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S’

e il tasso di interesse pari a .

7. La trappola da deflazione e il modello a tre equazioni

La Banca centrale fissa un obiettivo in termini di inflazione basso ma positivo (2%), che non potrà mai essere

pari a zero (Zero Lower Bound) perché spera di non far cadere l’economia in una trappola da deflazione che

renderebbe la politica monetaria, e dunque il suo meccanismo di trasmissione, inefficace.

La trappola della deflazione è un circolo vizioso nella quale l’economia è in una fase di continua recessione

Dovuta ad uno shock negativo della domanda aggregata (ovvero la domanda di beni e servizi contrae): Gli

operatori economici trattengono liquidità Sotto forma di risparmio, trattenendo liquidità la domanda di beni

e servizi diminuisce, aumenta la disoccupazione a minori redditi e diminuiscono sia i consumi che gli

investimenti, la politica monetaria non produce effetti reali sull’economia quindi non è in grado di

influenzare la domanda aggregata.

te

Equazione di Fischer: i = r + π → se l’inflazione attesa è -1%, il minimo tasso di interesse nominale

n te

ottenibile è 1% quindi non potrà scendere sotto lo zero. Il vincolo del tasso di interesse reale è: r ≥ −π

Il modello a 3 equazioni può essere utilizzato per spiegare periodo per periodo come uno shock negativo

permanente sul lato della domanda possa portare l’economia in condizioni di trappola da deflazione.

Ipotizzando che in un punto di partenza A la produzione si trovi al suo

T

livello di equilibrio e l’inflazione al suo target , avremo:

- Periodo 0: uno shock negativo permanente della

domanda aggregata, fa spostare la IS a IS’. L’inflazione è adesso

negativa (deflazione) e l’economia si muove al punto B che però

non si trova sulla MR della BC. La PC prevista per il prossimo

periodo è PC (πE1 =π0), quindi la banca centrale tenderà a

spostarsi sul punto ottimale C sulla MR, che richiede di impostare

il tasso di interesse reale a r0’. Ma r0’ è sotto il minimo che può

essere raggiunto impostando un tasso di interesse nominale pari

a zero, quindi la banca centrale può soltanto impostare il minimo

r0 = −π0e. Il tasso di interesse nominale potrà avere effetti sulla

produzione solo con un periodo di ritardo, dunque l’economia

0,

chiude il periodo 0 con un tasso di inflazione pari a una

0.

produzione pari a y0 e un tasso di interesse pari a

- Periodo 1: il più basso tasso di interesse r0 aumenta la produzione che però resta sotto l’equilibrio.

Il livello di produzione sarà pari a y1 portando l’economia al punto C. Per questo l’inflazione crolla a

1).

π1 e la BC prevede per il prossimo periodo PC (2 = Data questa PC il punto ideale per la BC

1

sarebbe D’, che richiede un tasso reale pari a r1’. Ma, l’interesse reale minimo ottenibile è = −1.

più̀ 1,

Per questo l’economia termina questo periodo con un tasso di inflazione basso pari a un più

1 1

basso output pari a ed un più alto tasso di interesse reale pari a

- Periodo 2: il più alto interesse reale r1 riduce la domanda, l’output a y2 e l’inflazione a π2 (punto D).

Ecco come l’economia entra in trappola da deflazione; in ogni periodo futuro, l’inflazione scenderà

ulteriormente, portando r a crescere e la produzione a crollare sempre più costantemente. La politica

monetaria convenzionale, cioè basata sul movimento del tasso di interesse, è dunque inefficace per riportare

l’economia al suo punto di equilibrio.

Soluzioni alla trappola deflazionistica:

- Spostare la curva IS verso destra, attraverso il punto G, nel periodo successivo allo shock iniziale di

domanda aggregata ad es. mediante un aumento del consumo o degli investimenti; ciò potrebbe

aiutare la banca centrale a raggiungere il livello desiderato di output fissando un limite minimo di

tasso di interesse pari a r0. In alternativa, il Governo potrebbe mettere in atto delle politiche fiscali

volte ad implementare il raggiungimento dell’output gap desiderato.

- Creare nuove aspettative positive sull’inflazione (dipende dalle aspettative di una futura domanda

aggregata maggiore); se ci si aspetta che l’inflazione diventi meno negativa, il mimino r sarà in grado

di spostare la PC verso l’alto.

- Politiche monetarie non convenzionali (QE).

8. Il settore bancario e finanziario nel modello a 3 equazioni: la trasmissione e amplificazione degli shock.

In caso di aumento esogeno dei prestiti, la curva IS si sposterà verso destra, si avrà quindi un aumento

esogeno della domanda aggregata, l’inflazione aumenterà e così le aspettative inflazionistiche del periodo

successivo.

Gli individui aumentando il reddito, avranno maggiori disponibilità economiche, e ne impiegheranno una

parte nei depositi bancari. Su quell’aumento di depositi, la banca dovrà effettuare delle nuove riserve verso

la banca centrale (attività della banca e passività della banca centrale). Il nuovo incremento di depositi non è

pari al nuovo livello di reddito procurato dallo shock in aumento degli investimenti. Per questo motivo la

banca commerciale dovrà chiedere a prestito dal mercato monetario. La banca centrale tuttavia, ricercando

l’ottimalità economica di lungo periodo, vuole riportare l’inflazione a livello target. Per fare ciò aumenterà il

tasso di interesse di policy, calcolando il markup incrementale che la stessa banca commerciale aggiunge.

Come si comporta il sistema bancario e finanziario in caso di shock positivo negli investimenti che sposta la

curva IS verso destra: si assume che le imprese prendano in prestito dal sistema bancario per finanziare tutto

il surplus di investimenti.

Il sistema bancario deve quindi aumentare i fondi per essere in grado di finanziare i nuovi investimenti e le

famiglie devono decidere come allocare i nuovi finanziamenti, scegliendo tra i depositi (la via più sicura per

detenere attività, ma che non paga un tasso di interesse); investimenti in titoli di stato (che pagano un tasso

di interesse ma possono essere fonte sia di guadagno che di perdita); azioni bancarie (che sono le più rischiose

e le meno liquide). Il settore privato determina l’output di equilibrio ye e l’output yt esprime la domanda

l

aggregata, che in questo caso sposta la curva IS a destra. Il lending rate r è determinato dal sistema bancario

p

e viene posto al di sopra del policy rate r per il fatto che i crediti effettuati dalla banca sono rischiosi. Il policy

rate è fissato dal target di inflazione e dall’output target. Le banche, dal momento che i depositi non sono

sufficienti a finanziare tutti i nuovi prestiti, prenderanno a prestito la liquidità necessaria dal money market

e l’ammontare totale che verrà prestato per fare nuovi investimenti sarà uguale all’ammontare dei risparmi

addizionali. Si assume che i nuovi investimenti vengano finanziati solo dal sistema bancario. La BC si vede

effettuare nuovi crediti alle imprese e alle famiglie che vengono utilizzati per effettuare nuovi investimenti

che spostano l’output verso l’alto. Il boom negli investimenti che innalza anche il livello di inflazione che

dovrà essere riportato al livello target. La BC annuncia quindi un nuovo policy rate più alto che innalza il costo

per le banche di prendere a prestito i fondi e che accrescerà a sua volta anche il lending rate. Quest’ultimo

interromperà la crescita di domanda di credito del settore privato perché progetti che dovevano essere

redditizi con il vecchio livello di ending rate non lo saranno più con il rialzo del tasso. Nel modello a 3

equazioni, nello specifico, si vede che la BC si comporta come in un normale shock della domanda aggregata,

con la differenza che non stabilisce direttamente il lending rate, ma lo aggiusta fissando il policy rate.

Inizialmente alza il tasso r fino a r' per raggiungere il livello r del lending rate desiderato. Questa crescita del

lending rate fa crollare la domanda aggregata e l’inflazione. La BC, in seguito, riduce gradualmente il policy

rate per far tornare l’economia al livello di equilibrio in cui il lending rate è r'.

9. Policy rate e lending rate. I fattori che influenzano il mark-up delle banche

La banca centrale fissa il tasso di policy, tasso a cui le banche centrali prestano denaro alle istituzioni

finanziarie e il tasso che pagano sulle riserve, che influenza direttamente i tassi di prestito interbancari di

breve termine e in generale i tassi del mercato monetario. I tassi interbancari non scenderanno mai sotto il

livello del policy rate perché nessuna banca è incentivata a prestare denaro ad un’altra banca ad un tasso

inferiore a quello che riceverebbe mettendo i fondi in riserva presso la banca centrale. L’offerta di moneta è

determinata dalla domanda di moneta che si verifica al policy rate stabilito dalla BC e a sua volta, la domanda

di moneta è determinata dal lending rate, che è il tasso al quale le famiglie e le imprese possono accedere ai

finanziamenti.

Il lending rate è costantemente più elevato rispetto al tasso di policy. Le ragioni sono:

- Il rischio di credito a cui la banca è soggetta quando concede prestiti a debitori privati.

(+).

Il markup è una funzione direttamente proporzionale del credit risk = Se il rischio di credito

aumenta, aumenterà anche il tasso di interesse che la banca chiederà ai suoi creditori.

- La tolleranza al rischio, se la banca è meno propensa ad assumere rischi il markup, che è una funzione

(−).

inversamente proporzionale della risk tolerance, aumenterà = La risk tolerance può

modificarsi nel tempo in funzione di diversi fattori.

- La patrimonializzazione della banca, se non è ottimale concedere i prestiti diviene più rischioso,

(−).

anche in funzione delle normative che impongono severi requisiti patrimoniali = Maggiore è

l’equity che una banca ha, maggiori sono le perdite che può assorbire con tali mezzi propri.

- La competitività del sistema, se non c’è concorrenza perfetta, si fissano dei margini positivi che

andranno ad aumentare il markup. Se ci fosse libero ingresso nel mercato e un sistema di

concorrenza perfetta, un soggetto potrebbe entrare nel mercato, ridurre anche di poco il tasso di

(

interesse e quindi appropriarsi di tutto il profitto perché guadagnerebbe tutti i clienti: =

+) )

Relazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
19 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Madda124 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e finanza dei mercati globalizzati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Baussola Maurizio.