vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Gradualismo congiunturale:
agricoltori più ricchi). queste problematiche generano la
necessità di applicare dei correttivi. Il PMG è vittima del proprio successo: inizia a
costare troppo alla CEE, quindi si entra nella seconda fase: il mutualismo
congiunturale: anche i produttori devono contribuire alle spese della PAC in
proporzione alla quantità eccedente, per far ciò la CEE introduce 8 correttivi: QUANTITà
MASSIME GARANTITE (se superate queste tonnellate del 2% abbasso del 2% il PMG
fino al massimo del 5%); QUOTE AZIENDALI (stessa filosofia, ciascun agricoltore non
poteva superare le quantità prodotte l’anno prima), CONTENIMENTO DEI PMG (prima il
pmg aumentavano per tener conto dei costi di produzione, ora erano congelati o
addirittura scendevano), SET ASIDE (mettere da parte una parte del terreno e non
coltivarla, chi aderiva veniva pagato), estensivizzazione, riconversione, zone di
Il modello del consumo alimentare (MCA)
produzione e prepensionamento. : le
modalità con cui le unità di consumo si organizzano socialmente per acquistare e
consumare alimenti, considera natura e quantità degli alimenti, la loro ripartizione tra
gli individui, come l’acquistiamo e come lo consumiamo. Man mano che cresce il
reddito, variabili come il prezzo conta sempre meno nelle decisioni di acquisto, invece
incidono altre variabili: quelle socio-economiche; queste vincolano l’azione del
consumatore e sono: prezzi e redditi (sempre presenti), la demografia (età media
condiziona gli alimenti maggiormente richiesti), urbanizzazione (influenza i consumi e
la spesa), l’organizzazione del lavoro (ora entrambi i genitori lavorano dual-career,
prima la donna rimaneva a casa e aveva più tempo per fare la spesa) organizzazione
della famiglia (famiglie meno numerose). Il processo di consumo può essere
rappresentato in 3 fasi: PRE-ACQUISTO (obiettivi di consumo, scelta del punto vendita
ecc.), ACQUISTO (valutaz. Alternative dentro il punto vendita, tempo di consegna ecc.)
e POST-ACQUISTO (trasporto, preparazione, consumo ecc.). In queste fasi è
fondamentale il sistema agro alimentare: quali prodotti offrire, come offrirli, quali sono
le tendenze ecc. Essendo che uno dei > vincoli alla libertà del consumatore riguarda il
tempo, c’è una tendenza nel time saving, nella fase del pre-acquisto il tempo può
essere risparmiato grazie alla pubblicità e al brand che ci guida; nell’acquisto ci
risparmiano il tempo posizionando i prodotti in scaffali con > visibilità e nel post-
acquisto mediante prodotti più semplici da preparare e consumare es. frutta fresca o
Saikebon. Oltre al time saving si è sviluppato il fenomeno della destrutturazione dei
pasti (solo 1 pasto importante: la cena con 2 portate), mangiare fuori casa e pasti
Modello di produzione agro-alimentare
meno strutturati. : con la modernizzazione
e con la PAC l’impresa si destruttura, affidando attività all’esterno, specializzandosi e
aumentando le relazioni. Il modello di produzione rappresenta le modalità in cui sono
svolte le attività di produzione, trasformazione e distribuzione, nasce così il sistema
agro-alimentare. A monte operano i settori che forniscono input al settore agricolo, a
valle operano i settori che si occupano di: stoccaggio, condizionamento, distribuzione
conservazione-stoccaggio
intermedia, finale ecc. I settori che si occupano della e
prima commercializzazione hanno varie funzioni: Concentrazione (le produzioni di +
aziende vengono concentrate in un luogo), Classificazione (in base alla qualità o
destinazione finale), Conservazione (in apposite strutture) e Commercializzazione. Ci
imprese di trasformazione
sono poi le svolgono vari processi di trasformazione, fino
alla realizzazione del prodotto finito; tuttavia si è perso il carattere dell’artigianalità a
mercati all’ingrosso
causa dei processi produttivi. I sono strutture per la vendita di
prodotti deperibili e hanno funzione di: Intermediazione (tra produttori e compratori
professionali), Assortimento, Prezzo (contrattato e pubblicato) e servizi (come le celle
frigorifere per conservare le merci). I mercati all’ingrosso possono essere di diverse
tipologie: Alla produzione (soggetti che acquistano da aziende agricole per venderle ai
consumatori), Al consumo (i venditori sono i grossisti e i clienti sono i dettaglianti) e Di
redistribuzione. I problemi riguardano le Strutture: sono carenti, obsolete, situate
presso centri storici, di dimensioni limitate e caratterizzate da una concorrenza di
Grande distribuzione organizzativa (GDO)
nuove strutture. La esercita la vendita
al dettaglio di prodotti di largo consumo; tra le principali caratteristiche troviamo la
grande dimensione del punto di vendita ed una gestione centralizzata: chi si occupa
della marca, chi delle politiche commerciali e della strategia e chi si occupa del
rapporto con i fornitori. La GDO si classifica come: GD (grande distribuzione) imprese
che gestiscono almeno 6 punti vendita, si distinguono tra quelle succursaliste come
Esselunga o come cooperative come coop.; e come DO (distribuzione organizzata):
operatori indipendenti che gestiscono autonomamente i punti vendita e sono Gruppi
Sviluppo dell’industria
d’Acquisto (CONAD) e Unioni Volontarie (Despar).
alimentare prima fase:
: suddiviso in 4 fasi: inizia dagli anni ’50 con la realizzazione di
investimenti materiali che hanno avviato il processo di concentrazione dimensionale e
operativa col fine di ottenere economie di costo e di scala. Siamo nel periodo della
modernizzazione, la competizione si basa sul prezzo e l’obiettivo è produrre al minor
costo. Le imprese che innovano godono di extra-profitti, alzando le barriere
all’ingresso, così molte piccole aziende devono cessare l’attività; inoltre le imprese di
trasformazione richiedono grandi lotti di forniture, costanti, puntuali e
qualitativamente omogenei. Questa concentrazione ha un certo limite: il settore è
Seconda fase:
ancora molto frammentato. negli anni ’60 continua la concentrazione,
ma ad opera di investimenti immateriali (marchi, pubblicità). Si sviluppo l’industria dei
prodotti di marca, mirandi al conseguimento di economie di varietà. Le grandi imprese
di marca hanno un forte potere di condizionamento. Inoltre si diffonde l’impiego di
mezzi di comunicazione di massa, le quali funzioni sono erose: l’IAA di marca sottrae
tali funzioni dall’impresa al dettaglio: informazione (verso il consumatore), garanzia (il
consumatore si fida della marca), la preparazione e l’assortimento (il dettagliante è
obbligato ad avere prodotti dell’industria agroalimentare di marca). Ciò porta
all’affermazione della moderna distribuzione, le imprese mirano alle economie di
scopo: diversifico il portafoglio per ripartire i costi su + prodotti mettendo il marchio. In
queste 2 fasi le tecnologie sono ancora a bassa tecnologia, si ha una strategia di
sostituzione (l’industria aggiunge additivi e ingredienti per sopperire alla scarsa qualità
Terza fase:
del prodotto) e il controllo qualità resta all’interno del settore agricolo. si
afferma la GDO mediante la concorrenza di prezzo e a scapito delle piccole imprese. In
questa fase si ha un aumento della concentrazione nella distribuzione al dettaglio, la
quale crea una spinta alla concentrazione dei fornitori; in questo caso le GDO chiedono
forniture più grandi, costanti, a prezzi contenuti: sono privilegiati i fornitori che
soddisfano meglio tali richieste; i drivers che hanno generato concentrazione dei
dettaglianti sono: l’urbanizzazione, l’aumento dei redditi, il moderno va di moda e i
cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e della famiglia. La GDO privilegia grandi
fornitori, ciò provoca una crisi per le piccole imprese, ma all’interno di queste sono
avvantaggiate quelle che hanno creato una forte immagine della marca, in questa fase
i rapporti tra IAA e GDO sono di tipo cooperativo: la GDO è obbligata a referenziare i
prodotti della grande IAA di marca (questo perché i consumatori li richiedono “Brand
Loyalty” e perché la GDO deve comunicare al consumatore la convenienza del proprio
assortimento in confronto col il dettagliante), i consumatori infatti basano i propri
giudizi sulla convenienza del piccolo dettagliante e della GDO comparando i prodotti
più riconoscibili e diffusi (Nestlè) e su questi può trasmettere il messaggio di
convenienza. Questo porta a margini più bassi sui prodotti di marca, recuperandoli
tramite prodotti non di marca (sui quali il margine è >). Concentrando gli acquisti su
pochi fornitori aumenta la possibilità di ricevere sconti e < costi amministrativi, a
discapito però della flessibilità dell’approvvigionamento (es. se al fornitore si rompe il
Quarta fase:
macchinario è un casino). ulteriore aumento della concentrazione e
l’avvio di politiche di differenziazione della GDO; c’è un parziale effetto di
deconcentrazione dei fornitori e le piccole medie imprese possono accedere agli
scaffali della GDO. Essendo cresciuto il reddito non ci si basa più sulle variabili socio-
economiche, ma su altre (qualità, prodotti locali ecc.): gli assortimenti vengono
riqualificati (> ampiezza e profondità) e si sviluppano i private labels. Da una Brand-
loyalty si passa ad uno Store-Loyalty: il consumatore non si fidelizza ad una marca, ma
ad un punto vendita; il passaggio da consumi di massa a quelli di qualità e differenziati
apre nuove possibilità alle IAA medie e piccole e non di marca. Si generano nuove
relazioni tra GDO e IAA: i prodotti a marchio del distributore (es. marchio coop.) fanno
perdere parte del potere ai prodotti di marca industriale e la fedeltà alla marca si
sostituisce con quella del punto vendita (l’IAA perde la centralità). Tale crescita
determina: DIVERSIFICAZIONE E INNOVAZIONE degli assortimenti, PRODOTTI NUOVI
(alimenti naturali e funzionali, con tecnologie che alterano il meno possibile la materia
prima e SOSTITUZIONE E APPROPRIAZIONE DELL’AGRICOLTURA. L’IAA perde la propria
centralità, ma, avendo raggiunto una certa dimensione, può avere diversi
atteggiamenti nei confronti della GDO: STRATEGIA DI CONTRASTO (quando sono
titolari di marchi noti, economie di scopo sul marketing e hanno una grande
disponibilità di risorse umane), DI SUPPORTO (tipica di imprese specializzate in
prodotti di media qualità a basso costo e dipendenti dall’assortimento della GDO) o DI
NICCHIA (tipica di imprese che producono prodotti per nicchie, che sono specializzate
RICAPITOLANDO
in tal canale). : negli ultimi 50 anni le imprese si sono ridotte:
tenden