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Estratto del documento

schiavo, quindi, acquistava libertà alla

morte del padrone

à manumissio censu. Una funzione

importante nell’antica Roma era il

censimento. Ogni 5 anni dei magistrati

procedevano a fare il censimento, riunivano

assemblea di tutto il popolo e ognuno

dichiarava quanti erano i loro sottoposti, il

loro patrimonio ecc.…. se quando il padrone

dichiarava i suoi sottoposti, dichiarava lo

schiavo come libero.

Manomissioni informali e non solenni, non

previste dall’antico diritto arcaico ma

furono riconosciute dal magistrato che

risolveva le liti tra privati.

à manumissio inter amicos, fatta con una

semplice dichiarazione con gli amici. Es. a

cena con i suoi amici dichiarava lo schiavo

libero

à manumissio per epistilam, fatta

mediante una lettera inviata allo schiavo

nella quale dichiarava di volerlo liberare

à manumissio in sacrosancriis ecclesiis,

avveniva in chiesa

La di?erenza è che nella società più antica

erano poco gli schiavi, servi domestici che

vivevano nei padroni quindi la liberazione

era un po’ più importante e il diritto invitava

il padrone a pensarci bene. La seconda

invece sono segnale di una società più

dinamica. Col passare del tempo la

schiavitù aumenta, gli schiavi lavoravano

nei latifondi. Non abitavano coi padroni. La

possibilità di liberarlo più velocemente.

02/10/2024

La famiglia romana aveva una struttura

rigidamente patriarcale, infatti il titolare

della potestà e unico individuo a poter

essere sui iuris era l’uomo, mentre la donna

non poteva mai essere titolare della

potestà. La famiglia poteva essere

à familia proprio iure (famiglia in senso

proprio). Comprendeva tutti i discendenti

(filii), sottoposti alla potestà del

dell’ascendente, e anche i figli adottivi (filii

adoptivi) da cui la sottoposizione

all’ascendente derivava da atti giuridici.

comprendeva poi anche la moglie e le mogli

di figli e nipoti.

Secondo Ulpiano «Indichiamo come familia

proprio iure più persone che sono

sottoposte, o per natura o per diritto, alla

potestà di un’unica persona».

à familia communi iure (famiglia agnatizia).

Si intende una cerchia parentale più ampia

che era costituita da tutti gli adgnati e i loro

discendenti. Con adgnati ci si riferisce a

coloro che un tempo erano stati sottoposti

alla potestà di uno stesso uomo, dalla quale

poi ne erano usciti diventando sui iuris.

Rientravano nella familia communi iure tutti

i discendenti degli adgnati ad esclusione

delle discendenti femminili. Con agnatio si

intende quindi la comune discendenza da

uno stesso capostipite uomo, contrario di

cognatio che invece era la discendenza

materna.

Cos’è la patria potestas

È un potere che spettava nel diritto romano

solo agli uomini (non alle donne) che

fossero liberi, sui iuris, e cittadini romani. Si

esercitava sui figli (maschi e femmine),

generate da un matrimonio legittimo

(matrimonio di donna e uomo schiavo non

era un matrimonio legittimo) e sui nipoti,

maschi e femmine, nati da figli maschi. Al

contrario i figli nati da figlie femmine

sposate cadevano sotto la potestà del padre

del marito o del marito stesso. Invece i figli

nati da unioni non legittime non erano

sottoposti alla potestà.

à

Riconoscimento avveniva attraverso l’atto

di tollere liberos, che letteralmente

significava prendere il figlio tra le braccia. Il

pater infatti riconosceva il figlio, che era

posto ai suoi piedi, prendendolo in braccio e

accettandolo come suo. In età repubblicana

i figli riconosciuti, appena nati, venivano

registrati nelle liste del censo, mentre in età

imperiale lo si riconosceva attraverso la

dichiarazione di nascita (professiones)

à

Abbandono se invece il figlio non era

riconosciuto dal padre, si procedeva

all’expositio: il figlio veniva abbandonato e

lasciato al suo destino. Era normale

abbandonare i figli non riconosciuti presso

istituzioni religiose, da cui potevano essere

dati in adozione o cresciuti fino alla

maggiore età. I figli abbandonati, a meno

che non venissero adottati mediante

abrogatio, erano sui iuris, anche se erano

cresciuti da altri. Questo potere di

abbandono cessò in seguito a due

costituzioni:

- Costituzione di Costantino (331 d.C.)

a?ermava che il padre che abbandonava

il figlio neonato perdeva la potestà;

- Costituzione di valentiniano (374 d.C.)

che considerava l’abbandono un crimine

per cui erano accusati sia il padre che la

madre. à

Soppressione quando nascevano figli con

gravi minorazioni, denominati monstruum

(mostri) o prodigium (prodigi), il padre

poteva decidere se procedere con la

soppressione, in tal caso la nascita si

considerava non avvenuta. Era un’usanza

normale poiché si credeva fermamente alla

selezione naturale; quindi, solo chi nasceva

Dettagli
A.A. 2024-2025
8 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giadaaaaarciero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Donadio Nunzia.