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Il diritto del paziente di rifiutare le cure e revocare il consenso
Il paziente ha diritto di rifiutare le cure, con conseguente dovere del medico di astenersi, e di revocare il consenso già espresso anche quando le cure fossero già state avviate. Questo diritto si estende alla nutrizione e idratazione artificiali, qualificate come trattamenti medici.
Il medico è esente da ogni responsabilità civile o penale e ha il dovere di adoperarsi per evitare o alleviare le sofferenze e di garantire al paziente una terapia del dolore appropriata. Il paziente non può esigere dal medico un trattamento contrario a norme di legge o al codice deontologico, in questo caso il medico non ha obblighi se non quello di non abbandonare il paziente.
Il principio di rispetto della volontà del paziente non viene meno nelle situazioni di emergenza e urgenza: i medici devono assicurare le cure necessarie anche quando non è possibile acquisire il consenso, ma se le circostanze lo consentono la volontà del paziente va rispettata.
I principi fondamentali valgono anche riguardo ai minori e alle persone non legalmente capaci, delle quali la legge prevede che si debba valorizzare la concreta capacità di comprendere e autodeterminarsi, coinvolgendola nella relazione che il rappresentante legale intrattiene con il medico. Il rappresentante deve tener conto della volontà della persona e tutelarne la salute e la vita, oltre alla dignità.
Nel caso delle persone legalmente capaci ma di fatto non in grado di autodeterminarsi si deve applicare il principio di valorizzazione della loro capacità di comprensione e decisione e di rispetto dei diritti. La giurisprudenza riconosce ai familiari un ruolo di protettori e li chiama ad essere testimoni delle volontà e preferenze del paziente. In mancanza di familiari si provvederà alla nomina di un amministratore di sostegno.
La legge ha dettato le regole in materia di terapia del dolore, prevedendo il ricorso a cure palliative e, ove necessario, alla
sedazione profonda continua. Il medico si deve astenere da "ostinazione irragionevole" ed atrattamenti inutili o sproporzionati, che implica il dovere di interrompere le cure che si rivelasserosproporzionate o inutili. La norma si riferisce alle situazioni di "prognosi infausta a breve termine e imminenzadi morte", anche in caso di imminenza di morte si deve cessare il trattamento sproporzionato o futile. Ilcriterio di proporzionalità include due prospettive di valutazione: quella di adeguatezza scientifica e quelladi commisurazione alla singola persona in ragione delle sue risorse, fragilità, orientamenti, convinzioniriguardo la propria vita. Da questi criteri deriva un equilibrio tra lo stato di necessità e il recupero dellaconsensualità e del rispetto dell'identità del paziente dove possibile.Con le disposizioni anticipate di trattamento ogni persona può esprimere le proprie volontà in materia
ditrattamenti sanitari in previsione di un'eventuale futura capacità di autodeterminarsi. Questa proiezione al futuro ha suggerito il nome corrente di testamento biologico (più giusto chiamarlo living will). Possibilità allegata alla nomina di un fiduciario, di dare attuazione alle DAT prolungando una relazione consensualistica con il medico. In mancanza di fiduciario, ma in caso di necessità, il giudice provvede la nomina di un amministratore di sostegno. Per le DAT si prevede l'atto pubblico, la scrittura autentica o la scrittura privata consegnata personalmente all'ufficio dello Stato civile per la registrazione. Non per questo altre forme attendibili possono essere ignorate dai medici. Due norme di grande rilevanza:- il tempo della comunicazione è tempo di cura: l'organizzazione sanitaria deve tenere conto di questo per consentire un tempo adeguato;
- la formazione iniziale e continua dei medici e degli altri esercenti le
3. Nome, immagine, identità
Il valore dell'identità affiora gradualmente nel diritto privato, prima nei tradizionali aspetti di nome e immagine, poi come valore in sé (identità personale). Il nome è protetto contro l'uso che altri indebitamente ne faccia: al giudice si può chiedere la cessazione dell'abuso, il risarcimento degli eventuali danni, la questione della sentenza in uno o più giornali (art. 7). All'attribuzione del prenome provvedono i genitori, il cognome è attribuito secondo criteri legali. Il figlio nato nel matrimonio porta il cognome del padre, questa regola è stata giudicata contraria agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e l'Italia dovrà intraprendere tutte le riforme necessarie al fine di
assicurare il rispetto dei principi di uguaglianza. La Cortecostituzionale nel 2016 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune norme nelle parti in cui non consentono ai coniugi di trasmettere ai figli anche il cognome materno al momento della nascita. Il figlio natofuori dal matrimonio (art. 262) acquista il cognome del genitore che per primo lo abbia riconosciuto o siastato dichiarato tale, ma è fatta comunque salva la sua volontà di assumere il cognome del padre o dimantenere quel cognome che abbia acquisito valore di segno distintivo dell'identità personale. Se ilriconoscimento avviene contemporaneamente il figlio assume il cognome del padre.
La legge numero 4 del 2018 prevede la possibilità per gli orfani delle vittime di crimini domestici di chiedere la modifica del cognome che coincide con quello del genitore condannato in via definitiva. La moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito (art. 143 bis) e lo conserva.
fino al divorzio o all'annullamento del matrimonio, in caso di separazione il giudice può disporre che la moglie possa non usare il cognome del marito. L'adottato assume il cognome dell'adottante (adozione di minorenni) o lo premette al proprio (adozione di maggiorenni). Le modifiche al nome sono ammesse nei casi indicati dalla legge artt. 156 e ss. r.d. 9 luglio 1939, n. 1238. Lo pseudonimo è tutelato quando abbia acquistato l'importanza del nome. Un segno di identificazione che nasce nelle comunicazioni informatiche è detto domain name, puoi riprodurre il nome di una persona o la denominazione di un ente, può essere uno pseudonimo utilizzato solo in rete, può coincidere con il marchio di un prodotto. Il domain name registrato assume un valore che ne fa un bene oggetto di scambio. La protezione dell'immagine è prevista dal Codice civile all'articolo 10, ne è vietata la riproduzione, la diffusione senza il consenso.della persona raffigurata salvo i casi in cui si tratti di personaggio o avvenimento di interesse pubblico. La norma protegge l'immagine fisica della persona, per analogia se ne ricava anche la protezione di altri aspetti identificativi come la voce. La difesa avviene con l'inibitoria salvo il risarcimento dei danni. Il diritto all'identità personale, cioè il diritto a non essere presentati agli occhi del pubblico in modo falsato rispetto a valori e connotati fondamentali con i quali si caratterizza la persona, confina con il diritto all'integrità morale ma protegge la persona anche contro l'alterazione della sua identità che non aggredisce l'onore o la reputazione ma ne dà una rappresentazione infedele. La tutela dell'identità genetica si articola in questioni diverse: tutela contro la manipolazione, tutela rispetto all'accesso ai dati genetici (aspetto essenziale per la riservatezza), diritto a conoscere le- Diritto alla vita e alla riservatezza
Il problema di tutelare la sfera privata della persona comprende due aspetti:
- Difesa della zona di intimità, in cui essere lasciati in pace, da questo punto di vista prevale lo strumento di tutela del divieto e del l'inibitoria in caso di abuso
- Controllo sulle informazioni che riguardano la nostra persona, qui la tutela deve essere più complessa e dare al singolo potere di vigilanza e intervento necessari per non perdere il controllo delle informazioni che lo riguardano
La Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950 e la carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2000 prevedono un generale diritto alla vita privata negli articoli 8 e 7. Nelle norme interne gli aspetti nella vita privata sono protetti nella garanzia del domicilio (art. 14 Cost, art. 614 c.p.) e della corrispondenza (art. 14 Cost, diritto d'autore art. 93, art. 616 c.p.). Intimità personale e proprie origini genetiche.
riservatezza e della dignità delle persone. La legge prevede che il trattamento dei dati personali debba essere effettuato in modo lecito, corretto e trasparente, garantendo la sicurezza e la riservatezza delle informazioni. Inoltre, la legge prevede che i soggetti interessati abbiano il diritto di conoscere quali dati personali vengono trattati, di ottenere la cancellazione o la rettifica dei dati errati, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi. La tutela della privacy è un diritto fondamentale riconosciuto anche a livello internazionale. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce che "nessuno può essere oggetto di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza". In conclusione, la privacy è un diritto che va tutelato e rispettato da tutti, sia a livello legislativo che a livello individuale. La protezione dei dati personali è fondamentale per garantire la dignità e la libertà delle persone.dignità e nella riservatezza. Applicazione della legge affidata ad un garante: un collegio di quattro membri eletti due da ogni camera. La materia è stata oggetto di ulteriori interventi normativi, perciò nel 2001 il governo è stato delegato di emanare un testo unico sulla materia. Delega attuata con decreto legislativo nel 2003 formando un codice in materia di protezione dei dati personali di 186 articoli. Il codice definisce i diritti dell'interessato, detta le regole generali, le regole relative a specifici settori e disciplina gli strumenti di tutela ed i poteri dell'autorità garante. Sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libertà di circolazione di tali dati, il Parlamento europeo ed il consiglio hanno adottato il regolamento dell'unione europea 2016/679 divenuto applicabile nel 2018 per dare tempo agli Stati membri di conformare le proprie regole interne in materia e consentire.agli operatori di adeguarsi alla nuova normativa. Il legislatore italiano, con il decreto legislativo 101/2018, ha adeguato la disciplina interna alle nuove regole europee e non ha rappresentato un atto di recepimento in quanto il regolamento dell'unione europea è un atto normativo diretto.