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Una dimensione orizzontale, priva di gerarchie, in cui l’essere è
• descritto attraverso le relazioni tra proprietà. Qui, ogni proprietà è a
sua volta relazionata con altre proprietà, fino a raggiungere il livello
più elementare: l’essere stesso.
Una dimensione verticale, che introduce una gerarchia basata sulla
• storicità ontologica. Questa si sviluppa nel tempo, organizzando le
fasi ontologiche secondo un processo di integrazione progressiva. la
Queste due strutture si intersecano: la dimensione orizzontale descrive
rete delle proprietà che costituiscono l’essere, mentre quella verticale
il processo storico di autocomprensione dell’essere attraverso la
riflette
temporalità.
Gerarchia Temporale e Struttura dell’Essere
La strutturazione verticale dell’essere è simile al funzionamento dei
neuroni secondo le leggi di Hebb, dove le connessioni si rafforzano in
base all’attività. Tuttavia, questo processo non è solo neurologico, ma
innanzitutto ontologico, e caratterizza la realtà nelle sue differenziazioni.
Poiché l’essere non è limitato allo spaziotempo, è possibile concepire
esistenze che, pur non essendo materialmente reali, possiedono una
loro temporalità. Queste "esistenze fittizie" emergono quando un livello
elevato di integrazione dell’informazione genera proprietà
apparentemente impossibili dal punto di vista spaziotemporale.
dialettica dell’essere
La si articola quindi su due piani:
Orizzontale, che descrive le relazioni tra le proprietà senza
• gerarchie.
Verticale, che riguarda il processo storico dell’autocomprensione
• dell’essere.
La dimensione storica segue tre fasi fondamentali:
Pre-tematizzazione
1. – L’essere pretematico è lo spaziotempo stesso,
caratterizzato da una bassa integrazione dell’informazione e
governato dal tempo relativistico.
De-tematizzazione
2. – In questa fase il tema non è più l’essere, ma la
sua negazione (l’io).
Tematizzazione
3. – L’essere, dopo essersi smarrito nell’io, può
scegliere sé stesso.
L’alienazione, quindi, non è un ostacolo alla conoscenza, ma uno
strumento essenziale: senza alternativa, non esiste scelta.
La Relatività del Tempo e la Struttura dell’Essere
Il tempo, come dimostrato dalla fisica moderna, non è assoluto: varia in
base alla massa e all’energia. Più una massa è grande, più il tempo scorre
lentamente; più è piccola, più scorre velocemente. Questa relatività
temporale introduce un’ulteriore complessità nella comprensione
dell’essere. tempo dell’essere,
Quando parliamo del non lo intendiamo come una
struttura lineare, ma piuttosto come un sistema fluido e differenziato,
analogo a un liquido che si solidifica in punti diversi a temperature
lo spazio è temporale, mentre il
diverse. Tuttavia, va ricordato che
tempo non è spaziale, quindi questa metafora serve solo a fornire
un’immagine intuitiva del concetto.
In sintesi, la struttura dell’essere non è fissa né gerarchica in senso
stretto, ma si sviluppa in un’interazione continua tra proprietà, tempo e
consapevolezza, dando vita a un sistema dinamico e complesso.
La Detematizzazione dell’Essere e il Ruolo del Linguaggio
L’evoluzione verso sistemi sempre più integrati, come il cervello umano,
detematizzazione dell’essere.
porta alla Questo processo è strettamente
legato alla dialettica del reale e si manifesta attraverso il passaggio
dall’empirismo al nichilismo, in cui la tecnica assume un ruolo
fondamentale nella negazione dell’essere. In filosofia, questa negazione
viene spesso identificata con l’io.
Va sottolineato che l’io non è una caratteristica esclusivamente umana:
alcune specie di scimmie, per esempio, dimostrano di possedere un livello
di autoconsapevolezza. Sebbene il loro cervello abbia capacità cognitive
limitate rispetto a quello umano, esse si distinguono per abilità di
problem solving, che si basano su un’elaborazione pragmatica e
immediata piuttosto che su una comprensione astratta della realtà.
Le scimmie possiedono una forma di io più antica e radicata, ma mancano
spaziotemporalità
della capacità di comprendere la in senso dialettico.
Alcune specie, infatti, possono comunicare con un linguaggio dei segni, il
che suggerisce la possibilità di una concezione rudimentale del tempo.
Tuttavia, la loro capacità discorsiva è limitata: il linguaggio viene utilizzato
solo in modo contestuale, come uno strumento per ottenere qualcosa,
senza la possibilità di esprimere pensieri astratti.
Linguaggio, Storicità e Struttura dell’Essere
La storicità è un fattore determinante nella comprensione dell’essere,
la storia è discorso.
poiché L’uomo, attraverso il linguaggio, è in grado di
trascendere l’io e riflettere su di sé in modo critico. Al contrario, negli
animali che non possiedono un linguaggio discorsivo, l’io risulta più forte
e pervasivo.
Studi etologici confermano che molte specie animali, come alcune
scimmie e le orche, sviluppano forme di cultura e trasmettono
conoscenze di generazione in generazione. Le orche, ad esempio,
trasmettere
possiedono un linguaggio complesso che permette loro di
strategie di caccia specifiche in base all’ambiente in cui vivono. Tuttavia,
questa forma di comunicazione rimane vincolata alla sopravvivenza e non
evolve verso un discorso astratto.
Il Linguaggio come Strumento e la Sua Alienazione
Nell’evoluzione della coscienza, il linguaggio assume un ruolo
paradossale: supplemento
Da un lato, è un dell’integrazione cognitiva e sociale.
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