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CONVENZIONE DI ISTANBUL
In questo trattato gli Stati membri e gli altri firmatari riconoscono che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi che hanno portato alla dominazione sulle donne e la discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione. Inoltre, viene riconosciuto che la violenza contro le donne è di tipo strutturale in quanto basata sul genere e viene riconosciuto inoltre che questo è uno dei meccanismi sociali con il quale le donne sono costrette ad una posizione subordinata rispetto agli uomini.
Le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza: violenza domestica, matrimonio forzato, mutilazione genitale, violenza sessuale e stupro. Questo viene riconosciuto per la prima volta come una violenza dei diritti umani e il principale ostacolo al raggiungimento della parità dei sessi.
Viene riconosciuto che le donne sono maggiormente esposte
al rischio di violenza di genere rispetto agli uomini, ciò vuol dire che le donne sono maggiormente a rischio ma non sono gli unici soggetti a cui può essere eseguita (anche gli uomini). Si parla anche di violenza contro i bambini che assistono (violenza assistita). Gli scopi di questa convenzione sono quindi eliminare la violenza di genere, eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e promuovere la parità tra i sessi, promuovere la cooperazione internazionale e sostenere le organizzazioni per adottare un approccio integrato per l'eliminazione della violenza contro le donne nei confronti e della violenza domestica. Inoltre si istituiscono delle definizioni: Cos'è la violenza nei confronti delle donne? Si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano danni o sofferenza di natura fisica, sessuale, psicologica o.Economica sia nella vita pubblica che nella vita privata. Cos'è la violenza domestica? Tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verifica all'interno della famiglia o tra due coniugi indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza della vittima.
Violenza contro le donne → designa qualsiasi violenza contro una donna in quanto tale.
Al capitolo V del trattato si parla del diritto sostanziale e qui capiamo quali sono le implicazioni tra violenza di genere, violenza domestica e diritto (anche diritto penale) → violenza psicologica, atti persecutori, violenza sessuale e stupro, matrimonio forzato, mutilazione genitale femminile, aborto forzato, ecc... i firmatari devono adottare norme giuridiche per punire tali atti. Il matrimonio forzato è stato introdotto con la legge del Codice Rosso dell'anno scorso. In questo capitolo è importante l'art.48
Perché evidenzia che le parti partecipanti devono adottare tutte le misure legislative per vietare metodi alternativi per la risoluzione di tutte le forme di violenza che rientrano nel campo della Convenzione.
ANALISI DI DUE CASI REALMENTE ACCADUTI
Sono due casi accaduti in Italia e si tratta di omicidio. Si sono svolti nella medesima Provincia (Modena) del Nord Italia. Vengono commessi a distanza di due anni l'uno tra l'altro. Il primo caso lo chiamiamo "caso Pano" commesso nell'Ottobre 2010 e l'altro "caso Gumo" consumato nel Dicembre 2012. Il legame logico che può legare questi due casi di omicidio è che entrambi rappresentano gli esiti infausti di situazioni caratterizzate da molteplici forme di violenza domestica.
CASO PANO → Novi di Modena, piccolo Comune della provincia di Modena che all'epoca era caratterizzato da una presenza di popolazione straniera residente notevolmente superiore alla media nazionale (17,4% a Novi,7,5% media nazionale). Primo capo di imputazione (nomifittizi): Omicidio aggravato → dai motivi abbietti (perché il marito ha agito con il concorso del figlio maggiore), dall'aver agito con crudeltà, per aver commesso il fatto contro ascendente e contro coniugi, perché in concorso ragionavano la morte della moglie. Siamo in una lite familiare dove il marito aggrediva la moglie con una pietra al capo, mentre il figlio, dopo aver comunicato l'intenzione di omicidio nei confronti della madre, aggredisce la sorella che era intervenuta in difesa e protezione della madre. Il figlio, quindi, la aggredisce per tenerla lontana dal padre che uccide la moglie e in questo modo agevola l'azione omicida del padre. Tale lite si è verificata perché la moglie aveva difeso la figlia in quanto quest'ultima si era rifiutata di sposare l'uomo che il padre aveva scelto (figlio di un suo amico). Terza aggravante: relazione tra autore e vittima. Quindi,
Aver commesso il fatto contro il discendente e contro la sorella. Il padre colpisce con uno schiaffo al volto la figlia che cercava di bloccare la lite e ordina al figlio di colpirla a sua volta → la afferrava per un braccio e la colpiva con reiterati e violenti calci ai fianchi fino a gettarla per terra. Successivamente, dato che la sorella cercava di rialzarsi per ritornare dalla madre, il figlio colpiva al capo e alla schiena la sorella con due bastoni (due perché il primo si è rotto a forza di sbatterlo addosso). La sorella, portata al reparto di urgenza, fu salvata tramite ricovero e intervento chirurgico → fu per questo tentato omicidio.
Nel terzo capo di imputazione, da cui però il figlio fu assolto in via definitiva (fu assolto per non aver commesso i fatti) → reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni volontari aggravati, con abuso di potere in ambito domestico. Tramite violenze vessatorie ripetute nel tempo con cadenza periodica, da sottoporre le
Donne a continue violenze fisiche e morali attraverso continui abituali di prevaricazioni: questo minacciandole ad accudirli (il marito e il figlio) continuamente tutta la giornata → la figlia veniva costretta ad interrompere gli studi (anche se lei ha continuato a mantenere i contatti con alcuni docenti); il padre aveva impedito alle due donne di uscire da sole, di avere rapporti con la famiglia di origine o di parlare al telefono. Entrambe erano costrette a lavorare in nero presso una ditta gestita da cittadini cinesi che era situata fisicamente in un magazzino di proprietà del marito. Per impedire a queste due donne di parlare al telefono, si era accorto che la figlia di nascosto, con i soldi che aveva guadagnato, si era comprata un telefono cellulare: quando se ne accorse glielo sequestrò. Perché erano costrette a lavorare anche se il figlio e il padre lavoravano? Perché il padre non versava i soldi necessari per fare la spesa e per accudire la casa e i figli.
Da questo si capisce quanto la famiglia non soffriva problemi economici. Questi comportamenti vessatori erano accompagnati anche da ragioni banali nel corso dei quali, sia il padre che il figlio, le colpivano con schiaffi e pugni. Bak era solito minacciare, offendere e colpire sia la moglie che la figlia, usando anche dei coltelli. Se con la figlia si limitava a dare schiaffi e pugni, con la moglie talvolta usava anche delle sedie. Bua, invece, anche se andava contro sia la madre che la sorella verbalmente, si accaniva fisicamente solo contro la sorella.
Sono condotte reiterate dal 2006 per quanto riguarda il padre, dal 2008 per quanto riguarda il figlio.
20 Aprile 2020
GUMO → Modena provincia.
Imputata una donna di 43 anni. L'accusata ha dunque confessato dopo aver ucciso il fratello di 36 anni.
Capo di imputazione: "Esplodendo 30 colpi di pistola Glock calibro 9x21, legittimamente detenuta, attingendolo in regione toracica, addominale e pelvica."
Fatto aggravato perché commesso per danno del fratello". Il pubblico ministero aveva richiesto la condanna di 16 anni ma il 18 Luglio 2014 la signora è stata condannata a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Alla fine del 2014 la sentenza di appello la condanna in via definitiva a 9 anni e qualche mese con la concessione delle attenuati generiche prevalenti, in considerazione della situazione ambientale in cui il delitto è maturato. Ci fu la richiesta di assoluzione per legittima difesa che però non venne concessa. CONFRONTO TRA I DUE CASI Dati socio-demografici: Primo caso: la famiglia era di tipo patriarcale composta dai 5 figli, di cui maggiorenni solo i protagonisti del fatto. Erano tutti conviventi a parte Bua. Questo nucleo familiare era parte di una più ampia famiglia allargata di cui alcuni membri erano residenti in altri Stati del Nord Europa, alcuni erano rimasti nel Paese di origine e altri abitavano nel comune della famiglia del Caso Pano. Il padredi famiglia era molto attivo nella comunità di connazionali sul territorio di questo comune → faceva parte della Moschea e aiutava l'integrazione di cittadini pakistani. La famiglia abitava in una casa in una via di Novi di Modena e il loro livello di istruzione (a parte quella dei figli maggiorenni) non si conosce. Secondo caso: sempre famiglia patriarcale ma autoctona. Il padre era anziano e la famiglia era composta di 6 figli tutti adulti. Non c'erano notevoli relazioni con altri parenti a parte un'zia. L'imputata era divorziata dal 1999 e a seguito del divorzio era tornata ad abitare nella casa della famiglia di origine. Il livello di istruzione della famiglia era basso (nessuno aveva frequentato le scuole superiori a parte l'imputata che aveva seguito un corso specializzante di formazione in ambito della moda → stilista). La signora abitava in un casolare in campagna. A differenza del caso Pano, in questa famiglia c'era la presenza di una profondapovertà in quanto la Signora imputata è stata inserita nel Patrocinio Statale.
I movimenti e le circostanze dell'omicidio:
Primo caso: dopo aver avuto lo scontro da parte della moglie che difendeva la figlia con la sua negazione del matrimonio, il marito si è sentito mancato di rispetto e di insubordinazione perché si considerava l'unico ad avere potere decisionale all'interno della famiglia. Era dunque nervato e intollerante della loro posizione - reintegrazione dell'ordine gerarchico e dell'onore familiare che, a detta del padre, erano state lesi dallo sconsiderato comportamento della figlia e della madre. Il padre vuole dunque infliggere una punizione esemplare alla moglie e alla figlia che potesse svolgere anche una funzione di ammonimento sia nei confronti degli altri membri alla famiglia sia agli appartenenti alla comunità dei connazionali presenti sul territorio (tanto è che divulga la situazione).
nella comunità di connazionali, molte reazioni → tramite l’utilizzo di tag html.