Ora analizziamo i quattro termini presenti nella relazione. Il primo termine:
⃗ × ⃗
Poiché e sono indipendenti dalla somma sugli indici i, possiamo raccoglierli fuori dalla
⃗ ⃗
sommatoria: ⃗
⃗ × ⃗ = ⃗ × ⃗ = ⃗ × ⃗
Ma la somma delle masse per la velocità del centro di massa è uguale alla quantità di moto totale, .
Quindi, il primo termine diventa: ⃗
⃗ × ⃗ =
Che è proprio il momento angolare del centro di massa. Vediamo adesso il secondo e terzo termine:
⃗ × ⃗
⃗ × ⃗ 18
Notiamo che entrambi questi termini contengono somme del tipo:
⃗ = 0
Perché la somma delle quantità di moto relative al centro di massa è nulla per definizione del centro
di massa. Quindi, entrambi i termini si annullano. Infine, il quarto termine:
⃗ × ⃗
Questo rappresenta il momento angolare del sistema rispetto al centro di massa, ovvero:
⃗
= ⃗ × ⃗
Che è la parte relativa del momento angolare.
Quindi, in base a quanto detto precedentemente, resta:
⃗ ⃗ ⃗
= +
Ovvero, il momento angolare totale è quindi la somma del momento angolare del centro di massa e
del momento angolare relativo rispetto al centro di massa. Questo conclude la dimostrazione del I
teorema di König per il momento angolare. 19
9 Teorema di König: II Teorema dell’energia
cinetica
L’energia cinetica totale di un sistema di punti materiali è data dalla somma dell’energia cinetica del
centro di massa e di quella rispetto ad un sistema di riferimento con origine nel centro di massa.
Consideriamo l’energia cinetica totale del sistema: 1
= ⃗
2
Dove, esprimendo la velocità in termini della velocità del centro di massa, , e della velocità
⃗ ⃗
relativa rispetto al centro di massa, :
⃗ ⃗ = ⃗ + ⃗
Sostituendo questa espressione nell’energia cinetica, otteniamo:
1 1
(⃗ )
= + ̅ = (⃗ + ⃗ )(⃗ + ⃗ )
2 2
1 1 1 1
= ⃗ + ⃗ ⃗ + ⃗ ⃗ + ⃗
2 2 2 2
1 1
= ⃗ + ⃗ ⃗ + ⃗
2 2
Definiamo ora: 1
= ⃗
2
1
= ⃗
2
Sapendo che la quantità di moto totale del sistema è:
⃗ = 0 20
Segue che il termine misto: =0
Ovvero, questo termine si annulla. Quindi, l’energia cinetica totale può essere espressa come:
1 1
= + = +
2 2
10 Momento angolare per un corpo rigido
⃗
Consideriamo il momento angolare totale di un corpo rigido, , Composto da particelle, ciascuna
di massa , velocità e posizione . Il momento angolare totale è dato dalla somma dei momenti
⃗ ⃗
angolari delle singole particelle: ⃗ ⃗ ⃗ ⃗
= + + ⋯ +
Dove il momento angolare di ogni particella è definito come:
⃗ (⃗ )
= × ⃗
Riscrivendo in forma compatta: ⃗ (⃗ )
= × ⃗
Poiché per un moto rotazionale, attorno ad un asse fisso, la velocitò di ogni particella è data da:
⃗ =
⃗ × ⃗
Dove è la velocità angolare del corpo rigido. Quindi, sostituendo nell’equazione precedente,
⃗
otteniamo: ⃗ [⃗ ( )]
= × ⃗ × ⃗
Utilizzando l’identità vettoriale: ⃗ ⃗ ⃗
(⃗
⃗ × × ⃗ = ∙ ⃗) − ⃗ ∙ ⃗ 21
⃗
Con , e , si ottiene:
⃗ = ⃗ =
⃗ ⃗ = ⃗ ⃗ [(⃗ ) (⃗ ]
= ∙ ⃗ ⃗ − ∙
⃗)⃗
Definiamo il momento d’inerzia come: =
Dove: = ⃗ ∙ ⃗
Se la rotazione avviene attorno ad un asse principale, allora il termine:
(⃗ ∙
⃗)⃗ = 0
Quindi, poiché questo termine si annulla, la formula che si ottiene è la seguente:
⃗
=
⃗
Ma è costante, quindi, si può portare fuori dalla sommatoria:
⃗ ⃗
=
⃗
La sommatoria è proprio la definizione di momento angolare d’inerzia scritta precedentemente.
Pertanto, si arriva alla conclusione che: ⃗
=
⃗ 22
11 Energia cinetica di un corpo rigido
Sappiamo che l’energia cinetica di una particella di massa e velocità è data da:
⃗
1
= ⃗
2
Consideriamo ora un corpo rigido composto da particelle, ognuna con massa e velocità .
⃗
L’energia cinetica totale sarà la somma dell’energia cinetica di tutte le particelle:
1 1 1
= ⃗ + ⃗ + ⋯ + ⃗
2 2 2
Scrivendo in forma compatta: 1
= ⃗
2
Poiché nel moto rotatoria la velocità di ogni particella è legata alla velocità angolare del corpo rigido
dalla relazione: ⃗ =
⃗ × ⃗
Ed il modulo della velocità è pari a: =
Sostituendo nella sommatoria, otteniamo: 1
=
2
Ma dato che è lo stesso per tutte le particelle, quindi è costante, possiamo portarlo fuori dalla
⃗
sommatoria: 1
=
2
Definiamo il momento d’inerzia come: = 23
In definitiva, l’energia cinetica del corpo rigido in rotazione è:
1
=
2
12 Teorema di Huygens-Steiner (o degli assi
paralleli)
Il teorema di Huygens-Steiner afferma che il momento d’inerzia di un corpo rispetto ad un asse
parallelo ad un asse centrale passante per il centro di massa è dato da:
= +
Dove:
è il momento d’inerzia rispetto all’asse 1 passante per il centro di massa.
è la massa totale del corpo.
è la distanza tra i due assi paralleli.
24
Dove: : ( , )
( )
: ,
Definiamo il momento d’inerzia rispetto all’asse dove P appartiene, ovvero l’asse 2, come:
=
Dove è la distanza della i-esima particella dell’asse 2. Osserviamo che le coordinate del punto P,
appartenente all’asse 2, sono centro di massa ha coordinate La distanza di
( ).
( , ).Il ,
ogni particella dall’asse 2 può essere espressa come:
( ) ( )
= − + −
Sostituendo questa espressione nella definizione di :
[( ) ( ) ] [ ]
= − + − = + − 2 + + − 2
[( ) ( ) ]
= + + + − 2 − 2
Distribuendo la somma: ( ) ( )
= + + + − 2 − 2
Ora notiamo che, per definizione del centro di massa, le seguenti somme valgono zero:
=
=
Quindi, se scegliamo il sistema di riferimento con origine nel centro di massa, allora i termini misti
si annullano in quanto = = 0. 25
Pertanto, resta: ( )
= + + = +
Ma la prima sommatoria è proprio il momento d’inerzia rispetto al centro di massa, quindi, possiamo
scrivere: = +
In conclusione, abbiamo dimostrato che il momento d’inerzia rispetto ad un asse parallelo è uguale
al momento d’inerzia rispetto all’asse passante per il centro di massa più il termine , che tiene
conto dello spostamento dell’asse. 26
13 Statica dei fluidi
Quando si applica una forza su una superficie di un fluido, l’unica componente che agisce su di esso
è quella ortogonale alla superficie. Si definisce pressione il rapporto tra il modulo della forza
perpendicolare, , e l’unità di superficie:
=
Si definisce, invece, densità di un corpo il rapporto tra la sua massa ed il suo volume:
=
Principio di Pascal
Se in un punto di un fluido in equilibrio si verifica un aumento di pressione, tale variazione viene
trasmessa inalterata a tutti i punti del fluido ed alle pareti del contenitore.
13.1 Legge di Stevino (o variazione della pressione di un
fluido in quiete)
Consideriamo un contenitore di altezza h contenente un liquido di densità :
⃗
Il fluido è sottoposto alla forza peso ed alla pressione atmosferica esercitata sulla sua superficie.
27
Possiamo esprimere la massa del fluido in termini della sua densità:
= → =
Poiché il volume di un cilindro di base A e di altezza h è dato da otteniamo che:
= ℎ,
= ℎ
La forza peso esercitata dalla massa di fluido è:
⃗ = = ℎ
D’altra parte, la superficie superiore del cilindro è soggetta alla pressione atmosferica , che esercita
una forza pari a: ⃗ =
La forza esercitata sulla base inferiore del cilindro è dovuta alla pressione del fluido a profondità h,
ovvero: ⃗ =
Poiché il cilindro di fluido è in equilibrio statico, la somma delle forze agenti su di esso deve essere
nulla: ⃗ ⃗ ⃗
= +
Sostituendo le espressione precedenti: = ℎ +
Dividendo entrambi i membri per A e considerando solo i moduli, si ottiene:
= ℎ +
Abbiamo dimostrato che la pressione ad una profondità h in un fluido in equilibrio è data dalla somma
della pressione atmosferica, , e del contributo dovuto al peso della colonna di fluido
ℎ
sovrastante. Questa relazione mostra che la pressione in un fluido in quiete aumenta con la profondità
e dipende solo dalla densità del fluido e dall’accelerazione di gravità, indipendentemente dalla forma
del contenitore. 28
13.1.1 Legge di Stevino (dimostrazione alternativa)
Consideriamo una massa infinitesima di un fluido, con spessore e sezione trasversale
.
Su questa massa agiscono le seguenti forze dovute alla pressione:
⃗ =
&
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