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LA STRUTTURA DECISIONALE DELL’IMPRESA
Nella struttura dell’impresa sono presenti 3 organi aziendali:
Organo volitivo: è rappresentato dal soggetto che prende le decisioni aziendali e definisce le linee
strategiche da seguire (es. aumentare la quota di mercato in Germania e usa)
Organo direttivo: traduce le linee strategiche in azioni operative (es. partecipare alle fiere di
settore, aumentare la produzione, nuova campagna promozionale, ecc.)
Organo esecutivo: è composto da tutti coloro che, materialmente, eseguono quanto definito
dall’organo direttivo (es. partecipazione alle fiere, attuazione nuove azioni commerciali,
realizzazione aumento produzione, realizzazione campagna promozionale, ecc.).
Il governo dell’impresa viene esercitato dal soggetto economico mediante strutture decisionali che
possono essere molteplici. àà
Agli estremi delle numerose possibilit di organizzazione del processo decisionale abbiamo:
La struttura decisionale burocratica: il processo decisionale è interamente accentrato nelle mani
degli organi volitivi che stanno al vertice dell’azienda.
La struttura decisionale pluralistica organicamente integrata: il processo decisionale è
decentrato, ovvero diffuso tra tutti gli organi dell’organizzazione.
STRUTTURA DECISIONALE BUROCRATICA
Il modello della struttura decisionale burocratica è utilizzabile a condizione che:
Ambito di attività caratterizzato da basso livello tecnologico;
Vertice aziendale possiede le conoscenze tecniche necessarie per assumere tutte le decisioni;
L’ambiente sia statico;
Le persone siano disposte ad essere guidate con autorità
Ad oggi, queste condizioni sono difficilmente riscontrabili.
STRUTTURA DECISIONALE PLURALISTICA
Fattori come il dinamismo ambientale, la turbolenza interna, il progresso tecnologico hanno reso
inadeguato il modello della struttura decisionale burocratica, portando così all’utilizzo della struttura
decisionale pluralistica organicamente integrata.
Si è infatti reso necessario che all’interno dell’impresa fossero inserite conoscenze specialistiche nei
settori della produzione, del marketing, della finanza, del personale, ecc....e che soprattutto che queste
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conoscenze non fossero accentrate ai vertici dell’organizzazione bens diffuse tra una moltitudine di organi
dislocati nel quadro organizzativo.
Ciò ha comportato la nascita di strutture decisionali pluralistiche all’interno delle quali:
Esistono molti centri decisori;
Le decisioni vengono assunte con il concorso di più persone;
Le influenze tra gli organi che assumono le decisioni sono reciproche; ma con gradi diversi di
condizionamento;
Il SE rappresenta l’unità centrale di direzione
IL SOTTOSISTEMA DELLE PERSONE
IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE)
Il modo in cui i diversi organi aziendali si relazionano tra loro definisce l’organizzazione formale
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dell’impresa, pi propriamente definita Assetto Organizzativo. Esso è dato dall’insieme di:
Organismo personale (le persone);
Norme che definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone verso un obiettivo
(le “regole”).
Progettare l’assetto organizzativo di un’impresa significa decidere:
Quante persone assumere e con quali caratteristiche;
compiti, obiettivi, risorse e retribuzione da assegnare a ogni persona;
i percorsi professionali;
ecc.
Lo scopo dell’assetto organizzativo è quello di ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane in vista del
raggiungimento degli obiettivi dell’azienda. ùà
L’organizzazione è un sistema coordinato di persone che si prefigge un pi razionale impiego del lavoro
umano in relazione agli obiettivi gestionali da raggiungere.
La progettazione dell’assetto organizzativo si svolge secondo le seguenti fasi:
1) individuazione degli obiettivi da realizzare;
2) determinazione delle funzioni da svolgere per raggiungere gli obiettivi;
3) creazione dei ruoli da assegnare alle persone mediante scomposizione e ricomposizione delle
funzioni;
4) specificazione, per ogni ruolo, dei compiti, delle responsabilità e dei poteri;
5) definizione delle linee di influenza per indirizzare le persone.
Dalla progettazione dell’assetto organizzativo nasce la struttura organizzativa: insieme dei ruoli (=
comportamenti attesi) e delle linee di influenza (autoritarie e non autoritarie).
La struttura organizzativa è graficamente rappresentata dall’organigramma: unità organizzative +
ruolo di ciascuna unità organizzativa + linee di influenza (struttura gerarchica tra le varie unità
organizzative). DIVERSE STRUTTURE ORGANIZZATIVE
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La struttura organizzativa pu assumere 4 forme di base: semplice, funzionale, divisionale e a matrice.
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Non esiste la struttura organizzativa ottimale, ma solo quella pi "adeguata " rispetto alle
caratteristiche dell’impresa e del suo contesto di riferimento (clienti, prodotti, ambiente, strategia,
cultura...). L’ORGANIZZAZIONE E LA DIREZIONE DEL PERSONALE
STRUTTURA SEMPLICE (o elementare)
Tipica delle microimprese, nelle quali l’imprenditore svolge le funzioni di governo e di gestione,
coordinando direttamente i suoi collaboratori.
Il principale strumento di coordinamento nelle forme semplici è la supervisione diretta, che consiste
nell’assunzione diretta da parte dell’imprenditore della responsabilità dell’organizzazione del lavoro
degli altri, ai quali impartisce ordini e ne controlla l’operato.
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Il processo di valutazione tende ad essere pi una valutazione delle persone disponibilità, impegno),
piuttosto che dei contributi da esse forniti all’azienda; si tratta pertanto di una valutazione di tipo
personalistico.
Non bisogna però pensare che necessariamente la struttura semplice sia inefficiente, infatti, se
l’imprenditore riesce a coinvolgere e a motivare i suoi collaboratori, allora questa forma consente di
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raggiungere contemporaneamente obiettivi di efficienza e di economicit , oltre ad avere anche una
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elevata flessibilit organizzativa.
STRUTTURA FUNZIONALE PURA (a piramide)
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Tipica delle piccole e medie imprese, si articola per funzioni: le attivit sono raggruppate in base ad
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una tecnica comune, dalla base fino al vertice dell’organizzazione, seguendo il criterio dell’omogeneit ,
ovvero mettere nella stessa unità organizzativa tutti coloro che svolgono un sottoinsieme
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coordinato di attivit .
Prevede tre livelli gerarchici:
Direzione generale (organo di governo),
Direzioni di funzione (organi di direzione e coordinamento, es. responsabile acquisti, responsabile
commerciale, ecc.)
Dagli organi di funzione dipendono gli organi operativi che svolgono sottoinsiemi di attività
coordinate tra loro (es. ufficio acquisti materie prime, reparto manutenzione, ecc.).
STRUTTURA DIVISIONALE PURA
Adatta ad imprese di dimensioni grandi, che realizzano combinazioni produttive complesse e
disomogenee (più linee di prodotto molto diverse tra loro), destinate a mercati diversi.
Tipi più diffusi: divisione per prodotto, divisione per area geografica, divisione per mercato (clienti).
La struttura si suddivide in più divisioni organizzate, al proprio interno, in modo gerarchico-
funzionale. A capo di ciascuna divisione c’è un dirigente che è il responsabile diretto di tutte le attività
svolte all’interno della sua divisione (decentramento del processo decisionale).
Sono organizzazioni spesso colossali e molto complesse (es. Nestlé, Microsoft, Fiat, ecc.).
STRUTTURA A MATRICE
Usata per aziende che lavorano su commessa o per progetto.