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Roma.
Queste tavole che contengono il divieto di connubium sono conosciute come tabule iniquae, le chiamavano così già gli antichi.
Siamo nel 450 a.C., il divieto di connubium viene abolito solo 4 anni dopo, con la legge Canuleia, nel 446 a.C., è chiaro che il
tentativo di questi plebei non aveva futuro. La plebe vuole restare a Roma. Ed è una lex, non un plebiscito ad abolirlo, quindi
significa che anche il patriziato vuole che la plebe resti a Roma.
L’anno successivo al decemvirato, vengono approvate le leges Valeriae Horatiae. Le leggi romane hanno quasi tutte un nome
duplice, è il nome delle famiglie dei magistrati proponenti, Valerio e Orazio, che secondo la tradizione antica sono i due primi
consoli, ma in realtà non era così, non erano consoli, ma pretori, magistrati supremi, quando non c’erano i tribuni o non
c’erano i decemviri.
Le leggi Valeriae Horatie sono 3: siamo nel pieno dell’epoca in cui la plebe si contrappone al patriziato, quindi sono tutte e tre
leggi che riguardano la tutela dei diritti plebei. In che senso? Cominciamo dal falso storico: una di queste leggi avrebbe
stabilito che i plebisciti vincolano anche i patrizi. Siccome siamo per certo che avviene nel 286 a.C. con la legge Ortensia, qui
siamo nel 449 a.C. con una legge Valeria Horatia, è un falso storico, introdotto molto tempo dopo dalla plebe una volta che la
plebe è arrivata a tenere saldamente nelle mani le redini del comando insieme ad una parte del patriziato per dimostrare
quanto erano forti i plebei fin dall’inizio, il falso storico serve a glorificare la plebe, ma non è vero.
Un’altra legge è quella che stabilisce la sacrosanctitas della persona del tribuno della plebe. Tutte e due tutelano la plebe, una
falsa, l’altra vera, la figura del tribuno è inviolabile ed è posta sotto la protezione degli dei.
Una serie di problemi ci dà l’ultima legge, che riguarda la provocatio ad populum: provocatio significa chiamare, vocare, a gran
voce, a mio favore, pro. Che cos’è questo istituto? Innanzitutto, noi non sappiamo quando è sorto, alcuni storici dicono che
già c’era in epoca monarchica, altri sostengono che è di questo momento. La provocatio consiste in una garanzia, una sorta di
guarentigia, per il cittadino maschio e pubere, che venisse sottoposto a processo, con una pena possibile per quello che
aveva commesso, soltanto di questo tipo: fustigazione, morte. Non altro, solo queste due ipotesi. In questi casi e solo in questi
casi, il maschio libero e pubere poteva chiamare in suo aiuto gli altri maschi liberi e puberi. Nel senso non di difendersi con la
forza, ma nel senso che voi mi fate da giuria, e anche se il giudice mi ha già condannato, se voi mi assolvete, io sono assolto.
E’ una garanzia per il soldato romano, i maschi puberi e liberi combattevano per Roma. L’assemblea chiamata a votare a loro
favore era quella del popolo in armi, i loro commilitoni. Quindi il potere centrale garantiva a costoro un processo ad hoc.
Non erano uguali agli altri di fronte alla legge, erano privilegiati, è stata definita come una garanzia costituzionale, ma erano
privilegiati perchè difendevano Roma con le armi.
Addirittura ad un certo punto il giudice, stanco di essere sconfessato, ha preferito che la giuria fosse quella dei commilitoni, e i
commilitoni dal punto di vista politico si riunivano nel comizio centuriato. Per cui succedeva che il magistrato istruiva il
processo, la sentenza la emanava il comizio centuriato.
La provocatio nelle leggi Valeriae Horatiae avrebbero stabilito il divieto di istituire un magistrato il cui limite e il cui potere non
fosse sottoposto alla provocatio: tutti i politici patrizi con responsabilità di governo a Roma avevano il limite della provocatio,
tranne i censori.
Siccome anche i plebei combattono, e adesso tutti a partire dal comizio centuriato, cercano di tutelare se stessi anche
attraverso la provocatio ad populum, impedendo ai patrizi di istituire nuovi magistrati che ad essa non sottostanno.
Le leggi Valeriae Horatiae, ricordiamo, sono emanate dal patriziato: ma perchè i patrizi fanno una cosa simile? Ancora una
volta, la guerra: Roma proprio in questo momento in cui vengono emanate queste leggi, ha un bisogno disperato di tutti i
plebei come combattenti, e quindi è disposta ad una concessione. Una parte della concessione è quello che già succede: i
tribuni sono già inviolabili, perchè interviene la divinità, diamo loro anche la inviolabilità per legge, tanto inviolabili erano anche
prima.
La terza legge sappiamo che l’hanno inserita probabilmente i plebei molto dopo, ma prima l’istituto della provocatio riguarda i
plebei combattenti, e quindi è un modo per i patrizi per blandire i plebei e continuare ad averli come gruppo utilizzabile negli
scontri dagli eserciti. Gli antichi preferivano i combattimenti corpo a corpo, ma non nel senso che tutti combattevano contro
tutti, ma nel senso che sceglievano dei campioni che si affrontavano. Non era però sempre possibile, quando non era
possibile utilizzavano questo sistema.
Siamo al 443, istituzione della censura.
Prima della età repubblicana c’è stato un unico censimento, quello che ha fatto il re etrusco per poter suddividere la
popolazione nei comizi centuriati in base al censo e all’età, ossia Servio Tullio.
Adesso Roma istituisce una magistratura apposita che si occupi di censimento, perchè lo fa? Solito motivo, è necessario
sapere quali sono gli uomini e le donne sulle quali può contare lo stato.
I censori sono così importanti come magistrati che sono gli unici ad essere sepolti con il manto di porpora come i re, e il
porpora era considerato come appannaggio esclusivo del capo supremo.
Come questi magistrati sono importanti pur non avendo tutti i poteri degli altri? Tutti i magistrati romani patrizi hanno potestas
ed imperium, ed entrambe queste due parole significano “potere”, ma non è la stessa cosa.
Potestas è il potere esercitato in base alla competenza; l’imperium è il potere coercitivo, ed entra nella costituzione con i re
etruschi. Prima, il re latino-sabino aveva solo la potestas.
L’imperium come potere coercitivo consente di comminare la pena di morte, ma qui non è l’uccisione vera e propria, ma a
Roma c’è una morte fisica, come pena dell’ordinamento giuridico, e una morte sociale e civile.
La morte sociale e civile avviene tramite la fustigazione. Rimaneva a Roma il fustigato, ma diventava trasparente, se era un
pater perdeva tutti i suoi poteri, se era un magistrato la sua carica, e non poteva più accedervi.
La morte fisica è invece quella che avviene tramite securi percussio, il quale è la decapitazione.
Veniva utilizzata una scure particolare, che è l’ascia bipenne, è doppia, ha due scuri. Nella storia dell’occidente è un’ascia
utilizzata solo per i sacrifici. Perchè usano quell’ascia per uccidere una persona? Perchè in fondo ricordano quando l’homo
sacer veniva ucciso come vittima sacrificale agli dei.
Adesso però la pena di morte non viene più comminata sull’homo sacer, però la simbologia del potere, quando commina la
pena di morte, è ancora quella dell’homo sacer, l’homo sacer è una vittima sacrificale.
Adesso continuano ad uccidere, anche se è più homo sacer, avendo commesso altri crimini, con l’ascia bipenne. Il simbolo
del potere dell’imperium sono i fasci littori, che sono tirati insieme con al centro un’ascia bipenne.
Cioè il potere del magistrato senza l’imperium non è così importante. Cioè la censura è l’unica magistratura patrizia.
Non ne hanno bisogno, sono così importanti e potenti, perchè il loro ruolo per Roma è indispensabile, che non hanno bisogno
di punire chi dissobedisce, privandolo della vita. Come facevano a punirlo? Con la nota censoria. La nota censoria è il
provvedimento con il quale il censore priva di tutti i suoi diritti chi ne è colpito, come se lo avesse frustato o ucciso, ha gli
stessi effetti, non esiste più.
Perchè la nota censoria produce la cosiddetta infamia. Infamia significa “non ha più nessuno che lo ricordi”, qualcuno che la
società non accetta dentro la propria memoria collettiva, e nemmeno fisicamente vuole più accoglierlo. Perdeva tutti i suoi
diritti chi veniva colpito da nota censoria.
Quand’è che i censori, che erano gli unici ad avere questo potere, potevano comminarla? Quando il trasgressore non
rispettava i mores maiorum. I romani nella categoria però dei mores maiorum inserivano di tutto, e non è una categoria
cristallizzata, ma è aperta, molto fluida all’interno. Quindi dire che i censori controllano il rispetto dei mores maiorum significa
mettere nelle loro mani un potere immenso. In più, i censori controllavano anche l’ager publicus.
I censori sono due, tutt’e due in quest’epoca patrizi.
Quindi vengono investiti del loro potere da una lex, una legge votata dai comizi centuriati, di cui fanno parte anche i plebei.
La votazione della “lex de potestate censoria”, se non viene votata questa legge i censori non possono esercitare il loro
potere, e nel comizio centuriato ci sono anche i plebei.
I Romani fanno il censimento ogni 5 anni, alla fine c’è una cerimonia che si chiama lustratio, che significava purificazione, è
come se ogni volta dopo che c’è il censimento la popolazione venisse purificata di fronte agli dei e agli uomini.
La lustratio si concludeva con il suovetaurilia, ossia con il sacrificio della scrofa, la pecora e il toro.
Perchè sacrificano sempre gli animali? Perchè fino al IV secolo a.C. era vietato mangiare carne di bovidi se non durante i
sacrifici. C’era una legge che lo vietata, fa parte del patrimonio indoiranico. Quando sacrificavano i Romani, cuocevano la
carne, non la mangiavano cruda, cuocere il cibo è uno dei segni della civilità, nell’antichità.
Polifemo: dicono che mangia carne cruda, è un incivile.
Compiere i sacrifici con il cibarsi insieme della carne avevano un significato religioso, ma anhce un significato sociale,
mangiare insieme significa fare gruppo, ma anche un significato alimentare. Cioè era così frequente il sacrificio perchè c’era
bisogno di mangiare quella carne per rimanere in forze. E infatti una parte del corpo del bovino sacrificato spettava agli dei,
una parte agli uomini.
In origine gli uomini non mangiavano niente, poi è intervenuto un Titano, ossia Prometeo. I Titani e i giganti esistono prima che
Zeus prenda il potere, Zeus combatte una guerra epocale contro di loro, vince grazie all’aiuto di Ercole, però alcuni sono suoi
alleati da sempre, e Prometeo è uno di loro.
Pr