Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
D'Annunzio Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I romanzi del superuomo:

La fase della bontà rappresenta una soluzione provvisoria che si esaurisce intorno al 1892, quando

D’Annunzio troverà uno sbocco alla crisi dell’este smo grazie alla le ura del losofo tedesco Frederic

Nietzsche. Prese mol suoi tra cui il ri uto del conformismo borghese, l’esaltazione dello spirito Dionisiaco,

un vitalismo gioioso libero dai limi della morale comune, il ri uto dell’e ca, della pietà, dell’altruismo,

l’esaltazione della volontà di potenza e, il mito del superuomo. D’Annunzio si scaglia contro un nuovo Stato

unitario di stampo borghese poiché ri ene che i principi democra ci ed ugualitari: il parlamentarismo e lo

spirito imprenditoriale, abbiano contaminato il senso di bellezza del passato.

Il nuovo personaggio del superuomo creato da D’Annunzio, energe co e aggressivo, non nega la precedente

immagine dell’esteta ma la ingloba in sé. Gli eroi di D’Annunzio a raverso la loro a vità ar s ca

intelle uale devono aprire la strada al dominio di una nuova Elitè, si potrebbe a ermare che il mito del

superuomo rappresen un tenta vo di reagire al processo di declassamento di emarginazione intelle uale.

Il quarto romanzo di D’Annunzio, Trionfo della morte, 1889, pubblicato in forma completa nel 1894.

Entrando a far parte della trilogia dei dei romanzi della rosa insieme al piacere e l’innocente.

L’eroe, Giorgio Aurispa, tormentato dalla mala a interiore, va alla ricerca di un nuovo senso di vita, egli si

trova in con i o perenne con il padre, per compensare questo di cile rapporto il giovane si iden ca con

un’altra gura paterna, quello dello zio Demetrio che morì suicida. La ricerca porta Giorgio a tentare di

riscoprire le radici della sua s rpe insieme alla sua donna Ippolita Sanzio, si ri ra in un villaggio abruzzese.

Poco tempo dopo l’esteta cominciò a provare nei confron di quel mondo disprezzo, tenta di raggiungere il

suo obie vo a raverso il mis cismo religioso ma fallisce. In ne il protagonista crede di trovare una 2

ti ti tti tt fi tti ff fi fl tt tt ti ti tt

ti ti ti fi ti tt tt tt ti tt ti ti ti ti ti ti tt fi

ti tt ti ti tti

ti tti ti tt tt tt

ff tt tt

tti ti fl tt

ti tt fi ti fi fi

tti tt ffi ti

ti ti tt tt ti fi ti tt fi ti

ti ff tti ti ti fi ti fi ti ti

fi tt tt ti

soluzione nel vitalismo dionisiaco di Nietzsche, ma ben presto si accorge di non poter raggiungere i suoi

ideali a causa della sua a razione nei confron di Ippolita che consuma ogni sua energia.

Al termine del romanzo la morte prevale sull’aspirazione alla vita, l’eroe si uccide trascinando la nemica,

Ippolita, con sé in un precipizio. Il suicidio di Giorgio rappresenta una sorta di sacri cio rituale a raverso il

quale D’Annunzio si illude di poter superare il senso di fragilità ed impotenza avver to no a quel momento.

Dopo aver soppresso quel personaggio emblema co, l’AlterEgo in cui proie a la parte oscura di sé, lo

scri ore si sente pronta percorrere la strada del superuomo proponendo nuove immagini di intelle uali.

Le vergini delle rocce: Nel 1895 venne pubblicato questo romanzo che segna una svolta radicale.

Il protagonista, Claudio Cantelmo, è un eroe forte e sicuro, disgustato dalla realtà borghese contemporanea

vuole raggiungere una forma di vita superiore e generare il superuomo. L’eroe va a cercare una donna con

cui generare il futuro superuomo in una famiglia, ma anziché trarre vigore da questo scenario di decadenza,

nisce per restarci imprigionato. Fra le tre glie del principe, il protagonista scelse inizialmente Anatolia, ella

non potè acce are la proposta perché sente il dovere di restare ad accudire la madre demente, i fratelli

deboli ed il padre vecchio. In seguito Claudio subisce il fascino di Violante, incarnazione della donna fatale.

Il romanzo si conclude senza che egli riesca a raggiungere il suo obie vo, nonostante le loro ambizioni

eroiche i protagonis dei romanzi dannunziani restano sempre deboli e scon .

Le vergini delle rocce deve essere solo il primo romanzo di un ciclo del giglio ma queste opere non furono

scri e.

Il fuoco: la sorte dei personaggi di D’Annunzio è confermata dal romanzo il fuoco, pubblicato nel 1900.

Il protagonista Stelio, poeta che vorrebbe creare una grande opera ar s ca e dar vita ad un nuovo po di

teatro. Una gura femminile, la Foscarina, che il protagonista chiama perdita. La donna, a rice, rappresenta

l’a razione dannunziana per il disfacimento e la morte con il suo amore nevro co e possessivo impedisce al

protagonista di raggiungere il suo obie vo. Il romanzo si conclude con il sacri cio di Foscarina, lascerà

libero Stelio allontanandosi da lui in modo che possa seguire la sua via. Ma anche in questo caso l’eroe non

riesce a realizzare il suo proge o.

Come nelle Vergini delle rocce, anche questo romanzo doveva essere il primo di una teologia del Melagrano

che si sarebbe dovuta concludere con i successi dell’impresa di Stelio, ma i successivi non furono mai scri .

Forse che sì che no: D’Annunzio riprende il discorso a rontato nel 1903, con il primo libro delle Laudi e,

si propone di celebrare la macchina, simbolo della realtà moderna. Il protagonista Paolo Tarsis vuole

realizzare la sua volontà pilotando un aeroplano. Alle ambizioni si appone Isabella Inghirami.

Il giovane pilota, disgustato dal comportamento dell’amante che intra ene relazioni con il proprio fratello,

cerca la morte a raversando il Mar Tirreno con il suo aeroplano, ma alla ne risalì il suo desiderio e riesce a

compiere l’impresa approdando sulle coste della Sardegna.

Le nuove forme narra ve:

Il trionfo della morte è decisamente nella direzione del romanzo psicologico incontrandosi sulla visione

sogge va del protagonista. La trama è semplice ed essenziale. In secondo luogo il romanzo è percorso dalla

a trama di immagini simboliche e si apre con un suicidio che è una chiara pre gurazione di quello che

Giorgio farà.

La Vergine delle rocce, possiede un simbolismo esplicito, la fontana che ricomincia zampillare, il paesaggio

di rocce che si stende intorno tra le principesse nel giardino, immagini che rappresentano la

contrapposizione tra le forze nega ve e la tensione superomis ca dell’eroe, narrazione abbandona ogni

riferimento realis co e sfuma in un clima mi co e favoloso.

Nel fuoco la narrazione procede alternando lunghe discussioni e meditazioni del protagonista, analisi

psicologica ed episodi simbolici. In uenzato dall’esperienza teatrale scrive anche romanzo,

Forse che sì che no, da un lato propone un intreccio dramma co, dall’altro con nua a dar risalto alla

dimensione simbolica, emerge sopra u o dal contrasto fra il paesaggio infernale della Toscana e lo spazio

incontaminato del cielo in cui l’eroe cerco di realizzare la sua ambizione a bordo di un aeroplano. 3

fi

fi tt tt tt

tt tti fi tt tt ti ti ti tt tt ti fl tt tti tt fi ti ti ti ff ti ti tti ti tti ti fi tt fi fi tti

ti ti fi fi

ti fi tt tt ti

tt tti

Le Laudi:

D’Annunzio inizia a proge are vaste costruzioni le erarie. Analogamente al campo dramma co, nel campo

della lirica vuole a dare la sua visione della vita e dell’arte in se e libri delle laudi del cielo del mare della

terra e degli eroi.

Il proge o rimane incompiuto, tra il 1903 e il 1904 vengono pubblica i primi tre: Maia, Ele ra, Alcyione,

quarto libro Merope, in postumo venne aggiunto Asterope, gli ul mi due libri, Taigete e Celeno, non

vennero mai scri .

Tu i toli derivano dal nome degli astri che compongono la costellazione delle Pleiadi.

Maia: poema unitario di oltre 8 mila versi, pubblicato nel 1903, lode della vita, dal quale si può dedurre

l’intento del poeta, celebrare la pienezza vitale. L’opera è cara erizzata da un tono enfa co e profe co.

La novità formale è l’abbandono delle norme della metrica in favore al verso libero. Dal punto di vista dei

contenu l’opera si apre con la narrazione di un viaggio in Grecia compiuto da D’Annunzio nel 1895.

Il villaggio è per il poeta l’immersione in un passato mi co alla ricerca del sublime e divino all’insegna.

Dopo questa esperienza si riemerge nella realtà moderna, le metropoli industriali, orrende ma piene di

potenzialità vitali. Il poeta arriva ad esaltare alcuni aspe pici della modernità: il capitale, la nanza

internazionale, i capitani d’industria, le macchine, poiché racchiudono in sé energie che possono essere

indirizzate a ni eroici. D’Annunzio arriva ad abbandonare il suo disprezzo per gli schiavi e rivalutò

l’importanza delle masse operaie.

Di fronte alla crisi del ruolo dell’intelle uale, D’Annunzio elabora la gura dell’esteta e dopo quella del

superuomo, cara erizzate da una violenta contrapposizione nei confron della civiltà borghese moderna.

Nel primo libro delle laudi il poeta compie una svolta radicale, abbandona questo suo a eggiamento

aristocra co e scopre una segreta bellezza nella la forza del capitalismo. Per questo mo vo non si

contrappone più alla realtà borghese moderna ma si propone come cantore dei suoi delle sue imprese.

Ma come dietro al vitalismo del superuomo si scorge il disfacimento e la morte, dietro a questa

celebrazione della civiltà moderna si può intravedere la paura e l’orrore di fronte alla realtà industriale che

tende ad emarginare il poeta stesso. Infa tu e le manifestazioni della modernità non compaiono nei versi

del poema con la loro sionomia, ma vengono tras gurate per mezzo del mito.

La descrizione delle fabbriche ricorda l’immagine dell’o cina di Efesto, la potenza delle grandi macchine

viene paragonata a quella di un ciclope.

Tra are nei suoi tes la realtà moderna è un tenta vo per fare i con con la modernità, per lo are contro i

processi che tendono ad annientare la gura dell’intelle uale per ritrovare un ruolo interno della società.

Proponendosi come a vista della modernità D’Annunzio tradisce le proprie tendenze, è più vera e auten ca

la sua rappresentazione decadente, che interpreta la crisi del mondo e del tormento interiore.

Ele ra: Il secondo libro delle Laudi raccoglie una serie di componimen di tono celebra vo basa sul mito

superomis co nalizza alla propaganda poli ca dire a. La stru ura ricalca quella di Maia, vi è un polo

posi vo rappresentato da un futuro di gloria che si contrappone ad un polo nega vo, il presente.

Buona parte della raccolta è cos tuita dalle liriche che sulle ci à del silenzio, dove si celebra il valore

militare e lo splendore ar s co durante il medioevo Rinascimento, ora lasciate ai margini della vita

moderna. Nei restan componimen è frequente l’esaltazione di personaggi della storia romana.

D’Annunzio si propone esplicitamente come vate e canta questo passato glor

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giadaodonee di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Bruzzone Luca.