprio per suo volere. Era destinato esclusivamente a

spettacoli musicali e ad altre rappresentazioni artistiche. L'edificio è di dimensioni impressionanti e prevede

una struttura molto complessa, con una vera e propria skené colonnata e caratterizzato da un tetto in legno

di cedro, oggi inesistente.

L’anfiteatro di Pompei

L'Anfiteatro è una struttura architettonica finalizzata alla rappresentazione di alcune specifiche categorie di

spettacolo, ovvero i munera, i giochi gladiatori, e le venationes, combattimenti tra i bestiari (coloro che

combattevano contro gli animali) e gli animali feroci provenienti da tutte le aree dell'impero, non esclusa

l'Africa centrale dalla quale gli animali pervenivano sulle coste del Mediterraneo attraverso le vie

carovaniere e venivano poi portati nei diversi centri dell'impero.

Le origini dei munera affondano nel passato Repubblicano nell'area italica, più precisamente nell’area

Campana, da qui provengono i primi combattimenti tra uomini che avvenivano in concomitanza con i

funerali di personaggi di particolare riguardo. Questo genere di manifestazioni si trasferì dall'area campana

sino a Roma e acquistò presto una grande popolarità. A questa tipologia di rappresentazione si

affiancarono anche le venationes. Questi spettacoli si svolgevano nella Roma repubblicana e proto-

imperiale in strutture realizzate ad hoc a carattere provvisorio. Infatti nell'area Campana, per esempio a

Pompei, si trovano strutture di anfiteatri già in età antecedente alla nascita dei primi anfiteatri

propriamente romani, mentre a Roma i regolamenti senatoriali vietavano la realizzazione di edifici di

spettacolo a carattere permanente, cosa che colpiva anche gli anfiteatri. Il luogo dove si svolgevano le

manifestazioni di munera e venationes, in età tardo-repubblicana e protoimperiale, era il foro romano.

In età precesariana o cesariane, nel foro romano tra le Tabernae bovae e le Tabernae veteres, subito a

limite dei rostra che definivano una delle sezioni del comitium venivano allestite strutture provvisorie in

legno destinate ad accogliere sia il pubblico, sia a realizzare una sorta di spazio centrale, un’arena, nel quale

si svolgevano i combattimenti. Questi combattimenti godevano di grande fortuna nell'ambito del mondo

romano, sia in età tardo-repubblicana sia in età Imperiale. Le limitazioni collegate agli edifici di spettacolo a

carattere stabile fecero sì che non si hanno architetture di realizzazione romana fino all'età dei Flavi. Quindi

per tutto il primo impero, l'età giulio-claudia, gli spettacoli dei gladiatori avvenivano nell'ambito di strutture

a carattere provvisorio.

Nel resto d’Italia, invece, strutture del genere furono realizzate già a partire da fasi più antiche. L’anfiteatro

di Pompei datato all’80 a.C. costituisce un buon esempio di una tipologia architettonica destinata ad avere

una considerevole fortuna nell’ambito degli edifici da spettacoli romani. L’anfiteatro di Pompei accoglieva

spettatori provenienti non solo dalla città di Pompei, ma anche da altri centri. Nel 59 d.C., in età neroniana,

durante delle rappresentazioni di munera nell’anfiteatro di Pompei avvennero dei disordini tra pompeiani e

lucerini (gli abitanti di Pompei e gli abitanti di Lucero), che erano venuti a sostenere la propria scuola

gladiatoria, che determinarono la morte di alcuni degli spettatori. A seguito di questo Nerone intervenne

sospendendo per 10 anni l'anfiteatro di Pompei e vietando ogni sorta di manifestazione del genere

nell'ambito dell'anfiteatro. Si configura con uno spazio centrale ricoperto di sabbia, da lì il nome Arena,

serviva ad accogliere i gladiatori e i bestiari che si confrontavano con le fiere. L'uso della sabbia derivava

dall'esigenza di assorbire grandi quantitativi di sangue, soprattutto in occasione delle venationes quando gli

animali uccisi potevano essere centinaia, che avrebbero determinato un piano di azione troppo scivoloso,

per cui evidentemente l'uso della sabbia serviva proprio ad assorbire il sangue che si versava in maniera

copiosa durante queste rappresentazioni. Tutto attorno si ha uno schema di forma ellittica o ovale, a

seconda della tipologia geometrica definita, infatti le possibili soluzioni geometriche dell'Arena sono

variabili. Attorno a questa struttura si andava a definire un podio relativamente alto che proteggeva gli

spettatori. Le sedute degli spettatori erano separate in una prima serie di sedute riservata alle figure di

maggior prestigio (come i magistrati e i rappresentanti pubblici), e al di là di una separazione definita da

una recintio, le successive sedute erano occupate dai cittadini. Lo schema è in parte molto simile a quello

del teatro e la struttura, a cominciare proprio da quella di Pompei, è interamente sostruita. Gli accessi

avvenivano, attraverso due rampe di gradinate esterne che conducevano alla parte alta della struttura e da

lì consentivano di prendere posto nei diversi cunei, ovvero le sezioni del teatro o dell'anfiteatro del mondo

romano. Strettamente collegate erano le strutture delle infermerie, presso le quali venivano portat

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
15 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Rocco Giorgio.