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Analisi della povertà nelle zone urbane
Coloro che vivono in una zona urbana hanno in generale un reddito medio più elevato; quindi, coloro che si trovano sotto la linea di povertà nazionale sono di meno.
Differenze di genere nella povertà
Si analizzano le differenze tra uomini e donne nella povertà. Si considerano 89 paesi e si rappresenta la percentuale di uomini e donne che vivono in famiglie che si trovano in povertà estrema dividendoli per classi di età. Lungo quasi tutto il profilo di età la quota di bambine povere è più alta di quelle dei bambini. Ciò è più marcato durante l'età della fertilità, dopodiché le due curve sono praticamente piatte.
All'interno della stessa famiglia, la percentuale di donne povere è più alta di quelle dei maschi. Ciò dipende dai lavori che svolgono e dal tipo di istruzione ricevuta (generalmente i maschi riescono a studiare di più).
La questione etnica
In moltissimi paesi...
è molto importante, legata a questa c’è la questione culturale. Tale questione è rilevante in Bolivia, Guatemala, Mexico e Perù in cui c’è un confronto tra popolazione indigena e non indigena. I non indigeni sono coloro che discendono dagli europei. In tutti questi contesti c’è una netta differenza per quanto riguarda la quota della popolazione sotto la linea della povertà. In Messico l’80% degli indigeni è sotto la soglia di povertà, contro il 18% dei non indigeni. Se guardiamo alle dinamiche nel tempo, tra i non indigeni si riduce la povertà, mentre tra gli indigeni spesso non si riduce. Le dinamiche della povertà, quindi, sono molto diverse rispetto all’appartenenza etnica, ciò è legato al luogo in cui si vive e al tipo di lavoro che si svolge. Ciò si sovrappone anche alle differenze di genere. Politiche per ridurre la povertà (prospettiva più ampia,
povertà media o relativa)Le determinanti della povertà sono molte e questo rende molto difficile lo studio. Ci sono alcunedeterminanti più immediate:
- le condizioni sanitarie: i poveri non hanno le risorse per sostenersi quindi tantomeno quelleper curare qualunque problema che possano avere. Vanno quindi migliorate le condizionisanitarie. Persone più sane hanno opportunità maggiori di sopravvivere a parità di cibo adisposizione.
- istruzione: più le persone sono istruite, più saranno in grado di partecipare al mercato dellavoro, più e probabile quindi venire assunti e quindi più probabile uscire da una situazionedi povertà. Il primo problema è che quanto questi progetti di miglioramento dell’istruzionehanno avuto successo è molto discusso. Questo intervento ha un secondo problema(rispetto all’efficacia), poiché l’istruzione non rientra nelle priorità di un povero
estremo. Molti di questi progetti sono pensati per far sì che persone che si trovano in povertà moderata e relativa migliorino, ma non hanno come obiettivo la riduzione della povertà estrema.
- accesso al mercato: possibilità per color che producono qualcosa di poterla vendere
- il ruolo delle donne: come in altre dimensioni si sta sempre più andando nella direzione di dire che fare empowerment, cioè dare consapevolezza e strumenti alle donne, le possa aiutare a uscire dalla povertà
Le dinamiche dietro la povertà estrema sono molto complicate da affrontare, per esempio quando ci sono le carestie. L’unica cosa che si potrebbe fare è far migrare le persone per la ricerca di vita migliori oppure dei trasferimenti monetari. Ci vogliono interventi mirati e massicci.
Disuguaglianza e sviluppo economico
Argomenti
- Disuguaglianza economica vs. povertà
- Misurazione della disuguaglianza economica
- I trend della disuguaglianza
economica- Sviluppo economico e disuguaglianza: impatto negativo o positivo? Qual è il nesso causale? Povertà vs disuguaglianza: Povertà e disuguaglianza indicano due situazioni diverse. La povertà è la condizione di un individuo che non è in grado di raggiungere uno standard di vita comparabile a quello della comunità in cui vive (povertà relativa) o un livello di reddito considerato necessario per sopravvivere (povertà assoluta). In ogni contesto storico e geografico, la povertà assume connotazioni assolute e relative diverse. La disuguaglianza economica è la condizione di una collettività che presenta una distribuzione diseguale del reddito e/o delle risorse fra individui e gruppi. Paesi con stesso PGR (Poverty Headcount Ratio) possono in realtà avere livelli di disuguaglianza molto diversi, poiché i poveri potrebbero essere vicini o lontani dalla linea di povertà. Misurare laLa disuguaglianza economica si misura solitamente sulla base dei dati sulla distribuzione del reddito (e non della ricchezza). Il reddito è associato più direttamente all'attività economica. Ci sono diverse distribuzioni legate alla definizione di reddito:
- Distribuzione del reddito funzionale: fornisce informazioni sulla quota ricevuta da ogni fattore di produzione (salari, rendite, profitti). La somma deve essere 1. Si guarda agli aggregati.
- Distribuzione del reddito personale: reddito totale ricevuto dagli individui o dalle famiglie, indipendentemente dalla fonte (unità micro), si considera che un individuo può ricevere redditi da diverse fonti. Viene utilizzata di più.
Come misurare la disuguaglianza? Una possibilità: ordinare la popolazione in base al reddito e dividerla in gruppi di stessa dimensione (quartili, quintili, decili, etc. in cui il paese più povero è all'inizio della linea e il
più ricco alla fine), poi fare la media dei redditi all'interno dei gruppi.
Misura di disuguaglianza: differenza in media nei redditi tra il 10% più povero e il 10% più ricco (il primo e il decimo decile). Tanto più alta è la differenza tanto più alta è la disuguaglianza, che invece è assente quando i gruppi hanno la stessa media.
Il rapporto di Kuznets: è il rapporto fra il reddito ricevuto dal 20% più alto e il 40% più basso della popolazione. Tanto più alto è il rapporto tanto più alta è la disuguaglianza.
La curva di Lorenz: rappresenta la relazione quantitativa fra la % di percettori di reddito e la % del reddito totale che percepiscono. Se c'è uguaglianza perfetta: la curva di Lorenz è una diagonale a 45 gradi (ad esempio il 50% della popolazione detiene il 50% della ricchezza). Più la curva si allontana dalla diagonale più è alta la disuguaglianza.
scala: la misura della disuguaglianza non cambia se si moltiplicano tutti i redditi per uno stesso fattore. Questo principio permette di confrontare situazioni in cui i redditi sono espressi in unità diverse. - Principio di trasferenza: la misura della disuguaglianza non cambia se si trasferisce reddito da una persona all'altra senza modificarne la distribuzione complessiva. Questo principio permette di valutare l'effetto di politiche di redistribuzione del reddito. In sintesi, il coefficiente di Gini è un indicatore che permette di valutare il livello di disuguaglianza all'interno di una popolazione. Più il coefficiente è alto, maggiore è la disuguaglianza.popolazione: la misura delladisuguaglianza non dipende dalla dimensione della popolazione- Principio del trasferimento: la distribuzione del reddito migliora in caso di trasferimento direddito da un ricco a un poveroTali caratteristiche fanno sì che il coefficiente di Gini sia molto utilizzato poiché facile e comodo.
L’analisi della disuguaglianza: una premessaLetteratura amplissima poiché la disuguaglianza è una questione molto importante e al centro deldibattito dagli anni ’80 in poi in quanto ci sono molti più dati.L’interesse per l’analisi empirica della disuguaglianza è cresciuto dagli anni 1980.Molti studi empirici ma difficile confronto poiché utilizzano una gran varietà di metodi statistici eutilizzando definizioni diverse di disuguaglianza.
Se guardiamo alla disuguaglianza questa è molto elevata negli Stati Uniti, nel Messico, in Brasile ein Cile. Haiti è il caso di un paese
estremamente povero in cui anche la disuguaglianza è estremamente elevata. il Sudafrica ha un indice di Gini altissimo, oltre lo 0,6.
Se analizziamo le dinamiche dal 1988 al 2013, vediamo che la disuguaglianza è aumentata nel tempo. La regione del mondo in cui la disuguaglianza è più elevata è l'America Latina, poi l'Africa.
Sembra che solo in Africa la disuguaglianza stia diminuendo, questo potrebbe essere dovuto ad un aumento del numero di poveri o alla diminuzione del numero di ricchi; infatti, la riduzione della disuguaglianza non è né una buona né una cattiva notizia.
Tre diversi tipi di misurazione della disuguaglianza mondiale:
- Disuguaglianza tra nazioni (non pesata): indice di Gini è calcolato utilizzando i redditi medi dei paesi. Implicazione: paesi grandi e paesi piccoli hanno la stessa importanza e incidono allo stesso modo sul calcolo della disuguaglianza mondiale.
- Disuguaglianza tra nazioni pesata per la
dimensione della popolazione: indice di Gini è calcolato utilizzando i redditi medi dei paesi la ponderazione avviene utilizzando la quota della popolazione mondiale del paese.
Disuguaglianza globale: ogni persona viene considerata sulla base del suo reddito (vogliamo conoscere il reddito di ogni individuo). Ad ogni livello corrisponde sempre più informazione, si passa da una prospettiva micro ad una macro.
Obiettivo dell'analisi e disponibilità di dati condizionano la scelta. Nei concetti 1 e 2 il calcolo del Gini viene fatto sulla base dei redditi medi nel paese e non dei redditi effettivi degli individui.
Il passaggio al concetto 3 è difficile perché sono necessari dati provenienti da indagini sul reddito o il consumo delle famiglie (pochi dati prima 1980), inoltre le indagini dovrebbero usare una simile metodologia (stessi questionari) e i dati devono essere espressi in termini PPP.
In generale, le analisi empiriche sembrano mostrare che le tre misure
producono risultati consistentemente diversi
Concetto 1: aumento della disuguaglianza mondiale