Formalizzazione dei contratti e tipologie di accordi
Formalizzazione di un accordo vincolante
B. Spesso le parti, dopo aver raggiunto un accordo vincolante, si impegnano a formalizzarlo in un secondo momento, magari in una forma specifica come un atto notarile. Per esempio, se due parti concludono la vendita di un immobile con una scrittura privata (che è già valido come contratto secondo l'art. 1350 del codice civile), possono decidere di formalizzare successivamente l'accordo davanti a un notaio per registrarlo ufficialmente (art. 2657 del codice civile). In questo caso, non si tratta di un contratto preliminare, ma di un contratto definitivo con l'impegno a formalizzarlo. Di conseguenza, la proprietà dell'immobile passa subito all'acquirente.
Per capire se un contratto è preliminare o definitivo, il giudice deve verificare se le parti volevano rinviare gli effetti legali del contratto. Frasi come "promette di vendere" o "promette di acquistare" non sempre indicano un contratto preliminare, perché a volte vengono usati erroneamente anche nei contratti definitivi che poi devono essere formalizzati davanti a un notaio.
Se una delle parti non rispetta l'impegno di formalizzare il contratto, l'altra parte può chiedere al giudice di riconoscere la validità della scrittura privata, così da poterla registrare ufficialmente (art. 2657 del codice civile). Questa sentenza sarà solo una conferma formale, poiché gli effetti del contratto definitivo partono dai dati dell'accordo e non dalla data della sentenza.
Contratto preliminare unilaterale e patto di prelazione
Il contratto preliminare unilaterale obbliga solo una delle due parti, mentre l'altra rimane libera di scegliere se concludere o meno il contratto definitivo. Quindi, una parte è vincolata, mentre l'altra può decidere se andare avanti o no.
Questo tipo di contratto è diverso dall'opzione. Nell'opzione, non serve un nuovo consenso della parte obbligata, basta solo che l'altra parte accetti per far sì che il contratto produca gli effetti desiderati.
Anche se il contratto preliminare unilaterale e l'opzione hanno scopi economici simili, si sceglie il contratto preliminare unilaterale quando l'accordo richiede ulteriori dettagli o quando la parte obbligata vuole poter valutare meglio alcune situazioni future prima di impegnarsi.
Un esempio di contratto preliminare unilaterale è il patto di prelazione, dove una parte promette di dare la priorità all'altra parte rispetto a terzi, nel caso in cui decide di stipulare un certo contratto. In pratica, con il patto di prelazione, una parte si impegna a preferire l'altra in futuro, se si verificheranno certe condizioni.
Contratto a favore di terzi
A volte, chi stipula un contratto può avere interesse che la prestazione (cioè l'azione o il servizio previsto) venga fatta a favore di un terzo, cioè di una persona che non è coinvolta direttamente nel contratto. In questo tipo di contratto, il terzo ottiene il diritto di chiedere la prestazione a suo favore.
Secondo la legge, anche se il terzo non partecipa alla firma del contratto, acquisisce comunque il diritto alla prestazione (art. 1689 cc). Di solito, questo diritto si acquisisce automaticamente, senza che il terzo debba dichiarare di accettarlo. Tuttavia, il terzo può anche rifiutare questo diritto (art. 1411 cc).
- Il promittente: colui che si impegna ad eseguire la prestazione per il terzo.
- Lo stipulante: la parte che richiede che la prestazione sia fatta al terzo.
- Il terzo: la persona a cui è destinata la prestazione.
Anche se il beneficio è per il terzo, il promittente fa la sua promessa allo stipulante, e non direttamente al terzo, che rimane estraneo alla firma del contratto. Il terzo può ottenere diritti di credito (come la richiesta di denaro) o diritti reali (come la proprietà di un bene). Il beneficio per il terzo può consistere anche nel liberarlo da un debito che ha nei confronti del promittente. Non si considera un contratto a favore di terzi quando il terzo riceve solo un vantaggio di fatto (cioè un beneficio pratico), ma non un vero e proprio diritto.
La causa dell'acquisto del terzo beneficiario
Lo stipulante inserisce una clausola a favore del terzo per due principali motivi:
- Per pagare un debito che ha verso il terzo.
- Per dare al terzo un beneficio gratuito.
Il rapporto tra stipulante e promittente (che è la base del contratto) viene chiamato rapporto di provvista, perché il promittente riceve da questo contratto un corrispettivo per la prestazione che dovrà fare a favore del terzo. Invece, il rapporto tra lo stipulante e il terzo beneficiario si chiama rapporto di valuta.
Se lo stipulante non ha un motivo valido per dare il beneficio al terzo, cioè se c'è un problema nel rapporto di valuta, la clausola a favore del terzo può diventare invalida (art. 1411 comma 1 del codice civile). Per esempio:
- Se lo stipulante vuole dare un beneficio gratuito per un motivo illecito (art. 788 cc).
- Se lo stipulante pensa di pagare un debito inesistente.
In questi casi, il problema nel rapporto di valuta rende nulla la clausola a favore del terzo. Se invece lo stipulante voleva dare un beneficio al terzo per errore, perché costretto o ingannato, la clausola può essere annullata dalla stipulante, seguendo le regole per gli atti gratuiti.
Il diritto del terzo beneficiario nasce dal contratto tra stipulante e promittente. Pertanto, il promittente può rifiutare la prestazione al terzo se ci sono problemi legati al contratto con lo stipulante (art. 1413 cc). Può anche rifiutare la prestazione se ci sono problemi nel rapporto di valuta, come la nullità o l'annullamento della clausola.
L'acquisto del diritto da parte del terzo beneficiario e la revoca della stipulazione
Il terzo beneficiario ottiene automaticamente il diritto previsto nel contratto, senza bisogno di fare una dichiarazione. Questo diritto nasce generalmente nel momento in cui il contratto viene firmato, ma può anche essere posticipato, ad esempio fino a quando non si verifica una certa condizione o arriva un termine prestabilito.
È possibile stipulare un contratto a favore di persone che non hanno ancora la capacità giuridica, come un nascituro o una società non ancora costituita. In questi casi, il terzo otterrà il diritto solo quando avrà acquisito la capacità giuridica.
Una volta che il terzo ha acquisito il diritto, può farlo valere anche attraverso vie legali. Tuttavia, il suo diritto non è definitivo finché non dichiara, sia allo stipulante sia al promittente, di voler accettare il beneficio. Fino a quel momento, il terzo può decidere di rifiutare il diritto. Allo stesso modo, lo stipulante ha il diritto di revocare o modificare la clausola a favore del terzo fino a quando quest'ultimo non accetta formalmente.
La promessa del fatto di un terzo
Un contratto può dare un diritto a un terzo, ma non può obbligarlo a fare qualcosa o togliergli un diritto. In questo tipo di accordo, è il promittente (colui che fa la promessa) a essere responsabile. Il promittente si impegna a fare tutto il possibile per convincere il terzo a fare ciò che è stato promesso.
Se il terzo rifiuta di eseguire ciò che è stato promesso, il promittente dovrà risarcire l'altra parte del contratto, anche se ha fatto tutto ciò che poteva per convincere il terzo (art. 1381 del codice civile).
Capitolo XXX: La rescissione del contratto
Il diritto prevede un rimedio quando le condizioni di un contratto sono ingiuste a causa del fatto che una delle parti ha approfittato dello stato di pericolo o bisogno dell'altra parte. In questi casi, il contratto può essere annullato tramite la rescissione.
Contratto concluso in stato di pericolo
Un contratto può essere rescindibile se una parte ha accettato condizioni ingiuste perché doveva, per necessità, salvare sé stesso o un'altra persona da un grave pericolo, e l'altra parte ne era a conoscenza (art. 1447 del codice civile). Quando il giudice decide di annullare il contratto, può comunque stabilire un equo compenso per l'altra parte, in base alle circostanze, per il lavoro o il servizio prestato (art. 1447 cc).
Contratto concluso in stato di bisogno
Anche un contratto stipulato quando una parte si trova in stato di bisogno può essere rescindibile. Per annullare il contratto, è necessario che la parte danneggiata accetti condizioni talmente svantaggiose che la sua prestazione valga più del doppio di quanto ha ricevuto in cambio (art. 1448 del codice civile).
I contratti aleatori (quelli in cui il guadagno o la perdita dipendono dal caso) non possono essere annullati per lesione. Inoltre, la legge richiede che l'altra parte abbia approfittato della situazione di bisogno.
L'azione di rescissione
La rescissione di un contratto viene decisa dal giudice su richiesta della parte che è stata danneggiata, ed è un'azione simile a quella di annullamento. Non è possibile convalidare un contratto rescindibile (art. 1451 cc). Il diritto di chiedere la rescissione si prescrive (scade) in un anno (art. 1449 cc), e questo termine riguarda sia l'azione che l'eccezione. La rescissione non si può opporre a terzi, a meno che la domanda non sia stata trascritta (art. 1452 cc).
La parte contro cui è stata chiesta la rescissione può evitare che il contratto venga annullato offrendo di modificarlo per renderlo equo (giusto) (art. 1450 cc).
Capitolo XXXI: La responsabilità contrattuale - L'inadempimento
L'inadempimento si verifica quando il debitore non esegue la prestazione dovuta, oppure la esegue in ritardo, in modo incompleto o sbagliato. Questo di solito causa danni al creditore. Il debitore deve risarcire i danni, ma solo se l'inadempimento è dovuto a una causa di cui è responsabile. Secondo l'art. 1218 del codice civile, il debitore è tenuto al risarcimento se non dimostra che l'inadempimento o il ritardo è stato causato da una ragione che non dipende da lui. Inoltre, se il debitore si avvale di terzi per adempiere all'obbligazione, è responsabile anche per eventuali errori o colpe commesse da questi terzi (art. 1228 cc).
Impossibilità e difficoltà di esecuzione della prestazione dovuta
Per escludere la responsabilità contrattuale, l'art. 1218 del codice civile richiede che il debitore provveda che la prestazione è diventata impossibile. La prestazione è considerata fisicamente impossibile se, ad esempio, il bene da consegnare è andato distrutto.
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