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LE SUCCESSIONI A CAUSA DI MORTE
1. Gli effetti della morte. La successione
Quando una persona muore tutte le relazioni personali e patrimoniali di cui era parte sono decapitate: viene meno il titolare di un universo di diritti e di obblighi. Catalogare gli effetti della morte non è semplice, il legislatore evita di definire in modo generale e conseguenze: vi sono rapporti che si estinguono, diritti che non si trasmettono, interessi personali la cui cura è rimessa ai discendenti. Le sostanze che una persona lascia dietro di sé sono destinate a passare nella titolarità di chi gli sopravvive.
I due principi fondamentali sono la libertà testamentaria e la trasmissione familiare della ricchezza.
● La libertà testamentaria riconosce a ogni persona il potere di stabilire la sorte dei propri beni per il tempo in cui avrà cessato di vivere. Garantendo la successione testamentaria il legislatore consente alla persona di dettare legge riguardo la
Sistemazione dei propri interessi oltre il confine della vita.
La trasmissione familiare della ricchezza si sviluppa in due direzioni. In mancanza di testamento si fa luogo a un sistema di successione legittima tra parenti fino al sesto grado secondo un criterio base per cui il più prossimo esclude i più lontani. Anche contro la volontà testamentaria o le libertà disposte una quota dei beni (quota indispensabile o di riserve) è riservata dalla legge ad alcuni congiunti detti legittimari.
Non tutte le sostanze sono per oggetto della normale successione, vi sono dei cespiti patrimoniali per i quali il legislatore ha stabilito regole speciali di attribuzione e di distribuzione. Così, le indennità a cui il lavoratore dipendente ha diritto in caso di cessazione del rapporto di lavoro sono devolute ai superstiti secondo regole particolari; regole speciali valgono per la successione nei diritti derivanti dal contratto di locazione di immobili urbani.
Il sistema del diritto successorio è ritenuto nel suo complesso materia di ordine pubblico, indisponibile da parte dei privati. Il legislatore predispone gli strumenti dell'autonomia e fuori da questi canali non consente scelte private. Una delle regole fondamentali è il divieto dei patti successori che non tutti gli ordinamenti prevedono (art. 458). È patto successorio vietato, e nullo:
- le convenzioni con cui una persona dispone della propria successione impegnandosi a lasciare certi beni a certe persone, a escludere qualcuno dall'eredità, a preferire una persona rispetto a un'altra;
- qualsiasi atto con cui un soggetto dispone dei diritti che gli potranno aspettare in una futura successione altrui o rinunzia i medesimi diritti.
L'importanza del diritto delle successioni è in declino: il divieto di affitto dei fondi rustici si realizzano in questo modo fenomeni di successione anomala rispetto al modello della successione ereditaria.
Dei patti successori è largamente eluso. Più ricchezza familiare è organizzata nelle forme economiche commercialistiche tanto più è frequente che le esigenze fiscali e di intesa familiare portino a non risolvere il problema della partecipazione dei congiunti alla titolarità e al controllo di quella ricchezza già durante la vita del vero titolare.
Una parziale deroga al divieto dei patti successori è stata introdotta da una legge di modifica al Codice civile in materia di patto di famiglia del 2006, che introduce la possibilità di regolare con contratto (patto di famiglia) il trasferimento dell'azienda relativa a una impresa familiare o le partecipazioni societarie di cui l'imprenditore sia titolare. Il contratto deve avere la forma dell'atto pubblico che per essere valido deve partecipare all'atto del coniuge e di tutti coloro che sarebbero legittimati ove nel momento della stipula del contratto, si aprisse.
La successione nel patrimonio dell'imprenditore.
2. L'oggetto della successione: l'eredità e il legato
L'oggetto della successione è la titolarità dei rapporti trasmissibili attivi e passivi, di cui una persona è titolare al momento della morte. Questi rapporti formano l'asse ereditario - l'asse era una moneta romana che significava intero; quindi, simbolizza la totalità del patrimonio lasciato. I beni formano l'eredità del defunto (detto de cuius: is the curious ed editate agitur = colui della cui eredità si tratta), vengono considerati come universalità di diritto.
La successione nell'eredità è successione a titolo universale. L'erede è colui che succede al defunto nella totalità dei rapporti che a lui facevano capo, o in quota matematica del tutto. L'erede subentra nei rapporti passivi e in quelli attivi, il patrimonio personale dell'erede assorbe
L'eredità e si verifica la confusione dei patrimoni. Erede corre il rischio di un'eredità dannosa, perché dei debiti del defunto dovrà rispondere con tutti i suoi beni.
I singoli beni del defunto possono essere staccati dall'eredità e assoggettati a una successione a titolo particolare, che riguarda la sola titolarità di quel determinato diritto. Questo avviene nel legato, che è l'attribuzione di un bene determinato o di una di beni fungibili. Si parla di legato ex lege quando una norma giuridica dispone una successione a titolo particolare di un determinato diritto.
3. Apertura della successione. Delazione. Vocazione
Con la morte della persona si verifica l'apertura della successione (art. 456). Prima della morte il sistema successorio è del tutto inerte, non si può parlare di un diritto dei possibili successori e neanche di una aspettativa: la loro successione è una pura eventualità. Con la
Morte la successione si apre e prendono vigore le norme che regolano la successione. Si può parlare di un titolo a succedere per i soggetti indicati come eredi dalla legge o dal testamento, questo titolo è la vocazione all'eredità. Si distingue tra vocazione legittima (titolo a succedere è la legge, una situazione prevista dalla legge) e vocazione testamentaria (titolo a succedere è il testamento, l'istituzione di erede contenuta in un testamento).
L'apertura della successione rende efficace la vocazione, i soggetti che hanno titolo a succedere vengono chiamati all'eredità. L'eredità si devolve loro (art. 457), è questa la delazione dell'eredità che coincide con l'acquisto, da parte dei chiamati, del diritto di accettare. La posizione di chiamato all'eredità riceve protezione: l'articolo 460 gli attribuisce il potere di compiere atti conservativi, di vigilanza e di amministrazione.
temporanea dell'eredità e di esercitare le azioni possessorie anche se non è nella posizione di possessore effettivo dei beni.
4. I titoli di successioni
Legge e testamento sono titoli di diritto e fonti di disciplina della successione. La successione legittima è la successione regolata dalla legge, vi si fa luogo solo quando manca in tutto o in parte il testamento. Successori legittimi sono quelli che hanno titolo a succedere in base a una delle norme che regolano le successioni legittime. La legge stabilisce un rapporto di subordinazione della successione legittima alla successione testamentaria: le regole sono un modello di soluzione del problema, hanno valore di norme suppletive che si applicano solo quando non sia prevista una soluzione nell'ambito dell'autonomia testamentaria (art. 457).
La successione testamentaria è regolata dal testamento, quell'atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere,
in tutte le proprie sostanze o di parte di esse (art. 587). Successione legittima e testamentaria possono anche combinarsi: quando il testamento non risolve tutti i problemi si applicano le regole della successione legittima per determinare la sorte delle sostanze di cui il testatore non abbia disposto. La diseredazione è la situazione per cui si fa un testamento che abbia per contenuto solo l'esclusione di un successore legittimo, rispetto a questo c'è il problema della possibilità di fare un testamento del genere. Il terzo comma dell'articolo 457 fa salvi i diritti che la legge riconosce ai legittimari. I legittimari sono il coniuge o la persona unita civilmente, i figli, gli ascendenti (in mancanza di figli) ai quali la legge riserva una quota della ricchezza del defunto: hanno diritto a una quota del patrimonio al netto dei debiti. Si parla di successione nella legittima o di successione necessaria. 5. Capacità di succedere e indegnitàchiamato deve essere capace di succedere e di acquisire l'eredità o il legato. Aspetti la capacità giuridica sono la capacità di succedere e la capacità di ricevere per testamento. Un aspetto della capacità di agire è la capacità di accettare l'eredità. Assume rilievo la capacità del nascituro, secondo l'articolo 462 sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al momento dell'apertura della successione, qui opera la presunzione di concepimento: si ritiene già concepito al momento della morte chi sia nato entro i 300 giorni da tale data. L'esistenza di un concepito fa sì che la successione sia regolata come se quel chiamato fosse già nato, anche se l'acquisto definitivo è subordinato all'evento della nascita. Nel caso di vocazione testamentaria, è valida anche l'istituzione di erede o il lascito di un legato a favore di un beneficiario.
non ancora concepito purché figlio di una persona determinata, vivente al tempo della morte del testatore. Le norme del Capo III prevedono i casi di incompatibilità. Il tutore, il notaio che ha ricevuto il testamento, i testimoni, il redattore di un testamento segreto, non possono ricevere da un determinato testatore o in base a un determinato testamento. Il divieto determina la nullità della disposizione estesa anche alle disposizioni fatte in frode a questi divieti, fatte a favore di persone interposte. Diversa dall'incapacità e l'indegnità, che colpisce l'erede e il legatario che abbiano compiuto azioni gravi contro il defunto, è escluso dalla successione anche il genitore che sia dice decaduto dalla responsabilità genitoriale ai sensi dell'articolo 330. L'indegnità non paralizza la chiamata ma è una causa di rimozione dalla successione, l'indegno può essere riammesso alla successione se la.La persona di cui la successione tratta l'oriabilità con atto pubblico, o con un testamento fatto quando conosceva le cause dell'indegnità. Nel 2018 è stato introdotto nel Codice civile all'articolo 463 bis, in base al quale sono sospesi d