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Costi di riparazione:
Costo delle materie prime
Contabilità di magazzino collegato alla valutazione delle rimanenze.
Se si dovesse solo registrare le rimanenze per il bilancio di esercizio allora potrei
misurarle solo una volta all’anno. Ma nella contabilità analitica non si può usare
l’inventario intermittente (1 all’anno) ma Permanente = con opportuni metodi, ogni
volta che ho un movimento di carico e scarico dal magazzino, devo determinare sia la
consistenza fisica dei beni sia…
Metodi continui/continuativi = si valorizza ciò che è entrato e uscito.
15/11
Beni fungibili = beni privi di identità giuridica, si confondono tra loro. Confondendosi
tra loro non so bene quali sto vedendo, quelli appeni comprati a prezzo x o quelli del
magazzino comprati in passato a prezzo y? I beni sono tutti uguali tra loro l’impresa
può adottare il metodo lifo, fifo, costo medio ponderato.
- LIFO: last in first out, ultimi entrati, quelli comprati più recentemente sono i
primi che escono. Se c’è Inflazione = comprate a costi maggiori ricavi
contrappongo costo più alto di quelli sostenuti in passati conviene sotto il
profilo fiscale, reddito più basso possibile rispetto alle altre ipotesi.
Problema a stato patrimoniale: rimanenze assumo che siano quelle comprate in
tempi più remoti valutazione rimanenze avviene con prezzi storici, che erano
più bassi = sottostima dei valori in rimanenza. In CE non ho questo problema
avendo rimanenze iniziali e finali.
Distorsione non in CE ma in SP, sottostima rimanenze. Punto di vista civilistico:
se valori storici divergono di molto da quelli attuali devono scrivere la differenza
di valore in nota integrativa.
Deflazione: avviene l’opposto, valutazione delle rimanenze che è quella più alta
di quelle possibili, i prezzi sono scesi.
- FIFO: first in first out, i beni che escono sono i primi che ho acquistato. Effetti
opposti del lifo, se c’è inflazione io contrappongo costi remoti, i più bassi
reddito viene drogato, gode di un beneficio, costi più bassi di quelli correnti =
reddito più alto. Ma rappresentazione patrimoniale è attuale, con valori più
recenti CE: Reddito più alto (migliore) ma costi distorti, SP: rimanenze valutati
a valori correnti.
- Costo Medio Ponderato: beni che escono rispettano i costi medi.
Qualitativamente intermedi tra il metodo lifo e fifo.
Imprese chimiche, granai… c’è problema (gasolio si mischia, non scelgo quale
molecola fare uscire)
LIFO può essere anche applicato:
- LIFO a scatti classico
- LIFO a scatti fiscale
Nella contabilità si possono usare solo metodi continui = questi ultimi due non vanno
bene perché sono intermittenti noi vediamo le varianti continue.
NIFO: next in first out, prossimo che entra sarà il primo ad uscire. Si basa su supposti
costi di approvvigionamento, cerco di prevederli. Vantaggio: se hai dinamiche inflattive
le stai anticipando.
(benzinaio sa che si alzeranno i prezzi e li alza subito preventivamente)
(settimana prossima, gestione dei costi indiretti, criteri di ripartizione, base unica
multipla e centri di costo, c’è ppt su virtuale)
21/11
Ripartizione dei costi indiretti
I criteri di ripartizione:
È un elenco non chiuso dei possibili criteri, ma c’è una sorta di mappa per
comprenderli;
Si possono ordinare in 2 grandi famiglie:
- Criteri tecnico obbiettivo, criteri che vanno a ripartire i costi sulla base
dell’intensità d’uso del beneficio e della causalità che ha generato l’imput.
Esempio 1) Supponiamo di essere in questa situazione di essere un impresa di
Torino che produce piastrelle di grès-porcellanato, e arrivano un ordine di tot
quantità a Napoli e il costo di trasporto è a carico del venditore, utilizzando un
criterio della prima famiglia, potrei far ripartire i costi in maniera volumetrica, e
questi di pende se dal peso che se è basso mi baserò sul volume di un bene, se
invece un bene ha un peso molto elevato, allora si farà ripartizione dei costi sul
peso.
Esempio 2) Io ho dei dipendenti che lavorano su un macchinario che è una
pressa, che produce tre tipi di prodotti con tre stampi diversi, quindi il costo
dello stampo non è un costo indiretto perché ogni stampo ha il proprio costo,
ma i costi indiretti ella pressa sono la quota di ammortamento annuale della
pressa, un altro costo è collegato al personale che lavora su quella pressa, si
potrebbe usare il criterio da ripartire con il tempo, quindi quanti minuti sono
stati utilizzati per sfruttare la pressa, per capire al meglio i costi effettivi che si
hanno con i processi produttivi di quel macchinario.
Esempio 3) Ora sono un proprietario di un impresa che produce mattoni (di
diverse tipologie), come vado a ripartire i costi diversi del forno nel quale
produco avrei tipi di mattoni in contemporanea in quel forno, il criterio per
ripartire i costi può essere tramite il peso messo all’interno per la cottura di una
determinata quantità di mattoni.
- Criteri di tipo graduato-soggettivo, detti anche commerciali, la
caratteristica e quella di ripartire i costi in relazione dell’otput , al margine, al
fatturato. Quindi in questa eco da famiglie la presunzione che dove ci sia più
fatturato o margine ci sia più possibilità di assorbire il costi.
Sovvenzione incrociante quando a una area dell’attività tu carichi più costi di
quanto realmente avresti dovuto caricare, quindi un area sembra meno
redditizia rispetto alle altre, invece ci sono aree che sembrano più redditizie
rispetto a quello che sono realmente. E questa tipologia di ripartizione
appartiene alla seconda famiglia
Esempio 1)
Le modalità di ripartizione:
L’unico criterio di ripartizione in passato era quella della manodopera dato che non si
aveva molta manodopera.
Il criterio di ripartizione della base multipla aziendale non era solo mantenere
epurati i costi indiretti e diretti all’interno dell’impresa ma distinguerli per ogni settore
aziendale. Co questa modalità sono il grado di mantener separati non soltanto la
componente dei costi diretti da quelli indiretti, ma riesco a separarli anche dalla
funzione di appartenenza.
Centri di costo sono la metrologia migliore e più sofisticata nella ripartizione die costi
indiretti. Ne possiamo parlare in due modi che rappresentano una metodologia rispetto
a ugelli tradizionali per la ripartizione dei costi indiretti, ma posso rifermi al centro di
costo anche con u significato che fa riferimento al centro Budgettario, che divide i vari
budget in vari centri, infatti ci sono anche i centri e quello dei costi che si occupano
della monitorarizzazione dei costi, quindi a base della disponibilità del budget che si da
a quel determinato centro un determinato fondo per operare. E opportuno che si crei
un collegamento nella varie modalità della gestione dei centri di costo
I centri di costo:
- Definizione un centro di costo definisce un area o porzione dell’attività
aziendale omogenea rispetto ad un definito aspetto;
- Funzione e quella di prevenire a meglio calcolare il costo di prodotti, quindi la
funzionane e quella di gestire contabilmente i costi indiretti, per calcolare in
modo più inerente possibile alla realtà quelli che sono i costi di prodotto;
- Classificazioni sono 2:
La prima distingue i centri di osto in base all’attività svolta all’interno del
centro di costo, quelli fittizi (mere entità contabili) e operativi (quando
c’è alcuno che fa qualcosa, una qualunque forma di utilità), quelli
operativi e bene distinguere quelli diretti (quello dove avviene
materialmente la produzione dei beni) e indiretti, per quelli indiretti e
bene distinguerli in quelli comune (svolte delle attività di supporto che
va a benefico di tutta l’impresa) e ausiliario (attività prevalentemente
ancor che a favore a quelli diretti, quindi fornire un supporto a quelli della
prduzione) Esempio 1) Costi della manutenzione sono dei centri operativi
indiretti ausiliari. Il servizio legale e centro di costi diretto comune. Le
attività di set-up e un costo indiretto ausiliario.
La seconda non è alterativa ma complementare con la prima, fa
o riferimento alle modalità contabili delle attribuzioni del costo stelle basi
delle modalità contabili attraverso i quali i costi indiretti arrivano sui
prodotti. Ci sono 3 centri di costo
Preliminari attribuire i costi ai vari centri di costo, ed è preliminare
quando dopo la fase di localizzazione, iniziano delle elaborazioni per
imputare i propri costi ad altri centri
Indiretti
Finali sono finali quando un centro si prende le quote dei costi sia le da
parte dei centri preliminari e da quelli indiretti (un centro operativo
diretto e quasi sempre un centro final, mentre un centro fittizio non è mai
un centro finale)
- Modalità di svolgimento delle elaborazioni
Una delle modalità è quella della “FCCD” Elaborazione fra i centri
L’immagine qua sopra mostra che i costi si spostano man mano verso i 3 centri
operativi finali, chiamati centri operativi diretti.
Esempio 1) La piaggio quando aveva 8 centri di costo:
22/11
Il coefficiente di riparto è il 23%, sono arrivato in ritardo quindi non ho capito come si
calcola (non è materia di esame ma utile in futuro per l’avrò perché nelle aziende si
lavora ancora per ripartizione dei centri).
In poche parole questo tipo di ripartizione tramite il coefficiente di riparto man mano
vengono distribuite per uno specifico criterio di ripartizione cioè la percentuale per
ogni voce man mano che si ripartiscono i costi, fino ad arrivare a gli ultimi 4 centri.
Questa tipologia non e molto funzionale perché i costi si mischiano tra i vari centri.
Quindi nei costi che sono addensati (e in ogni centro finale alla fine dovrebbero andare
nei prodotti) ci sono i costi per il lavoro e altri, quindi nei prodotti io vado a perdere la
causa che hanno generato i costi.
Per di più se io volessi sapere i costi industriale o commerciali per ogni costo con
un’estate tipologia non lo posso sapere.
Centri di costo: (modalità più. Complessa per ripartire i costi indiretti)
L’individuazione dei costi e la medesima della precedente modalità, ma rispetto apriva
cambia che i author reparti diventano i centri finali della funzione produttiva, mentre il
centro di amministrazione generale si occupa dell’amministrazione, e si ripartiscono
dentro il centro trasporti i costi dei trasporti. Quindi quando