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Introduzione
Un'applicazione lineare definita da una matrice si dice diagonalizzabile
n n
f : R → R M
se esiste una base di tale che sia diagonale.
β
n
β R M (f )
β
Proposizioni
Legame con autovettori
Prendiamo per esempio tale che , ovvero un'applicazione
2 2
f : R → R f (e ) = e , f (e ) = e
1 2 2 1
lineare che flippa lo spazio , creando una simmetria rispetto alla retta . Di fatto si ha
2
R y = x
che . Ci sono quindi dei vettori, come , che invertono
(x , x ) → (x , x ) (2, 1) → (1, 2)
1 2 2 1
simmetricamente a la loro direzione, e altri che invece la mantengono: proprio gli
y = x
autovettori. In particolare, tutti i vettori sulla retta e sono autovettori.
y = x y = −x
Si pensi a , con autovalore ;
v = (1, 1) → (1, 1) 1
1 , con autovalore ;
v = (1, −1) → (−1, 1) = −(1, −1) −1
2
Osserviamo ora che è base di (dal teorema GEL). Allora troviamo :
2
β = {v , v } R A
1 2 ββ
1 0
A = ((f (v )) , (f (v )) )) = ( )
ββ 1 β 2 β 0 −1
et-voilà! La matrice è diagonale.
L'idea è che se prendo una base di autovettori la matrice viene sempre diagonale.
Sia lineare, allora si ha che
n n
f : R → R n
f diagonalizzabile ⟺ ∃β ⊆ R di autovettori di f
ovvero è diagonalizzabile sse esiste una base di costituita da autovettori di .
n
f R f
Nota bene: gli elementi sulla diagonale principale di una matrice diagonale associata a una
sono proprio gli autovalori.
f ⎜ ⎟
Dimostrazione
: supponiamo che esista una base di autovettori di . Perciò
⟸ β = {v , ⋯ , v } f
1 n
. Costruisco
f (v ) = λ v , ⋯ , f (v ) = λ v
1 1 1 n n n . Le coordinate di rispetto alla
A = ((f (v )) , ⋯ , (f (v )) ) = ((λ v ) , ⋯ , (λ v ) ) λ v
ββ 1 β n β 1 1 β n n β i i
base sono , per cui si ottiene
β (0, ⋯ , λ , ⋯ , 0)
i λ ⋯ 0
1
⎛ ⎞
A =
ββ ⋮ ⋱ ⋮
⎝ ⎠
0 ⋯ λ n
ovvero diagonale, per cui diagonalizzabile.
A f
ββ
: supponiamo ora che sia diagonalizzabile, ovvero che esista una base
⟹ f
tale che sia diagonale, ovvero
β = {v , ⋯ , v } A
1 n ββ λ ⋯ 0
1
⎛ ⎞
A =
ββ ⋮ ⋱ ⋮
⎝ ⎠
0 ⋯ λ n
Sapendo che , ottengo che
A = ((f (v )) , ⋯ , (f (v )) )
ββ 1 β n β , per cui , ovvero
f (v ) = (λ , ⋯ , 0), ⋯ , f (v ) = (0, ⋯ , λ ) f (v ) = λ v , ⋯ , f (v ) = λ v
1 β 1 n β n 1 1 1 n n n
che sono autovettori. Perciò è una base di autovettori.
v , ⋯ , v β
1 n
Qed.
Legame con matrici diagonalizzabili
Sia lineare e sia la matrice associata a ( ), allora si ha
n n c
f : R → R A = M (R) f f = L A
c
che f diagonalizzabile ⟺ A diagonalizzabile
Quello che stiamo cercando di dire è che se ad una è associata, per una certa base , una
f β
matrice $A{\beta\beta}$ diagonale, per cui diagonalizzabile, allora è diagonalizzabile,
f A cc
ovvero simile a una matrice diagonale: _proprio $A{\beta\beta}$_! E viceversa.
Dimostrazione
: supponiamo diagonalizzabile, ovvero che esiste una base tale che
⟹ f β = {v , ⋯ , v }
1 n
è diagonale. Allora per è diagonalizzabile perché per la formula del cambio base ho
A A
ββ cc −1
A = I ⋅ A ⋅ I = I ⋅ A ⋅ I
ββ cβ cc βc cc βc
βc
per cui è simile a , e per la riflessività della relazione "essere simili", anche è
A A A
ββ cc cc
simile ad , che essendo diagonale rende $A{cc}$ diagonalizzabile_.
A ββ
: supponiamo diagonalizzabile. Allora significa che dove è una
−1
⟸ A D = P ⋅ A ⋅ P P
matrice invertibile e una matrice diagonale. Devo dimostrare diagonalizzabile, ovvero
D f
che esiste una base tale che è diagonale. Scelgo come vettori della
β = {v , ⋯ , v } A
1 n ββ
base le ipotetiche colonne di , ovvero , ed essendo invertibile dal
P β = {c , ⋯ , c } P
1 n
teoremone so che sono linearmente indipendenti e da GEL che generano , per cui base
n
R
di . Ora, dalla formula del cambio di base so che
n
R −1
A = I ⋅ A ⋅ I
ββ cc βc
βc
Calcolo quindi , ovvero , ovvero . Per cui
I I = (id(c ) , ⋯ , id(c ) ) = (c , ⋯ , c ) I = P
βc βc 1 c n c 1 n βc
−1
A = P ⋅ A ⋅ P = D
ββ
e quindi è diagonale.
A ββ
Qed.
Lineare indipendenza
Sia un'applicazione lineare e autovettori di con autovalori distinti
n n
f : R → R v , ⋯ , v f
1 k
, allora sono linearmente indipendenti.
λ , ⋯ , λ v , ⋯ , v
1 k 1 k
Legame con autovalori
Sia un'applicazione lineare con autovalori distinti, allora è
n n
f : R → R n f
diagonalizzabile.
Per cui se ci viene chiesto solo se una certa è diagonalizzabile ci basta trovare
f n
autovalori, senza la base di autovettori.
n
Dimostrazione
Se ha autovalori distinti allora significa che si hanno e dei
f n λ , ⋯ , λ ∈ R v , ⋯ , v
1 n 1 n
rispettivi autovettori. Dalla proposizione precedente abbiamo che $v{1}, \cdots, v{n}$ sono
linearmente indipendenti, perciò per GEL che costituiscono una base di : abbiamo trovato
n
R
una base di autovettori, per cui per la prima proposizione è diagonalizzabile.
f
Legame con molteplicità
Sia con autovalori allora sapendo che
n n
f : R → R λ , ⋯ , λ
1 k
m (λ ) + ⋯ + m (λ ) ≤ n
a 1 a k
e che, per il legame tra molteplicità e autovalori,
1 ≤ m (λ ) ≤ m (λ ) ∀i = {1, ⋯ , k}
g i a i
allora f diagonalizzabile
⟺ dim(V ) + ⋯ + dim(V ) = n
λ λ
1 k
⟺ dim(V ) = m (λ ) ∀i = {1, ⋯ , k}
λ a i
i
⟺ m (λ ) = m (λ ) ∀i = {1, ⋯ , k}
g i a i
o alternativamente
f diagonalizzabile ⟺ m (λ ) + ⋯ + m (λ ) = n ∧ m (λ ) = m (λ ) ∀i ∈ {1, ⋯ , k}
a 1 a k g i a i
L'idea di fondo è questa: affinché sia diagonalizzabile dobbiamo trovare una base di
f
autovettori, per cui autovettori linearmente indipendenti. Con il polinomio caratteristico
n
riusciamo a trovare autovalori, per cui si ha che:
k
per le proposizioni precedenti abbiamo anche autovettori indipendenti;
k = n ⟹ n
dobbiamo analizzare gli autospazi associati a tali autovalori.
k < n ⟹
In particolare il polinomio caratteristico può essere composto da monomi di grado superiore
a 1, come nel seguente caso . In altre parole si
4 2
p (x) = (x − 3) (x − 5)(x − 4) (x + 2)
A
troveranno autovalori con molteplicità algebriche anche superiori a 1.
Allora per gli autovalori con molteplicità algebrica uguale a 1 sappiamo, per la proposizione
sul legame degli autovalori con le molteplicità, che la dimensione dell'autospazio per
quell'autovalore, ovvero la sua molteplicità geometrica, sarà esattamente 1. Vale a dire che
riusciremo ad estrarre 1 autovettore linearmente indipendente da quell'autospazio.
Per gli autovalori con molteplicità algebrica maggiore di 1 dovremmo andare ad analizzare la
dimensione dell'autospazio! Tale dimensione indica di fatto quanti autovettori linearmente
indipendenti possiamo estrapolare per quell'autovalore: se potrebbe capitare che
m (λ) = 3
a
. Se dobbiamo trovare autovettori linearmente indipendenti (per formare una
m (λ) = 1 n
g
base) allora la somma delle dimensioni degli autospazi dev'essere esattamente ; e se
n
sappiamo che la somma delle molteplicità algebriche deve a sua volta essere (altrimenti
n
non c'è speranza che sia diagonalizzabile), allora per forza
f .
m (λ ) = m (λ ) ∀i ∈ {1, ⋯ , k}
a i g i
Fondamentalmente se anche per un solo autovalore la molteplicità geometrica non
coincide con quella algebrica significa che non riusciremo mai a ottenere abbastanza
autovettori linearmente indipendenti per formare una base di .
f
Esercizi
Completezza
Sia tale che e sia .
2 2
f : R → R f (x , x ) = (−7x − 3x , 9x + 5x ) A = A
1 2 1 2 1 2 cc
Viene richiesto di:
1. trovare (semplice)
A
2. stabilire se è diagonalizzabile, e se sì punto 3
f
3. trovare diagonale simile ad
D A
4. trovare t.c. −1
P P ⋅ A ⋅ P = D
5. trovare tutte le matrici diagonali simili ad (bonus)
D A
6. trovare se possibile distinte t.c. (bonus)
−1 −1
P , P P ⋅ A ⋅ P = P ⋅ A ⋅ P = D
1 2 1 2
1 2
1.
Semplice, perché abbiamo , quindi ci basta proiettare sulle basi canoniche, e ci
A = A cc
viene −7 −3
A = ( )
9 5
2.
Per stabilire o meno se è diagonalizzabile dobbiamo trovare una base di autovettori, per
f
cui partiamo con l'unico strumento a nostra disposizione per cercare innanzitutto gli
autovalori: il polinomio caratteristico. Se non ci sono autovalori, non ci saranno neanche
autovettori, e vale il contrario.
Quindi −7 − x −3 2 2
p (x) = det ( ) = (−7 − x)(5 − x) − (−27) = x + 2x − 35 + 27 = x + 2x − 8
A 9 5 − x
Fattorizziamo e otteniamo
p (x)
A p (x) = (x + 4)(x − 2)
A
per cui gli autovalori esistono e sono:
λ = −4
1
λ = 2
2
Nota bene: il polinomio caratteristico ha grado 2, per cui è una parabola. Potrebbero anche
non esserci soluzioni, e in tal caso non ci sarebbero autovalori, quindi nemmeno autovettori
e di conseguenza non sarebbe diagonalizzabile.
f
Trovati gli autovalori bisogna determinare gli autovettori: usiamo gli autospazi. Partendo da
si ha che
λ 1 −7 + 4 −3 −3 −3
V = V = ker(A − (−4)I ) = ker(A + 4I ) = ker ( ) = ker ( )
λ −4
1 9 5 + 4 9 9
Ovviamente della matrice risultante possiamo notare che il determinante è 0: lo abbiamo
costruito apposta per la definizione di polinomio caratteristico! Quindi &egrav