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Estratto del documento

L’anima come costruzione

religiosa

• Feuerbach ritiene che l’idea di un’anima immortale sia una

proiezione del desiderio umano di sopravvivere alla morte.

Questa convinzione non nasce da un’analisi razionale o empirica,

ma da una speranza affettiva, profondamente radicata nella paura

della fine. Per il filosofo, la religione trasforma la finitezza umana

in eternità, illudendo l’individuo e separandolo dalla propria realtà

concreta. La finitezza come

condizione originaria

dell’uomo

• Contro l’idea di immortalità, Feuerbach afferma con forza la

**finitudine** come tratto essenziale dell’esistenza umana.

L’uomo nasce, vive e muore: tutto ciò che lo costituisce è legato al

tempo, al corpo, ai limiti. Negare la morte o promettere una vita

eterna significa disumanizzare la nostra esperienza,

allontanandoci dal valore della vita presente e dai legami

autentici.

Critica alla separazione

anima-corpo

• Feuerbach rigetta l’idea dualistica che contrappone anima e

corpo. Per lui, questa distinzione è il frutto della metafisica

religiosa, che ha sempre svalutato la dimensione corporea in

favore di una presunta spiritualità. In realtà, l’essere umano è

unità indissolubile di corpo e sentimento, materia e interiorità. La

coscienza, i pensieri, i desideri non sono manifestazioni di

un’anima separata, ma espressioni della nostra esistenza

materiale e sensibile.

Il culto della morte e la fuga

dalla vita

• L’idea dell’anima immortale, secondo Feuerbach, ha prodotto un

vero e proprio culto della morte. La religione ha spesso spostato

l’attenzione dalla vita presente all’aldilà, svilendo il valore del

tempo terreno. In questo modo, l’individuo viene educato a

desiderare ciò che non ha – l’eternità – invece di valorizzare ciò

che è effettivamente a sua disposizione: la sua vita, i suoi affetti,

la sua corporeità.

Etica della finitezza e

responsabilità umana

• Negando l’immortalità dell’anima, Feuerbach invita a riscoprire

un’etica della **finitudine**, che non si fonda su ricompense

ultraterrene, ma sulla responsabilità verso l’altro qui e ora.

Essere consapevoli della morte non è disperazione, ma un invito

a vivere con maggiore intensità, a rispettare il prossimo e a

costruire relazioni autentiche e piene di significato. La finitezza ci

obbliga a dare valore a ogni gesto e a ogni parola.

Riscoprire l’umano

attraverso il corpo

• Il rifiuto dell’immortalità non è un rifiuto dell’interiorità, ma un

ritorno al **corpo come centro dell’identità**. Per Feuerbach,

amare, soffrire, ricordare, pensare: tutto avviene nel corpo, grazie

al corpo. Solo accettando la nostra dimensione finita possiamo

realizzare una piena comprensione dell’essere umano, liberata da

illusioni e dogmi religiosi.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lorecarie di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Manca Anna.