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8. LA GESTIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI

I processi produttivi hanno ad oggetto le varie attività di acquisizione e trasformazione dei diversi

input utilizzati nella realizzazione di beni e/o servizi.

Nel corso del tempo, la loro gestione è stata influenzata dalle innovazioni manifestatesi sia in campo

tecnologico che in campo organizzativo, provocando modifiche su vari ambiti di intervento e

gestione dei processi.

Considerata una specifica tipologia di prodotto da realizzare, ogni impresa è chiamata a valutare

vari elementi che impattano sulla scelta del processo produttivo. L’impresa è condizionata da

specifici vincoli tecnologici e dunque i processi possono distinguersi in:

• processi a ciclo tecnicamente obbligato quando il ciclo di produzione è dettato dalle leggi

della chimica e della fisica che regolano la trasformazione dei materiali;

• processi a ciclo tecnicamente non obbligato quando l’impresa può stabilire liberamente la

sequenza delle varie fasi di trasformazione.

• Con riferimento agi aspetti tecnologico-merceologici legati al prodotto, si possono

individuare:

• produzioni a flusso, svolte generalmente in impianti a ciclo tecnicamente obbligato;

• produzioni per parti, generalmente realizzate in impianti a ciclo tecnicamente non

obbligato.

• Rispetto alle modalità tecnico-organizzative delle attività di trasformazione, la produzione

può essere classificata in:

• continua, con produzione a flusso, caratterizzata dalla realizzazione di grandi quantità dello

stesso prodotto, in un arco temporale indefinito;

• intermittente, contraddistinta da fasi autonome nella quale si realizzano diverse unità

produttive in periodi temporali diversi.

Analizzando l’evoluzione dell’impiego delle macchine nei processi produttivi possono distinguersi

quattro momenti storici principali.

Nella produzione rigida della prima industrializzazione viene impiegata la cosiddetta tecnologia del

primo paradigma caratterizzata da macchine isolate distinte tra di loro, in grado si svolgere una sola

funzione sulla base di un ciclo produttivo ripetitivo e impiegando energia artificiale derivante dal

carbone/vapore.

Nei primi anni del Novecento si assiste alla diffusione del secondo paradigma tecnologico, noto

come produzione di massa. È caratterizzato dal ricorso all’automazione nelle fabbriche e le

macchine impiegate beneficiano dell’uso dell’energia elettrica che permette loro una maggiore

autonomia di funzionamento. I processi produttivi più complessi vengono suddivisi in operazioni

elementari, eseguite da diverse macchine in sequenza.

Intorno agli anni Settanta si manifesta il terzo paradigma tecnologico ed è caratterizzato

dall’estensione dei metodi meccanici e scientifici alla ricerca e alla circolazione di informazione,

grazie all’utilizzo di reti telematiche e macchine automatiche. Dunque, le macchine sono in grado di

auto-gestirsi e diventano sistemi flessibili operativi e decisionali.

Infine, negli ultimi anni si è assistito alla diffusione di un quarto paradigma, definibile come impresa

4.0. si tratta dell’impiego di tecnologie come la realtà aumentata, la stampa 3D, la robotica avanzata

e i nuovi mezzi di comunicazione digitale. 14

La nuova ondata tecnologica ha avviato la cosiddetta era della partecipazione in cui il numero

elevatissimo di individui ha la possibilità di consumare, creare, condividere idee, notizie e

informazioni.

Con il termine layout si fa riferimento alla disposizione fisica delle postazioni di lavoro nell’impianto

di trasformazione con lo scopo di individuare la collocazione ottimale rispetto alla tipologia di

processo produttivo impiegato nell’impresa.

I vincoli nella scelta del layout sono:

• l’adeguatezza dello spazio fisico disponibile rispetto alla dimensione degli impianti

produttivi dell’impresa;

• l’opportunità di vicinanza fisica tra alcune fasi produttive e altri reparti nell’ambito

dell’impresa;

• la disponibilità e l’ubicazione delle infrastrutture per la fornitura di servizi.

Le principali configurazioni di layout sono riconducibili a due tipologie.

Il layout in linea è caratterizzato dalla sequenzialità con cui sono disposti tutti i macchinari necessari

per le varie fasi produttive di uno specifico prodotto. I vantaggi sono rappresentati dalla riduzione

del tempo complessivo di fabbricazione del prodotto e dalla riduzione del costo totale di trasporto

dei materiali.

Il layout per reparti si caratterizza per la presenza di reparti omogenei rispetto alle lavorazioni

realizzate. I lotti di semilavorati vengono spostati fisicamente da un reparto all’altro dove stazionano

nei magazzini intermedi in attesa del successivo turno di lavorazione. Uno dei vantaggi è

rappresentato dalla minore duplicazione dei macchinari agevolando così la flessibilità produttiva.

Il Just in Time (JIT) è una filosofia di gestione della struttura operativa e dell’intera impresa volta a

conciliare le richieste della clientela (rispetto a qualità, prezzo e servizio) con l’obiettivo di efficienza

dell’impresa nell’acquisizione e nell’impiego delle risorse necessarie per la produzione e il

collocamento del prodotto sul mercato. Il JIT mira alla realizzazione del prodotto giusto, al momento

giusto, al posto giusto, contenendo allo stesso tempo i costi.

Per raggiungere i propri obiettivi la filosofia JIT prevede:

l’eliminazione degli sprechi in ogni area della produzione;

1. l’individuazione dei problemi di fondo e dei colli di bottiglia;

2. la semplificazione della attività e la continua ricerca della qualità.

3.

Affinché il JIT possa implementarsi con successo, è necessario che si manifestino dei presupposti.

Innanzitutto è necessario che l’impresa sia in grado di impiegare sistemi di produzione flessibile ed

una strategia di tipo pull. In sistemi in cui la produzione è trainata dalla domanda, risulta infatti

necessario produrre senza scorte cioè costruire parti e prodotti in piccole quantità in modo da

garantire un tempestivo adeguamento della domanda. Naturalmente la struttura produttiva deve

contenere elevati gradi di flessibilità che consentano la riduzione al minimo dei tempi di

riattrezzaggio.

I principali benefici apportati dal JIT alla gestione d’impresa sono sintetizzabili in:

• Riduzione dei tempi di consegna (miglioramento del servizio)

• Controllo della qualità in corso d’opera

• Riduzione/assenza di scorte

• Minori costi di transazione 15

• Riduzione del numero di fornitori

• Riduzione spazi interni

• Velocità dei trasporti

• Valorizzazione conoscenza

Nell’ambito della gestione dell’impresa, il concetto di qualità ha subito nel corso del tempo

profonde trasformazioni.

La prima diffusione del concetto di qualità risale al periodo della rivoluzione industriale. In tale

contesto, l’obiettivo era ricercare una economia di scala, dunque la qualità era intesa come

collaudo, ossia ispezione finale del prodotto.

Successivamente, si sono manifestati importanti mutamenti nel processo produttivo, per cui, per

garantire la qualità finale, si è reso necessario stabilire una sequenza di verifiche intermedie.

Si è passati, quindi, da qualità intesa come conformità alle specifiche a una qualità intesa come

idoneità all’uso.

La ricerca della qualità è diventata un’importante arma strategica per il conseguimento del

vantaggio competitivo: si è visto come la competitività dell’impresa sia determinata dall’efficienza

e dall’efficacia dell’intero apparato aziendale. Questi aspetti hanno condotto le imprese occidentali

ad abbracciare il concetto di Total Quality Management.

È fondamentale per il TQM realizzare una struttura aziendale in grado di passare dal controllo della

qualità del prodotto ad un sistema di qualità.

Questo approccio alla qualità ha imposto l’adozione di una filosofia gestionale profondamente

diversa dalla precedente, fondata su alcuni principi cardini:

• priorità della qualità rispetto al profitto a breve termine

• conoscenza e cura del consumatore

• introduzione del concetto di cliente interno

• utilizzo dei dati oggettivi per la presentazione dei fatti aziendali

• rivalutazione dell’individuo

• gestione interfunzionale

In sintesi, la qualità non deve riguardare solo il prodotto finale, ma anche i rapporti interpersonali

all’interno e all’esterno dell’impresa. La rivoluzione alla base dell’approccio alla qualità totale ha

richiesto l’organizzazione per processi, il coinvolgimento del personale, la produzione snella, il

lavoro per gruppi poiché è tutta l’azienda che deve cercare di migliorare le proprie capacità in tutte

le aree aziendali.

I vantaggi di cui l’impresa gode applicando tali sistemi rivolti alla qualità totale sono numerosi, a

fronte del quale si devono sostenere anche dei costi definiti della qualità.

I costi della qualità rappresentano tutti i costi sostenuti dall’impresa per realizzare un prodotto

conforme alle aspettative del cliente. Sono i costi di controllo, quindi di prevenzione e di

accertamento.

I costi di non qualità sono invece quei costi legati alla difettosità del ciclo produttivo. Sono

principalmente i costi degli insuccessi. 16

9. I RAPPORTI DI FORNITURA

Il management che si occupa della gestione degli approvvigionamenti e delle relazioni con i fornitori

ha l’obiettivo di garantire quanto necessario al processo di trasformazione. L’obiettivo dell’area

degli approvvigionamenti concerne l’ottenimento del giusto materiale, nella giusta quantità, nel

rispetto dei tempi di consegna previsti, nel posto giusto, dalla giusta fonte di approvvigionamento,

con il giusto servizio e ad un giusto prezzo, con il fine di:

• preservare la continuità della produzione;

• assicurare l’economicità degli acquisti;

• garantire il rispetto degli standard di qualità.

Il portafoglio monetario dell’impresa è frutto di analisi concernenti i materiali oggetto di

approvvigionamento da parte dell’impresa, la cui scelta è supportata dalla disponibilità di

informazioni inerente la reperibilità dei materiali, la loro sostituibilità, la criticità e il rapporto tra

prezzo e performance. Ciò che rende strategica la funzione approvvigionamenti dipende da due

fattori:

• la rilevanza degli acquisti, l’incidenza del costo sui costi totali, l’impatto s

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
32 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabrieled16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Maizza Amedeo.