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O Q
ෝ
1 2 4 6 9 10
8
5 7
3 punto di ottimo
Analogamente
Il Profitto negativo −
ෝ
) ∙
= (
− Giuseppe Carlomagno
Questa condizione ci aiuta a capire la situazione di una singola impresa
Esempio
- Fissato un prezzo elevato
Man mano che il prezzo diminuisce, quanto l’impresa può offrire e quanto può
produrre? La curva di offerta dell’impresa è una spezzata
P
9
8
=
7 E
6 D
5 C
4
3 B
2 ()
A
1 O ̅
ෝ
Q
̌
1 2 4 6 9 10
8
5 7
3
punto di minimo di
punto di ottimo
punto di minimo di
()
• Man mano che il prezzo scende, passando da E a D, passando da D a C,
si avranno delle ottime sempre inferiori
ෝ
Fino al
•
punto di minimo di (B), nel quale l‘impresa realizza un profitto
nullo
Oltre il
•
punto di minimo di (B), l’impresa entra in perdita
(A)
Per l’impresa, converrà produrre fino al
• punto di minimo di
()
Il costo marginale interseca il Costo variabile unitario nel
() ()
punto di minimo di
()
La curva del costo marginale può allora essere intesa come
curva di offerta dell’impresa perché, intersecando con il prezzo,
individua tutte le quantità ottime da produrre.
Andando sotto la curva del Costo variabile unitario ,
() Giuseppe Carlomagno
la curva di offerta dell’impresa si sposta sull’asse delle ordinate (è una spezzata)
A livello complessivo, nel caso della concorrenza perfetta = −
Considerando i costi totali e i costi variabili
•
A quantità alte,
il profitto è positivo (C)
C − >
•
B Man mano che il prezzo scende,
il profitto è nullo nel punto B
A − =
•
O A quantità basse,
il profitto è negativo (C)
− <
• Converrà continuare a produrre, anche in profitto negativo, fino a quando
< <
- Fermando la produzione, in q = 0, avrei una perdita maggiore di quanto
possa essere la perdita legata al profitto negativo,
poiché
- la perdita a produzione cessata corrisponde a tutti i costi fissi che
continuano ad influire sul ricavo
• Il punto di svolta sta in O, punto nel quale
− =
cioè =
Sappiamo che:
= ∙
➢
= ∙
➢
quindi ∙ = ∙
➢
In generale, se:
>
➢ produrre
<
➢ cessare
Giuseppe Carlomagno
=
➢
• Oltre il punto di svolta, conviene fermarsi, perché la perdita che avrei,
continuando a produrre, sarebbe maggiore di quella avrei se mi fermassi
<
…………….QUI C’È STATA UNA INTERRUZIONE DELLA VIDEOLEZIONE……………….
Lezione 10
Nella CONCORRENZA PERFETTA individuiamo: 28/03/2023
• File 2 – Slide 24÷29
Efficienza produttiva ÷
2924
Le imprese tendono a produrre le risorse al costo medio minimo
=
• Efficienza allocativa
Le imprese continuano a produrre le risorse al costo medio minimo ma,
queste ultime, vengono allocate nella maniera ottimale
=
Valore che la società attribuisce valore
= (riferito all’ultima unità)
a cui si rinuncia al fine di produrre qualcos’altro
9
8
7
6
5
4
3
2
1
O 1 2 3 4 8 10
5 6 9
7
5
Difatti, nel caso in cui ci fossero degli spostamenti sull’asse del prezzo
9
8
7
6
5
4
3
2
1
O 1 2 3 4 8 10
5 6 9
7
,
>
5
• Spostandoci a sinistra di il quindi conviene aumentare la produzione
,
<
• Spostandoci a destra di il quindi conviene diminuire la produzione
Giuseppe Carlomagno
Per cui, nel regime di concorrenza perfetta, le risorse vengono allocate in maniera ottimale.
Esempi di mercato di concorrenza perfetta
Nonostante sia una forma ideale, alcuni esempi di mercato che si avvicinano al mercato di
concorrenza perfetta sono:
- il mercato del grano;
- i mercati finanziari o azionari.
(come la borsa, dove si vendono o si acquistano AZIONI, che sono porzioni di capitale)
Nei mercati azionari
➢ Il prezzo è dato, si forma e varia continuamente per effetto di tutte le forze complessive;
➢ Il singolo può acquistare o vendere azioni a quel prezzo. Giuseppe Carlomagno
Modello del monopolio puro
Il modello del monopolio “puro” presenta le seguenti caratteristiche:
Caratteristiche
1. Numero elevato di acquirenti ma unico venditore
Il venditore è unico e si confronta con tutto il mercato
2. Il prodotto è unico
Il prodotto è, cioè, senza sostituti immediati
3. L’impresa è price maker
L’impresa quindi produce il prezzo
4. L’entrata è bloccata per varie ragioni:
- barriere legali
Si verificano nelle situazioni in cui si ha una impossibilità di produrre il prodotto.
Esempi
➢ Monopoli di Stato;
➢ Brevetti
dopo aver depositato il brevetto, solo l’azienda può farne uso.
Esempi
Brevetti in ambito di aziende tecnologiche o aziende farmaceutiche);
➢ Licenze
Sono permessi dati da parte di autorità o altre aziende.
Esempi
Taxi
Licenza di utilizzo di un brevetto al posto di un’altra azienda
➢ Proprietà o controllo di risorse essenziali
Il controllo di risorse conferisce un modello di monopolio
- economie di scala
Si verificano nelle situazioni in cui nelle aziende, all’aumentare della dimensione
produttiva, diminuisce il costo medio di lungo periodo
Esempi
Imprese automobilistiche, imprese di software, imprese di aerei
Esempi di mercato di monopolio puro
Alcuni esempi di mercato che si avvicinano al mercato di monopolio puro sono:
- Monopoli legali (o di Stato)
Esempi
Gioco del lotto
- Monopoli locali
Esempi Giuseppe Carlomagno
Alitalia
- Monopoli naturali
Esempi
Si stabilisce quando si possiedono prodotti particolari
N.B.
Il monopolista è soggetto alla domanda di mercato
(come la borsa, dove si vendono o si acquistano AZIONI, che sono porzioni di capitale)
La differenza tra la singola impresa che opera in regime monopolistico o la singola impresa che
opera in regime concorrenziale sta nella domanda a cui è sottoposta l’impresa;
Nel caso del MONOPOLIO, facciamo un esempio:
LATO OFFERTA = solo un’impresa
LATO DOMANDA
La domanda della singola impresa è la domanda di
tutto il mercato.
Il prodotto è sottoposto ad un prezzo di mercato
per cui, se il prezzo varia, varia anche la domanda.
Man mano che si vende il prodotto, più aumenta
la quantità, più è necessario che il prezzo
diminuisca.
Decrementando il prezzo su n unità:
∙
Il ricavo totale è dato dal prezzo quantità
Il ricavo marginale, cioè l’incremento che subisce il
ricavo totale, è inferiore rispetto al prezzo di mercato.
<
LATO OFFERTA - Concentrandoci sull’aumento di unità (da 3 a 4)
P A
142 <
B
132
=
122
112
O Q
1 5
2 3 4
∆ = Giuseppe Carlomagno
∙
essendo che il ricavo totale è dato dal prezzo quantità
dunque, per 3 unità:
- ∙
ricavo totale = prezzo quantità
∙
426 = 142 3
dunque, per 4 unità:
- ∙
ricavo totale = prezzo quantità
∙
528 = 132 4 ▨▨
➢
Per passare da con area in aggiunta:
→
∙
facciamo 1 132 = 132 Nel passare da 3 a 4,
il ricavo totale aumenta di:
▨▨ ∆ = + 132 – 30 = 102
→
Per passare da con area
➢ in diminuzione:
→
∙
facciamo 3 10 = 30
• In generale, data una certa quantità,
il ricavo marginale, cioè l’incremento che subisce il ricavo totale, è inferiore rispetto al prezzo di mercato
<
Nel nostro caso:
= 132
= 102
LATO COSTI -
Adattando il discorso per quanto riguarda i costi, che rimane uguale al modello concorrenziale,
la quantità ottima da produrre per il monopolista è la quantità che consente di produrre il max
profitto, ovvero quando si verificare tale condizione:
=
➢ Da 4 a 5 conviene aumentare di almeno 1 unità la produzione
Aumentare il contributo dei ricavi totali che porta
∆ → ∆ >
∆ >
l’ultima unità è maggiore di quanto costa
l’aumento dell’ultima unità
➢ Da 5 a 6 conviene diminuire di almeno 1 unità la produzione
Aumentare significa aumentare di 1 unità sia il costo marginale che
∆ → ∆ <
∆ <
<
il ricavo marginale, ma essendo NON conviene
Giuseppe Carlomagno
➢ Il punto di ottimo è
→ ottimo
= Condizione di ottimalità
valida per tutti i mercati c
=
=
NON VALE che allora
P
9
8